NASDAQ100 WEEKLY - Settimana di consolidamento per gli indici azionari USA, mentre il Dow Jones registra un nuovo record.


OGGI MERCATI FINANZIARI USA CHIUSI PER LA FESTIVITA’ DEL LABOR DAY.

SETTIMANA DI CONSOLIDAMENTO SUI LISTINI AZIONARI USA CON IL DOW JONES CHE RIESCE A REGISTARE UN NUOVO RECORD MENTRE L’S&P500 NO.

IN LEGGERO RIALZO LE QUOTAZIONI DEL DOLLARO E DEI RENDIMENTI DEI BONDS A SCADENZA MEDIO-LUNGA.

CONSOLIDAMENTO SUI MASSIMI PER L’ORO, CONSOLIDAMENTO PER LE COMMODITIES INDUSTRIALI AD ECCEZIONE DEL PLATINO IN DISCESA.

Il mese di agosto 2024 verrà ricordato come tra i più tumultuosi degli ultimi anni sui listini azionari USA e mondiali (Giappone in primis). Ricordiamo che nei primi 3 giorni di contrattazione di inizio mese, l’indice NIKKEY225 aveva perso il 19% trascinando al ribasso l’indice S&P500 che perdeva il 6,40% (il suo peggior inizio di agosto o di qualsiasi altro mese dal 2002), e peggio aveva fatto il NASDAQ100 perdendo il 7,58%. E mentre gli investitori si preparavano ad ulteriori turbolenze, come d’incanto, le Borse mondiali si stabilizzavano producendo in seguito un recupero a V (mediamente in soli 11 giorni di negoziazione) come pochissime volte visto nel passato, portando l’indice S&P500 a soli 0,3 punti percentuali dal registrare un nuovo record, cosa che invece ha fatto l’indice industriale del DOW JONES proprio in chiusura mensile.

Secondo i dati LSEG, si prevede che i titoli tecnologici registreranno una crescita degli utili superiore a quella del mercato in ogni trimestre fino al 2025, con utili del terzo trimestre pari al 15,3% rispetto a un guadagno del 7,5% per l'S&P500 nel suo complesso.

Quello che si è chiuso venerdì è stato un periodo caratterizzato da una stagionalità positiva in generale, mentre entriamo in quello autunnale, che è il più problematico sotto questo aspetto. La tesi di una fase di consolidamento troverebbe quindi un "ambiente" favorevole nelle prossime settimane, anche in un anno assai positivo come questo.

Ora siamo in un anno elettorale in USA e gli anni elettorali hanno una stagionalità propria, caratterizzata da una fase marcatamente positiva in estate, seguita da 2 mesi, settembre e ottobre più difficoltosi, e un bel rally finale (nella figura qui sotto le 2 diverse stagionalità, con annesso "win rate" ovvero percentuale di mesi positivi sul totale):

Se la stagionalità è semplicemente un’evidenza statistica, con qualche moderata tendenza a porre i presupposti per avverarsi, nel caso degli anni elettorali la fase di volatilità autunnale e il successivo rally sembrano rispondere alla logica di una fase di incertezza, immediatamente antecedente le elezioni, seguita dal suo dipanarsi.

In occasione di presidenziali precedenti, uno studio mostra il diverso comportamento del mercato in caso di "close election" rispetto a quello in cui il vincitore era presso ché scontato. Il punto era che nel primo caso sia il consolidamento autunnale che il sollievo finale erano più marcati rispetto al secondo, il quale aveva un decorso più uniforme. Ho trovato un grafico che paragona gli anni in cui il presidente uscente corre per il rinnovo (solitamente meno incerti), con quelli in cui i due candidati sono nuovi (casi più incerti), che sembra confermare la tesi sopra, almeno per il consolidamento, ma non posso pubblicarlo.

La nomina di Trump come candidato repubblicano e i dubbi circolanti la capacità di Biden di correre verso un rinnovo, avevano reso quest'elezione più simile ad una scontata, tant'è che abbondavano gli studi volti a valutare i "Trump trades". Con l'avvicendamento Biden con la Harris l'incertezza è salita parecchio, sia in termini di vincitore che di politiche che verranno implementate. In questo senso, l'avvicinarsi delle Presidenziali sarà presumibilmente un freno per Wall Street nei prossimi 2 mesi, a meno che i sondaggi non prendano una direzione ben al di sopra di ogni margine di errore in tempi brevi, cosa improbabile.

