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Attesa per la prossima riunione BCE


La prossima riunione della Banca Centrale Europea, in programma per giovedì 6 marzo, sarà uno dei momenti chiave per questo mese di marzo. L’aspettativa prevalente è per un taglio dei tassi di 25 punti base, che porterebbe il tasso di deposito al 2,5%. Tuttavia, il vero focus dell’evento sarà la pubblicazione delle nuove previsioni economiche.

La revisione delle stime su crescita e inflazione fornirà indicazioni cruciali sulla traiettoria della politica monetaria nei prossimi mesi. In questo contesto, la conferenza stampa della presidente Christine Lagarde sarà determinante per comprendere l’orientamento della BCE. Eventuali cambiamenti nel tono della comunicazione potrebbero segnalare un aggiustamento dell’approccio della banca centrale, con ripercussioni sui mercati obbligazionari.

Il taglio dei tassi è ormai considerato una certezza, ma la vera incognita riguarda il ritmo dei futuri interventi. Al momento, le previsioni indicano un tasso neutrale al 2,00% entro giugno, ipotizzando altri due tagli da 25 punti base nei prossimi mesi. Non è escluso, tuttavia, che la BCE possa adottare un atteggiamento più prudente, vincolando le decisioni future all’evoluzione dei dati macroeconomici.

Le nuove previsioni economiche della BCE saranno un punto chiave della riunione e potrebbero portare a una revisione al ribasso della crescita per i prossimi anni. Secondo le stime aggiornate, il PIL dell’Eurozona per il 2025 potrebbe essere rivisto allo 0,9%, con una correzione di 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni precedenti, mentre il dato per il 2026 potrebbe scendere all’1,3%, in calo di 0,1 punti percentuali. Per il 2027, invece, non sono attese modifiche significative, con una crescita prevista all’1,3%. Parallelamente, l’inflazione potrebbe subire un lieve ritocco al rialzo. Per il 2025, la previsione potrebbe salire al 2,2%, mentre per il 2026 il dato dovrebbe rimanere stabile all’1,9%. Anche l’inflazione attesa per il 2027 potrebbe subire una leggera revisione al 2,0%.

Ciliegina sulla torta, il dato sull’inflazione di febbraio appena pubblicato ha superato le attese, attestandosi al 2,4% contro il 2,3% previsto. L’inflazione core, invece, è risultata in linea con le attese, confermandosi al 2,6%. Questo aggiornamento potrebbe complicare ulteriormente il lavoro della BCE, che si trova a dover bilanciare l’obiettivo di sostegno alla crescita con la necessità di evitare un allentamento eccessivo della politica monetaria. Un’inflazione più persistente del previsto potrebbe spingere il Consiglio Direttivo ad adottare un atteggiamento più cauto, rendendo meno probabile un ciclo di tagli aggressivo nel breve termine.

Passiamo ai numeri e all’analisi delle curve.

Analisi ZC-Yield Curve Eur
L’ultima lettura della ZC-Yield Curve conferma un contesto di forte incertezza e volatilità nei mercati obbligazionari. Il rendimento a 10 anni è leggermente sceso al 2,35%, mentre il trentennale ha registrato un calo più marcato al 2,17%, segnalando un atteggiamento più cauto degli investitori nella parte lunga della curva.

Nel tratto breve della curva, il movimento è diventato caotico, con un andamento zig-zag discendente, sintomo di una massima indecisione del mercato. Questo comportamento riflette la difficoltà degli operatori nel prezzare correttamente le prossime mosse della BCE e l’incertezza sulla traiettoria dell’inflazione e della crescita economica.

Nel segmento medio-lungo, l’inclinazione continua ad aumentare, ma con una variazione significativa nella distribuzione dei rendimenti. Il punto di massimo rendimento si è ora spostato sulle scadenze 2039-2040, segnalando che gli investitori stanno prezzando un ritorno alla stabilizzazione solo nel lungo periodo.

Oltre il 2041, la curva torna ad assumere un’inclinazione pesantemente negativa, segnale di una crescente sfiducia sulle prospettive economiche di lunghissimo termine. Questo scenario rimane coerente con le attese di una crescita strutturalmente debole nell’Eurozona e con l’incertezza legata alle future dinamiche di indebitamento pubblico.

Sul fronte del differenziale di rendimento tra 10 e 2 anni, l’indicatore si è ampliato leggermente a 0,20%, suggerendo che il mercato sta iniziando a prezzare un ciclo di allentamento monetario più marcato nei prossimi mesi.

