Sarà transnazionale? Vedrà gli istituti italiani in prima linea? Si amplierà al comparto assicurativo? Settembre riporta in primo piano un tema sempre caldo, di cui riferiamo oggi solo una parte delle voci. Con una banca – di cui analizziamo il titolo – che potrebbe aprire le danze.
Buy or sell
Non bisogna mai avere certezze in ambito azionario. Da qualche tempo si teme che il settore bancario – e soprattutto quello italiano – possa soffrire per il taglio dei tassi, che provocherà minori margini. Timori giustificati ma…ecco che già si ipotizza una nuova visione del comparto, sempre più incentrato sul matrimonio con il mondo assicurativo. Da anni si assiste a un allargamento dell’offerta di servizi di tale tipo da parte delle banche ma ora si fa strada l’ipotesi di un vero e proprio risiko fra leader dei due fronti. Nomi? Sono talmente tanti che potremmo alimentare inutili speculazioni. Comunque confermano il desiderio dei big di guardare fuori dei confini nazionali, qualunque sia il Paese d’origine. Nelle ultime ore tuttavia i mercati hanno sottolineato l’annuncio del Governo tedesco di voler privatizzare Commerzbank. Di questa allora parliamo, per vari motivi che andiamo a spiegarvi.
Perché è azione del giorno? |
Il dopo ferie riporta d’attualità il nome del secondo gruppo bancario tedesco, salvato per i capelli nel 2008 con un’enorme iniezione pubblica di liquidità. Da allora il titolo Commerzbank ha cominciato a risalire, dimostrandosi un buon cavallo per chi ha avuto il coraggio di montarci sopra. I problemi si sono talvolta riproposti - a causa dei requisiti spesso gravosi imposti dalla Bce - e le voci di cessione hanno cominciato così a circolare. In primo piano come potenziali acquirenti sono stati soprattutto Deutsche Bank e Unicredit |
Cosa si dice del titolo sui mercati? |
Più che del titolo ecco cosa si dice della banca. Berlino prima venderebbe una quota stimata da alcuni del 3-5% e solo in seguito l’intera quota detenuta (attualmente al 16,49%). Qui si aprono le possibilità che l’operazione sia interessante anche per il piccolo azionista: il prezzo di carico stimato per lo Stato è di 26 Eur, contro i circa 13 Eur della quotazione in corso. Inoltre quanto realizzato dovrebbe confluire nel Fondo tedesco di stabilizzazione del mercato finanziario, le cui perdite venivano quantificate a fine 2023 in 21,6 miliardi di Eur. In sintesi lo Stato deve far crescere la quotazione il più possibile per evitare consistenti passivi, che i cittadini non apprezzerebbero di certo. Ci riuscirà? Non lo sappiamo ma seguire il titolo sarà certamente interessante in un contesto bancario in forte evoluzione. Il messaggio è chiaro? |
Chi controlla la banca? |
L’azionariato è attualmente molto frazionato: 61,5% circa nelle mani di istituzionali e 22% del retail, oltre al 16,5% dello Stato. Una situazione quindi favorevole per l’entrata in scena di qualche big del credito |
Isin |
DE000CBK1001 (Borsa di Francoforte) |
Ultima quotazione (chiusura 4/9/2024) |
12,76 Eur |
Cosa segnala la sintesi degli indicatori |
Il titolo ha sofferto negli ultimi tempi, come un po' tutto il comparto, causando un “sell” di breve e medio termine |
Cosa dice l’analisi grafica |
La debolezza degli ultimi mesi ha comportato un atterraggio sulla media mobile a 200 periodi, che da anni accompagna il trend rialzista del titolo. Non solo: la 200 – ieri collocata a 12,77 Eur – è vicinissima a un supporto importante (12,36 Eur). A Francoforte da alcuni giorni si sostiene di un intervento di mani forti associate nel riportare l’azione verso i 12 Eur, in contrasto con gli interessi dello Stato venditore. C’è chi ritiene invece che la fase correttiva – con un grafico quasi uguale a quello di Deutsche Bank – dipenda solo dalle difficoltà dell’economia tedesca |
Prima resistenza importante |
Sui 15,7 Eur, livello storicamente significativo ma molto lontano dalla quotazione in corso. Ci sono altre resistenze intermedie ma noi volutamente le trascuriamo, perché il titolo potrebbe entrare in una fase di elevata volatilità |
Primo supporto importante |
Abbiamo già detto dei 12,36 Eur. Sotto? Ce ne sono a iosa |
Rilevatore di rischio |
Dipende molto dal quadro macroeconomico tedesco: un peggioramento potrebbe di nuovo deteriorare le potenzialità di un merger soprattutto con Deutsche Bank, al momento prima candidata in tal senso |
Segnale di forza |
Un’eventuale inattesa Opa - come quella fallita in Spagna fra Bbva e Banco Sabadell (di cui si torna a parlare) - riaccenderebbe una fase di consolidamento nel settore bancario. Non si guarda solo alla fusione fra banche e assicurazioni ma anche a quello fra banche e leader del risparmio gestito (Anima, Dws, Amundi ecc.). Una scintilla potrebbe così dare il là al propagarsi del fuoco delle acquisizioni-fusioni |