Il fattore positivo è costituito dalla politica monetaria della FED. Powell, oltre a cementare un taglio dei tassi a settembre, senza impegnarsi a dire di quanto (25 o 50 bps), ha chiarito che ora il bilancio dei rischi è mutato: sono più preoccupati per il mercato del lavoro. A questo punto, tagli di 25 bps ad ognuno dei meeting del 2024 dovrebbero diventano il minimo sindacale e in generale è lecito attendersi una politica di ‘easing monetario’ significativo nei prossimi 2 trimestri almeno. Certo, c'è sempre la possibilità che i dati cambino, l'inflazione torni a salire, e così via. Ma dopo aver tanto atteso per fare questa scelta, ritengo che per la FED tornare sui propri passi e dire che l'inflazione è tornata ad essere più preoccupante dell'occupazione, costituisca una sorta di ‘boomerang’.

Quindi, questo cambio di priorità dovrebbe tradursi in tassi reali più bassi e in generale condizioni finanziarie più accomodanti, delle quali gli asset più rischiosi potranno approfittare. Ed è logico ritenere che gli emergenti siano ben posizionati per trarre beneficio da questa situazione con un Dollaro che dovrebbe restare debole.

Ho sempre evitato di fare previsioni in quanto oltre a poter fuorviare la visione di chi mi legge, le variabili in gioco sono talmente tante che lascio ai ‘guru della finanza’ questo compito. In base a quello che ho appena scritto, in buona sostanza, ipotizzo per l'azionario USA e globale una fase di consolidamento autunnale, e poi la ripresa di un trend rialzista che potrà durare X mesi. Riporto che studi statistici indicano tra i 9 e i 12 mesi. In ogni caso per questo scenario, la prima cosa da capire e considerare è se effettivamente l’azione della FED riesca ad arrestare il rallentamento economico, oppure come sostengono alcuni, la FED è ormai in ritardo. Staremo a vedere.

Cambiando argomento il Financial Times riporta che le restrizioni all'esportazione dei materiali per produrre semiconduttori adottate dalla CINA come rappresaglia per quelle di matrice USA sui chip, rischiano di creare problemi alla produzione. La CINA produce il 98% del Gallio e il 60% del Germanio secondo la US Geological Survey. Sembra che le aziende occidentali siano seriamente preoccupate secondo il testo.

Passiamo ora ad analizzare il mercato monetario.

L'azione tumultuosa nel mese di agosto sui mercati azionari è stata altrettanto instabile nel mercato obbligazionario che è riuscito a superare indenne le varie tempeste in attesa, ora, di una navigazione più tranquilla. Inizialmente il crollo era stato attribuito in parte a un rapporto sull'occupazione di luglio più debole del previsto, che ha fatto temere che la Federal Reserve avesse già aspettato troppo a lungo per iniziare a tagliare i tassi di interesse. La conclusione del popolare carry trade sullo Yen giapponese è stata visto come alimentare le fiamme del sell-off. Ma i dati successivi hanno contribuito a sedare la “paura della crescita”, mentre la discesa dello Yen sembrava seguire il suo corso senza creare vittime importanti o minacciare il sistema finanziario. Nel frattempo, il Presidente della FED, Jerome Powell, affermava nel suo discorso a Jackson Hole, che i responsabili politici erano pronti a tagliare i tassi già nella riunione di questo mese, affermando di essere fiduciosi che l'inflazione sia in calo ed esprimendo il desiderio di impedire un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro. Pertanto i dati sul lavoro in uscita venerdì prossimo diventano cruciali per una decisione su un taglio per 25 o 50 bps. Venerdì scorso, i dati hanno mostrato che la spesa personale è aumentata dello 0,5% a luglio, rispetto allo 0,3% del mese precedente, contribuendo a rassicurare gli investitori sulla salute dell'economia. L'indice di spesa per consumi personali ‘core’, l'indicatore di inflazione preferito dalla FED, è arrivato al 2,6% anno su anno indicando che i consumatori restano forti e la disinflazione è evidente nei dati.

Tuttavia, rimane una disconnessione tra il mercato azionario e il mercato dei futures sui fondi federali (Fed Funds), con quest'ultimo che continua a prezzare 100 punti base di tagli dei tassi nelle restanti tre riunioni di politica monetaria della FED nel 2024. Ciò implica che la FED dovrebbe effettuare un taglio grande di 50 punti base prima della fine dell'anno, agendo con forza per contrastare un'economia in rapido deterioramento o problemi nel sistema finanziario. La FED sa che i tassi ai livelli attuali sono considerati restrittivi e lo saranno ancora di più se l'inflazione dovesse rimane sulla traiettoria discendente. Quindi i tagli che sta intraprendendo sono uno sforzo per normalizzare la politica monetaria piuttosto che una reazione a un'economia in calo, pertanto è molto più probabile che proceda ad un taglio dei tassi di 25 bps in ognuna delle tre sedute che rimangono fino alla fine dell’anno a meno di un peggioramento improvviso nei dati futuri.

In conclusione, il mercato dei futures sui Fed Funds è un passo o due avanti a quelli della FED, come andremo a vedere ora nello specifico.

