NASDAQ100 WEEKLY - Nuovo ed inaspettato recupero a V degli indici azionari USA.


IMPENSABILE RECUPERO SETTIMANALE PER I LISTINI AZIONARI USA.

IL FOCUS DI QUESTA SETTIMANA E’ OVVIAMENTE IL FOMC DI MERCOLEDI’ SERA.

I DATI SULL’INFLAZIONE DI AGOSTO IN LINEA CON IL MESE DI LUGLIO E CON IL ‘CORE’ IN AUMENTO RISPETTO ALLE ATTESE DEGLI ANALISTI FANNO ALZARE LE PROBABILITA’ PER UN TAGLIO DI SOLI 25 BPS NEL PROSSIMO MEETING DELLA FED.

CROLLO DEI RENDIMENTI DEI BONDS E CONFERMA DELLA DISINVERSIONE DELLA CURVA 2-10Y. DISCESA DEL DOLLARO E NUOVO RECORD PER L’ORO. IN RIALZO ANCHE LE COMMODITIES PREZIOSE E INDUSTRIALI.

Settimana appena trascorsa, all’insegna del recupero per gli indici azionari USA dopo le pesanti perdite di inizio mese, con il quinto rialzo su 5 sedute della settimana che riporterebbero l'indice S&P500 nei pressi dei massimi di metà luglio, sfiorati il 30 agosto.

nonostante una rara (di questi tempi) sorpresa al rialzo (0.3% sul CPI ‘core’ contro lo 0.2% atteso) che ha dato un temporaneo stop all'inarrestabile rally dei Bonds. Ma la verità è che la sorpresa è largamente dovuta al ritorno su valori importanti della componente alloggi, che conta per un 30% abbondante del dato ‘core’. Però è una stima di un aumento che, in larghissima parte, non è materialmente pagato dai consumatori USA (la componente Owner Equivalent Rent costituisce la stima degli aumenti per i proprietari di casa). In effetti il mercato non si è scomposto più di tanto. Tanto più che nel PPI USA di agosto, pubblicato giovedì scorso a sua volta leggermente superiore alle attese, le componenti che entrano nel PCE, tariffe aeree, servizi medici e finanziari, sono tutte scese, per cui le stime del PCE index price di agosto sono attorno allo 0.17-0.18 sul mese, un confortevole 2% annualizzato.

Con queste premesse i mercati obbligazionari hanno mantenuto una tendenza al calo dei rendimenti e irripidimento delle curve, mentre l'azionario ha continuato a recuperare la correzione di due settimane fa. Chi ha approfittato alla grande in particolare dello scontato taglio da parte della Banca Centrale Europea (della quale parleremo in seguito, ndr) è stato l'Oro, che in corrispondenza con la comunicazione della mossa ha iniziato un breakout verso nuovi massimi che era nell'aria da giorni, e per il quale la BCE è stata probabilmente solo il grilletto pronto a sparare.

Un movimento analogo è stato messo a segno dall'argento, ma in realtà tutte le commodities industriali hanno mostrato sollievo nelle ultime 24-48 ore.

Dopo il dibattito presidenziale e con otto settimane rimaste fino alle elezioni, i contratti per una vittoria di Harris vengono scambiati a 57 centesimi, con un potenziale pagamento di 1 $, in aumento rispetto ai 53 centesimi prima del dibattito, sulla piattaforma di scommesse politiche PredictIt. I contratti di Trump vengono scambiati a 46 centesimi rispetto ai 52 centesimi precedenti.

Di conseguenza, le azioni che si prevedeva avrebbero avuto buone performance sotto la presidenza di Trump sono scese, con azioni legate a criptovalute e blockchain. Nel frattempo, le azioni del solare, viste come beneficiarie di un'amministrazione Harris, hanno registrato un rally. FIRST SOLAR ha guadagnato circa il 10,0% mentre SUNRUN è aumentato del 6,0% anche SOLAREDGE Technologies e ENPHASE Energy hanno aumentato il proprio valore. Sebbene il dibattito abbia offerto a Wall Street poca chiarezza sulle principali questioni politiche, alcuni osservatori del mercato ritengono che le proposte di Harris di aumentare l'aliquota dell'imposta sulle società possano incidere sugli utili aziendali, mentre la posizione più dura di Trump sui dazi potrebbe alimentare l'inflazione.

Passiamo ora ad analizzare il mercato monetario.

Due venerdì fa in chiusura di contrattazioni per la prima volta abbiamo avuto una chiusura positiva per lo spread 2-10 dei Treasury. E’ presto per sostenere che l'inversione sia finita, visto che sia nel 1988-89, che nel 2006-2007 avevamo avuto un po' di andirivieni prima del successivo balzo a oltre 100 bps. Questo implica che - pur dando fede al segnale - dalla prima disinversione alla recessione possono intercorrere tempi abbastanza lunghi. In entrambi i casi citati tra la prima disinversione e la recessione è trascorso più di un anno (v. grafico):

Il che lascerebbe spazio all'azionario di fare nuovi massimi (che è poi lo scenario più probabile al momento, esaurita la correzione "elettorale").

