Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Le azioni del giorno – Vincenti Iveco e Prysmian. Perdenti Saipem e LVMH


Quattro storie di una seduta dominata ancora una volta dai dati sull’inflazione e quindi dalle possibili scelte delle Banche centrali. I motivi dell’“upside” e i livelli da seguire per i primi due titoli nonché le vicende che stanno caratterizzando gli altri due, ieri ribassisti.

Buy or sell

Le Borse europee hanno allungato nell’ultima seduta il passo, dopo il dato dell’inflazione Usa in linea con le attese. Ha centrato infatti le aspettative degli analisti a dicembre 2024, registrando - secondo il Bureau of Labour Statistics - un aumento dello 0,4% su base mensile, dopo il +0,3% del mese precedente e uguale al +0,4% previsto. È presto tuttavia per cantare vittoria in un contesto che resta incerto. Fatto salvo questo sintetico bilancio, il mercato ha decisamente premiato alcuni titoli e bocciato altri, con storie che meritano un approfondimento.

Partiamo da Iveco, che conferma la sua volatilità. Ieri ha messo a segno il +6%. Facciamo un’analisi dell’azione

Innanzi tutto spieghiamo i motivi della performance: sono da attribuire solo a promozioni degli analisti, che spesso spingono un titolo – qualunque sia – per una seduta per poi dissiparne gli effetti in poco tempo. Nel caso specifico si è parlato di resilienza della struttura finanziaria ma piace soprattutto la divisione Defence Vehicles, quella dei veicoli per la difesa. La recente joint venture con Leonardo e Rheinmetall ha già procurato buoni risultati e in tempi di tensioni geopolitiche l’argomento inevitabilmente attrae

Iveco ha chiuso ieri a contatto con la media a 200 periodi, un fatto significativo ma non trascendentale!

È vero ma più che altro si evidenzia il riavvicinamento al livello - soglia psicologica - dei 10 Eur (chiusura ieri a 9,904 Eur). Dal 25 ottobre rappresenta una barriera quasi invalicabile, sebbene la prima vera resistenza sia quella di 10,21 Eur. Si guarda a questo contesto grafico come a un’area che determinerà la forza o no – se rotta al rialzo – di Iveco. È indubbio che il titolo conferma la sua volatilità, una costante che si riscontra da tempo. Attenzione comunque ai supporti di 9,05 e poi (!) di 8,41 Eur. E’ pur vero che il superamento della media a 200, in presenza allo stesso tempo di un’inclinazione che tornasse positiva, cancellerebbe la fase di lateralità iniziata a ottobre

Prysmian ha messo a segno un bel rimbalzo (+4,4% - chiusura a 66,78 Eur), a conferma di un trend positivo cominciato a fine dicembre

Dal 19/12 si sono registrate 10 sedute positive e solo 3 negative. In sintesi ciò dipende dal fatto che gli analisti prevedono un Ebitda 2025 oltre le stime a 2,48 miliardi di Eur, grazie alle potenziali sinergie dovute all’acquisizione di Encore e a margini ancora robusti nel settore Power Grids, cioè delle reti elettriche intelligenti. Si presume inoltre che l’utile netto per azione dovrebbe crescere e non di poco nei prossimi esercizi

Anche qui c’è una forte resistenza (a 68,56 Eur) che si sta avvicinando. Quanto è importante?

Lo è in un contesto di breve periodo ma il titolo si muove su massimi storici e quindi l’eventuale rottura di tale resistenza potrebbe quanto meno far ipotizzare una spinta oltre i 70 Eur. Come per Iveco la serie positiva di sedute delle ultime settimane è iniziata a fine dicembre, con poi solo quattro negative a gennaio. E’ quindi un titolo da seguire con attenzione

Passiamo ai perdenti della giornata. Per Saipem (-4,87% a 2,596 Eur) si tratta solo di inevitabili prese di profitti dopo tanto correre?

Si direbbe di sì, sebbene due fattori abbiano alimentato le vendite. Il primo è che BlackRock ha ridotto la partecipazione nel capitale della quotata engineering. E fin qui nulla di decisivo nel lungo termine. Il secondo riguarda un ritardo nell’avanzamento dei lavori per la creazione di un parco eolico in Francia, con costi aggiuntivi per le perforazioni. Le due notizie non appaiono così penalizzanti da giustificare il -4,87%. La realtà è un’altra. Quest’azione è gestita molto dalle macchinette, che quindi tendono ad accentuare i movimenti in alcune condizioni di mercato. Si dice poi che alcuni shortisti stiano rivalutando le proprie posizioni, determinando logicamente della volatilità

Il titolo è sceso sotto la media mobile a 20 periodi. Su quale livello potrebbe scattare una fase negativa?

Fra i 2,48 e i 2,42 Eur. Su quest’ultimo prezzo si colloca un supporto importante, perché delineatosi nel 2022 e poi divenuto resistenza nel 2024, con la rottura al rialzo nel dicembre dello stesso anno. Svolge quindi un ruolo rilevante, seppure alcuni analisti ipotizzino una discesa fino a 2,20 Eur per poi rivedere una salita. Le prossime sedute indicheranno se ciò sia vero

La moda francese ha evidenziato debolezza ieri: LVMH ne ha risentito più di tutti i leader in Borsa. Perché?

Risposta semplice: le previsioni di spesa dei consumatori nel settore della moda nel 2025 non potranno crescere a livello mondiale più del 3% e addirittura uno studio di McKinsey è ancor più pessimista, ipotizzando un +1%. I benefici in termini di profitti fra il 2019 e il 2024 sono triplicati ma l’80% della crescita è derivato da aumenti dei prezzi praticati dai fabbricanti leader. Ora ne risentono e un rilancio del settore – sempre secondo McKinsey – potrà cominciare a manifestarsi solo a fine 2025 o meglio nel 2026

LVMH come si sta movendo?

Ieri ha chiuso a 637,2 Eur contro i massimi a 856 del marzo 2024. È trattenuto fra il supporto di 635,7 Eur e la media mobile a 200 periodi collocata a 671 Eur. La compressione sembra destinata ad accentuarsi nelle prossime sedute e quindi qualcosa potrebbe succedere nel breve termine. Al momento si può ipotizzare più in termini di discesa che di risalita