Assodato che il primo taglio dei tassi avverrà al prossimo meeting della FED del 18 settembre, si tratta solo di capire come il mercato prezzi le probabilità dell’ampiezza del taglio. Lo strumento FedWatch del CME Group mostra stabilità nelle probabilità del primo taglio dei tassi nella riunione del 18 settembre rispetto alla scorsa settimana, sia per un taglio di 25 bps che per quelle di un taglio di 50 bps con le prime al 69% e le seconde al 31%. Non sono quotate altre opzioni (v. grafico):

E veniamo alla scadenza relativa alla riunione del 7 novembre. Nella quale a comandare sono tornate le probabilità per un taglio per complessivi di soli 50 bps (1 da 0,50% o uno da 0,25%) che dal 38,3% di lunedì scorso si alzano all’attuale 49,4%. Ovviamente a scapito delle probabilità di un taglio per complessivi 75 bps (50 bps o due da 25 bps) che dal 47,2% di lunedì scorso passano all’attuale 41,8%. Infine scendono all’8,8% le probabilità di un taglio di un punto percentuale (0,50% + 0,50%), rispetto al 14,5% di lunedì scorso (v. grafico):

Per l’ultima riunione del 2024, troviamo sempre al comando e stabili le probabilità relative al taglio di 100 bps che si alzano leggermente all’attuale 44,6% dal 43,8% di lunedì scorso. Mentre prende corpo la probabilità di un taglio per complessivi 75 bps che dal 21,5% di lunedì scorso si alzano all’attuale 30,9%. Il tutto a scapito delle probabilità (forse troppo ottimistiche) di un taglio di 125 bps che passano all’attuale 21,1% dal 28,8% di lunedì scorso. (v. grafico):

Infine per l’anno 2025 e la prima riunione prevista per il 29 gennaio, rimangono sempre al comando e si alzano leggermente le probabilità di un taglio per complessivi 125 bps al 43,0% rispetto al 39,6% di lunedì scorso, mentre scendono abbastanza le probabilità di un taglio per complessivi 150 bps (il mercato a volte esagera) che passano dal 31,1% di lunedì scorso all’attuale 24,0%. Ovviamente risalgono le probabilità per un taglio di complessivi 100 bps che passano dal 18,1% di lunedì scorso all’attuale 27,2% (v. grafico):

Come detto in precedenza, sostanziale parità per quanto riguarda i rendimenti dei Treasury, sulle scadenze corte. Quindi troviamo il Treasury 2Y che ha chiuso l’ottava al 3,923% praticamente uguale rispetto alla chiusura di due venerdì fa al 3,92%.

Mentre troviamo un discreto rialzo per il rendimento di riferimento del Treasury a 10 anni, che dal 3,801% di due venerdì fa, passa al 3,911% della chiusura settimanale.

Infine stesso discorso fatto per il 10Y vale anche per la scadenza più lunga del 30Y che guadagna più basis point con il rendimento che passa dal 4,092% di due venerdì fa, al 4,211% della chiusura di ottava.

Il classico spread 2Y – 10Y in chiusura di ottava si è praticamente azzerato passando dagli 11,9 punti di due venerdì fa a 0,4 punti a favore della scadenza corta.

Nella scorsa settimana risalgono di poco i tassi reali, al netto dell’attuale tasso di inflazione. Come mostrato dal grafico del breakeven inflation a 10 anni, alla chiusura di venerdì scorso il tasso risale al 2,13% dal 2,08% di due venerdì fa (v. grafico):

Analisi grafica dell’indice di riferimento di una parte delle nostre operazioni, il NASDAQ100.

Unico listino dei maggiori tre a riportare una perdita settimanale grazie ad alcuni titoli dei cosiddetti ‘Magnificent Seven’ e precisamente ALPHABET, META, TESLA e soprattutto NVIDIA (della quale parliamo sia nelle analisi dell’indice S&P500 che nel relativo capitolo dedicato alle trimestrali economiche).

La partecipazione dei titoli cosiddetti ‘minori’ è stata piatta nel corso della scorsa settimana con l’indice NASDAQ100 Equal Weighted che ha chiuso l’ottava praticamente in pareggio rispetto a due venerdì fa, ma ha guadagnando rispetto alla negatività dell’indice ‘pesato’, diminuendo il deficit da inizio anno dall’attuale 10,56% rispetto all’11,40% di due venerdì fa.

