Dopo avere battezzato il minimo ieri oggi vale la pena ricordare un articolo di MarketWatch a firma di Gordon Gottsegen che racconta di come (“forse” aggiungo io) sia stato un grafico che è diventato virale sui social media ad alimentare il terrore di una recessione di cui per il momento non si vedono i segnali. Questo grafico mostra l'andamento del tasso sui fondi federali degli Stati Uniti nel corso degli anni e sovrappone i periodi di recessione dell'economia statunitense. Il grafico ha mostrato una tendenza preoccupante, almeno ad una lettura superficiale, perché le ultime volte che la Fed ha tagliato i tassi di interesse dal loro picco precedente una recessione è seguita a breve distanza.
Con la Fed pronta a tagliare nuovamente i tassi, sui social media ci si chiede se l'economia statunitense sia destinata a un'altra recessione?
Allora prima di tutto Tomasini risponde (non Marketwatch) che 4 eventi in 40 anni non sono “significativi” ovvero potrebbero essere frutto della casualità. Che cosa sia la significatività lo dice bene l’esempio del cecchino: se sparate una pallotola e fate centro potreste essere o fortunati o un cecchino. Se sparate 100 colpi e fate sempre centro potete essere solo un cecchino. Ecco perché 4 casi non dicono niente. Di seguito il grafico incriminato:
In secondo luogo è importante ricordare che la correlazione non implica causalità. I tagli dei tassi sono certamente legati alle recessioni, ma ciò non significa che tagliare i tassi causerà una recessione. I tagli dei tassi sono intesi per combattere queste situazioni.
Ma adesso vediamo il grafico “vero”, cioè quello che considera la storia dei tagli dei tassi negli ultimi 100 anni. Se si torna indietro e si osservano le recessioni del 1980, 1974, 1970, 1960 e 1957, si vedrà che i tagli dei tassi sono avvenuti DOPO l'inizio della recessione, come un modo per far uscire l'economia dalla crisi. Per i tagli dei tassi che sono venuti PRIMA delle recessioni è probabile che i segnali economici fossero già chiari e che i tagli fossero necessari per fermare l'emorragia:
È anche importante discutere il motivo per cui la Fed sta tagliando i tassi nel 2024. La Fed ha iniziato ad aumentare aggressivamente i tassi nel 2022 per combattere l'inflazione dilagante a seguito delle interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla pandemia e delle spese governative che ne sono seguite per rilanciare l'economia. L'inflazione di solito si verifica quando l'economia è in espansione e quando troppi soldi inseguono troppo pochi beni e servizi.
I recenti aumenti dei tassi da parte della Fed avevano lo scopo di raffreddare questa inflazione rallentando la quantità di denaro in circolazione nell'economia. In una certa misura, ha funzionato. L'inflazione è scesa in modo significativo dal picco del 9,1% nel 2022, ma rimane ancora leggermente al di sopra dell'obiettivo del 2% della Fed.
In sostanza i timori di una recessione per il momento sono eccessivi, conclude MarketWatch. E anche io penso che se oggi il mercato USA ed europeo si sfogherà seguendo un -5% di Tokio, da oggi a domani potrebbero avvenire dei fatti che potrebbero riposizionare la lancetta della fiducia sul verde. Del resto siamo già all’obiettivo di 5230 dell’SP500. Il Vix ha toccato i 30 punti ieri e questo ci fa capire che siamo già su un picco di volatilità, che prima o poi da oggi in poi deve rientrare. La percentuale dei titoli che sono sopra la media mobile a 200 giorni negli USA rimane sui massimi e quindi questo ci fa capire che il grosso del mercato per il momento rimane sempre e comunque al rialzo.
Poi che un grafico diffuso sui social media possa fare questo scusate ma se fosse vero beh allora sarebbe davvero questo il vero problema.