Il 75% dei patrimoni detenuti dagli “under 35” sarebbe collocato appunto in Etf. Con un peso rilevante dei piani di acquisto. La quota scenderebbe al 59% per chi ha un’età superiore ai 50 anni. Di qui la strutturazione oggi di uno schema di investimenti basato su replicanti in ottica di lungo e lunghissimo periodo.
Il report della domenica
Il mercato finanziario sta cambiando con una rapidità impressionante. Sono soprattutto i giovani a imporlo e le generazioni più mature si adeguano. Ecco cosa dicono i numeri in base ad alcune ricerche rese disponibili negli ultimi tempi.
● Si espande il fronte di chi vuole fare da solo, perché considera troppo costosa la consulenza bancaria.
● In questo contesto i giovani puntano decisamente sugli Etf, come avviene già da molto tempo per esempio negli Usa.
● Un’indagine di Scalable Capital, il cui scopo è di rendere il mondo degli investimenti accessibile a tutti, ha di recente fornito questi dati con una specifica ricerca, che riportiamo diligentemente senza disporre però degli strumenti per verificarne le metodologie (precisazione che si impone):
- nel 2022 il valore medio delle attività finanziarie degli italiani tra i 55 e i 64 anni veniva stimato in 147.415 euro, mentre quello tra i 25 e i 34 anni ammontava a 58.429 euro.
- gli Etf rappresenterebbero in entrambi i casi la parte più importante nel mix di investimento (74% per la fascia 18/34 anni contro il 59% per gli over 55); seguono le singole azioni (23% per i giovani contro 36% per i più maturi) e altri prodotti (3% per i primi e 5% per i secondi). Si evidenzia l’assenza della componente obbligazionaria, il che è anomalo, ma si consideri che la rilevazione è stata fatta – come detto – nel 2022, quando le condizioni a loro favore erano ancora svantaggiose.
Che crediate o no a questi numeri è evidente che l’effetto Etf continua a crescere, per tanti motivi che non stiamo qui a ricordare. Basta effettuare dei confronti sugli scambi quotidiani di Borsa Italiana per rendersene conto.
● Come agire per ottimizzare gli investimenti
Se gli Etf sono vincenti occorre però saperli gestire. Questi alcuni consigli utili per migliorare i risultati nella gestione di un portafoglio, piccolo o grande che sia.
■ fondamentale scegliere prodotti con elevate dimensioni del fondo e possibilmente con una buona storia alle spalle;
■ un netto vantaggio degli Etf è quello di costi di gestione (Ter) nettamente inferiori rispetto ai fondi ma preferibile fra i primi individuare quelli con ancor più bassi oneri;
■ attenzione ai piani di accumulo: quando automatizzati possono comportare frequenti e successive entrate a prezzi analoghi, causando incrementi di investimento che non muovono le quotazioni medie di carico. Preferibile allora seguire con attenzione gli Etf prescelti e individuare livelli per entrate scaglionate in presenza di significative variazioni delle quotazioni (per esempio +/- 10% o anche +/- 20%) in base al trend rialzista o ribassista. Come si fa? Utilizzando una media mobile lunga – a 100 o 200 periodi – solitamente molto precisa nel caso appunto degli Etf, che replicando indici si caratterizzano per trend ben delineabili. Un po' di training, anche solo attraverso il grafico interattivo di ciascun prodotto quotato su Borsa Italiana, facilita questo modo di operare;
■ meglio evitare (quando possibile) il rischio di cambio valutario, se non lo si sa gestire, sebbene ciò possa comportare il non utilizzo di Etf leader, emessi soprattutto in Usd. Si consideri inoltre che scegliendo delle entrate scaglionate si diluisce questa variabile, benché si debba tenerla sempre presente;
■ se l’obiettivo è di lungo termine e non si ha necessità di reddito immediato appare assolutamente consigliabile utilizzare Etf cosiddetti ad accumulo, cioè con eventuali dividendi distribuiti dai sottostanti che vengono reinvestiti dallo stesso gestore sullo specifico Etf senza costi aggiuntivi.
Queste regole sono fondamentali per ottimizzare l’investimento, assicurandosi i più bassi costi e la migliore efficienza complessiva.
Era inevitabile fare tale introduzione. E ora spazio a un portafoglio tipo (con strumenti quotati su Borsa Italiana) fra i tanti ipotizzabili.