Graficamente notiamo come le quotazioni della scorsa settimana siano rimaste all’interno delle aeree 19750 e 19250 con quest’ultima che ribadisce il suo ‘status’ di supporto [ritracciamento del 38,2% di onda 5 di (5) e concomitante con la M.M. Exp. a 50 periodi], frenando la discesa e non facendo andare i prezzi a chiudere il gap aperto il 15 agosto. Quindi ora, a seconda di come usciranno le pubblicazioni dei dati macro nel corso della settimana, troviamo al rialzo una prima resistenza in area 19750, una più importante resistenza (anche psicologica) a quota 20000, infine a 20250 con chiusura dell’ultimo gap down lasciato aperto il 17 luglio scorso. Viceversa, oltre alla già citata area dei 19250 punti, troviamo un supporto in area 18800 [ritracciamento del 50,0% di onda 5 di (5)] con conseguente chiusura del gap del 14 agosto. Il livello di RSI a 55 indica comunque una discreta forza relativa dell’indice e che di spazio per un congruo rialzo ce n’è abbastanza. Infine ricordiamo che l’indice tech è ancora abbastanza lontano dal proprio massimo storico e che deve guadagnare il 5,40% per andare a far registrare un nuovo record. La settimana si è chiusa a 19574,64 in perdita dello – 0,74% rispetto alla chiusura dello scorso venerdì, il che porta ad un guadagno del + 16,34% rispetto alla chiusura del 2023.  

Come abbiamo detto all’inizio di articolo, l’indice S&P500 a poco più di mezzo punto percentuale dal proprio massimo storico non è riuscito a far registrare un nuovo record nel corso della scorsa settimana. L’attesa spinta proveniente dalla pubblicazione della trimestrale economica di NVIDIA non si è verificata in quanto il titolo, pur riportando dati superiori al trimestre precedente e alle attese degli analisti (come vedremo in seguito nel relativo capitolo, ndr.), è sceso nei due giorni successivi alle notizie. Evidentemente gli investitori si aspettavano dati più elevati ed hanno ritenuto che il produttore di chip, che ha beneficiato delle scommesse sull'intelligenza artificiale rappresentando circa un quarto del guadagno annuale dell'S&P500, abbia corso troppo e che l’attuale prezzo sia sopravvalutato rispetto al ‘fair value’. Un altro segnale che gli investitori potrebbero guardare oltre la tecnologia. Al riguardo della partecipazione al rally, la rotazione del mercato ha recentemente accelerato, con il 61% dei titoli dell'indice S&P Equal Weight che hanno sovraperformato l'indice ‘non pesato’, registrando un nuovo record a 7119 punti, salendo dell’11,18% da inizio anno e riducendo ulteriormente il gap da inizio anno a dal 7,90% della scorsa settimana al 7,24% attuale.

Ciò ben si evince dai rialzi dei titoli presenti nei settori dei consumi di beni di prima necessità (al record storico), della sanità (al record storico), dell’industria (al record storico) e persino dei finanziari (anch’esso al record storico). A proposito dei titoli del settore dei beni di prima necessità, si registra che i grandi rivenditori come WALMART e TARGET hanno riportato una crescita delle vendite più alta del previsto ad agosto. Entrambi i rivenditori hanno tagliato i prezzi su migliaia di articoli acquistati di frequente per attrarre gli acquirenti affermando che la loro quota di mercato sta crescendo tra le famiglie con redditi più elevati. Al contrario di DOLLAR GENERAL che ha visto le quotazioni delle proprie azioni perdere circa un terzo del suo valore a seguito di risultati peggiori del previsto. La catena di negozi da un Dollaro, la cui base di clienti principale guadagna meno di 35.000 $ di reddito familiare all'anno, ha affermato che le vendite sono state notevolmente più deboli alla fine di ogni mese nel secondo trimestre conclusosi il 2 agosto, il che suggerisce che i suoi clienti sono meno in grado di far durare i loro stipendi per tutto il mese.

A livello grafico notiamo una fase di consolidamento in atto come auspicato nell’articolo della scorsa settimana, anche se una breve discesa dei prezzi per scaricare il valore dell’RSI non ci sarebbe stata male. In ogni caso i dati di questa settimana, tra il settore manifatturiero delle PMI di martedì, il settore servizi delle PMI e i sussidi di disoccupazione di giovedì e gli importanti dati del mese di agosto sul mercato del lavoro di venerdì daranno sicuramente un impulso ai mercati azionari. In quale verso è impossibile dirlo a priori ma presumo che a codesto indice un nuovo record glielo faranno registrare in un modo o nell’altro. Pertanto guardando subito alla proiezione rialzista troviamo un primo target in area 5685/5700 appena sopra il precedente massimo storico, quindi una proiezione in area 5835 [estensione del 100% di onda 5 di (5) partendo dal minimo del recente ritracciamento segnato momentaneamente come onda a correttiva]. Viceversa, dopo il superamento del minimo di questa breve congestione in area 5560/5550, troviamo un supporto in area 5470/5460 con conseguente chiusura del gap del 15 agosto, quindi un bel supporto in area 5400/5395 costituito dal ritracciamento del 38,2% dell’ultima gamba rialzista (dal minimo del 5 agosto ad oggi). Il livello di RSI continua a rimanere intorno ai 61/62 punti il che, se da una parte dice che questo listino ha forza, dall’altra indica pure che di spazio per correre all’insù non ce n’è molto, a patto di guadagni continui giornalieri ma di entità modesta.

