Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Come proteggere i vostri risparmi: tanti modi (vecchi e nuovi) all’esame di maturità


C’è una certa paura sui mercati se perfino il Bund attenua il suo ruolo difensivo. Non pochi investitori avvertono aria di Cigno nero, ipotesi comunque marginale rispetto ad altri rischi, meno distruttivi. È il momento così di allacciare le cinture di sicurezza e di valutare le diverse opzioni possibili. Lo facciamo oggi, alla luce anche di alcune novità.

Il report della domenica

Uno spread di allarmismo c’è sempre stato fra opinione pubblica e mondo della finanza, con la prima tendenzialmente più pessimista rispetto alla seconda. Negli ultimi anni questa distanza si è allargata, complice l’eccellente andamento delle Borse. Da qualche tempo si sta ancor più ampliando e il motivo dipende anche dal fatto che la finanza reagisce di solito all’ultima ora di fronte a eventi pesanti. Cosa potrebbe succedere nei prossimi tempi di tanto rovinoso da determinare un improvviso crollo o addirittura un Cigno nero?

Gli analisti politici vedono questi motivi all’origine di una crisi:

● lo scoppio di una bolla finanziaria;

● una nuova epidemia, che si propaghi ancor più velocemente del Covid;

● una profonda spaccatura nella società statunitense, tale da portare a una specie di mini guerra civile;

● una falsa notizia (fatta circolare ad arte) e determinata dalla rapidità dell’intelligenza artificiale potrebbe causare un fulmineo effetto a cascata sui mercati borsistici, con l’amplificazione da parte degli algoritmi che regolano l’operatività delle piattaforme professionali di trading, magari in apertura o all’opposto in chiusura di una seduta;

● un evento climatico apocalittico;

● una serie di decisioni errate da parte della Bce, che certamente già in termini di comunicazione si muove su una strada incauta;

● la tentazione di qualcuno di ricorrere alla cassetta nucleare.

La lista potrebbe proseguire. Meglio interrompersi qui.

Una stima della rischiosità dei mercati vede questa ripartizione delle probabilità:

Rischi prevedibili (che si ripetono frequentemente)

40%

Rischi imprevedibili ma non elevati (che si manifestano di tanto in tanto)

55%

Rischi imprevedibili ed elevatissimi

5%

Come proteggersi di fronte alla terza eventualità, marginale in termini di percentuale ma catastrofica come effetti? Qui scatta un’analisi comportamentale complessa e interessante ma che richiederebbe troppo spazio per un approfondimento adeguato.

Prendiamo ad esempio il caso Lehman Brothers. Il default di questa banca americana nel 2008 era completamente sfuggito ai radar della stragrande maggioranza degli investitori. Tuttavia diversi segnali d'allarme si erano avvertiti da mesi: un'eccessiva esposizione al mercato dei mutui americani, diffusione di prodotti finanziari complessi e spesso indecifrabili, strategie aziendali basate su un elevato indebitamento in presenza di basso livello di capitale proprio e via di seguito. Spinti dall'ottimismo, investitori e autorità di regolamentazione avevano ignorato tali indicatori e ne hanno pagato il prezzo.

Sette regole per proteggersi

Fondamentale è la diversificazione degli strumenti su cui si investe

Altrettanto importante la diversificazione sulle scadenze temporali degli asset, in particolare nel caso delle obbligazioni

Non avere mai delle convinzioni, tipo “quella società non potrà mai fallire!”

Gli eventi estremi non si possono controllare: avvengono e basta

Bisogna ragionare in chiave di dopo: i Cigni neri si sono sempre dimostrati delle occasioni di investimento a evento in fase di conclusione

La regola della protezione vale comunque sempre: gli italiani sono abbastanza ben strutturati da questo punto di vista grazie al ruolo svolto dall’immobiliare ma lo sono meno nell’ambito finanziario

Una regola fondamentale: possedere solo asset iper liquidi, cioè smonetizzabili nell’arco di poco tempo

Fra cosa scegliere in ottica della protezione di breve e/o di lungo periodo

E adesso un test di maturità per i molti real asset (beni materiali dal valore intrinseco, se possibile decorrelati dai mercati finanziari) che si possono ipotizzare per qualunque patrimonio, anche modesto, in ottiche temporali sia brevi (il Cigno nero appunto) sia lunghe (ovvero con un ruolo protettivo rispetto a un’esasperata volatilità di Borse e quant’altro).