Infine, i tassi forward indicano una lieve flessione dell’Euribor a 6 mesi, che si attesta ora all’1,84%, ben più in basso delle stime del 2% riferite al tasso neutrale. Questo movimento, probabilmente, più che riaccendere concretamente le aspettative di un ciclo di tagli BCE più incisivo, potrebbe essere semplicemente influenzato dall’eccessiva instabilità del tratto breve della curva, al netto di eventuali dati macro non ancora a noi noti sul fronte della crescita economica.

Analisi Integrata Trendycator
L’aggiornamento settimanale dei rendimenti obbligazionari, basato sul modello Trendycator, mostra un quadro leggermente più debole rispetto alla settimana precedente, con una moderata contrazione dei rendimenti in quasi tutte le principali aree di riferimento. Tuttavia, il modello non ha segnalato variazioni significative nei trend di fondo.

Nel Regno Unito, il rendimento dei Gilt decennali è sceso al 4,53%, registrando una lieve correzione rispetto alla scorsa settimana. Il Trendycator rimane LONG, segnalando che il trend rialzista del mercato obbligazionario britannico è ancora intatto, supportato da una politica monetaria della BoE che, nonostante le attese di tagli, mantiene un'impostazione prudente nel medio periodo.

In Germania, il rendimento del Bund decennale ha registrato una flessione al 2,41%, confermando un rallentamento nel movimento rialzista delle scorse settimane. Il Trendycator resta LONG, indicando che, sebbene il trend sia ancora positivo, il mercato sta incorporando aspettative più caute sulla direzione futura della BCE.

Sul fronte italiano, il rendimento del BTP decennale è sceso al 3,48%, mentre lo spread con il Bund si è leggermente ridotto a 106,80 punti base. Il Trendycator rimane NEUTRAL, segnalando una fase di equilibrio in cui né le pressioni rialziste né quelle ribassiste stanno prendendo il sopravvento in modo deciso. Il restringimento dello spread riflette un atteggiamento più costruttivo nei confronti del debito italiano, in un contesto di stabilizzazione del mercato europeo.

Negli Stati Uniti, il rendimento del Treasury decennale si è attestato al 4,30%, registrando una decisa flessione rispetto alla settimana precedente e ancor più marcata rispetto ai massimi di inizio 2025 in area 4,80%. Il Trendycator conferma lo stato LONG, segnalando che, nonostante il calo dei rendimenti, la struttura del mercato obbligazionario USA rimane impostata al rialzo.

Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.

Conclusioni operative
Il contesto obbligazionario rimane caratterizzato da un’elevata incertezza, con i mercati in standby in attesa dei dati macroeconomici imminenti e della prossima riunione della BCE. Non si registrano sviluppi significativi rispetto alla settimana precedente, ma il nervosismo è in aumento, segnale che gli operatori stanno preparando le loro strategie in vista delle prossime mosse delle banche centrali.

I rendimenti a breve termine continuano a essere compressi, limitando le opportunità per chi cerca un ritorno interessante con un profilo di rischio prudente. Allo stesso tempo, il segmento a lunga scadenza mantiene una certa pressione, con oscillazioni di prezzo che rendono più complessa la gestione del rischio e l’allocazione del capitale.

In un contesto in cui solo i forward sull’Euribor iniziano a segnalare potenziali aspettative sul tasso neutrale, l’approccio strategico deve rimanere improntato alla massima prudenza.

La strategia di laddering resta la scelta più razionale per gestire questa fase di mercato, consentendo di mantenere una struttura di portafoglio bilanciata e flessibile. La diversificazione lungo la curva dei rendimenti permette di ridurre il rischio di timing legato ai futuri movimenti della politica monetaria, senza esporsi eccessivamente a scadenze particolarmente vulnerabili alle oscillazioni di mercato.

Tuttavia, il tratto di curva ottimale deve essere scelto in base alla curva dei rendimenti del singolo emittente, evitando approcci generici e focalizzandosi su un’analisi mirata. Le opportunità migliori si trovano laddove le emissioni obbligazionarie offrono un rapporto rischio-rendimento adeguato, senza compromettere la stabilità del portafoglio.

L’attuale fase di mercato impone quindi estrema selettività nelle scelte obbligazionarie. Le decisioni di investimento devono essere prese con grande attenzione, tenendo conto delle condizioni di mercato, del proprio profilo di rischio e delle specificità dei singoli titoli disponibili. In questo scenario incerto, la protezione del capitale rimane prioritaria, e ogni ingresso deve essere valutato con un'ottica strategica.

Qui sotto una selezione di governativi tedeschi tra i migliori (in termini di sottovalutazione relativa in base allo Z-Spread) su tutto il tratto di curva.

L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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