Si prevede in crescita sulle prime linee sia obbligazionarie sia azionare. Una strategia molto semplice potrebbe renderla occasione vincente. Da attuare con una serie di titoli caratterizzati appunto da alta volatilità. Con cui sfrecciare sui mercati come un surf sulle onde.
Il report della domenica
Autore foto: Advantus Media Inc. and QuoteInspector.com
C’è chi garantisce di raddoppiarvi il capitale in pochi mesi e c’è chi fotografa le performance positive di certi strumenti facendolo però al passato, cioè quando il treno è andato. Il mondo della finanza è bello perché vario ma forse in poche occasioni registra così tanta incertezza come nella fase in corso. Attenzione quindi alle facili promesse rispetto a un 2025 che probabilmente si caratterizzerà per tanta volatilità. Le occasioni certamente ci saranno ma con quotazioni altalenanti come non si vedeva da tempo. In questo contesto vi proponiamo oggi un’analisi proprio del fattore discontinuità delle quotazioni, che dipende dalle reazioni emotive degli operatori derivanti da eventi macroeconomici, geopolitici o soltanto finanziari.
● Volatilità dei bond, una novità ancora poco cavalcata
Per decenni gli investitori hanno puntato sulle obbligazioni in chiave prettamente di resilienza alle variabili dei mercati, salvo quelle facilmente gestibili (perché di lungo periodo) derivanti dalle evoluzioni dei tassi e dalla valutazione di solvibilità degli emittenti. Da qualche tempo non è più così e i bond hanno raggiunto in certi casi livelli di mobilità delle quotazioni simili a quelli delle azioni. Ciò dipende da molti fattori che non è il caso di analizzare in questa sede. È indubbio che alcune categorie di titoli di Stato hanno esasperato tale caratteristica e lo dimostra il parametro stesso della loro volatilità. Fino alla fine degli anni 2010 la varianza media – su un anno - si stimava sul 4-5%. Oggi non è raro che superi e non di poco il 10%.
In un simile contesto acquistare e vendere bond con una certa rapidità - in altre parole con un trading non esasperato – può rendere e non poco. L’importante è impostare una strategia precisa di livelli di entrata e di uscita con ordini a scadenza validi a un mese. Poi logicamente si lascia andare. Già la fine del 2023 e alcuni periodi del 2024 si sono caratterizzati per primi segnali di volatilità in crescita. Il 2025 potrebbe incrementarli, a causa delle incertezze sulle politiche monetarie e sull’andamento dell’inflazione.
Concessaci questa introduzione passiamo ad analizzare quali sono i bond con più elevata volatilità a un anno. Logicamente si potrebbe ridurre il periodo di analisi a un mese o perfino a una settimana ma così facendo si esaspererebbe l’esame dei mercati.
► Btp, questi i più volatili
Btp 2,15% Mz2072 |
IT0005441883 |
14,0% |
Btp 1,7% St2051 |
IT0005425233 |
13,9% |
Btp 2,6% Mz2067 |
IT0005217390 |
13,8% |
Btp 4,5% Ot2053 |
IT0005534141 |
11,8% |
Btp 3,45% Mz2048 |
IT0005273013 |
11,3% |
Btp 3,85% St2049 |
IT0005363111 |
11,2% |
Btp 3,25% Mz2038 |
IT0005496770 |
8,3% |
Btp 4,0% Fb2037 |
IT0003934657 |
7,6% |
► Governativi extralunghi in euro, questi i più volatili
Francia 0,5% Mg2072 |
FR0014001NN8 |
22,7% |
Austria 0,85% Gn2120 |
AT0000A2HLC4 |
21,0% |
Slovenia 0,687%Mz2081 |
SI0002104121 |
19,9% |
Germania 0% Ag2052 |
DE0001102572 |
17,9% |
Austria 2,1% St2117 |
AT0000A1XML2 |
17,8% |
Europa 3% Mz2053 |
EU000A3K4DY4 |
10,9% |
Francia 3,25% Mg2045 |
FR0011461037 |
10,0% |
Bei Green 0,01% Nv2035 |
XS2194790262 |
7,1% |
Cosa determina la volatilità delle obbligazioni? Negli ultimi anni si sono registrate tre novità che l’hanno accelerata:
1°) il ritorno di un’inflaziona anomala e non facile da gestire per Banche centrali e Governi, incapaci infatti di governarla;
2°) l’entrata in scena soprattutto di titoli di Stato extralunghi, quindi con duration elevatissime e in conclusione con sensibilità estrema alle news di vario tipo;
3°) l’incremento dei debiti pubblici ha indebolito il quadro dei titoli di Stato, molto più di quanto non sia avvenuto per corporate e obbligazioni bancarie, tendenzialmente meno volatili, anche perché con scadenze in media più corte.
Un riferimento infine importante per capire i numeri sopra riportati: l’asticella del 10% è quella che separa attualmente gli strumenti più volatili da quelli progressivamente meno volatili.
● E ora il fronte azionario
► Ftse Mib: sono loro i campioni di volatilità
Valore medio di tutti i titoli dell’indice: 25,8%
Telecom Italia |
42,0% |
Iveco |
41,1% |
Saipem |
39,8% |
Banca Mps |
37,2% |
Campari |
34,9% |
Stellantis |
34,0% |
Stm |
33,8% |
► Dax tedesco: sono loro i campioni di volatilità
Valore medio di tutti i titoli dell’indice: 24,2%
Siemens Energy |
42,4% |
Zalando |
41,0% |
Infineon |
38,6% |
Continental |
35,5% |
Bayer |
33,9% |
Commerzbank |
32,0% |
Daimler Trucks |
31,0% |
► Cac francese: sono loro i campioni di volatilità
Valore medio di tutti i titoli dell’indice: 24,3%
Teleperformance |
51,1% |
Kering |
38,2% |
Eurofins Scientific |
34,7% |
Renault |
32,8% |
Société Generale |
28,4% |
LVMH |
28,0% |
Hermes |
25,5% |
● Infine due considerazioni conclusive
Inevitabile precisare che:
1°) i dati si riferiscono alla chiusura più recente di Borsa e variano naturalmente di settimana in settimana;
2°) quanto scritto è logicamente la metà di un lavoro più ampio, consistente nel valutare anche i livelli di entrata e di uscita dei singoli titoli che una strategia basata sulla volatilità comporta nelle varie fasi dei mercati. Questo lavoro però lo riserveremo in futuro agli abbonati di LombardReport. Intanto a tutti i nostri Lettori esprimiamo – seppure in ritardo – gli auguri di Buon Anno.
L’utilizzo delle informazioni e dei dati come supporto di scelte personali è nella completa autonomia del lettore e pertanto solo quest’ultimo è responsabile delle proprie decisioni