Il recente dibattito si è incentrato sulla possibilità che la FED optasse per un taglio di 25 punti base (bps) o 50 bps a settembre. Le probabilità sono pendenti a favore di una mossa più piccola dopo che i dati hanno mostrato che i prezzi al consumo sono leggermente aumentati ad agosto, ma l'inflazione di fondo è stata un po' più rigida (v. grafico):

Anche se l'ex presidente della Federal Reserve di New York, Bill Dudley, ha affermato che negli Stati Uniti ci sono forti motivazioni a favore di un taglio dei tassi di interesse di 50 punti base, notizia riportata anche dal giornalista del Wall Street Journal, Timiraos, visto molto vicini agli ambienti della FED dopo che nel giugno del 2022, non si sa se imbeccato dalla FED o meno (molto probabilmente sì) aveva indotto il mercato, che scontava 50 bps di rialzo, a scontarne 75, che poi si erano rivelati la misura corretta. E' normale che il mercato gli dia retta.

Gli operatori continuano a stimare tagli della FED per oltre 100 punti base entro la fine dell'anno (come vedremo in seguito, ndr), creando una potenziale discrepanza tra i mercati e le proiezioni dot-plot della FED.

Personalmente, continuo a pensare che 25 bps siano la scelta più saggia e più probabile. Iniziare con 50 bps può dare al mercato una sensazione di urgenza, in questa fase non più giustificata dai dati o dal sentiment. Il mercato si sentirebbe autorizzato a scontare altri tagli di misure superiori a 25 bps nei prossimi meeting. Inoltre, mi pare più facile trovare un consenso dei membri su 25 bps, visto che alcuni hanno ancora qualche scetticismo (e i dati recenti non lo hanno certo eliminato). Detto questo, è evidente che la FED ha ora un allentamento dei pregiudizi e lo spostamento dei tagli da un meeting all'altro può causare movimenti di consolidamento, non certo di inversioni di tendenza.

Nel frattempo, giovedì scorso la Banca centrale europea ha nuovamente tagliato i tassi di interesse e ha segnalato un "percorso discendente" per i costi di finanziamento nei prossimi mesi, mentre l'inflazione rallenta e la crescita economica nella zona euro vacilla.

La BCE ha abbassato il tasso di deposito di 25 punti base al 3,50%, in seguito a un taglio simile effettuato a giugno, poiché l'inflazione è ormai a un passo dal suo obiettivo del 2% e l'economia nazionale sta sfiorando la recessione.

Il governatore della banca centrale francese Francois Villeroy de Galhau e il presidente della Bundesbank Joachim Nagel hanno sostenuto il taglio dei tassi di giovedì e hanno dimostrato, con un tono più fiducioso che in qualsiasi altro momento degli ultimi due anni, che la lotta della BCE contro l'inflazione elevata è stata vinta. Sia loro che la Presidente della BCE, Christine Lagarde non si sono lasciati sfuggire molto nella successiva conferenza stampa, limitandosi a ripetere che la BCE avrebbe adottato un approccio politico "dipendente dai dati", riunione per riunione, senza impegni preventivi.

L'inflazione nei 20 paesi che condividono l'euro è scesa al 2,2% ad agosto, il ritmo più lento da luglio 2021, e la BCE prevede che scenderà al 2% entro l'ultimo trimestre del prossimo anno, dopo una leggera ripresa nell'anno prossimo. Anche la crescita sta rallentando, in particolare nella potenza industriale della Germania, rafforzando la motivazione a favore di costi di indebitamento più bassi.

Si prevede che la Banca d'Inghilterra e la Norges Bank manterranno i tassi invariati quando si incontreranno giovedì. Si prevede che la BoE allenterà altre due volte entro la fine dell'anno e la Norvegia potrebbe iniziare ad allentare entro quella data. Anche il governatore della Banca del Canada, Tiff Macklem, ha aperto la strada a un'accelerazione dei tagli ai tassi di interesse, dopo aver ridotto di un quarto di punto per tre volte consecutive da giugno, portando il tasso base al 4,25% all'inizio di questo mese, dal massimo degli ultimi due decenni del 5%.

Andiamo ora a vedere nello specifico il mercato dei futures sui Fed Funds che sembrano essere al passo con la probabile decisione della FED, almeno per quanto riguarda il primo taglio dei tassi nella prossima riunione di settembre.