●●●●
L’Etf |
iShares Core Msci World |
Isin |
IE00B4L5Y983 |
Il sottostante |
Replica le Borse dei Paesi più sviluppati del mondo, con inevitabile un peso rilevante degli Usa |
I rendimenti storici |
Molto elevati ma favoriti dall’accentuato trend rialzista di Wall Street negli ultimi anni |
La volatilità media |
Allineata a quella del sottostante |
Il Ter (costo annuo) |
0,20% |
La dimensione del fondo |
Fra le maggiori in assoluto |
Punto debole |
Ha come valuta di denominazione l’Usd |
●●●●
L’Etf |
Xtrackers Msci World Ex Usa |
Isin |
IE0006WW1TQ4 |
Il sottostante |
In questo caso l’Msci World (cioè lo stesso dell’Etf precedente) esclude gli Usa e il loro rilevante peso. Il che significa eliminare il rischio crescente relativo alle sette big di Wall Street. Presenta inoltre un buon equilibrio fra i diversi settori |
I rendimenti storici |
E’ un Etf nuovo, il che contrasta con uno dei consigli sopra esposti, ma era molto atteso dai mercati e finalmente ha fatto da poco il suo esordio |
La volatilità media |
Contenuta (sinora) |
Il Ter (costo annuo) |
0,15% |
La dimensione del fondo |
Per ora limitate |
Punto debole |
Pure in questo caso ha come valuta di denominazione l’Usd |
●●●●
L’Etf |
Amundi Msci Emerging Markets |
Isin |
FR0010429068 |
Il sottostante |
I mercati emergenti (inevitabili) senza il rischio di cambio, visto che l’Etf ha come valuta di denominazione l’euro |
I rendimenti storici |
Piuttosto stabili negli ultimi anni, avvalorando le incertezze di un mondo destinato però ad assumere sempre più importanza in futuro |
La volatilità media |
Inferiore a quella di non pochi singoli “emerging markets” |
Il Ter (costo annuo) |
0,55% |
La dimensione del fondo |
Elevate |
Punto debole |
Il Ter ma è inevitabile date le caratteristiche dell’Etf |
●●●●
L’Etf |
JPMorgan Eur Ultra-Short Income |
Isin |
IE00BD9MMF62 |
Il sottostante |
Appartiene alla nuova generazione degli Etf cosiddetti a gestione attiva. Investe soprattutto in obbligazioni investment grade (cioè a elevato rating), a breve scadenza con tasso sia fisso sia variabile. È del tipo ad accumulo. Valuta di denominazione l’euro |
I rendimenti storici |
Certamente correlati all’andamento dei tassi (molto diluiti però per la replica di una vastissima platea di diverse Banche centrali, quali Fed, Bce e tante altre) |
La volatilità media |
Bassa |
Il Ter (costo annuo) |
0,18% |
La dimensione del fondo |
E’ l’Etf a gestione attiva di maggiore entità |
Punto debole |
Si tratta di uno strumento protettivo e come tale va utilizzato |
●●●●
L’Etf |
iShares Growth Portfolio |
Isin |
IE00BLLZQ805 |
Il sottostante |
Un altro Etf a gestione attiva. Investe a sua volta su Etf che replicano indici che soddisfano determinati criteri ambientali e sociali (Esg). È gestito dinamicamente senza riferimento a un benchmark. Al momento rilevante la quota azionaria (oltre il 70%), mentre il restante 30% è collocato in obbligazioni/cash. Valuta di denominazione l’euro |
I rendimenti storici |
Positivi ma naturalmente hanno dinamiche tutte loro, date le caratteristiche dell’Etf |
La volatilità media |
Piuttosto contenuta |
Il Ter (costo annuo) |
0,25% |
La dimensione del fondo |
E’ un Etf relativamente nuovo e quindi in fase di crescita |
Punto debole |
Il peso sull’indice della componente Usa è elevata (circa un 50%) |
Un portfolio questo che segue le dinamiche attualmente prevalenti e che non prevede posizioni su singoli settori. Naturalmente se ne potrebbero costruire tanti altri, più o meno rischiosi. Lo faremo in futuro.
L’utilizzo delle informazioni e dei dati come supporto di scelte personali è nella completa autonomia del lettore e pertanto solo quest’ultimo è responsabile delle proprie decisioni.