Arriva un inedito Btp Italia: sarà da prendere in considerazione anche con l’inflazione in calo? Btp 2072: cosa sta succedendo. Quattro titoli entrano in scena sul Mot: un’analisi e una valutazione di convenienza.
Il report della domenica
Con il decennale italiano sceso come rendimento sotto il 3,6% qualcosa comincia a muoversi nella direzione di un rialzo delle quotazioni per i Btp. È un primo passo che interessa parzialmente le scadenze extralunghe, finora più penalizzate nei movimenti all’insù. In questo contesto entrerà in scena a fine maggio un nuovo Btp Italia, già annunciato da tempo ma di cui si cominciano a conoscere alcune caratteristiche, sebbene parziali. Ecco cosa si sa.
Scadenza |
4 giugno 2032 |
Cedola base (ovvero tasso minimo garantito) |
Non ancora comunicata (si conoscerà lunedì 26 maggio). Sarà l’elemento decisivo per la maggiore o minore validità del titolo |
Indicizzazione |
Inflazione italiana, distribuita semestralmente con la cedola |
Premio fedeltà aggiuntivo finale |
Pari all’1% complessivo per chi acquista il titolo all’emissione e lo detiene fino a scadenza |
Collocamento sul Mot |
Da martedì 27 a giovedì 29 maggio, salvo chiusura anticipata, periodo riservato esclusivamente ai risparmiatori individuali |
Diventerà di fatto il Btp Italia più lungo in assoluto fra quelli disponibili sul Mot. Vediamo il quadro attuale di questi ultimi, escluso il maggio 2025, prossimo al rimborso.
Btp Italia maggio 2026 (tasso cedolare annuo base 0,55%) |
IT0005332835 |
Quotazione sui 99,5 Eur |
Yield 2,77% |
Btp Italia ottobre 2027 (tasso cedolare annuo base 0,65%) |
IT0005388175 |
Quotazione sui 99,1 Eur |
Yield 2,71% |
Btp Italia marzo 2028 (tasso cedolare annuo base 2,0%) |
IT0005532723 |
Quotazione sui 101,9 Eur |
Yield 2,89% |
Btp Italia novembre 2028 (tasso cedolare annuo base 1,6%) |
IT0005517195 |
Quotazione sui 100,9 Eur |
Yield 2,98% |
Btp Italia giugno 2030 (tasso cedolare base annuo 1,6%) |
IT0005497000 |
Quotazione sui 100,2 Eur |
Yield 3,23% |
Ricordando che la cedola semestrale lorda risulta in tutti i casi dalla somma del tasso base e dell'indicizzazione del titolo all’inflazione, è evidente come nella fase in corso di politica monetaria la prima componente sia tornata a svolgere un ruolo prioritario nella formazione del prezzo e quindi del rendimento. Sulla componente inflattiva (il cui coefficiente di indicizzazione è pubblicato mensilmente sul sito Internet del debito pubblico) l’incertezza è invece totale. La correlazione con quanto avverrà sul fronte dazi è una variabile troppo volatile per prevederne le conseguenze. Da notare comunque che molti istituzionali continuano a inserire nei loro portafogli strumenti protettivi.
Un primo bilancio provvisorio del nuovo Btp Italia porta a queste conclusioni.
Acquistato in collocamento e portato a scadenza rappresenterà uno scudo rispetto all’inflazione italiana: sarà quindi uno strumento di hedge ma niente più |
Un Btp classico a sette anni rende attualmente in misura maggiore (sul 3,1%) rispetto al valore medio (2,9%) dei cinque Btp Italia, stante l’inflazione Foi all’1,7%. Decisamente sopra si colloca solo il 2030, che però – in quanto acquistato sul secondario – non godrà a scadenza del premio fedeltà |
Per il retail cassettista prudente ci sono due punti forti (validi tuttavia per tutti i Btp): esenzione dalle imposte di successione ed esclusione dal calcolo Isee fino a 50.000 Eur |
Per chi voglia essere più strategico è preferibile sulla stessa scadenza a sette anni il Btp€i - indicizzato all’inflazione europea – 1,25% St2032 (IT0005138828), che rende attualmente il 3,3%, seppur con una struttura diversa: in questo caso infatti l’inflazione si accumula sul capitale, mentre l’impatto sulla cedola è marginale |
Si tenga infine conto che in qualsiasi portafoglio obbligazionario il ruolo degli “inflation” è fondamentale nel lungo termine, anche in presenza di fasi di riduzione del costo della vita |
● Btp 2072, qualcosa si muove!