Lo strumento FedWatch del CME Group mostra uguali probabilità del primo taglio dei tassi nella riunione di mercoledì 18 settembre sia per un taglio di 25 bps che di quelle per un taglio di 50 bps. Ricordiamo che due venerdì fa il taglio da 25 bps riportavano probabilità pari al 75% (v. grafico):

E veniamo alla scadenza relativa alla riunione del 7 novembre. Sempre al comando le probabilità di un taglio per complessivi 75 bps (50 bps o due da 25 bps) anche se si abbassano leggermente dal 53,5% di due venerdì fa passano all’attuale 50,0%. Così come si abbassano le probabilità di un taglio per complessivi di soli 50 bps (1 da 0,50% o uno da 0,25%) che dal 28,9% di due venerdì fa si abbassano all’attuale 23,0%. Ovviamente si alzano, e di parecchio, le probabilità di un taglio di un punto percentuale (0,50% + 0,50% forse troppo ottimistico), che dall’8,8% di due venerdì fa passano all’attuale 27,0% (v. grafico):

Per l’ultima riunione del 2024, sempre al comando ma stazionarie le probabilità di un taglio per complessivi 125 bps (anche qui forse troppo ottimistiche) che dal 42,7% di due venerdì fa passano all’attuale 41,3%, mentre scendono le probabilità relative al taglio di 100 bps che si abbassano dal 36,3% all’attuale 33,2% di due venerdì fa. A guadagnare sono le probabilità di un taglio per complessivi 150 bps (altra esagerazione del mercato) che dal 12,3% di due venerdì fa si alzano all’attuale 16,8% (v. grafico):

Infine per l’anno 2025 e la prima riunione prevista per il 29 gennaio, troviamo sempre al comando le probabilità di un taglio per complessivi 150 bps che scendono leggermente dal 39,8% di due venerdì fa passano all’attuale 37,1%. Scendono leggermente anche le probabilità di un taglio per complessivi 125 bps (più aderente alla realtà) che dal 23,8% di due venerdì fa passano al 20,5%. Ovviamente il guadagno viene riversato sulle probabilità per un taglio di complessivi 175 bps (fuori dall’attuale realtà) che passano dal 26,1% di due venerdì fa all’attuale 29,5% (v. grafico):

Le aspettattative sui tassi e le dichiarazioni di economisti su questo tema hanno creato il driver per l’irripidirsi della curva con il Treasury 2 anni che chiude l’ottava al 3,584% sceso al minimo di settembre del 2022, dal 3,65% di due venerdì fa.

Ribasso anche per il rendimento di riferimento del Treasury a 10 anni anche se di entità minore rispetto al 2Y, che dal 3,712% di due venerdì fa, passa al 3,655% della chiusura settimanale (livello più basso da giugno 2023).

Infine stesso discorso fatto per il 10Y vale anche per la scadenza più lunga del 30Y che perde meno basis point con il rendimento che passa dal 4,021% di due venerdì fa, al 3,981% della chiusura di ottava.

Il classico spread 10Y – 2Y uguale a 7,1 punti in chiusura di ottava (v. grafico):

Nella scorsa settimana riprendono fiato i tassi reali, al netto dell’attuale tasso di inflazione. Come mostrato dal grafico del breakeven inflation a 10 anni, alla chiusura di venerdì scorso il tasso sale leggermente al 2,08% dal 2,03% di due venerdì fa, registrando un minimo che non si vedeva dal gennaio 2021 (v. grafico):

Analisi grafica dell’indice di riferimento di una parte delle nostre operazioni, il NASDAQ100.

Ottimo recupero settimanale per l’indice tech che recupera totalmente le perdite di due settimane fa, anche se ciò potrebbe rappresentare un rimbalzo tecnico almeno fino a quando non supererà il massimo relativo del 22 agosto. Una gran parte del merito va all’indice dei titoli ‘Magnificent Seven’ che guadagna in settimana il 7,28%, grazie soprattutto ad una grande spinta da parte del produttore di chip AI, NVIDIA, che ha guadagnato il 15,82%. A contribuire a ciò è stato un rapporto di Semafor secondo cui il governo degli Stati Uniti sta valutando la possibilità di consentire a NVIDIA di esportare chip avanzati in Arabia Saudita. A seguire ottime performance per quanto riguarda AMAZON (+ 8,81%) e MICROSOFT (+ 7,19%).

Tra le vendite settimanali maggiori troviamo MODERNA che sta ricevendo recensioni ribassiste da Wall Street in seguito all'annuncio della società che taglierà il budget per la ricerca e lo sviluppo e di voler posticipare la tempistica per raggiungere la redditività in pareggio dal 2026 al 2028. La società farmaceutica ha ricevuto declassamenti sia da Jefferies che da JPMorgan. SIRIUS XM dopo aver completato lo scorporo dalla società Liberty SiriusXM ha annunciato un programma di riacquisto di azioni pari a 1,7 mld $ ritirando al contempo la sua previsione del flusso netto di cassa per l'intero anno. Infine con ADOBE che ha riportato una trimestrale economica molto buona e previsioni per il prossimo trimestre in aumento (v. nel relativo capitolo), ma penalizzata dal mercato che si aspettava un miglioramento più ampio nel futuro, un film già visto ! In calo del 2,4% anche le azioni della società cinese di e-commerce PINDUODUO Holdings dopo che l'amministrazione Biden ha dichiarato che si sarebbe mossa per limitare le spedizioni di basso valore che entrano negli Stati Uniti in esenzione da dazi al di sotto della soglia "de minimis" di 800 dollari.

