Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

I mercati non credono al bluff


Gli indici USA venerdì scorso hanno chiuso vicino ai massimi, chi più chi meno. Mentre il nostro Ftse MIB 40 continua a sgroppare al rialzo. E dovrebbe arrampicarsi rapidamente verso quota 44.000 in uno scenario in cui nei bar la borsa prenderà i posto delle conversazioni calcistiche.

Donald Trump mentre andava al Super Bowl ha annunciato con tutta naturalezza l’intenzione di imporre dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti. Il presidente USA ha inoltre sparato alla grande sui partner commerciali asserendo che, entro la fine della settimana, presenterà nuove tariffe reciproche su una vasta gamma di beni provenienti da Paesi che applicano tasse sulle esportazioni americane.

L’imposizione di dazi sulle importazioni di metalli trova il favore di alcuni grandi sindacati americani e di alcuni produttori nazionali, ma rischia di aumentare i costi delle materie prime per un ampio spettro di settori industriali. Sono scontati quindi i timori di una nuova ondata inflazionistica negli Stati Uniti e a livello globale. Per fortuna i trader non sembrano tenere in molta considerazione le dichiarazioni di Trump, sospettando che si tratti di una serie di bluff come avevamo anticipato in tempi meno sospetti. Tuttavia, la Casa Bianca ha mantenuto la sovrattassa del 10% sulle importazioni cinesi, innescando immediate ritorsioni da parte di Pechino, entrate in vigore domenica. La narrativa corrente vuole che Trump sia molto attento all’andamento dei mercati e potrebbe fare marcia indietro se le borse reagissero negativamente alle sue decisioni. Ma noi aggiungiamo che il fatto che queste tariffe vengano annuciate di domenica a mercati chiusi non è un garba del Presidente USA nei confronti dei mercati ma forse ben altro (chi ha venduto venerdì ?).  Poi la Borsa non è fessa e a quanto pare ne tiene conto ...

Nel frattempo le dichiarazioni di Trump sul debito pubblico hanno aggiunto un ulteriore elemento di incertezza. Il presidente ha suggerito che la situazione fiscale degli Stati Uniti potrebbe essere meno grave del previsto, citando presunte “irregolarità” emerse in seguito a un’analisi dei dati del Dipartimento del Tesoro da parte del team guidato da Elon Musk, incaricato di tagliare la spesa federale.

Questa settimana Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, mercoledì testimonia davanti al Congresso e questo coinciderà con la pubblicazione dei dati di gennaio sull’inflazione al consumo, offrendo così un’opportunità per valutare in tempo reale la reazione della banca centrale americana alle nuove pressioni sui prezzi.

Andiamo con le azioni ITALIANE:

WE BUILD: sempre su, ora dovrebbe accelerare

TXT E-SOLUTIONS: congestione mini a rettangolo in uscita dalla congestione più lunga. Semplicemente delizioso.

OVS: tranquillamente al rialzo ...

FIERA MILANO: piccola pausa di congestione

FERRARI: se stornasse un poco sarebbe da comprare di nuovo in attesa della ripartenza che prima o poi avverrà

Azioni USA:

WALMART: speriamo inizi a stornare ...

TESLA: triangolo rotto al ribasso, se si conferma il trend decrescente possiamo tornare a 200.

MARRIOTT: se scendesse ancora sarebbe da provare una ulteriore entrata

DEERE & COMPANY: è la prossima vittima sora 475

COSTCO: se stornasse a cavallo di 1000 potrebbe essere una idea

COCA COLA: sta accumulando, sopra 65 riparte

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BANCA DESIO 7,92 7,56 9,5 27/01/2025
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