Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Portafoglio Challenge: un lettore chiede ... il direttore risponde


Buongiorno dott. Tomasini,

Spero me lo consenta, vorrei cogliere l'occasione per alcune considerazioni sulla gestione del portafoglio "The Challange" che seguo dalla nascita e di cui condivido la metodologia salvo qualche aspetto. Considerato che il portafoglio ha lo scopo di selezionare aziende dai fondamentali solidi ma ingiustamente punite dal mercato,  il metodo prevede di acquistare fino a max tre lotti per ciascun titolo per uscire successivamente a target prefissati ma non viene indicato il numero massimo di titoli acquistabili.  

- considerato che ogni utente ha un proprio patrimonio da gestire, per consentirgli di decidere il budget da dedicare a questo portafoglio, oltre a definire il numero massimo di lotti acquistabili per titolo, tre salvo qualche eccezione es. zoom, sarebbe necessario definire un numero massimo di titoli acquistabili. In tal modo, l'utente potrà definire in base alla propria propensione al rischio, il budget da dedicare in modo chiaro ( Budget = n.max titoli x 3 lotti )

- evitare titoli / ETF che non rientrano nella descrizione suddetta ( aziende dai fondamentali solidi ma ingiustamente punite dal mercato). Es. Just eat takeaway, cronos, Ibuy,, au ....dove è stato di fatto perso tutto il capitale;

- avere il coraggio di incrementare quei titoli dai fondamentali solidi quando regna il pessimismo più assoluto e il titolo è fortemente penalizzato ( ho recuperato e/o ridotto notevolmente il pmc su molte posizioni ed eliminato titoli non proprio dai fondamentali solidi) 

- perchè limitarsi ad ETF shorts che seguono solo gli indici al ribasso, come nelle intenzioni comunicate più volte, se si possono selezionare con cura ETF efficienti ( il sito https://www.trackingdifferences.com/  può essere molto utile) che seguono specifiche tematiche con prospettive molto interessanti ? 

es. lo scorso Novembre ho acquistato un ETF Vaneck Space Innovators che replica l'indice MVIS Global Space Industry che a sua volta replica le aziende di tutto il mondo attive nell'economia spaziale in cui stanno investendo miliardi di $ Stati e Aziende )

Cordiali saluti

Lettera firmata

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RISPONDE EMILIO TOMASINI, DIRETTORE RESPONSABILE

Caro lettore,

E’ sicuramente difficile parlare di una rubrica che è stata iniziata con una brillante intuizione di Sandro Mancini, e con la mia approvazione, e che ovviamente risente oggi del fatto che io non sono Mancini. Ma questo è evidente di per sé.

Intendiamoci: io sono convinto che il value investing possa essere una risorsa e quindi non sto sottraendomi alle mie responsabilità di direttore responsabile e oggi di amministratore unico.

Sulle singole azioni infatti sono state fatte diverse valutazioni in team a cui spesso io ho partecipato. E di cui rimango fermamente convinto.

Ma detto questo veniamo alle singole osservazioni.

La prima è sui controvalori investiti e sul numero dei titoli acquistabili. Per i controvalori sulle singole posizioni noi siamo stati fin da subito molto “sportivi”: buttate 1000 euro su ciascun titolo per non pentirvi. E come sempre non vogliamo dire quanto investire al lettore perché questo dipende dalla sua personalissima propensione al rischio. Per il numero dei titoli in portafoglio prima svelo un segreto: il numero massimo ottimale, dai nostri test statistici, di questa metodologia va da 5 a 10 con il massimo risultato su 5 azioni comprate fino ad un ulteriore massimo di 3 lotti cadauna. Da 6 azioni in poi i risultati scendono, non di molto ma scendono.

E’ evidente che la difficoltà vera di questa metodologia sta nel reperire titoli “bastonati” dal mercato in maniera costante nel corso del tempo, cosa che non è scontata, soprattutto quando i mercati sono sui massimi come nel caso odierno. E quindi figurarsi comprare 3 lotti, magari inizi con uno e poi se agisci in maniera discrezionale come è giusto che sia ti trema la mano.

Il numero di titoli nel portafoglio challenge è cresciuto nel corso del tempo per fronteggiare proprio questo inconveniente della metodologia value: non è una metodologia per tutte le stagioni. Facile comprare roba buona subito dopo il Covid molto più difficile se non impossibile farlo ora.

Sicuramente ora l’intenzione è quella di ridurre il numero delle azioni presenti mano a mano o che andremo a target o semplicemente incassando la perdita in modo da semplificare la gestione. Del resto una equity line come questa ci permette anche il lusso di poter portare a casa una perdita.

Per alcuni titoli in effetti abbiamo preso dei segnali tecnici su delle scommesse value che poi non si sono materializzate: e sotto questo profilo se da un lato abbiamo accontentato i lettori più scatenati dall’altro abbiamo deviato rispetto alle regole di ingaggio. E su questo punto il lettore ha una certa ragione. Con il senno del poi, ma ha ragione.

Infine gli ETF: abbiamo inserito degli ETF per dare l’opportunità non solo di coprirsi dai ribassi ma appunto di partecipare a qualche altra “festa”.

Però gli ETF sono un mestiere a parte e diciamo che non vorremmo esagerare pur non disdegnando, come il sito che segnala lei, di poter fare qualcosa di buono nei prossimi mesi.

Per le azioni da Lei segnalate segue analisi più approfondita a ruota: Just eat vede gli analisti con buy in totale a quota 18 mentre 13 dicono strong buy, 4 hold e 1 sell (fonte FactSet). Cronos invece ci pare bollita.

Purtroppo o per fortuna un portafoglio value è un aspetto dell’eternità e quindi non possiamo fare altro che dimostrare con i fatti ogni giorno di mercato aperto che la direzione intrapresa è quella buona.

Grazie per la collaborazione: ogni stimolo è buono per migliorare.

Un saluto cordiale

Emilio Tomasini

L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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