La parola d’ordine: creazione di valore. In base questo concetto B.P. Sondrio rifiuta l’offerta di Bper, così come Mediobanca quella di Mps. Il settore difesa di Iveco fa gola a Leonardo ma si guarda oltre. Oggi cda di Telecom per i risultati 2024. Rimanderà al mittente le dichiarazioni di interesse da parte di Iliad e Poste Italiane?
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Tutti gli sbattimenti degli ultimi mesi sul fronte di acquisizioni e di offerte pubbliche di sottoscrizione a Borsa Italiana si stanno rivelando inutili. La parola d’ordine è ormai bocciatura, soprattutto in ambito bancario. Anche quando i merger avrebbero avuto senso. Cosa sta succedendo e come si comportano le azioni coinvolte? Ecco la risposta a queste domande.
Notizia dell’ultima ora: Banco Popolare di Sondrio rifiuta l’offerta di Bper. Sembrava un’operazione semplice! |
Il cda della Banca ritiene che sia "nell'interesse di tutti gli azionisti poter valutare il profilo di solidità patrimoniale e le prospettive di crescita e creazione di valore del nuovo piano su base stand alone confrontandoli con le incertezze e i rischi connessi con uno scenario di integrazione con Bper". In parole semplici vuole andare avanti da sola, sull’onda delle pressioni localistiche e rifiuta il matrimonio orchestrato da Unipol. Attenzione poi alle precise dichiarazioni del Cda: “Si fa presente che l’offerta è stata annunciata in sostanziale concomitanza con l’approvazione e la diffusione al pubblico dei risultati preliminari consolidati dell’esercizio 2024 di B.P. Sondrio, senza quindi consentire al mercato di apprezzare pienamente i risultati conseguiti dalla banca nel corso dell’esercizio 2024, ampiamente superiori al consensus degli analisti”. Che stizza! |
Le reazioni in Borsa? |
Per la Sondrio dopo due sedute molto particolari, post gap di apertura di venerdì, ieri si è registrata una giornata positiva ma attenzione alla forzatura rialzista iniziata dallo scorso mese di agosto. È uno strappo anomalo con mani forti che hanno acquistato a manetta. Rischiano di restare con il cerino acceso in mano? Nell’estate 2023 il titolo quotava sui 3,70 Eur. Ieri ha chiuso a 9,46 Eur dopo aver sfiorato i 10 Eur venerdì. I numeri consigliano estrema prudenza, anche se sui mercati si ipotizza un rilancio dell’Ops. Che ci sta. La collera del Cda però è motivo di prudenza. Estrema volatilità sul fronte di Bper, che si è confrontata con il supporto di 6,29 Eur contro la chiusura ieri a 6,428 Eur. Quasi quasi sembra che la prevedibile bocciatura dell’Ops su Sondrio sia stata apprezzata dal mercato ma anche in questo caso il movimento rialzista degli ultimi mesi appare esagerato |
Di Mediobanca e del suo rifiuto di Ops da parte di Mps si sa da giorni. Su questo fronte cosa può succedere? |
“Un’offerta innaturale più che innovativa”, perché unisce un’attività retail con una banca d’investimento e “ha carenza industriale e finanziaria”. Così i vertici di Mediobanca hanno reagito all’Offerta pubblica di scambio annunciata dal Monte dei Paschi. E hanno aggiunto: “Secondo noi ci sono poche sinergie di costo, perché siamo due animali molto diversi”. Il numero uno di Piazzetta Cuccia lo ha fatto in occasione della presentazione dei dati semestrali della banca chiusi con numeri superiori alle stime degli analisti. L’utile netto è stato di 660 milioni (+8%), rispetto ai 635 previsti, e di ricavi per 1,85 miliardi (+7%) in confronto agli 1,77 stimati. Termini anche qui sprezzanti! |
Reazioni in Borsa in questo caso? |
Per Mediobanca dopo le incertezze di fine gennaio è ripartita una fase rialzista, caratterizzata da sette sedute in verde. Pure per quest’azione il movimento all’insù degli ultimi mesi appare certamente forzato: dagli 8,5 Eur di inizio 2023 l’azione è salita ai 16,99 Eur di ieri. Monte dei Paschi conferma invece la debolezza post Ops su Piazzetta Cuccia. Trova nei 6,4 Eur una resistenza contro i massimi a 7,13 di metà gennaio. Da segnalare infine come Banca Generali – apparentemente estranea all’operazione – abbia reagito quasi alla stessa maniera di Mediobanca. E’ su questo fronte che si muovono gli acquisti di Piazza Affari in un turbinio di indiscrezioni che per ora restano tali |
Mettiamo nell’angolo le operazioni di Unicredit (in attesa di evoluzioni) e vediamo non un’Ops ma un merger quasi scontato, quello fra Iveco Defence Vehicles e Leonardo nel settore della difesa. Qui non ci sono bocciature? |
Nel caso Iveco sono i sindacati a esprimere riserve. Si temono effetti sul resto dei business, quelli dei mezzi civili. Certamente l’ipotesi di acquisizione o merger con Leonardo, dopo lo spin-off dell’attività difesa, è stata promossa dai mercati, che vedono due cose: un valore della divisione difesa nettamente superiore rispetto alle stime del 2024; via libera per una maggiore libertà d’azione per una fusione fra il resto di Iveco e qualche partner internazionale (cinese?). Ecco perché i sindacati sono prudenti. L’azione ha festeggiato clamorosamente ma attenzione al gap di apertura di venerdì scorso. E’ avvenuto in corrispondenza della resistenza degli 11,92 Eur, con una volata a oltre 14 euro |
Per concludere il caso Telecom. Su questo fronte il confronto rischia di essere aspro? |
Oggi c’è il Cda per l’approvazione dei conti 2024. Si parla di consolidamento e magari qualcosa emergerà dalla riunione. La francese Iliad e Poste Italiane sono interessate. Voci poi di una trattativa del private equity Cvc con Vivendi per l'acquisto della quota del 24% in Telecom, inserita tra le partecipazioni disponibili alla vendita. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Il Cda rimanderà al mittente queste intenzioni di sbranamento della società? |
Intanto il titolo ha finalmente raggiunto l’obiettivo tanto atteso dei 0,30 Eur, con un movimento quasi da manuale. Previsioni? |
Dopo la fase accumulativa che ha caratterizzato le prime settimane del 2025 dal 3 febbraio il titolo è scattato al rialzo superando in effetti i 0,30 Eur e chiudendo ieri a 0,3045 Eur. Si parlava da tempo di questo target. Ora la speculazione potrebbe partire all’attacco, anche perché l’azione si sta avvicinando a un livello molto ostico, quello della resistenza di 0,324 Eur, già testata a marzo e poi a settembre 2023, pure allora sull’onda degli interessi di gruppi leader della telefonia. Oltre inizierebbe una nuova fase per la società italiana e c’è chi ipotizza perfino un delisting. Tutto è possibile in un quadro così complesso |