La partecipazione al rialzo dei titoli cosiddetti ‘minori’ è stata più bassa nel corso della scorsa settimana, con l’indice NASDAQ100 Equal Weighted che ha chiuso l’ottava in guadagno del + 3,96% rispetto a due settimane fa quando la perdita era stata del 4,99%. Anche rispetto all’indice ‘pesato’ il minore guadagno si è fatto sentire aumentando il deficit da inizio anno all’attuale 11,50% rispetto all’8,98% di due venerdì fa.

Graficamente notiamo come il supporto in area 18400 costituito dal ritracciamento del 61,8% di onda 5 di (5) abbia fatto egregiamente il proprio dovere fermando la discesa dei prezzi. Il successivo imponente rimbalzo ha riportato le quotazioni nuovamente in area 19500 punti ed a questo punto è importante andare a superare il massimo relativo del 22 agosto in area 19900/20000 (contrassegnato come onda b correttiva) con conseguente chiusura del gap del 17 luglio scorso. La prosecuzione del rimbalzo chiuderebbe la fase correttiva e potrebbe dare vita ad una nuova fase rialzista, anche se la stagionalità e l’incertezza delle elezioni presidenziali incombono su questo scenario. Viceversa una fase di consolidamento tra le aree dei 18400 e 20000 punti potrebbe essere auspicabile in attesa dei prossimi eventi ad iniziare dalle decisioni del FOMC di mercoledì in materia di politica monetaria e successive dichiarazioni del Presidente FED, Powell. Il livello di RSI a 55,5 indica proprio una fase di incertezza La settimana si è chiusa a 19514,58 in guadagno del + 5,94% rispetto alla chiusura dello scorso venerdì, il che porta ad un guadagno del + 15,98% rispetto alla chiusura del 2023.  

Fermo restando l’incertezza che dovremo attenderci da qui alle elezioni americane, sta di fatto che l’indice S&P500 si trova solo l'1% al di sotto del suo massimo storico di luglio a 5670 punti, nonostante settimane di oscillazioni del mercato innescate dalle preoccupazioni per l'economia e dalle scommesse altalenanti sull'entità del taglio nella riunione della FED del 17-18 settembre. Dopo il peggior calo settimanale di inizio settembre in 5 sedute è riuscito a recuperare tutte le perdite anche in una stagionalità avversa, impossibile capirci qualcosa.

Attualmente l’indice viene scambiato a un rapporto prezzo/utile prospettico pari a 21 volte gli utili previsti a 12 mesi, rispetto alla sua media a lungo termine di 15,7. Degli 11 settori dell’indice, solo uno ha riportato delle performance settimanali leggermente negative e parliamo del settore dell’Energia mentre si registra un forte recupero del settore dei Consumi Discrezionali che era sceso abbastanza nelle settimane precedenti, seguito dal settore dell’Immobiliare e quello dei titoli di Pubblica Utilità al proprio massimo storico.

Al riguardo della rotazione settoriale in atto, nel corso della scorsa ottava sono tornati gli acquisti maggiormente sui titoli ad alta capitalizzazione, penalizzando l’indice S&P Equal Weight che ha guadagnato solo il + 2,69% contro un + 4% dell’indice ‘pesato’, ciò ha prodotto un aumento dello spread da inizio anno rispetto all’indice ‘pesato’ all’attuale 7,42% dal 5,75% di due venerdì fa.

Alcuni titoli che hanno trascinato l’indice a questo forte rialzo, oltre ai ‘Magnificent Seven’, sono stati ORACLE con le quotazioni che sono arrivate a guadagnare fino al 22,65%, dopo che la società di software ha superato le stime per i risultati trimestrali. Guadagni eccellenti anche per PETCO Health and Wellness che ha guadagnato il + 56,31% per aver riportato una trimestrale economica che ha soddisfatto le aspettative degli analisti, mentre il fatturato di 1,52 miliardi di $ ha leggermente deluso le previsioni. Il rivenditore di articoli per animali domestici ha affermato che prevede di segnalare una perdita rettificata del terzo trimestre di tre-quattro centesimi ad azione, rispetto alle stime degli analisti per una perdita di quattro centesimi. ALBEMARLE, una delle più grandi aziende estrattive di litio al mondo, è balzata del + 13.71% dopo che il gigante cinese delle batterie CATL ha dichiarato che intende apportare modifiche alla produzione di carbonato di litio a Yichun. L'analista della Citi Jack Shang ha scritto in un rapporto che i suoi contatti nel settore hanno suggerito che Contemporary Amperex Technology, il più grande produttore al mondo di batterie per veicoli elettrici, avrebbe sospeso alcune attività di estrazione di minerale di litio e fermato alcune produzioni di carbonato di litio. Il Litio è un materiale fondamentale nelle batterie dei veicoli elettrici.

