Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

L’azione del giorno – Intesa o Unicredit? Cosa dice il mercato


Confronto duro anche in Borsa, con una corrispondenza di movimenti negli ultimi tempi quasi da copia-incolla. Andrà così anche nel 2025? Due i fattori decisivi: il risiko bancario per Unicredit (con una guerra che diventa sempre più aspra) e i dividendi distribuiti per Intesa. Un suggerimento su come gestire le relative azioni nel nuovo anno.

Buy or sell

Nella giornata dell’Opa di Banca Ifis su Illimity Bank, con un corrispettivo per ciascuna azione della seconda pari a 3,55 euro, suddiviso in 0,1 azioni di nuova emissione di Banca Ifis e in una componente in denaro di 1,414 euro, dando il là a una successiva fusione delle due realtà, il mercato punta in realtà a un aumento del premio, vista la chiusura ieri a Piazza Affari per Illimity a 3,746 Eur. Un’operazione certamente interessante ma pur sempre minore. Intanto le attenzioni degli investitori si sono concentrate sull’eterna competizione fra Intesa e Unicredit, le due big, attualmente caratterizzate da strategie ben diverse. In Borsa però il loro andamento è quasi identico e un raffronto si impone quindi in apertura di un 2025 che potrebbe riservare sorprese su entrambi i fronti.

Cominciamo dal comportamento delle rispettive azioni. Cosa sta succedendo?

I relativi grafici sono in parte quasi un copia-incolla. Vediamoli:

● IntesaSanpaolo: massimo il 6 novembre a 3,959 Eur in una seduta chiusasi però in rosso a 3,799 Eur. Da lì è iniziata una fase correttiva con minimo a 3,515 Eur (27 novembre), seguita da un recupero fino ai 3,968 Eur di ieri. Ci si aspettava una successiva fase accumulativa di non poche sedute, che in realtà non c’è stata, visto che il titolo ha dimostrato molta forza negli ultimi giorni

● Unicredit: massimo il 6 novembre a 43,183 Eur in una seduta chiusasi però in rosso a 39,645 Eur. Da lì è iniziata una fase correttiva con minimo a 35,45 Eur (27 novembre), seguita da un recupero fino ai 40,595 Eur di ieri. Il quadro rimane contrastato, con decisiva la tenuta dei 39,5 Eur e la sfida del superamento dei 41,868 Eur, dove si colloca un livello che riporta al lontano 2011

Copia sì ma solo nel periodo fino a inizio dicembre, quando i grafici si sono discostati!

È così e il motivo appare chiaro. Per Unicredit ci sono state le vicende dei tentativi di acquisizione di Commerzbank e di Banco Bpm ad aver condizionato le sedute più recenti ma il trend alla fin fine non differisce di molto da quello di Intesa, con la particolarità dell’identica data del massimo di breve periodo il 6 novembre e del minimo di breve periodo il 27 novembre. La si potrebbe quindi definire una gara in parallelo, pur nella diversità delle strategie di sviluppo in corso

E’ pur vero che il contesto bancario sta per affrontare sfide pesanti, capaci di penalizzarlo nel corso del 2025

Il taglio dei tassi e le incertezze economico-politiche in area Bce sono certamente dei fattori di titubanza. Ciò nonostante la redditività e la remunerazione degli azionisti restano da record. Quindi il settore manifesterà una certa volatilità nel 2025, determinando interessanti occasioni di acquisto in presenza di correzioni più o meno accentuate

Come identificarle?

Con l’Rsi (Relative Strength Index) su base mensile e tarato a 7 periodi. Attualmente è molto alto per entrambe le azioni, a conferma di un ipercomprato che d’altra parte i grafici di prezzo attestano. Dovrà un giorno o l’altro scendere!

Ciò non esclude che i consensus degli analisti restino molto positivi, con prezzi obiettivi più alti degli attuali. Ha senso?

Non si conoscono i relativi metodi di valutazione e quindi ancor più oggi tali report vanno presi con le molle. Resta comunque confermata la valutazione positiva relativa a redditività e remunerazione degli azionisti, con stime super per i dividendi anche nel 2025, salvo sorprese per ora comunque poco probabili

Vediamo adesso le politiche di sviluppo. Iniziamo da Intesa…

C’è poco da dire in base alle dichiarazioni ufficiali. Intesa non è attualmente attiva nel risiko bancario dopo l’acquisizione nel 2020 di Ubi Banca. Se dovesse crescere lo farebbe certamente fuori dai confini nazionali

Di Unicredit le mosse sono note ma…

Nel complicatissimo risiko bancario Bpm – preda di Unicredit - ha deciso di depositare un esposto all’Antitrust, sostenendo che l’offerta di scambio lanciata da Piazza Aulenti rappresenta una “killer acquisition”, ovvero un’operazione che intende eliminare un concorrente scomodo e sbarrarne l’operatività, soprattutto per l’Opa su Anima e l’acquisto del 5% di Mps. Un rilancio sull’offerta di Unicredit sarebbe prossimo e potrebbe avvenire prima del Cda di Banco Bpm del 21 gennaio. Sul fronte Commerzbank, dopo la salita al 28% nel suo capitale, Piazza Aulenti affina le armi per l’attacco finale, sebbene la situazione sia complessa, anche perché la coalizione di banche e fondi coinvolti si è allargata negli ultimi tempi, con il capitale Usa che conta sempre di più

In conclusione?

Il 2025 sarà ancora una volta l’anno delle banche italiane in un contesto però maggiormente volatile rispetto al passato. E le relative azioni dovranno essere gestite con attenzione: comprare e lasciare andare potrebbe non essere più la strategia corretta!