Gli extralunghi in euro, così come in dollari o in quasi tutte le altre valute del mondo sono stati la delusione del 2024 e della prima parte del 2025. Nel caso dei Btp ciò ha colpito soprattutto il 2,15% 2072 (Isin IT0005441883), su cui si riponevano invece grandi speranze di un forte rimbalzo delle quotazioni in presenza di una Bce distensiva in termini di tassi. Cosa è successo? Che – in maniera piuttosto anomala – le curve dei rendimenti non hanno premiato le “duration” più elevate. Ciò è dipeso da vari fattori tecnici, i quali richiederebbero una spiegazione articolata. Negli ultimi giorni tuttavia si è assistito a un rimbalzino, che ha portato la quotazione del Btp 2072 in un mese da 57,5 a 60,70 Eur, con poi venerdì un ritracciamento (chiusura a 60,45 Eur). L’analisi grafica del titolo evidenzia questo quadro.
I livelli di riferimento da seguire in caso di ulteriore rialzo |
Attualmente si trovano sui 62 Eur (dove si colloca la media mobile a 200 periodi) e sui massimi di dicembre 2024 a 67,9. Il titolo si muove ancora sotto tali riferimenti, con volumi scambiati fra l’altro poco significativi |
Cosa sorprende |
Che i vari tagli dei tassi della Bce non abbiano ancora determinato un’accelerazione all’insù di un titolo dalla “duration” elevata, il che d’altra parte avviene per tutti gli extralunghi. Si tenga però conto che i timori inflattivi delle ultime settimane hanno colpito proprio le alte duration |
Le cause |
L'Italia, con la sua spesa aggiuntiva per la difesa, l'elevato debito pubblico e i costi di indebitamento più elevati della zona euro, si trova in un contesto difficile e proprio le scadenze molto lunghe lo evidenziano |
Occasione persa? |
Se così fosse si determinerebbe un quadro atipico di lungo periodo, tale da annullare le regole della correlazione fra andamento dei tassi e trend delle quotazioni, situazione che può durare ma non oltre un certo lasso di tempo se si tiene conto dei già più o meno annunciati prossimi tagli dei tassi da parte della Bce |
● Spazio ora alle novità degli ultimi giorni
Btp 2,55% Fb2027 (Isin IT0005633794): voto 5 |
Appartiene alla generazione cosiddetta degli “short term” (scadenze corte): nei giorni scorsi è andato in asta con un’ulteriore tranche. Quota sul secondario a 100,99 Eur, con un rendimento a scadenza del 2% lordo. Ha evidenziato una certa volatilità dal debutto a fine gennaio, malgrado una duration molto bassa. Alla quotazione in corso appare caro e solo una discesa verso i 100/100,2 Eur gli ridarebbe un certo appeal |
Btp 3,25% Lg2032 (Isin IT0005647265): voto 9 |
Collocato non in asta ma con l’alternativa del sindacato (aspetto che però poco importa) è il nuovo settennale, scadenza assai acclamata nell’attuale fase dei mercati. Quota già sul secondario, con un prezzo di chiusura venerdì a 100,75 Eur contro un’apertura di seduta a 100,99. Ne consegue un rendimento del 3,16% con una duration di 6,3: il rapporto di 1 a 2 è apprezzabile in ottica di potenziali profitti in conto capitale da variazioni dei tassi di interesse, pur su una vita residua non rilevante. Al momento la scadenza settennale appare come un fulcro nella curva dei rendimenti, con uno yield del 3,02%, che in realtà risulta inferiore rispetto a quello dell’inedito 3,25% |
Btp€i 2,55% Mg2056 (Isin IT0005647273): voto 8 |
Collocato il 16 aprile è entrato in quotazione mercoledì scorso. Il classico indicizzato all’inflazione europea svolge un ruolo importante nell’hedge specifico e lo dimostra un dato: l’ammontare offerto è stato di 3 miliardi di Eur rispetto a una domanda di 53,1 miliardi di Eur. Il motivo è presto spiegato: trattandosi di un’emissione giovane (novembre 2024) non è penalizzato a livello di indicizzazione ai prezzi al consumo Eurostat da un elevato coefficiente (1,00335) in acquisto, il che piace soprattutto agli investitori istituzionali. Interessante anche la cedola base del 2,55%. Non sempre il retail capisce il ruolo dei Btp€i e non li utilizza a sufficienza. Il titolo quota sui 101,6 Eur, con un rendimento in corso del 4,62%, che potrebbe però subire forti variazioni nei prossimi mesi al rialzo o al ribasso |
Bot Ap2026 (Isin IT0005645509): voto 6 |
La classica emissione mensile vede il rendimento scendere all’1,99% con una quotazione a 98,12 Eur. L’appeal di questa categoria di governativi sta scendendo: dodici mesi fa lo yield si collocava al 3,6%. Su questo fronte l’impatto del taglio dei tassi si è già avvertito e non poco |
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