Viceversa, troviamo HEWLETT PACKARD le cui quotazioni sono scese fino a perdere un 10,0% dopo che il produttore di server ha annunciato un'offerta obbligatoria di azioni privilegiate convertibili da 1,35 mld $ per finanziare l'acquisizione di Juniper Networks. Stessa sorte per la società di disinfestazione RENTOKIL INITIAL crollata del 20,0% dopo aver riportato la propria trimestrale economica nella quale ha avvertito che prevede una crescita più lenta dei ricavi organici nelle sue attività in Nord America.

Anche la società di videogiochi GAMESTOP ha stranamente perso il 13,70% dopo la pubblicazione della propria trimestrale economica, nella quale ha riportato guadagni nel secondo trimestre di quattro centesimi ad azione su vendite di 798,3 mln $, rispetto a una perdita dell'anno precedente di un centesimo ad azione su vendite di 1,16 mld $. Inoltre ha affermato che la liquidità, i mezzi equivalenti e i titoli negoziabili erano pari a 4,2 mld $ alla fine del trimestre, in aumento rispetto a 1,2 mld $ alla fine dello stesso periodo del 2023. Infine il rivenditore di videogiochi ha presentato un'offerta di riacquisto fino a 20 milioni di azioni ordinarie.

Strana storia della società dell’ex Presidente statunitense Donald Trump, la Trump Media la società madre della piattaforma Truth Social, perde il 13,68% tra le giornate di mercoledì e giovedì, a seguito del primo dibattito tra l'ex Presidente e la vicepresidente Kamala Harris poi, inspiegabilmente, il giorno successivo il titolo arriva a guadagnare il + 29,73% chiudendo la sessione con un + 11,75%.

Nel settore finanziario ci sono da registrare non belle notizie per il futuro, in quanto sembra che le banche stiano abbassando le aspettative per gli utili del trimestre in corso. Le notizie provenienti da JPMORGAN CHASE, GOLDMAN SACHS e ALLY FINANCIAL hanno rubato la scena in quanto stanno dicendo che fondamentalmente la loro attività sta rallentando. Il CEO di Goldman Sachs, David Solomon, la scorsa settimana ha detto che i ricavi da trading potrebbero scendere del 10% in questo trimestre. Mentre per JPMORGAN CHASE, che ha riportato perdite settimanali pari al 3,8%, le aspettative sono moderate circa il reddito derivante dal pagamento degli interessi. MORGAN STANLEY pur non perdendo quotazione è stato declassato da Buy a Neutral da Goldman Sachs (alla faccia del conflitto di interessi) che ha ridotto il suo obiettivo di prezzo da 122 a 105 $/az. BANK OF AMERICA ha perso qualcosa, dopo che Berkshire Hathaway ha continuato a ridurre la sua partecipazione nella banca negli ultimi giorni, vendendo circa 229 mln $ di azioni e riducendo il suo interesse nella grande banca a meno di 34 mld $, secondo un documento normativo. Infine, il responsabile finanziario della società attiva nei prestiti al consumo ALLY FINANCIAL ha affermato che le difficoltà creditizie si sono intensificate in questo trimestre, con il titolo che ha riportato una perdita di valore delle proprie azioni pari al 23,5% nelle ultime due settimane.

 Le azioni statunitensi a piccola capitalizzazione stanno battendo l'indice S&P500 nel terzo trimestre, nonostante abbiano subito danni maggiori rispetto alle azioni a grande capitalizzazione a settembre. L'indice Russell 2000 è in rialzo del 4,4% in questa settimana, anche dopo essere scivolato del 4% nella prima metà del mese di settembre questo mese (v. grafico):

A livello grafico notiamo che lo scenario attuale è praticamente uguale a quello di fine agosto con le quotazioni a ridosso del record del 16 luglio scorso, dalle quali si distanzia solo di un 1%. L’area di supporto dei 5400 punti ha fatto il proprio dovere fermando la discesa. Il successivo rimbalzo ha annullato la perdita di due settimane fa con i prezzi che sono tornati sopra i 5600 punti. In settimana vedremo se le decisioni della FED e la retorica di Powell possa dare la spinta per andare a far registrare un nuovo record, cosa che il livello di RSI a 58,5 permetterebbe ampiamente.

In costante discesa il valore dell’indice Cboe Volatility Index (VIX) che dai massimi di due venerdì a 23,76 che chiude l’ottava a 16,56 punti. Probabile rialzo della volatilità in questa settimana a partire da mercoledì prossimo.

