MERCOLEDI’ 19 GIUGNO E’ FESTA NAZIONALE NEGLI STATI UNITI PER IL ‘JUNETEENTH NATIONAL INDIPENDENCE DAY’ E WALL STREET RIMARRA’ CHIUSA.
NASDAQ100 ALLE STELLE, S&P500 UN PO’ MENO, MENTRE IL DOW JONES CONTINUA A PAGARE PEGNO. CROLLO DEI RENDIMENTI DEI BONDS CON IL DOLLARO CHE SI MANTIENE FORTE NONOSTANTE I DEBOLI DATI MACRO. DEBOLI ANCHE LE COMMODITIES PREZIOSE E INDUSTRIALI.
Inizio di settimana scorsa in sordina per gli indici azionari USA in attesa degli importanti eventi di mercoledì scorso riguardo ai dati sull’inflazione e alla riunione della FED in materia di tassi di interesse. Ciò, comunque, non ha impedito agli indici azionari di ritoccare i precedenti record. Poi la giornata ‘clou’ degli eventi hanno permesso ai listini azionari un balzo considerevole al rialzo con tanto di gap rimasti aperti anche nel fine settimana che ha portato l’indice S&P500 a superare quota 5400 punti e il Nasdaq100 a poco più di 350 punti da quota 20000 !! Male il DOW JONES che sbatte nuovamente su quota 39200 e chiude la settimana in perdita così come l’indice Russell2000 delle piccole capitalizzazioni sceso dell'1,6%, aggiungendosi alle perdite recenti. Ma veniamo ai dettagli degli importanti eventi che hanno caratterizzato la settimana appena trascorsa.
Il CPI USA di maggio ha sorpreso significativamente al ribasso. Abbiamo quindi il primo dato decisamente sotto attese del 2024, dopo averne visti 3 in fila decisamente sopra attese e in salita, e uno un po' più benigno ad aprile.
Andando nel dettaglio, grazie ad uno schema di Morgan Stanley, notiamo che i servizi ‘core’ hanno dimezzato l'incremento rispetto a aprile, e quello di maggio è interamente dovuto agli alloggi, mentre il dato ex-shelter (alloggi) è andato in negativo, una cosa che non succedeva dal settembre 2021, e che non dispiacerà affatto a Powell e C.
In generale un report assai benigno, che mostra un rallentamento dell'inflazione a maggio assai generalizzato. I cali di vestiario, auto nuove, tariffe aeree e hotel lasciano anche sospettare un indebolimento della domanda e una maggiore sensibilità ai prezzi da parte del consumatore.
Volendo cercare dei fattori di cautela si può osservare che:
a) gli alloggi si rifiutano di scendere e restano belli robusti;
b) alcuni cali come quello delle tariffe aeree non sembrano sostenibili;
c) auto, assicurazioni e tariffe aeree non entrano nel PCE, che sarà quindi basso ma non zavorrato da queste 2 categorie che hanno frenato il CPI core.
Fatti questi doverosi rilievi, e considerato che si tratta di un solo report, la verità è che il dato ‘core’ annualizzato al 3,4% per effetto dei numeri odierni torna ad avere una aria più confortante. Tanto confortante che azionario e bonds sono andati immediatamente in domanda, mettendo a segno rapidamente progressi corposi sia in USA che in Eurozone. Il Dollaro ha ceduto fino a una figura, e le commodities si sono rafforzate.
E veniamo all’altro evento importante della settimana: il FOMC. Lo Statement e le proiezioni contengono alcune modifiche:
1) Al primo paragrafo la dicitura "assenza di progressi dell'inflazione verso il target" è stata sostituita da "un ulteriore modesto progresso dell'Inflazione" qualcosa che è forse stato suggerito dal dato odierno. Il resto è stato lasciato invariato rispetto allo scorso FOMC, se non per l'eliminazione della frase che annunciava il rallentamento del QT.
2) Nelle proiezioni, la crescita è stata lasciata invariata, ma la disoccupazione è stata portata su di 0.1% per 2025 e 2026. Anche l'inflazione è stata rivista al rialzo per 2024 e 2025. La vera sorpresa è che i tagli indicati nella Dot Plot nel 2024 sono passati da 3 a uno. Quelli previsti nel 2024 e nel 2026 sono passati da 3 a 4, il che indica un numero di tagli invariato nel triennio. In sostanza si tratta di un rinvio di un taglio dal 2024 al 2025 e uno dal 2024 al 2026. Ma anche il tasso di lungo periodo è stato alzato di 0.2% al 2.8%.
