Ci si attende un anno pieno di colpi di scena, durante il quale saranno ancora una volta le Banche centrali a farla da padrone. Di certezze quindi ce ne saranno proprio poche. Questi tre strumenti di investimento potrebbero rappresentare però di nuovo una sorpresa. Almeno in base alle stime degli analisti del mercato all’inizio di dodici mesi che si annunciano complessi.
Buy or sell
Immagine tratta da VectorPortal
Che ci sia una correlazione fra dollaro e oro è risaputo da tanto tempo. Solitamente un dollaro forte deprime il gold, mentre un dollaro debole lo risolleva. Ora è entrato però in scena un terzo protagonista, il Bitcoin, promosso addirittura dal numero uno della Fed, Jerome Powell, il quale si è di recente espresso a favore della criptovaluta d’eccellenza, sostenendo che è la nuova rivale dell’oro e aprendo così le porte a quella che si annuncia una politica soprattutto da parte della Sec (Securities and Exchange Commission) a favore di una regolamentazione meno ferrea nei suoi confronti. Il 2024 ha visto correre tutti e tre questi asset. E nel 2025 cosa succederà? Proviamo a formulare un oroscopo relativo a Btc, Usd e Au sulla base delle analisi dei maggiori specialisti dei tre settori.
Iniziamo dal Bitcoin, che piace sempre più perché piace a Trump! |
Superati i 100.000 Usd, con un massimo a 108.000 a metà dicembre, il Btc si è poi leggermente sgonfiato ma attenzione al triangolo di breve periodo in cui sta muovendo da alcune sedute. Proprio ieri l’ha rotto al rialzo e una nuova lacerazione dei 100.000 Usd appare probabile nel breve termine, sebbene i volumi siano letteralmente crollati, il che forse è il primo paradosso dei mercati finanziari a ridosso del passaggio dal 2024 al 2025 |
Altro che 100.000 Usd! Si fanno previsioni di un target a 200.000 Usd nel corso del 2025. E’ solo incauta speculazione? |
Dividiamo il discorso in due. Da un punto di vista puramente grafico c’è una resistenza da valutare: è quella dei 99.242 Usd. Prima deve romperla e poi infrangere i 106.144 Usd del 16 dicembre. In realtà il mercato segue molto la media mobile a 50 sedute su cui ha chiuso proprio ieri. Sopra o sotto e tutto cambia. Da un punto di vista politico-istituzionale le previsioni che alcuni analisti fanno sono effettivamente eccellenti: un report pubblicato ieri da Euronews ricorda quanto segue: “Il Bitcoin ha storicamente raggiunto nuovi massimi ogni 4 anni durante gli ultimi due cicli rialzisti dal 2017. Ciascun ciclo ha visto guadagni rispettivamente del 2300% e del 1700% prima di subire battute d'arresto tra il 70% e l'80%. Dal suo minimo di 16.000 dollari di due anni fa, il Bitcoin ha registrato un'impennata di circa il 600%, indicando una potenzialità di ulteriore crescita nei prossimi due anni”. Di qui le previsioni dei 200.000 o addirittura 250.000 Usd, formulate negli ultimi giorni. Basate su cosa? Sull’ottimismo di un Trump che vorrebbe adottare il Bitcoin come parte delle riserve strategiche statunitensi. Se così fosse è evidente che i target si alzerebbero verso nuovi strabilianti record. Molti se condizionano però tutto questo |
Un dollaro ballerino aiuterebbe il Btc? |
La quasi parità fra euro e dollaro rischia di scombussolare i mercati. La rottura della resistenza degli 1,0430 e il rally ieri dell’Usd addirittura a 1,02, ai massimi dall’ottobre 2022, nasconde manovre politiche di tutto rilievo: pochi l’avevano previsto e l’approccio della Fed – decisa a tenere alta i tassi – è il combustibile del tutto. Si dice intanto che sia in atto una guerra fra repubblicani e democratici che si combatterebbe su questi fronti. La realtà forse è più semplice: i mercati puntano sulla redditività della Fed, la quale potrebbe invece all’improvviso trovare smentite in un quadro economico proiettato verso un atterraggio più o meno morbido. E’ un refrain che sentiamo però da mesi! |
Quali livelli seguire allora per il dollaro? |
Al target della parità ci siamo quasi e quindi bisogna monitorare solo i livelli di difesa, che sono i seguenti per l’Usd sull’euro: 1,043 e poi 1,069 |
In questo quadro l’oro come si comporterà? |
Anche qui distinguiamo fra realtà dei grafici e previsioni degli analisti. I quasi 2.800 Usd di fine ottobre hanno alimentato un inevitabile ritracciamento, caratterizzato però da volatilità e da un’apparente aspirazione a risalire verso i recenti massimi. La distanza rispetto alla sottostante media mobile a 200 periodi si è accorciata, restando comunque entro livelli di conferma della forza del gold. Gli analisti restano favorevoli sulla sua tenuta – anche per il timore che Trump rialimenti l’inflazione – e alcuni ipotizzano una forchetta 3.000-3.300 Usd come possibile target, soprattutto se il dollaro dovesse invertire al ribasso |
In sintesi chi vincerà e chi perderà? |
Visto che si è parlato di oroscopo al momento è agli astrologi della finanza a cui bisogna affidarsi. Bitcoin: salirà ancora e forse non di poco, sempre che Trump e compagni non facciano qualche pasticcio. La volatilità comunque è data per scontata. Dollaro: troppo forte per non escludere un ritracciamento che potrebbe trasformarsi in un pesante storno se la Fed si trovasse a diventare molto più colomba rispetto a un taglio dei tassi. Oro: la funzione protettiva in un contesto così incerto è confermata, soprattutto se il dollaro invertisse la marcia. I massimi ipotizzabili comunque non sono lontani |
C’è un ospite inatteso in tutto questo? |
Sì e sono le commodities. Con in prima linea i metalli preziosi (del gold si è già detto). Il platino potrebbe rivelarsi come una delle migliori opportunità, grazie a un deficit fondamentale nel mercato e a una limitata esposizione da parte degli investitori attuali. Si nota poi positività per i metalli da transizione energetica, ovvero per rame, litio e nickel. Sempre che l’economia mondiale non faccia brutti scherzi! |