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Pressioni su Francia, Btp Stabili, Fed Attendista


L’inizio del 2025 vede un panorama obbligazionario segnato da incertezze e opportunità, con dinamiche differenti tra Stati Uniti, Francia e Italia. Da una Federal Reserve che sembra pronta a mantenere invariati i tassi, a una crescente pressione sul debito francese, fino al rinnovato interesse per i titoli di Stato italiani, ecco un’analisi aggiornata per orientarsi tra le principali strategie di investimento.

La Bce continua a navigare in un contesto di incertezza, lasciando i mercati in una situazione di stallo. Le prospettive sul futuro dei tassi restano poco definite, mentre i dati macroeconomici non offrono indicazioni chiare su un cambio di rotta imminente. Sul fronte americano, invece, il quadro appare più delineato: i recenti numeri sul mercato del lavoro e sull’inflazione rafforzano l’idea che la Federal Reserve manterrà i tassi d’interesse fermi per un periodo prolungato, con alta probabilità di evitare ulteriori tagli nel 2025.

I titoli di Stato francesi a lunga scadenza continuano a offrire rendimenti interessanti, con tassi superiori al 3,50% lordo annuo. Tuttavia, potrebbe essere il caso di agire con cautela: il future sul decennale francese ha recentemente sfondato i minimi del 2023, un chiaro segnale di pressione sul debito sovrano del Paese. Questo scenario richiede particolare attenzione per chi opera in ottica di trading, poiché la volatilità potrebbe aumentare ulteriormente.

Per chi adotta una strategia di lungo termine, invece, i titoli francesi rimangono un’opzione valida, a patto di monitorare costantemente le condizioni di mercato e di essere pronti a rivedere le proprie posizioni qualora il contesto si dovesse deteriorare.

I Btp italiani confermano il loro appeal per gli investitori, grazie a un mix di rendimenti competitivi e migliorata percezione del rischio paese. Con tassi a lunga scadenza addirittura più remunerativi rispetto ai titoli francesi, offrono una valida alternativa per chi desidera solidi ritorni a lungo termine. Lo spread con il Bund, stabilizzatosi sotto i 123 punti base, e la continua domanda per le emissioni italiane confermano il ritrovato clima di fiducia nei confronti del debito pubblico italiano.

Per gli investitori più prudenti, i governativi europei con scadenze entro i tre anni rappresentano una soluzione equilibrata. Con rendimenti accettabili e un rating minimo pari ad A-, questi titoli offrono un’alternativa sicura per parcheggiare la liquidità, in attesa di maggiore chiarezza sull’evoluzione dell’inflazione e della politica monetaria in Europa.

Il 2025, quindi, si apre con un panorama complesso ma ricco di possibilità. Mentre la Bce fatica a fornire segnali chiari, la Fed appare orientata a mantenere la stabilità. In questo contesto, i titoli francesi rappresentano un mix di opportunità e rischi per chi opera su scadenze lunghe, mentre i Btp italiani si confermano come una delle scelte più solide per gli investitori di lungo termine. Per i più prudenti, i governativi brevi rimangono una soluzione affidabile in un mercato ancora in cerca di equilibrio.

Passiamo ai numeri e all’analisi delle curve.

Analisi ZC-Yield Curve EurLa lettura della ZC-Yield Curve evidenzia un ulteriore aumento dei rendimenti su tutta la curva. Il rendimento sulla scadenza a 10 anni è salito in area 2,56%, mentre la scadenza trentennale ha raggiunto il 2,29%, confermando una ripresa significativa rispetto alla rilevazione precedente.

La curva mantiene un andamento dinamico, con segmenti caratterizzati da marcate differenze. Il tratto a breve termine (2025-2027) rimane negativo, mostrando una discesa ripida che riflette l’incertezza prevalente nel mercato. La situazione migliora nel segmento 2027-2041, dove la curva diventa positiva con una pendenza moderata, per poi tornare negativa oltre il 2041, segnalando una perdita di fiducia sulle scadenze più lunghe.