Nella Conference Powell non ha inserito concetti particolarmente aggressivi. Ha detto che l'economia è in buone condizioni e ripetuto che i rischi verso il loro doppio mandato sono più bilanciati. Il mercato del lavoro è robusto: si sta raffreddando, ma loro non vedono nessun rischio di marcato peggioramento, anche se sono pronti eventualmente a contrastarlo. Ovviamente è contento del report di CPI odierno, ma (anche per le esperienze passate), richiede ulteriori prove di rientro. Loro stessi non hanno molta fiducia in previsioni e Dot plot e quindi resteranno dati dipendenti. I tassi secondo loro non torneranno così bassi come nel pre-covid, ma il tasso di lungo periodo non è osservabile, è un concetto teorico e come tale ha una rilevanza relativa nell'immediato.
I mercati non si sono scomposti più di tanto di fronte a queste modifiche. Forse il calo dei tassi e il progresso di Wall Street si sono limati un po'. Sicuramente il Dollaro ha recuperato un po'.
I sussidi di disoccupazione hanno fatto un altro balzo al rialzo. E' ancora presto per considerarla una deriva, visto che i rialzi di metà 2023 sono poi rimasti lettera morta, anche se li vi erano un paio di distorsioni in Michigan e Ohio. I Prezzi alla produzione USA di maggio costituiscono un altro dato "disinflattivo". Hanno sorpreso al ribasso sia come dato ‘headline’ che come dato ‘core’. Questo report va ad abbassare ancora un po', a margine la stima di PCE, e quindi è un 'altra buona notizia per la FED. In generale i dati usciti in settimana hanno indicato inflazione in calo e domanda di beni, servizi e lavoro, in indebolimento. I mercati hanno reagito ancora meglio con l’S&P500 che nella giornata di mercoledì ha fatto registrare un nuovo record portandoli a due di seguito (4 sul future), mentre il Nasdaq100 non conosce soste e inanella record su record con 9 sedute consecutive positive su 10 e l’unica negativa è dello 0,11%.....da ridere ! Se si considera che questa fila di record di Wall Street è avvenuta a fronte di un Eurozone in crescente correzione e mercati globali a macchia di leopardo, la sua forza assume ancora più rilevanza. Di contro troviamo una discesa importante dei rendimenti dei Bonds mentre il Dollar Index, contrariamente alle aspettative, riprende forza.
Passiamo ora ad analizzare il mercato monetario.
Settimana scorsa decisamente negativa per i rendimenti dei titoli di stato USA, che ad inizio settimana hanno riportato un’asta del Treasury a 10 anni estremamente forte, con il rendimento d'asta uscito 2 bps sotto quello del mercato e il bid to cover ai massimi da oltre 2 anni, e giovedì scorso un’asta del Treasury 30 anni per 22 mld $ decisamente in domanda, ad impattare nuovamente negativamente sui rendimenti. Inoltre i dati macro pubblicati nel corso della scorsa settimana sono stati tutti ‘bond frendly’ con i rendimenti USA che mettono a segno il quarto giorno di calo significativo, per un totale di oltre 20 bps. Infine qualche aggiustamento nelle dichiarazioni del report del FOMC e la pubblicazione delle proiezioni della FED che suggeriscono un solo taglio quest'anno ma ben 4 per il prossimo.
Pertanto andiamo a vedere nello specifico cosa è successo al mercato dei tassi statunitense che si è presentato nel fine settimana appena trascorso sulle probabilità dei tagli sui tassi d’interesse nel 2024 e sui rendimenti dei Treasury.