Calma piatta per quanto riguarda il valore dell’indice Cboe Volatility Index (VIX) che in chiusura di ottava scende a 15 rispetto alla chiusura di 15,8 di due venerdì fa. Mentre fa un bel balzo all’insù l’indice skew del CBOE sull’S&P500 – un indicatore del mercato delle opzioni ‘out of the money’ per la domanda relativa di contratti call al rialzo rispetto a contratti put al ribasso – che proprio nella giornata di venerdì, dopo la pubblicazione dei solidi dati sui consumi personali, ha guadagnato 6 punti rispetto al giorno precedente chiudendo l’ottava a 159 in rialzo rispetto ai 153,95 di due venerdì fa. Pertanto la tendenza rimane fortemente rialzista da parte degli investitori per il mercato azionario. Noi ribadiamo sempre di fare attenzione in quanto la troppa euforia produce molto spesso un’inversione ma, a quanto pare, di correggere non ne ha assolutamente voglia. La settimana si è chiusa a 5648,39 in guadagno del + 0,25% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, il che porta ad un guadagno del + 18,42% rispetto alla chiusura del 2023.

Il miglior guadagno, nella settimana appena trascorsa, è stato ad appannaggio del listino delle major industrial, DOW JONES, anche se sempre un passo indietro rispetto agli altri due indici maggiori a livello di performance.

Il buon rialzo è stato trainato dall’ottima performance del titolo AMAZON e soprattutto dal titolo INTEL in seguito alle segnalazioni secondo cui il CEO, Pat Gelsinger, e altri alti dirigenti dovrebbero presentare entro la fine del mese un piano al CdA dell'azienda per tagliare fuori le attività non necessarie e rilanciare le spese in conto capitale, nel tentativo di risollevare le sorti dell'azienda produttrice di chip, un tempo dominante. Il produttore di chip sta considerando un possibile spin-off e la vendita della sua attività di fonderia, tra cui la sua unità di chip programmabili Altera, che Intel non può più permettersi di finanziare con i profitti un tempo considerevoli dell'azienda. La probabile acquirente dovrebbe essere Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.

A livello grafico registriamo un nuovo record per l’indice a 41585,21 punti con proiezione rialzista verso l’area 41875 [estensione del 100% di onda c di 5 di (5) partendo dal minimo di onda d] e successivamente troviamo una proiezione in area 42800 punti. Il valore dell’RSI a 66 indica la possibilità di andare sul primo target prima di una dovuta pausa. Nel caso di ritracciamenti troviamo un supporto in area 40500, quindi un vero supporto, anche psicologico, dei 40000 punti con conseguente chiusura del gap del 15 agosto. La settimana si è chiusa a 41563,09 in guadagno del + 0,95% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, il che porta ad un guadagno del + 10,28% rispetto alla chiusura del 2023.

ORO INDEX

Settimana di tutto riposo per le quotazioni dell’Oro che hanno lateralizzato in un range di appena 38 punti nonostante il recupero del Dollaro a causa della pubblicazione del dato sul PIL statunitense che il Bureau of Economic Analysis (BEA) ha annunciato di aver rivisto la crescita annualizzata per il secondo trimestre superiore al 3%, dal 2,8% della stima precedente. Mentre gli altri dati macro pubblicati sono usciti in linea con le attese.

In questa settimana, i mercati finanziari negli Stati Uniti rimarranno chiusi nel rispetto della festa del Labor Day di lunedì. Martedì, l’indice ISM pubblicherà il dato ‘Manufacturing Purchasing Managers Index’ (PMI) di agosto. Gli investitori si aspettano che il PMI principale sia superiore a 47,8 dal 46,8 a luglio. Una lettura superiore a 50, suggerirebbe che l’attività commerciale nel settore manifatturiero si è ripresa nel territorio di espansione, fornendo una spinta al Dollaro con una reazione immediata contro le quotazioni dell’Oro.

Poi nella giornata di giovedì, i dati ADP Employment Change e l’indice ISM pubblicherà il dato ‘Services PMI’ degli Stati Uniti di agosto. La reazione del mercato a questi dati sarà probabilmente semplice e di breve durata, con probabili sorprese positive a sostegno del Dollaro.

Infine nella giornata di venerdì, i dati ‘clou’ sul mercato del lavoro statunitense di agosto. I non-farm Payrolls (NFP) del settore pubblico e privato, dovrebbero aumentare, con i primi di 163.000 unità dopo il deludente aumento di luglio fissato a 114.000 e in attesa di eventuali revisioni. Si prevede che il tasso di disoccupazione scenderà al 4,2% dal 4,3% e l’inflazione salariale mensile, misurata dalla variazione dei guadagni orari medi, è vista in aumento dello 0,3%.

