Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Le azioni del giorno – Decollo verticale per Ariston (+24,8%), Buzzi (+16,3%) e Moderna (+15,9%)


E la lista potrebbe proseguire con tanti altri nomi. I mercati puntano su una maggiore crescita in Europa grazie al maxi piano tedesco su difesa e infrastrutture. Intanto si indebolisce il dollaro. Ha altre ragioni invece la corsa della specialista Usa delle biotecnologie.

Buy or sell

Ogni Borsa europea ha mostrato ieri titoli con performance spaziali. Se dovessimo raccontare tutte le varie storie vi chiederemmo di leggerci per almeno un’ora! Alla base del rush l’annuncio del nuovo piano tedesco di forti investimenti pubblici. L’effetto? C’è chi dice che i listini europei presto batteranno in termini di capitalizzazione Wall Street. Certo è che i detrattori di Ftse Mib, Dax e Cac escono sconfitti dai primi mesi del 2025, al contrario delle previsioni di fine 2024. Il timore però è che una super volatilità si impossessi dei mercati, rendendoli quasi ingestibili. Spazio allora a tre storie regine della seduta di ieri, due italiane e una Usa.

● Cominciamo da Ariston, che forse è passata in seconda linea nel contesto iper esplosivo di Borsa Italiana. Da tempo non si registrava un +24,8% in una sola seduta. Cosa sta succedendo?

Martedì si parlava di Ariston come di una preda dei venditori. In effetti da sette sedute il titolo scendeva e proprio il giorno 4 aveva messo a segno una vistosa candela rossa. Ieri il rimbalzo: apertura a 3,53 Eur e chiusura a 4,226 Eur. Graficamente si segnalano il superamento della media mobile a 200 e la rottura al rialzo di un triangolo che comprimeva il titolo da settimane. Certamente è ancora poca cosa rispetto al continuo declino iniziato nel 2023. Toccò allora massimi oltre i 10 Eur. Ariston ha chiuso l’esercizio 2024 con ricavi pari a 2,63 miliardi di euro, in calo del 12,7% sul 2023, ma sopra le stime del consenso. Un piano tagli dei costi ha consentito l’incremento della liquidità e significativi gli annunci della distribuzione di un dividendo di 0,08 Eur e di un piano di buyback. Da notare comunque che pure in questo caso l’effetto Germania si è fatto sentire, visto che tale mercato rappresenta una quota abbastanza significativa per le vendite di Ariston.

● E adesso? Citi ha ipotizzato un target di 4,6 Eur? Corrisponde a qualche livello grafico?

Il rush di ieri ha avvicinato questo target (non ne conosciamo però i metodi di individuazione) alla quotazione di chiusura. Oltre i 4,3 Eur si susseguono varie resistenze. Di cui per ora la più importante è quella di 4,51 Eur. Decisiva la tenuta della media a 200, che ieri si collocava a 3,91 Eur.

● In realtà il mercato è rimasto più colpito dalla super performance (+16,3%) di Buzzi. Che è maggiormente correlata al piano tedesco?

Lo è, come lo è quella di Webuild (+7,18%). Da tempo alcuni analisti si esprimevano positivamente su questi due titoli e nel caso di Buzzi si era in effetti segnalato un trend rialzista ma diluito nel tempo rispetto all’accelerazione di ieri. Questo relativamente al 2025, mentre guardando al passato si era già evidenziato un continuo upside, sostenuto con forza dalla media mobile a 200 periodi inclinata positivamente. Si è in effetti entrati da tempo in un’area di successivi massimi, sempre più proiettati verso aree inesplorate. Da segnalare che Buzzi si muove poco sotto i target massimi ipotizzati dagli analisti specializzati sul titolo. Tutto dipenderà in ogni caso dalle prospettive di business per i gruppi del cemento derivanti dagli investimenti in infrastrutture in ambito europeo.

Andiamo adesso oltre Oceano. Il Nasdaq ha chiuso a 18.552,7 (+1,46%), che è importante solo da un punto di vista: lo riporta sopra la media mobile a 200, rotta al ribasso martedì. E’ però poca cosa rispetto alla netta discesa dai massimi di oltre 20.000 del 18 febbraio?

Per ora è una semplice reazione tecnica, conseguenza della decisione dell'amministrazione Trump di concedere un'esenzione di un mese dai dazi per le Case automobilistiche statunitensi. Ci vuole ben altro per ridare slancio all’industria tecnologica Usa. Fintanto che di dazi si parlerà il mercato non troverà spunti di positività, salvo che dal cappello di Trump esca qualche inattesa improvvisata.

In netto recupero (+15,9%) comunque Moderna, una delle leader delle biotecnologie. Cosa sta succedendo su questo fronte?

Il rimbalzo è avvenuto dopo l’annuncio che la società prevede il debutto nel 2027 del suo vaccino personalizzato contro il cancro, che sta sviluppando in collaborazione con Merck. Inoltre il Ceo di Moderna ha acquistato azioni per 5 milioni di Usd, decisione vista come la conferma della fiducia sul futuro del gruppo. Attenzione comunque a tali proclami, talvolta fuorvianti. Graficamente parlando il forte movimento dell’azione non ha tuttavia invalidato il quadro di debolezza, anzi di estrema debolezza. Moderna è tornata verso le quotazioni del 2020, prima cioè delle vicende Covid. Da 35 Usd salì a quasi 500 Usd, diventando uno dei casi di Wall Street dell’epoca. Ieri ha chiuso a 35,2 Usd. Il miracolo si ripeterà?

Infine il punto sul dollaro. Addio parità con l’euro?

Al momento si direbbe di sì. La risalita a 1,08 ha spiazzato i mercati. Il dollaro si è mosso vicino al minimo degli ultimi quattro mesi rispetto a un paniere di valute principali dopo che l'amministrazione Trump ha concesso una proroga di un mese sulle imposte aggiuntive per le importazioni di automobili da Canada e Messico, dimostrando ancora una volta quanto rapidamente possa cambiare lo scenario commerciale internazionale.