Lo strumento FedWatch del CME Group mostra come le probabilità di nessun taglio per la riunione del 31 luglio siano rimaste praticamente invariate dal 91,1% di due venerdì fa all’attuale 89,7%. Pochissime le probabilità per un taglio di 25 bps che dall’8,8% di due venerdì fa si alzano leggermente all’attuale 10,3%. (v. grafico):
Passano nuovamente alla riunione del 18 settembre le probabilità del primo taglio dei tassi. Infatti tornano ad alzarsi considerevolmente le probabilità di un taglio pari a 25 bps al 59,5% rispetto al 45,0% di due venerdì fa. Tutto a scapito delle probabilità di nessun taglio che si abbassano notevolmente dal 51,0% di due venerdì fa all’attuale 34,1%. Infine rimangono sempre molto basse le probabilità di un taglio per complessivi 50 bps (1 da 0,50% o due da 0,25%) che dal 3,9% di due venerdì fa passano all’attuale 6,4% (v. grafico):
E veniamo alla scadenza relativa alla riunione del 7 novembre. Per questa riunione rimangono stabili le probabilità di un taglio pari a 25 bps che dal 47,4% di due venerdì fa passano all’attuale 49,7%. Mentre salgono nuovamente le probabilità di un taglio per complessivi 50 bps (1 da 0,50% o due da 0,25%) che dal 16,3% di due venerdì fa passano all’attuale 26,9% il tutto a scapito di nessun taglio che dal 35,1% di due venerdì fa, passano all’attuale 21,0% (v. grafico):
Infine, per l’ultima riunione del 2024, passano al comando le probabilità di un taglio per complessivi 50 bps che passano dal 36,5% di due venerdì fa all’attuale 44,4% e con loro si alzano anche le probabilità per un taglio complessivo di 75 bps (forse troppo ottimistiche) che dal 11,0% di due venerdì fa passano all’attuale 21,5%. Il tutto a scapito delle probabilità per un taglio di soli 25 bps che passano dal 39,4% di due venerdì fa all’attuale 27,4%, e delle probabilità di nessun taglio che passano dal 12,9% di due venerdì fa all’attuale 4,8% (v. grafico):
Dagli articoli di luglio andremo a dare uno sguardo anche alle prime riunioni del 2025.
Nel corso della settimana appena trascorsa i rendimenti dei titoli del Tesoro a lungo termine sono scesi per la quarta sessione consecutiva venerdì scorso, con i tassi a dieci e trent’anni che hanno toccato i livelli più bassi in più di due mesi, grazie anche ai deboli dati sull’inflazione pubblicati. I rendimenti dei titoli del Tesoro riflettono tipicamente le valutazioni dei mercati sulle prospettive economiche, con rendimenti più elevati sui debiti pubblici a lungo termine che suggeriscono una prospettiva più ottimistica e rendimenti più bassi che indicano una prospettiva più cupa. Nel frattempo, i consumatori rappresentano un motore significativo dell’economia statunitense, con gli investitori concentrati anche sul cambiamento nel comportamento di spesa dei consumatori per i primi segnali di rallentamento economico. Ciò ha posto la pubblicazione del rapporto sulle vendite al dettaglio di maggio al centro della scena per questa settimana abbreviata per le festività, dato che mercoledì è festa nazionale negli Stati Uniti. Secondo gli economisti intervistati dal Wall Street Journal, la spesa dei consumatori dovrebbe aumentare dello 0,2% a maggio dopo essere rimasta invariata nel mese precedente. Le vendite al dettaglio sono rimaste stabili ad aprile, poiché gli economisti si aspettavano un aumento delle vendite dello 0,4%.
Detto ciò andiamo a vedere nello specifico i numeri: la scadenza corta costituita dal Treasury 2Y è passata dal 4,889% di due venerdì fa, al minimo del 4,658% di venerdì scorso, all’attuale 4,725%. Stessa situazione anche se in tono minore per il Treasury 10Y che dal 4,435% di due venerdì fa passa all’attuale 4,26% con un minimo settimanale al 4,19% di venerdì. Infine per la scadenza lunga del 30Y ampiezza ancora minore del rialzo che passa dal 4,557% di due venerdì fa all’attuale 4,40% con un minimo settimanale al 4,332% di venerdì. Attualmente il classico spread 2Y – 10Y è posizionato a 47,1 punti.
In netta discesa i tassi reali, al netto dell’attuale tasso di inflazione, dopo i dati inflattivi della scorsa settimana (CPI e PPI). Come mostrato dal grafico del breakeven inflation a 10 anni, in chiusura di ottava il tasso scende al 2,17% dal 2,30% di due venerdì fa, cosa che non si vedeva da fine dicembre 2023 (v. grafico):
Analisi grafica dell’indice di riferimento di una parte delle nostre operazioni, il NASDAQ100. L’indice tech prosegue imperterrito il trend rialzista segnando il quarto record consecutivo nella giornata di venerdì chiudendo in forte rialzo la settimana grazie ai guadagni di ADOBE e di altri titoli legati alla tecnologia, come APPLE (+10% in 2 sedute) e NVIDIA (+3.5%). Inutile dire che, con il mercato al traino delle Magnificent Seven, l’ampiezza è stata ancora scarsa con meno di 30 titoli in positivo, situazione evidenziata dall’indice Nasdaq100 Equal Weighted che guadagna lo 0,85% a fronte del + 3,47% dell’indice ‘pesato’. Il Russell 2.000 Small Caps che lascia sul terreno un altro – 1,19% dopo il – 2,38% di due settimane fa, mostra che il tema continua ad essere quello di un gruppo di mega-caps del tech che sostiene indici altrimenti deboli.