Parlando al Jackson Hole Economic Symposium, il Presidente della FED, Powell, ha detto che faranno tutto il possibile per sostenere un mercato del lavoro forte, facendo ulteriori progressi verso la stabilità dei prezzi. Allo stesso modo il presidente della FED di San Francisco, Mary Daly, all’inizio della settimana ha dichiarato: “vogliamo che il mercato del lavoro rimanga dove si trova, adeguando il tasso di interesse per tenerlo lì”.

I membri della FED hanno chiarito, dopo la riunione politica di luglio, che stanno spostando la loro attenzione sul mercato del lavoro e sui crescenti segnali di peggioramento delle condizioni. Quindi, anche una piccola divergenza dal consenso del mercato nella lettura dei non-farm payrolls, potrebbe innescare una grande reazione (positiva o negativa a seconda dei casi) nel Dollaro e conseguentemente nel metallo giallo.

Lo stratega delle materie prime di Commerzbank, Carsten Fritsch, ha sostenuto in un rapporto recentemente pubblicato che l’Oro NON ha un potenziale di rialzo significativo nel breve termine. “Gran parte delle notizie positive per l’Oro potrebbero quindi essere già state valutate. Ci sentiamo di affermare che, a nostro avviso, il metallo giallo NON ha un potenziale di rialzo significativo per il momento. Vediamo più spazio per gli altri tre metalli preziosi che non hanno raggiunto quotazioni più alte nelle ultime settimane”.

Secondo Bloomberg, le partecipazioni in ETF sulla commodity preziosa sono aumentate di 15 tonnellate la scorsa settimana al livello più alto in sei mesi. L’interesse speculativo è particolarmente forte. La posizione netta al rialzo degli investitori speculativi è salita a circa 193.000 contratti nella settimana fino al 20 agosto, nonostante l’Oro abbia raggiunto il massimo storico proprio in quella giornata.

Prospettive tecniche dell’Oro.

Notiamo che l’area di resistenza che quota a 2580 $/oz. ha, per il momento, fermato il rialzo delle quotazioni anche per l’assenza di catalyst, tipo le tensioni geopolitiche che avrebbero potuto fornire ulteriore spinta ai prezzi. La prossima proiezione la troviamo in area 2650/2600 $/oz. Mentre troviamo al ribasso due paracadute, il primo in area 2480 $/oz. ed il successivo importante supporto, non solo psicologico, in area 2400 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi, gran bella scivolata per i prezzi del Platino, che dai massimi in area 980 $/oz. di due settimane fa, rompe al ribasso per l’ennesima volta l’area dei 960 $/oz. che oramai non rappresenta più né una vecchia resistenza, né un supporto. Ora per trovare un supporto degno di questo nome dobbiamo ritornare in area 910/900 $/oz. Al rialzo la suddetta area dei 980 $/oz. ora funge da resistenza.

Discorso senz’altro migliore per le quotazioni dell’Argento con i prezzi che continuano a consolidare tra le aree dei 30 e dei 29 $/oz. Ovviamente manca la scintilla che possa fare rompere al rialzo detta area di resistenza e, soprattutto, il canale che parte dal massimo di metà maggio con massimi e minimi decrescenti. Durante la scorsa settimana il metallo prezioso ha perso un po' di forza relativa, arrivata a 51 e questo non è un bel segnale.   

La quotazione settimanale dell’Oro si è chiusa a 2527,6 $/oz. con una perdita del – 0,73% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, il che porta ad un guadagno da fine anno del + 22,00%. La quotazione settimanale dell’Oro in modalità spot si è chiusa a 2503,45 $/oz. Di seguito il grafico daily dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2024:

DATI MACROECONOMICI

Gli ordini di beni durevoli a luglio su base mensile registrano una crescita del 9,9%, rilevazione in direzione opposta rispetto al mese precedente: a giugno era stato registrato un -6,9% (rivisto da -6,6%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Gli ordini di beni strumentali non attinenti alla difesa esclusi gli aerei a livello mensile a luglio incassano un lieve calo, un -0,1%, rispetto ad un consensus che invece prevedeva una situazione completamente stabile (+0,0%). A giugno era stata registrata una crescita dello 0,5% (rivista da +1,0%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Leggero calo per l’indice di prezzo delle case, che segna un -0,1% a livello mensile a giugno, passando dal dato di 424,8 punti di maggio (rivisto da 424,6 punti) a quello di giugno di 424,5 punti. Il dato è rilasciato dalla Federal Housing Finance Agency.