Praticamente invariato il valore dell’indice skew del CBOE sull’S&P500 – un indicatore del mercato delle opzioni ‘out of the money’ per la domanda relativa di contratti call al rialzo rispetto a contratti put al ribasso – che dai 148,89 punti di due venerdì fa chiude l’ottava a 149,99 punti, anche se durante la settimana gli investitori hanno tentato di riequilibrare la tendenza rialzista con aperture di opzioni put che hanno portato l’indice a far registrare 140 punti, poi prontamente richiuse.

La settimana si è chiusa a 5626,02 in guadagno del + 4,03% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, il che porta ad un guadagno del + 17,95% rispetto alla chiusura del 2023.

Anche per il listino delle major industrial, DOW JONES, è stata una settimana (meglio, gli ultimi 3 giorni) all’impronta del rialzo, anche se rispetto agli altri due indici maggiori ha riportato guadagni più contenuti ma che non hanno impedito alle quotazioni di portarsi a meno di mezzo punto percentuale dal precedente record del 30 agosto.

Il listino è stato trascinato dai titoli tecnologici AMAZON, APPLE, MICROSOFT e dal finanziario AMERICAN EXPRESS il cui responsabile finanziario ha dichiarato in una conferenza che il credito era solido e la spesa dei consumatori stabile. Viceversa, i titoli PROCTER & GAMBLE, JP MORGAN CHASE e DOW INC. hanno riportato delle perdite settimanali. Discorso a parte meritano le azioni della BOEING che sono crollate del 3,7% dopo che venerdì mattina i lavoratori della fabbrica sulla costa occidentale degli Stati Uniti hanno abbandonato il lavoro, rifiutando a larga maggioranza un accordo contrattuale.

A livello grafico, notiamo l’importante supporto, anche psicologico, dell’area dei 40000 punti ha tenuto molto bene fermando la discesa delle quotazioni mercoledì scorso, dal quale è partito il rimbalzo che ha portato i prezzi a ridosso dell’area dei 41585 punti, precedente massimo storico. Anche su questo indice aspettiamo le decisioni della FED di mercoledì prossimo per registrare (molto probabilmente) un nuovo record. La settimana si è chiusa a 41393,78 40345,42 in guadagno del + 2,60% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, il che porta ad un guadagno del + 9,83% rispetto alla chiusura del 2023.

ORO INDEX

Un nuovo record per la quotazione dell’Oro è stato registrato nella giornata di venerdì scorso a 2614,60 $/oz. per le crescenti aspettative di un grande taglio del tasso di interesse (50 bps) da parte della FED.

Quest'anno il valore dell'Oro è aumentato di quasi il 25%, alimentato da un mix inebriante di prospettive di tassi di interesse statunitensi più bassi, inflazione in calo, un dollaro più debole e uno scenario geopolitico altamente volatile.

Gli investitori sono attualmente seduti su una delle loro più grandi posizioni rialziste nei futures sull'Oro mai registrate. I dati settimanali dell'ente regolatore dei mercati statunitensi mostrano che gli investitori non commerciali, una categoria che può includere investitori individuali, alcuni hedge fund e istituzioni finanziarie, detengono 287.558 contratti futures sul metallo giallo, per un valore di circa 73 miliardi di $ in base al prezzo spot attuale.

Non sono stati solo gli investitori nervosi ad aumentare le loro riserve di lingotti per i giorni di pioggia. Le banche centrali di tutto il mondo, che tendono a essere in gioco a lungo termine, stanno ancora aggiungendo oro alle loro riserve a una velocità vertiginosa dopo lo sperpero del 2023, il secondo più alto per il settore ufficiale mai registrato.

I fondi negoziati in borsa hanno registrato afflussi positivi per quattro mesi consecutivi fino alla fine di agosto, dopo anni di deflussi pressoché costanti in un contesto di elevati tassi di interesse globali, e gli ultimi quattro mesi di afflussi sono riusciti solo a ridurre le perdite da inizio anno a un deflusso netto di 44 tonnellate. Gli ETF sull'oro hanno registrato un afflusso di 28,5 tonnellate, pari a 2,1 miliardi di dollari, ad agosto, portando il loro patrimonio complessivo a 3.182 tonnellate, ha affermato in una nota di ricerca il World Gold Council (WGC), un organismo di settore che raggruppa le società minerarie d'oro di tutto il mondo.

Un prezzo dell'oro più elevato e i recenti afflussi hanno spinto il totale delle attività in gestione a un picco di fine mese di 257,3 miliardi di $ ad agosto.

Il WGC stima che ad agosto i volumi globali degli scambi di oro siano diminuiti del 3,2% su base mensile, attestandosi a 241 miliardi di $ al giorno, a causa della minore attività di negoziazione in borsa sul COMEX; tuttavia, i volumi medi degli scambi nell'opaco mercato over-the-counter (OTC) sono aumentati del 5,9%, attestandosi a 158 miliardi di $.