LIQUIDITA’: ALL’IMPROVVISO DI NUOVO PROMOSSA

È stata la peggiore soluzione di “non investimento” degli ultimi anni, complice l’inflazione galoppante. Chi l’ha detenuta ha perso tantissimo. I mercati ballerini su tutti i fronti tornano oggi a giustificarla. In presenza di una forte crisi diventerebbe addirittura la scelta migliore, soprattutto guardando alle successive potenzialità di rientro sui classici investimenti. C’è chi teme però un improvviso prelievo fiscale forzoso sull’onda di quanto decise il Governo Amato nel 1992. Al momento appare un’ipotesi irrealistica. Niente però è impossibile.

TITOLI DI STATO CORTISSIMI: PROMOSSI

Per i Btp e per tutti i titoli di Stato europei il rischio di chiama “Cacs” (acronimo di “clausole di azione collettiva”): su LombardReport è stato fatto di recente un webinar che affronta il tema. Tali clausole escludono tuttavia governativi con durata in emissione inferiore ai 12 mesi. Di conseguenza i Bot ne sono esclusi. Il passato dimostra inoltre che la loro liquidità resta buona anche in situazioni esasperate dei mercati.

ORO FISICO: PROMOSSO MA…

Da sempre è il real asset più solido. Facilmente negoziabile presenta tuttavia due difficoltà: la serietà del “commerciante” cui si rivolge (stanno rinascendo molti “compro oro” di cui si ignora l’affidabilità) e gli aspetti fiscali. Dal 2014 la plusvalenza derivante dalla compravendita di oro fisico da investimento è equiparata a ogni altra rendita finanziaria. Deve essere corrisposta in misura del 26% sull’importo appunto della plusvalenza nel caso sia stata conservata la documentazione dell’acquisto. Se non si hanno fatture che comprovino quest’ultimo verrà applicata l’aliquota del 26% sul valore di mercato dell’intero importo trattato al momento della cessione. Molti non lo sanno e ci vanno giù leggeri! Da notare infine che il gold è quasi sui massimi storici. Comprarlo ora può quindi apparire una scelta un po' audace.

ORO CON ETC A REPLICA FISICA: SUPER PROMOSSO

Evitano i rischi di gestione del metallo prezioso, non comportano implicazioni fiscali, hanno costi di gestione modesti, sono legati all’andamento del prezzo spot della materia prima (con il rischio comunque di cambio Eur/Usd, sebbene ce ne siano anche di hedgiati), e includono la detenzione del gold in specifici caveau. Inoltre facilitano piani di acquisto correlati all’andamento delle quotazioni. Sono tuttavia pur sempre degli strumenti finanziari, anche se con sottostante il metallo fisico.

BITCOIN: BOCCIATO

L’illusione che la criptovaluta d’eccellenza sia un bene rifugio si sta rivelando tale: troppo volatile e guidata da mani pesanti per poter svolgere tale ruolo. Non si hanno poi verifiche reali di cosa potrebbe succedere nel caso di un Cigno nero finanziario. Ora l’industria degli Etn/Etc propone nuovi prodotti per attenuarne appunto la volatilità. Per esempio con una correlazione all’oro, cogliendo le potenzialità di crescita del Bitcoin e la sicurezza del gold. È una novità, di cui non si conoscono i comportamenti effettivi. Si vedrà ma è pur sempre uno strumento finanziario.

IMMOBILIARE CON PROPRIETA’ FISICA: OGNI STORIA E’ UN CASO A SE’

Bene rifugio di lungo termine per eccellenza, sta assumendo un ruolo diverso rispetto al passato per molti motivi: quotazioni in alcuni casi alle stelle e in altri sotto terra, liquidità sempre minore, burocrazie talvolta esasperanti ecc. L’esperienza dimostra che in caso di Cigno nero diventa un asset protettivo ma una verità assoluta non esiste, anzi all’opposto ogni storia è un caso a sé. Perfino monolocali e bilocali stanno perdendo appeal, a causa di prezzi assurdi nelle città e nelle località di montagna. Ancora qualche occasione c’è al mare. La scorrettezza con cui alcuni investitori operano nelle locazioni di breve termine sta comportando inoltre nuove norme locali talvolta eccessivamente restrittive, a danno di chi è corretto. Un settore quindi ricco di luci e ombre.