L’S&P/Case-Shiller Home Price Index, che valuta le variazioni nel valore del mercato immobiliare residenziale in 20 regioni degli USA, ha accelerato anche se il dato è una media dei mesi di aprile, maggio e giugno. A livello mensile a giugno cresce dello 0,6% dopo il +1,0% di maggio.

A livello annualizzato, a giugno il dato ha registrato un +6,5%, a maggio era stato registrato un +6,9% (rivisto da +6,8%).

L'indice di fiducia dei consumatori di agosto ha recuperato bene, a fronte di un consenso che la vedeva stabile. Il dato passa dai 101,9 punti di luglio (rivisto da 100,3) a quello di agosto di 103,3 punti. Il dato è rilasciato dal Conference Board.

Il dato sulle vendite immobiliari in corso (che misura il cambiamento nel numero di case con contratto di vendita, ma in attesa della transazione di chiusura, escludendo le nuove costruzioni) a livello mensile a luglio indica un calo del 5,5%, dopo il +4,8% di giugno. Il dato è rilasciato dalla National Association of Realtors.

Il dato preliminare di luglio relativo alla bilancia commerciale dei beni si attesta a -102,7 miliardi, rispetto ad una rilevazione di giugno di -96,6 miliardi. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 24 agosto sono state 231 mila, appena sotto al consensus di 232 mila ed in lieve calo rispetto alle 233 mila della settimana precedente (rilevazione rivista da 232 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

L’indice di prezzo delle spese per consumi personali core (quindi escludendo il settore del cibo e dell’energia) a livello mensile a luglio sale dello 0,2%, come indicato dal consensus e come accaduto anche per il mese di giugno.

A livello annualizzato, a luglio la crescita è del 2,6% come a giugno e a maggio, ma leggermente sotto al consensus del +2,7%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il reddito personale a livello mensile a luglio cresce dello 0,3%, appena sopra al consensus del +0,2% ed al +0,2% di giugno. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

La spesa personale a livello mensile a luglio registra un +0,5% come indicato dal consensus ed in rialzo rispetto al +0,3% di giugno. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan ad agosto si attesta a quota 67,9 punti, appena sopra al dato preliminare di 67,8 punti. A luglio il dato era di 66,4 punti.

Il Chicago PMI ad agosto è di 46,1 punti, in rialzo rispetto ai 45,3 punti di luglio. Il dato è rilasciato da ISM-Chicago, Inc.

PORTAFOGLI AZIONARI

Ovviamente nulla di nuovo sul nostro Portafoglio Storico per mancanza di titoli allettanti con un rapporto rischio/rendimento favorevole. Sull’acquisto di PINDUODUO ne ho parlato ampiamente nel mio articolo di mercoledì scorso e ringrazio gli abbonati che mi hanno scritto delle mail di supporto. Per quanto riguarda l’altro acquisto della scorsa settimana, INTUIT, sembra lateralizzare come i mercati azionari. Infine, come riportato negli scorsi articoli, ho spostato il titolo BIOMARIN dal suddetto Portafoglio di breve termine, al ‘The Challenge’ in quanto la scommessa sul titolo biotecnologico si sta protraendo nel tempo in attesa che un paio di nuovi farmaci ottengano l’autorizzazione della FDA americana alla commercializzazione. Le ultime notizie parlavano di uno slittamento di 18 mesi della presentazione delle domande alla FDA, affinché la società potesse presentare ulteriori test su pazienti, ma di mesi ne sono passati ben più. Aspettiamo fiduciosi in quanto i titoli del settore biotecnologico in un attimo possono esplodere, anche più di quelli del settore tecnologico.  Ricordiamo ai nuovi abbonati che con il continuo rialzo dei mercati azionari i nostri systems in modalità ‘swing’ non generano segnali, pertanto andiamo alla ricerca di quei titoli dai buoni fondamentali che il mercato non ha premiato pur avendo riportato trimestrali economiche buone. Nel pomeriggio spero di poter trovare qualcosa di buono, anche se lo reputo difficile.

Nel Portafoglio “The Challenge” non c’è verso di continuare ad eliminare gli ETF presenti, ad eccezione di quelli in modalità ‘short’. Il settore dell’Health Care è ai massimi storici e il nostro ETF, acquistato a gennaio del 2022 quando il settore quotava il 16,50% in meno, riporta una perdita del 7,62% !! Stessa cosa per quanto riguarda l’ETF sui titoli del cloud computing. Oggigiorno quale azienda, piccola o grande, non si serve di risorse hardware e software tramite un server remoto per l’archiviazione dei dati ? Ma anche determinate categorie di privati pagano un abbonamento ad un provider per i loro servizi. Eppure con il settore dell’Information Technology quasi sui massimi storici, il nostro ETF del famigerato provider WISDOMTREE, acquistato a maggio del 2022, perde il 6,11%. Spero e mi auguro che nessuno più mi venga a parlare degli ETF come alternativa finanziaria, con prospettivi informativi carenti, ingarbugliati e lunghissimi. Il KID è solo una ulteriore presa in giro. Non dice nulla di significativo. Che fare ? Portiamo la vendita a pareggio anche su questo ETF (sigh !). A proposito di ETF stiamo ripristinando una precedente operazione sull’ETF IBUY (delistato) che sembra ‘delistata’ anche nel nostro Portafoglio come da segnalazione di un nostro abbonato.

