La prima dichiara ottimi risultati e un dividendo in crescita dell’80% rispetto all’anno scorso. Domani giornata di annunci da parte di Mediolanum, mentre fra l’azienda dei Doris e il gruppo di Piazzetta Cuccia c’è chi ipotizza un “merger” che avrebbe più senso rispetto all’acquisizione di Mediobanca da parte di Mps. Cosa sta succedendo e un’analisi grafica dei titoli.
Buy or sell
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Continua l’agitazione attorno al mondo delle leader della gestione del risparmio nelle sue varie forme. La seduta di ieri è stata caratterizzata da performance e notizie significative relativamente a tre protagoniste del settore, Anima, Mediolanum e Mediobanca. A loro riserviamo allora l’investitura di azioni del giorno.
Cominciamo da Anima. Cosa è successo? |
I risultati 2024 hanno evidenziato numeri in forte crescita e un aumento del dividendo a 0,45 euro (+80%). Il titolo ha guadagnato il 2,81% chiudendo a 6,94 euro, dopo aver toccato un massimo a quota 7,025, allontanandosi sempre più dal prezzo proposto dal Banco Bpm con l'Opa lanciata a 6,2 euro per azione il 6 novembre. Conti alla mano quest’offerta dovrebbe aumentare così del 12% per pareggiare almeno l’attuale quotazione |
L’aumento del dividendo quale yield comporta al momento? |
Del 6,5%, il che porta Anima nel novero dei titoli più generosi di Borsa Italiana. Lo scorso anno pagò 0,25 Eur e nell’esercizio precedente 0,22 Eur. Inutile sottolineare quanto rilevante sia stato l’incremento |
L’azione si sta muovendo sui massimi storici, avendo superato perfino i picchi del 2015. E ora? |
La rottura dei 6,31 Eur è avvenuta a inizio dicembre, confermando un movimento di lunghissimo periodo, sostenuto da tutte le medie mobili, corte e lunghe. Ipotizzare quali saranno le evoluzioni future è impossibile, perché Anima è al centro del complesso risiko bancario non solo per l’Opa da parte di Banco Bpm ma anche per quanto riguarda la quota acquisita nel Monte Paschi, salita dall’1% al 4% a novembre. In merito l’amministratore delegato di Anima Holding, Alessandro Melzi d’Eril, ha sottolineato che si tratta di “un investimento strategico” |
Qualcosa di tecnicamente interessante da sottolineare? |
Senz’altro che i segnali di ipercomprato si stanno confermando da metà agosto dello scorso. Questa volta se si fosse venduto – come la teoria vorrebbe – quando l’Rsi a 14 periodi salì a quota 70 si sarebbe persa una bella occasione, perché da allora il titolo è salito da 4,96 a quasi 7 Eur, scendendo marginalmente poche volte da questo livello come Rsi |
Proseguiamo con Mediolanum. Su questo fronte cosa sta capitando? |
In attesa dei risultati del quarto trimestre 2024, che verranno annunciati domani 6 febbraio, si guarda molto ai dividendi. Citigroup si aspetta che paghi 0,89 Eur per azione relativamente al 2024, inclusa una parte straordinaria di 0,14 euro legata alle buone commissioni di performance nell’anno. Attenzione tuttavia al fatto che lo scorso 18 novembre fu staccato un acconto di 0,37 Eur. Considerando la chiusura ieri a 13,13 Eur lo yield del saldo si aggirerebbe sul 4% |
Situazione grafica abbastanza simile a quella di Anima. C’è qualche differenza? |
Sì, Mediolanum ha fortemente accelerato nel corso del 2025 e il quadro appare costruttivo. Salvo che l’ipercomprato è notevole e potrebbe giustificare una fase di consolidamento, per esempio verso i 12,7 Eur. Pericolosa solo una discesa sotto i 12,3 Eur |
Mediobanca: in estrema sintesi si può dire “idem come sopra”… |
La volatilità degli ultimi giorni è tutta incentrata sulla minore pressione dell’Opa da parte di Mps, che sembra perdere appeal. Chiusura ieri a 15,86 Eur contro un minimo intraday del 4 febbraio a 15,51 Eur, dove attualmente si colloca il primo supporto decisivo per le evoluzioni future del titolo. Anche in questo caso si registra un ipercomprato che prosegue da varie settimane |
Intanto si dice che Mediolanum e Mediobanca potrebbero essere loro le migliori protagoniste di un matrimonio. Avrebbe senso? |
Lo ipotizza Citigroup ma è solo una tesi scritta sulla carta e che – almeno così sostiene il mercato – non trova conferme di eventuali trattative in corso. Sarebbe una specie di salvataggio “privatistico” di Mediobanca rispetto alle brame della politica. Considerando l’Opa di Mps è evidente che si cerca di studiare alternative adeguate alla storia di Piazzetta Cuccia, che lasciano però il tempo che trovano. Ciò non esclude che un progetto di tale tipo sarebbe più realistico rispetto al “merger” con Siena. Le tensioni restano quindi alte sul fronte bancario e del risparmio, con evoluzioni del tutto imprevedibili, Certo è che le relative azioni soso care e richiedono una certa prudenza nella gestione. |