Il differenziale tra i rendimenti a 10 anni e a 2 anni si è ampliato leggermente, portandosi a 17 punti base, un dato che indica un sentiment di mercato meno pessimistico rispetto al recente passato.

Per quanto riguarda i tassi forward sull’Euribor a 6 mesi, le aspettative sono state riviste al ribasso. Le proiezioni indicano un livello di 2,35% per la fine del 2025 e 2,10% nella seconda metà del 2026, confermando attese più contenute sulla portata e sulla velocità dei tagli dei tassi da parte della Bce. Questi numeri riflettono una crescente cautela riguardo al percorso di normalizzazione della politica monetaria.


Analisi Integrata Trendycator
L'analisi settimanale dei principali rendimenti decennali, effettuata con il modello Trendycator, evidenzia un aumento generalizzato dei rendimenti, con segnali contrastanti sul fronte delle tendenze.

Nel Regno Unito, i rendimenti dei titoli decennali continuano a salire, raggiungendo il 4,80%. Il Trendycator conferma una tendenza positiva (LONG). Anche in Germania, il Bund registra un rialzo, portandosi al 2,53%, con il modello che rimane in stato neutrale (NEUTRAL).

In Italia, i rendimenti del Btp decennale aumentano ulteriormente, arrivando al 3,70%, con uno spread rispetto al Bund che si amplia leggermente, stabilizzandosi sotto i 123 punti base. In questo caso, il Trendycator passa a uno stato neutrale (NEUTRAL), segnalando una pausa nella tendenza ribassista.

Negli Stati Uniti, i rendimenti del Treasury decennale continuano a crescere, raggiungendo il 4,70%. Qui il Trendycator conferma la tendenza positiva, indicando uno stato LONG.

Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.

Conclusioni operative
La situazione attuale sui mercati obbligazionari si mantiene in una fase di stallo, riflettendo l’incertezza legata alle prossime mosse della Bce. Questo contesto di attesa non ha determinato cambiamenti significativi nelle prospettive di breve termine, motivo per cui le strategie operative delineate nelle scorse settimane restano al momento valide. Sul fronte della Federal Reserve, invece, il quadro appare più chiaro: i tassi di interesse sembrano destinati a rimanere fermi per un periodo prolungato, supportati dai recenti dati macroeconomici che hanno confermato la solidità del mercato del lavoro e una moderazione dell’inflazione.

Per gli investitori con un approccio dinamico e un profilo di rischio più elevato, i titoli di Stato francesi a lunga scadenza meritano un'attenzione particolare, tenendo però in debito conto il segnale di forte pressione sul debito sovrano della Francia, un fattore che richiede prudenza per chi lavora su scadenze lunghe. Chi preferisce un approccio di lungo termine potrebbe comunque considerare questi titoli, ma con la consapevolezza di monitorare attentamente le dinamiche di mercato.

I Btp italiani si confermano una scelta ideale per chi desidera solidi rendimenti in portafoglio. Il miglioramento della percezione del rischio sul nostro Paese continua a sostenere i titoli a lunga scadenza, che offrono rendimenti persino più attrattivi rispetto alle emissioni francesi. Questa situazione li rende particolarmente adatti a investitori orientati al lungo termine che vogliono sfruttare il contesto favorevole.

Infine, per chi preferisce un approccio più prudente e vuole limitare l’esposizione ai rischi, i governativi europei a breve scadenza, con un rating minimo pari ad A-, rimangono un’opzione interessante. Questi titoli, con scadenze entro i tre anni e rendimenti accettabili, offrono un equilibrio tra sicurezza e rendimento, rappresentando una scelta appropriata in un contesto di attesa per ulteriori sviluppi sul fronte inflazione e politica monetaria.

Ecco una selezione dei nostri Btp aggiornata ai prezzi di oggi.

L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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