IMMOBILIARE CON STRUMENTI FINANZIARI: BOCCIATO

Va molto bene – mediante Etf specifici – nelle fasi di stabilità dei mercati ma se questi ultimi impazziscono le ripercussioni sono immediate su tale categoria di prodotti quotati. Come nel caso dell’oro si adattano però a Pac da avviare in presenza di crolli delle quotazioni, sempre che la liquidità non vada in palla.

POLIZZE RAMO 1: C’E’ CERTEZZA E... INCERTEZZA

Sulla carta le assicurative di tale tipo sono il migliore strumento protettivo di natura finanziaria, garantendo il capitale. Sono tuttavia strumenti di lunghissimo periodo, che è difficile ipotizzare come rifugio da crisi improvvise e presumibilmente di breve-media durata. Inoltre garantiscono rendimenti solo in particolari fasi dei mercati e hanno dimostrato di non essere esenti dal cosiddetto rischio emittente. In sintesi è una scelta da valutare con la consapevolezza della solidità della società cui si affida i propri risparmi. Il che non è semplice.

POLIZZE RAMO 1 + REAL ASSET: UNA NOVITA’ DA SCOPRIRE

Rispetto alle polizze unit-linked, correlate all’andamento degli indici di mercato e di tutto il contesto economico-finanziario, alcuni emittenti – per ora stranieri – affiancano al capitale delle Ramo 1 delle esposizioni su strumenti di real asset, ovvero i cosiddetti “private markets”, strumenti finanziari non quotati (il che consente di stabilizzare sul lungo periodo portafogli con un buon livello di diversificazione) e con sottostanti partecipazioni azionarie dirette, nonché investimenti pure diretti nell’immobiliare o nelle infrastrutture. Gli importi? Possono essere anche non rilevanti. Si tratta comunque di pacchetti complessi, molto protettivi e destinati quindi a una salvaguardia di lungo-lunghissimo periodo. La validità? Ancora tutta da scoprire.

TERRA AGRICOLA: PROMOSSA PUR CON NON POCHI SE…

Eccellente nel lungo termine nell’ottica della stabilità dei prezzi e della difesa dall’inflazione (rischio che in caso di un Cigno nero però non esiste). Tuttavia implica naturalmente una gestione, che spesso non è remunerativa. Un settore in cui bisogna davvero saperci fare!

TERRE RARE: BOH! SONO TALMENTE CROLLATE!

C’è chi si è innamorato di quest’alternativa nell’ambito della guerra geopolitica in corso. La citiamo senza alcuna convinzione. Ci sono degli Etf specifici ma attenzione: hanno come sottostanti azioni di società attive nell’estrazione di terre rare o di metalli strategici come cobalto, cromo o palladio. Di investimenti finanziari si tratta quindi. Certamente avranno un ruolo sempre maggiore nell’economia ma di qui a ipotizzarne un compito protettivo ce ne vuole. Sarebbe come dire investire sul petrolio in ottica airbag. Occorre inoltre segnalare che le quotazioni di questi Etf sono letteralmente crollate dal 2023 in poi.

BENI DI LUSSO: UN MONDO A PARTE

Orologi e tanti altri averi fisici: proteggono molto bene ma richiedono conoscenze specifiche che solo gli appassionati hanno. Partire da zero? Meglio evitarselo. Inoltre sono settori in cui ci si affida solo a scambi interpersonali, il che comporta relazioni sperimentate nel tempo.

AUTO STORICHE: MA QUANTO PIACCIONO…

Bisogna ammetterlo. I numeri danno ragione a chi ha scelto questo real asset. Occorre però intendersene, avere le conoscenze giuste e trasformare il business in una passione. Allora sono perfette nell’abbinamento fra protezione di un capitale investito e piacere del possesso. E’ un’altra cosa però rispetto a quanto si sta trattando nel report domenicale di oggi.

C’è dell’altro? Sì ma si andrebbe in settori di nicchia assoluta. Meglio evitarli. In conclusione fra promossi e bocciati c’è davvero già tanto tra cui scegliere.

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