Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

L’effetto Trump: un mini tsunami valido come primo "test" di volatilità


Al netto dell'ennesima settimana finanziaria spezzata in due dalla festività statunitense del 9 gennaio, ciò che ha dominato le discussioni di analisti e trader è stato il mini-terremoto innescato dalle dichiarazioni del presidente Trump passato per lo più inosservato, almeno per ora.

L'8 gennaio, intorno alle 12:25 ora italiana, Trump ha ventilato l'ipotesi di un nuovo programma tariffario, richiamando addirittura uno strumento straordinario, sfruttando appunto l'International Economic Emergency Powers Act. Per chi non mastica ogni giorno queste normative, si tratta di un atto che conferisce al presidente il potere di gestire le importazioni in caso di emergenza nazionale. Detta così, suona quasi come un superpotere legislativo. Ebbene, questa semplice suggestione ha fatto tremare i mercati, riportando in scena un vecchio nemico: la volatilità.

Da dazi a dilemmi: effetti a catena

Ma perché una frase può avere un effetto così devastante in così pochi minuti?

Dazi significa, in gergo economico, guerre commerciali, ma anche pressione inflazionistica. Immaginate che gli Stati Uniti decidano di tassare pesantemente le importazioni: a parità di consumi, i prezzi interni aumenterebbero, creando inflazione. E qui arriva il nodo: per rendere i dazi efficaci, bisognerebbe abbassare i consumi interni. Tradotto? Contrazione economica.

E qui si apre il capitolo delicato per la nuova amministrazione Trump, ormai al secondo mandato: calibrare le misure economiche in modo che i benefici superino gli effetti collaterali, cosa più facile a dirsi che a farsi.

Gli effetti sui mercati

Trovando ancora i mercati Usa in fase di pre...pre-market viste le ore 6.25 del mattino in quel di New York, l'effetto ha avuto più cassa in Europa, dove il Dax, in pochi minuti, ha perso circa 200 punti, mostrando una reattività nervosa al solo accenno di misure protezionistiche.

Dax timeframe 5 minuti

Il nostro FTSE MIB non è stato da meno!

L'indice italiano ha lasciato sul terreno quasi 400 punti in 20 minuti tondi, un segnale inequivocabile di quanto i mercati abbiano interpretato le dichiarazioni come un possibile freno al commercio internazionale.

FtseMib timeframe 5 minuti

 

Bund: Anche qui, lo scossone è stato inevitabile. Il derivato ha lavorato sotto i 132 punti, confermando la direzionalità short come la favorita per questa fase di mercato.

Strategia sul Bund: titoli di Stato vs. future

Facciamo subito un distinguo tra chi ha in portafoglio titoli di Stato e chi invece opera direttamente sul derivato Bund.

  • Titoli di Stato: Nessun dramma epocale. I rendimenti iniziano a essere rilevanti per chi adotta una strategia cassettista. I titoli di Stato offrono una certa stabilità e protezione nel lungo periodo ma attenzione sempre ai livelli chiave.

  • Future Bund: Qui, la questione si fa più movimentata. Operare sui future significa ballare una danza continua tra long e short.

La strategia operativa: Quali sono le strade seguite dalle sale operative? Andiamo quindi ad analizzarle. 

Strategia Short: Dopo che il derivato ha rotto il livello chiave, perché punto switch, dei 133 punti, il trading ha favorito la direzionalità short, quindi ricopertura ai 132 punti e poi di seguito, le azioni evidenziate in basso.

  • Ingresso long: Livello di 131.8 livello S1 (punto Pivot) del 8 gennaio scorso.

  • Stop loss: Alla rottura con inversione delle posizioni.

  • Target: 131 punti, oppure tentare una possibile ricopertura in area 130.5.

Strategia Long: Se si guarda ai rendimenti e si tiene una posizione long, la mediazione ai livelli cardine è cruciale.

  • Zona di supporto: 132 punti, con stop loss di tutto o solo della parte "mediata" rigorosamente tarati sul profilo di rischio personale.

  • Nuovo livello di rimbalzo: 130.5 punti, anche se la direzionalità ribassista indebolisce le probabilità di successo di una ripresa.

  • Ultimo livello e sempre più debole nelle caratteristiche, sarà ai 128.4 ma qui, coloro che deterranno posizioni long saranno davvero con il fiato corto poichè qualora venisse rotto anche quel livello, dei punti necessari, magari, nel giorno specifico di trading, che portino il prezzo sotto il livello del punto pivot S1 di quello specifico giorno, si vedranno costretti ad applicare lo stop loss, stavolta molto doloroso, delle loro posizioni. Facendo i dovuti scongiuri, è una ipotesi che nessuno vorrebbe vedere configurarsi, ipotesi che sarebbe urticante anche per la dinamica dei portafogli degli obblligazionisti meno temerari, ovvero i possessori di titoli di Stato.

Chi sceglie la mediazione quindi, deve avere un obiettivo pragmatico: pareggiare con la porzione mediata e usare il resto per cavalcare eventuali rimbalzi, oppure uscire completamente dal mercato al momento del pareggio o nelle sue vicinanze, in attesa di inversioni di direzione: è uno dei modi per sopravvivere a fasi in cui si è in controtendenza. Generalmente, entrando sui livelli chiave la mia inclinazione è andare in stop loss in base al mio personale profilo di rischio piuttosto che intestardirmi, e, immediatamente cercare l'inversione di strategia e quindi in short, ma questa è assolutamente una considerazione e una prerogativa del tutto personale.

Il richiamo agli stop loss

In uno scenario in cui la volatilità torna a fare capolino, come quello attuale, non dimenticate il mantra del trader: gli stop loss non sono opzionali, sono la vostra cintura di sicurezza. La volatilità non perdona, e trovarsi in sofferenza su posizioni aperte senza un piano è una delle prime cause di stress (e di errori).

Prospettive per la prossima settimana

La volatilità che, come già detto, ha fatto capolino in questa settimana ci invita a una certa prudenza, soprattutto per quanto riguarda il mercato azionario. È opportuno attendere una maggiore chiarezza nella direzionalità, che potrebbe delinearsi nella prossima ottava di borsa.

La settimana che abbiamo appena chiuso, ha rappresentato solo una protuberanza delle ultime festività vissute e la sensazione è che dalla prossima si inizierà di nuovo a fare sul serio.

Per ora, il consiglio è di monitorare attentamente i livelli chiave e restare pronti a cogliere segnali più definiti, senza forzare operazioni in un contesto reso incerto da molteplici fattori, test volatilità in primis.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

L’autore del presente articolo potrebbe detenere i titoli oggetto della sua analisi.
Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica clicca qui >>