Con il prezzo dell'Oro in aumento del 21% dall'inizio dell'anno e le crescenti aspettative di tagli dei tassi negli Stati Uniti, gli speculatori hanno aumentato la loro posizione lunga netta totale sul COMEX del 17% da luglio alla fine di agosto pari a 917 tonnellate, il livello più alto da febbraio 2020.

Il possibile elemento negativo in questo quadro altrimenti scintillante è l'impatto di un rally apparentemente inarrestabile sui consumatori effettivi di Oro. Gli investitori al dettaglio, i gioiellieri e gli utilizzatori industriali sono molto sensibili ai prezzi.

Nel seguente grafico possiamo notare le variazioni percentuali dei prezzi del petrolio, dell'oro e del rame nei sei mesi successivi all'inizio dei tagli dei tassi da parte della Federal Reserve:

Il calendario economico degli Stati Uniti presenterà domani (martedì) i dati sulle vendite al dettaglio del mese di agosto. Gli investitori prevedono un aumento mensile dello 0,2% dopo la crescita dell’1% registrata a luglio. Un dato negativo potrebbe rendere difficile per il Dollaro trovare domanda e aiutare la quotazione del metallo giallo più in alto. Tuttavia, è probabile che la reazione del mercato rimanga di breve durata, con gli investitori che si asterranno dall’avere grandi posizioni prima degli annunci di politica monetaria della FED di mercoledì.

Il posizionamento sul mercato suggerisce che i prezzi dell’Oro si trovano di fronte a un rischio bidirezionale verso l’evento del FOMC. Un taglio dei tassi di 25 bps, già ampiamente scontato dal mercato, potrebbe aumentare il valore del Dollaro come reazione immediata e causare alle quotazioni della commodity preziosa una correzione. Viceversa, una riduzione del tasso di 50 bps rappresenterebbe una certa sorpresa innescando una discesa del valore del Dollaro a favore delle quotazioni dell’Oro in rialzo.

Inoltre gli investitori presteranno molta attenzione anche alle proiezioni di crescita. Una significativa revisione al ribasso delle previsioni di crescita potrebbe rilanciare i timori per una recessione il prossimo anno e innescare un ‘selloff’ nei mercati azionari statunitensi. In questo scenario, il Dollaro potrebbe rafforzarsi o limitare le sue perdite anche se l’esito della FED risultasse accomodante.

In sintesi, la decisione sui tassi della FED, il dot-plot e i commenti del Presidente della FED, Jerome Powell, durante la conferenza stampa post-incontro aumenteranno sicuramente la volatilità del mercato. Quindi attenti ad aprire posizioni in attesa che la situazione si calmi presumibilmente il giorno successivo all’apertura del mercato europeo.

Prospettive tecniche dell’Oro.

Il quadro tecnico a breve termine evidenzia il dominio degli acquirenti. L’area di resistenza che quota a 2580 $/oz. è stata superata venerdì scorso ed ora la prossima proiezione rialzista la troviamo in area 2650 $/oz. mentre troviamo al ribasso un supporto degli ultimi giorni in area 2500 $/oz, mentre un importante supporto lo troviamo in area 2450/2460 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi, finalmente i prezzi del Platino sono riusciti a superare le resistenze poste in area 980 $/oz. ed anche l’area psicologica dei 1000 $/oz. chiudendo l’ottava appena sopra tale livello. Vedremo in settimana se tale area verrà mantenuta con un consolidamento dei prezzi sopra di essa. Altrimenti…….!

Anche le quotazioni dell’Argento, in scia al rialzo dell’Oro, sono salite fino a testare la resistenza posta in area 31 $/oz. chiudendo l’ottava appena sopra tale area. Ora è importante consolidare sopra tale area in proiezione di una continuazione del rialzo fino alla resistenza posta in area 32 $/oz. Comunque, altrettanto importante non scendere nuovamente sotto il supporto dei 30 $/oz.

La quotazione settimanale dell’Oro si è chiusa a 2606,20 $/oz. in guadagno del + 3,15% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, il che porta ad un guadagno da fine anno del + 25,80%. La quotazione settimanale dell’Oro in modalità spot si è chiusa a 2576,50 $/oz. Di seguito il grafico daily dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2024:

DATI MACROECONOMICI

L’indice dei prezzi al consumo a livello annualizzato ad agosto si attesta al 2,5% registrando un calo per il quinto mese consecutivo; a luglio il dato era al 2,9%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il dato core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) dell’indice dei prezzi al consumo ad agosto a livello mensile segna un +0,3%, appena sopra al consensus del +0,2% ed al +0,2% di luglio.

Su base annua il dato di agosto resta al 3,2%, pari alla rilevazione di luglio, come indicato dal consensus. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 7 settembre sono state 230 mila, in crescita rispetto alla rilevazione di 228 mila della settimana precedente (rivista da 227 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

L’indice dei prezzi alla produzione core su base mensile ad agosto cresce dello 0,3%, rialzo appena superiore al consensus del +0,2% ed in direzione opposta rispetto al -0,2% di luglio (rivisto da +0,0%).

