Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Bce taglia i tassi, mercati obbligazionari in ripresa


L’economia dell’eurozona continua a dare segnali di debolezza, con il Pil del quarto trimestre 2024 rimasto invariato, deludendo le attese di una crescita dello 0,1%. La stagnazione è stata determinata dal rallentamento delle principali economie europee: Germania e Francia in contrazione, mentre Italia e Austria ferme. Unica eccezione la Spagna, che ha registrato una crescita dello 0,6%.

Di fronte a questo scenario, la Bce ha tagliato i tassi di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,75%. La mossa, attesa dai mercati, rappresenta l’inizio di un ciclo di allentamento che potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Alcuni analisti ipotizzano un ulteriore taglio fino all’1,75%, ma il dibattito all’interno della banca centrale resta aperto, con posizioni più caute che vedono il tasso neutrale intorno al 2%.

Negli Stati Uniti, la Fed mantiene un atteggiamento attendista, aspettando ulteriori segnali prima di procedere con eventuali riduzioni del costo del denaro. L’inflazione Pce core si è attestata al 2,8% annuo, in linea con le attese, mentre il costo del lavoro ha mostrato un raffreddamento. Tuttavia, la banca centrale americana ha ribadito che saranno necessari progressi più significativi sull’inflazione prima di procedere con un taglio dei tassi.

I mercati obbligazionari restano in una fase di attesa, con elevata volatilità. L’orientamento più accomodante della Bce rispetto alla prudenza della Fed sta influenzando le strategie degli investitori, che monitorano i prossimi dati macroeconomici per valutare l’evoluzione delle politiche monetarie.

Passiamo ai numeri e all’analisi delle curve.

Analisi ZC-Yield Curve Eur
La lettura aggiornata della ZC-Yield Curve continua a evidenziare un quadro di forte volatilità e incertezza nei mercati obbligazionari. Il rendimento sulla scadenza a 10 anni è sceso al 2,42%, mentre quello del trentennale si mantiene in area 2,20%, con una lieve contrazione nella parte lunga della curva.

Il tratto breve (2025-2027) rimane particolarmente convulso, segnalando un’elevata indecisione del mercato sulla direzione dei tassi. La mancanza di una chiara tendenza riflette l’attesa per le prossime mosse della Bce e le incertezze legate al quadro macroeconomico europeo.

La curva assume una pendenza moderatamente positiva nel segmento 2027-2041, mentre oltre il 2041 torna a inclinarsi pesantemente in territorio negativo, segnalando una crescente sfiducia sulle prospettive di lungo termine.

Il differenziale tra i rendimenti a 10 anni e 2 anni si è leggermente ampliato, attestandosi a 0,15%, un segnale che il mercato sta iniziando a scontare un possibile allentamento monetario più marcato nei prossimi mesi.

Sul fronte dei tassi forward, l’Euribor a 6 mesi indica ora un target inferiore al 2,00%, suggerendo aspettative di un ciclo di tagli della Bce più incisivo per contrastare la stagnazione economica.

Questo scenario conferma la forte attenzione degli investitori ai prossimi dati macroeconomici, che saranno determinanti per definire la traiettoria della curva e l’efficacia delle politiche monetarie nell’allentare le condizioni finanziarie.

Analisi Integrata Trendycator
L'analisi settimanale dei principali rendimenti decennali, basata sul modello Trendycator, continua a evidenziare un quadro differenziato tra le varie aree, con variazioni nei livelli di rendimento e segnali di tendenza aggiornati.

Nel Regno Unito, i rendimenti dei titoli decennali si assestano al 4,54%, registrando una lieve contrazione rispetto alla scorsa settimana, ma mantenendo una tendenza chiaramente rialzista. Il Trendycator conferma lo stato LONG, coerente con la dinamica positiva che ha caratterizzato il mercato obbligazionario britannico nelle ultime settimane.

In Germania, il Bund si porta in area 2,51%, mostrando una leggera flessione, ma senza alterare il segnale di tendenza. Il Trendycator rimane LONG, segnalando una fase ancora orientata al rialzo nonostante l’assestamento dei rendimenti.

Sul fronte italiano, il Btp decennale registra una discesa dei rendimenti al 3,59%, con lo spread rispetto al Bund che si mantiene sotto controllo, attestandosi in area 112 punti base. Il Trendycator resta in stato NEUTRAL, confermando un equilibrio tra pressioni rialziste e ribassiste senza una chiara direzione prevalente.

Negli Stati Uniti, il rendimento del Treasury decennale si attesta al 4,52%, con un lieve calo rispetto alla settimana precedente, pur mantenendo una struttura di mercato ancora orientata a rendimenti elevati. Il Trendycator conferma lo stato LONG, coerente con una politica monetaria che rimane prudente e restrittiva, in attesa di segnali più chiari dal fronte macroeconomico.

Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.

Conclusioni operative
Il recente contesto di mercato riflette un potenziale cambio di atteggiamento da parte degli investitori, con un progressivo recupero delle quotazioni obbligazionarie dei titoli europei dai minimi di metà gennaio, che ha portato a un rimbalzo di circa il 2%. Questo movimento evidenzia come le aspettative sui tagli dei tassi da parte della Bce stiano già influenzando i prezzi, sebbene la volatilità resti elevata.

In questo scenario, l’approccio operativo resta prudente, ma si adatta al nuovo contesto di mercato. Con la Bce avviata verso un ciclo di allentamento monetario, è ragionevole aspettarsi ulteriori occasioni di riposizionamento sui titoli obbligazionari, ma con la consapevolezza che i margini di apprezzamento saranno fortemente influenzati dal ritmo dei tagli e soprattutto dal livello target del tasso neutrale.

Alla luce del recente rimbalzo del mercato obbligazionario e delle prospettive di allentamento monetario da parte della Bce, è possibile ampliare le strategie di investimento, includendo titoli con scadenze più lunghe, modulando le scelte in base al profilo di rischio dell’investitore.

Per un profilo prudente, è consigliabile un bilanciamento tra scadenze a 5 anni e titoli con durata entro i 10 anni, privilegiando la stabilità e la prevedibilità dei rendimenti.

Chi ha un profilo moderato può invece optare per un mix tra scadenze a 5 anni e titoli con orizzonte tra i 15 e i 20 anni, sfruttando il maggior rendimento offerto dalle durate più lunghe senza assumere un rischio eccessivo.

Infine, per un profilo aggressivo, si può puntare su una combinazione tra scadenze a 5 anni e titoli con durata oltre i 20 anni, sfruttando la maggiore sensibilità ai tassi di interesse e il potenziale di apprezzamento del prezzo in caso di ulteriori tagli da parte della Bce.

In ogni caso, resta la possibilità di miscelare le diverse strategie in base a fattori come la capitalizzazione del portafoglio, la propensione al rischio, l’orizzonte temporale e gli obiettivi finanziari, per costruire una strategia personalizzata e coerente con il contesto di mercato.

Qui sotto una selezione di titoli con scadenza a cinque e quindici anni, con rendimento lordo su base annua non inferiore al 3%.

L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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