Le azioni del giorno – Riparte il lusso perché riparte la Cina. Su quale dei due puntare


Con un dubbio di fondo: i due rimbalzi dureranno? Opinioni molto discordanti in merito. Vigilare allora solo l’effetto trainante Cina? Meglio andare un po' più sul sicuro e attendere dei segnali tecnici di pesante ipervenduto. Un’analisi di tutto quanto sta accadendo.

Buy or sell

Un primo avviso positivo è arrivato per il settore azionario del lusso: è sufficiente per parlare di trend negativo in esaurimento? No. È però adeguato per ricominciare a monitorare un comparto batostato all’inverosimile negli ultimi mesi e che viene visto come occasione di lungo termine. La decelerazione dei ricavi della “luxury industry” continuerà probabilmente nell’ultima parte del 2024 e poi nel 2025, portando a una pressione sui margini e a nessuna crescita degli Ebit. Perché allora ieri alcuni titoli dei big del lusso hanno messo a segno ottime performance? Perché gli stimoli monetari della Banca centrale cinese, che ha annunciato tagli ai tassi e al coefficiente di riserva delle banche, per contrastare i rischi deflattivi e agevolare il raggiungimento del target di crescita, hanno fatto sperare che da Pechino e dintorni arrivino di nuovo buone notizie per le vendite del lusso. Uno strano parallelo allora fra “luxury stocks” e Borse cinesi si giustifica per chi cerca di mettere un po' di pepe sulle spesso scialbe cronache giornalistiche della finanza.

Seduta positiva per le azioni della moda. Chi ha performato di più?

A Piazza Affari Brunello Cucinelli ha messo a segno un +4,22%, mentre in Francia l’Oréal – leader dei cosmetici e della profumeria (come tale aggregata al settore lusso) si è allineata con un +4,2%. In spolvero anche Hermes (+3,85%), Dior (+3,2%), il gigante Lvmh (+3,19%), Kering (+3,18%) e, di nuovo a Milano, Moncler (+1,09%)

Trend così simili fra diversi titoli confermano come il fattore accelerativo sia esogeno. Viene appunto dalla Cina e potrebbe perciò esaurirsi nel caso di notizie negative provenienti dal fronte asiatico. È il caso allora di fare il punto sulle sue Borse. Cosa sta succedendo?

Shanghai ha assolutamente brillato con un +4,15%, seguita da Hong Kong (+4,13%) e Shenzhen (+3,95%). Il tutto si è tradotto in una netta accelerazione per i relativi Etf quotati a Borsa Italiana:

● l’Xtrackers Csi 300 (LU0779800910) ha chiuso ieri con un +7,27%, cancellando tutta la negatività estiva ed evidenziando un vistosissimo gap-up di apertura.

● L’Amundi Msci China (LU1841731745) ha messo a segno un +6,97%, con un’impostazione grafica simile a quella dell’Xtrackers.

L’analisi potrebbe proseguire per gli altri specifici Etf ma numeri e trend grafici appaiono simili. In tutti i casi si evidenzia inoltre l’approssimarsi ai massimi dello scorso maggio, divenuti riferimento per valutare la forza futura dei replicanti cinesi

Tante volte la Cina ha illuso in passato. Succederà anche ora?

Certamente l’azionario di Pechino ha dimostrato nelle ultime ore un ritrovato ottimismo. Su questo fronte occorre – almeno per ora – essere tuttavia tattici e di fronte a significativi profitti accontentarsi e portarli a casa. Lo spread fra indici “global market” (quindi tutti i mercati mondiali assieme) e indici cinesi è ancora ampio ma sul secondo fronte si evidenzia ora maggiore volatilità

Torniamo al settore azionario del lusso. Che fare?

La logica del “buy the dip”, per attendere futuri apprezzamenti, è oggi vincente in tale ambito. Il problema sta nel determinare quando si determineranno dei minimi su cui cominciare a operare. Nelle ultime settimane sono circolati vari report dell’industria finanziaria in cui si identificano i titoli più sottovalutati: sono citati Kering, Burberry e Hugo Boss. Allo stesso tempo altri analisti sconsigliano Lvmh e Kering. In questa babele di valutazioni come comportarsi? Una risposta può essere quella di cercare dei segnali grafici che abbiano una certa consistenza. Per esempio l’Rsi su base mensile (ma con numero di periodi a 7 anziché a 14) è utile per indicare pesanti livelli di iper venduto

Proviamo a verificarli questi numeri!

Hermes aveva a ieri un Rsi a 47, livello su cui in passato si sono registrati dei rimbalzi. Vogliamo però essere pessimisti? Si può valutare l’area – come quotazione - dei 1.650 Eur rispetto ai 2.009 Eur della chiusura di ieri.

Lvmh è già scesa sui 30,6 come Rsi “monthly” ma sembra voler proseguire nella sua caduta: “dip” sui 550 Eur rispetto ai 614 Eur di ieri?

Kering è messa male: Rsi “monthly” a 20,9, con la rottura anche della media mobile a 200 pure su periodicità mensile. Reagirà o non reagirà a questa disfatta?

La tedesca Hugo Boss è a 27 come Rsi e prosegue con candeloni rossi su base mensile.

Brunello Cucinelli sta meglio rispetto ai concorrenti, con un Rsi “monthly” sui 45,8.

Moncler è con Rsi mensile sui 32,5 e sta cercando un supporto sui 47-47,6 Eur

Insomma, regna la dispersione e anche i parametri tecnici si dimostrano incerti. Quindi?

Avviare una strategia di entrate scaglionate su nuove eventuali sedute molto negative si rivela la scelta oggi preferibile per le azioni del lusso, visto che la crisi non è considerata come passeggera. E per la Cina invece? Meglio verificare gli effetti concreti degli stimoli monetari appena approvati. Troppe volte in passato Pechino ha già deluso