Sempre per i nuovi abbonati riportiamo che, per quei pochi titoli che vogliamo dismettere ci auguriamo di arrivare almeno al pareggio, ovviamente non parlo dei cadaveri JUST_EAT, TUI, FASTLY, ma di ALIBABA (sul quale comunque crediamo), ROKU, T_ROWE e PARAMOUNT. Tra il bene e il benino le performance sulle ultime acquisizioni di ASML, BREMBO, CAMPARI, ADOBE, DEXCOM, LUFTHANSA, VOLKSWAGEN, discreto recupero su STELLANTIS anche se fino alla prossima trimestrale economica non credo che riprenderà il nostro prezzo di acquisto. Per quanto riguarda i nuovi acquisti di titoli sui quali entrare ne abbiamo una bella lista, ma dobbiamo aspettare uno storno ed anche consistente dei mercati, o dei titoli che seguiamo, per portare il rapporto rischio/rendimento dalla nostra parte, altrimenti rischiamo di rimanere con il cerino acceso in mano.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.

NVIDIA – 7,73%. La società si occupa di tecnologie di processori grafici programmabili. I suoi principali segmenti di business sono le unità di elaborazione grafica, i processori per media e comunicazioni e l'elettronica palmare e di consumo, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2025 pari a 0,68 $/az. su un fatturato di 30,04 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,65 $/az. su un fatturato pari a 28,24 mld $. I ricavi sono cresciuti del 122,40% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel terzo trimestre fiscale 2025 tra 0,70 e 0,76 $/az. su un fatturato tra 31,85 e 33,15 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,71 $/az. su un fatturato di 31,77 mld $.

Jensen Huang, fondatore e CEO di NVIDIA, ha affermato: "La domanda di Hopper rimane forte e l'attesa per Blackwell è incredibile. NVIDIA ha raggiunto ricavi record poiché i data center globali sono a pieno regime per modernizzare l'intera filiera di elaborazione con elaborazione accelerata e intelligenza artificiale generativa. Spectrum-X Ethernet per AI e NVIDIAI software AI Enterprise sono due nuove categorie di prodotti che stanno raggiungendo una importanza significativa, dimostrando che NVIDIA è una piattaforma a 360 gradi. Stiamo aiutando i creatori di modelli a fornire servizi Internet ai consumatori e ora alle aziende. L'intelligenza artificiale generativa rivoluzionerà ogni settore. A livello contabile nel secondo trimestre fiscale 2025 abbiamo riportato: ricavi consolidati pari a 30,04 mld $, in aumento del 122% rispetto a 13,507 mld $ dello stesso periodo fiscale 2024; spese operative pari a 2,792 mld $ in aumento del 52% rispetto a 1,838 mld $ del secondo trimestre fiscale 2024; un margine lordo del 75,7%; un reddito operativo pari a 19,937 mld $ in aumento del 156% rispetto a 7,776 mld $ dello stesso periodo fiscale 2024; un utile netto pari a 16,952 mld $, in aumento del 152% rispetto a 6,74 mld $ dello stesso periodo fiscale 2024; un utile per azione pari a 0,68 $ in aumento del 152% rispetto a 0,27 $/az. dello stesso periodo fiscale 2024. Il flusso di cassa operativo è stato di 14,489 mld $, rispetto ai 6,348 mld $ dello stesso periodo fiscale 2024, mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 13,483 mld $ rispetto a 6,048 mld $ dello stesso periodo fiscale 2024. La cassa, le disponibilità liquide e gli investimenti al 28 luglio 2024 ammontavano a 34,8 mld $, rispetto ai 25,984 mld $ del 28 gennaio 2023.

Nel corso della prima metà dell’anno fiscale 2025, abbiamo restituito 15,4 mld $ agli azionisti sotto forma di azioni riacquistate e dividendi in contanti. Alla fine del secondo trimestre, avevamo ancora 7,5 mld $ per il riacquisto di azioni. Al 26 agosto 2024, il nostro CdA ha approvato ulteriori 50,0 mld $ per il riacquisto di azioni, senza scadenza. Abbiamo dichiarato un dividendo trimestrale di 0,01 $/az. da pagare il 3 ottobre 2024 a tutti gli azionisti registrati alla chiusura delle attività il 12 settembre 2024”.