A livello annuo, ad agosto il dato è al 2,4%, in leggero rialzo rispetto al 2,3% di luglio (rivisto da 2,4%), ma appena sotto al consensus del 2,5%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il dato preliminare di settembre dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan si attesta a quota 69,0 punti, in rialzo rispetto ai 67,9 punti di agosto.

PORTAFOGLI AZIONARI

Impossibile prevedere questi mercati, nel senso che è possibile vedere un rimbalzo tecnico dopo una correzione più o meno ampia, ma vedere e prevedere un recupero totale a V, quindi un lasso di tempo minimo, è roba da strateghi o, meglio, da chi manovra una marea di soldi essendo quasi sicuro di portare a casa un rendimento, tanto i retail gli vanno dietro.

Pochissimi i titoli in ipervenduto e comunque con bilanci da ‘far west’ tipo MODERNA che dopo l’esplosione nella stagione del COVID riporta dei dati di profittabilità tutti negativi, dalle percentuali sui margini (operativo e netto), ai ROE, ROIC e gli utili al netto delle voci non ricorrenti in profondo rosso negli ultimi 3 anni. Di positivo hanno solo un rapporto tra cassa disponibile e debiti. Ma anche qui la società è intervenuta riducendo la spesa annuale di ricerca e sviluppo di 1,1 mld $ entro il 2027 portandola a 3,8 mld $ e concentrandosi su 10 vaccini prioritari che dovranno raggiungere la commercializzazione. Al contempo hanno posticipato di due anni, al 2028, il raggiungimento del pareggio di bilancio. A livello di fair value la società è ancora sopravvalutata e anche se i prezzi si sono avvicinati al minimo di inizio novembre 2023, chi se la sente di comprarla ? Idem per i titoli del settore dei semiconduttori, tutti sopravvalutati ad eccezione di GLOBALFOUNDRIES, società che ha ultimamente stretto una collaborazione con la Silicon Catalyst per accelerare soluzioni tecnologiche differenziate per le ‘startup’ di semiconduttori, eppure nonostante una trimestrale economica sopra le attese pubblicata ad agosto, le quotazioni sono in discesa. Chi se la sente di comprarla ?  

Per il momento sul Portafoglio Storico consoliamoci con INTUIT anche se so che i nuovi abbonati fremono per spingere il tasto dei BUY.

Come abbiamo detto che sarebbero potuti riprendere gli acquisti sul Portafoglio “The Challenge” ecco che il mercato ti rimbalza in faccia prendendoti anche per il naso visto che eravamo molto vicini a poter proporre tre nuovi acquisti. Non vi dico i nomi altrimenti con la voglia che avete di comprare, entrate a mercato !! Per il resto riprendono un po' quota i titoli acquistati negli ultimi tempi, che anche i nuovi abbonati possono acquistare vista la sostanziale parità tra le quotazioni alle quali abbiamo comprato e quelle attuali del mercato.

Da segnalare un forte sottovalutazione del titolo CAMPARI che anche questa settimana ha perso oltre il 5% senza un motivo apparente, o quantomeno noi non abbiamo trovato notizie. Ovviamente da acquistare a piene mani su questi prezzi da parte dei nuovi abbonati.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.

ADOBE SYSTEMS – 4,71%. La società offre una linea di software e servizi utilizzati da professionisti creativi, professionisti del marketing, sviluppatori, imprese e consumatori, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2024 pari a 4,71 $/az. su ricavi per 5,41 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 4,53 $/az. su ricavi per 5,37 mld $. Il fatturato è aumentato del 10,59% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il quarto trimestre fiscale 2024 utili tra 4,63 e 4,68 $/az. su ricavi tra 5,50 e 5,55 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 4,62 $/az. su ricavi pari a 5,60 mld $.

A livello contabile nel terzo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi totali pari a 5,41 mld $, cresciuti dell’11% su base annua rispetto a 4,631 mld $ dello stesso periodo 2023; costi e spese operative totali pari a 3,33 mld $ in aumento rispetto a 2,753 mld $ dello stesso periodo 2023; un reddito operativo pari a 2,515 mld $ in aumento rispetto a 2,264 mld $ dello stesso periodo 2023; un utile netto pari a 2,08 mld $ in aumento rispetto a 1,878 mld $ dello stesso periodo 2023, per un utile per azione pari a 4,65 $ in aumento rispetto a 4,09 $/az. dello stesso periodo 2023. Il flusso di cassa derivante dalle attività operative è stato pari a 2,021 mld $, rispetto a 1,873 mld $ dell'anno precedente. Al 30 agosto 2024 avevamo liquidità e mezzi equivalenti pari a 7,515 mld $. Gli obblighi di prestazione rimanenti (“RPO”) usciti dal trimestre ammontavano a 18,14 mld $. Adobe ha riacquistato circa 5,2 milioni di azioni durante il trimestre.