Tom Mc Clellan, figlio dell'inventore del Mc Clellan oscillator ha osservato questo fenomeno, che è catturato dal suo indice, e dichiarato che è un ‘warning’ (allarme) per la tenuta del rally (v. grafico seguente):
Effettivamente è una salita estremamente ripida a fronte di una ampiezza negativa. Non una cosa che si vede spesso.
Con le performance settimanali dei ‘magnificent seven’ è aumentato notevolmente l’indice ‘pesato’ a scapito dell’indice Nasdaq100 equal weighted che nella settimana appena trascorsa ha riportato un guadagno dello 0,85% contro il 3,47% di quello ‘pesato’ ampliando ancor più il gap del rendimento da inizio anno con l’equal weighted che registra un minor guadagno del 12,57% rispetto a quello ‘pesato’. Graficamente notiamo la bella candela di martedì scorso che ha stabilito un momentaneo nuovo record, alla quale ha fatto seguito una serie di altre 3 candele con minimi e massimi crescenti lasciando dietro di sé l’ennesimo gap aperto nella giornata di mercoledì, per poi chiudere le contrattazioni settimanali facendo registrare un nuovo ennesimo record a 19664.59 punti, molto vicino alla proiezione rialzista in area 19750/19800 [rappresentante l’estensione del 127,2% di onda 3 di (5) partendo dal minimo di onda 4 di (5)]. Ovviamente questa serie di allunghi ha, de facto, portato il livello dell’RSI in netta zona di ipercomprato quasi a 79. Vedremo nel corso di questa settimana corta, causa festività, se il dato delle vendite al dettaglio di maggio e la retorica dei membri della FED dia la spinta per ulteriori rialzi o meno. Pertanto, le prossime proiezione rialziste prevedono, oltre all’area già citata dei 19800, l’area 20050 e l’area 20300 rispettivamente estensione del 138,2% e 150% di onda 3 di (5) partendo dal minimo di onda 4 di (5). Forse più opportuna ci sembra una fase di consolidamento tra i massimi attuali e l’area 19200 con chiusura dell’ultimo gap aperto. La settimana si è chiusa a 19659.80 con un guadagno del + 3,47% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 16,85% rispetto alla chiusura del 2023.
In scia all’indice tech, ulteriori rialzi nel corso della settimana scorsa per l’indice S&P500 che, nella giornata di mercoledì, aggiorna il proprio record a 5447.25 punti di massimo chiudendo l’ottava con un guadagno dell’1,59%. L’indice è in rialzo del 14% quasi a metà del 2024 e ha fatto registrare un nuovo record ben 27 volte da inizio anno. Le variazioni giornaliere dell’indice dell’1% in entrambe le direzioni sono state rare e si è verificato solo un movimento del 2%, il minimo dal 2017 a questo punto dell’anno. Ma la partecipazione al rally continua ad essere un tema. Molto peggio ha fatto l’indice S&P Equal Weight che addirittura perde lo 0,57% evidenziando il fatto che solo un terzo delle componenti del listino hanno riportato performance positive. Come scritto in precedenza, questa situazione rappresenta un allarme per la tenuta del rally.
Sentimentrader.com è uscito con uno studio diverso, basato su performance e volatilità. Ha calcolato che una sua formula di "information ratio" dell'S&P500 è salita a dei livelli osservati una sola altra volta negli ultimi 25 anni.
In sostanza, nelle ultime 150 sedute, l'S&P500 ha mostrato una performance 40 volte la deviazione standard delle sue variazioni giornaliere, un livello osservato, di recente, solo a gennaio 2018.
In altre parole abbiamo fruito di un periodo di performance eccellenti accoppiate a volatilità bassa con un solo precedente dal 2000 in poi. Questo tipo di situazioni (il backtest è informato a un ‘Information Ratio’ superiore a 40 per la prima volta da 2 anni) sono state storicamente seguite da performance sotto la media da parte dell'S&P500.
Come si nota, vi sono 2 periodi distinti. Dagli anni '30 a fine anni '60 le performance del backtest non sono così, male, anzi. A 6 e 12 mesi sono molto buone. Negli ultimi 50 anni, per contro, sono decisamente mediocri. Escludendo il primo periodo dal backtest e considerando solo il secondo, i risultati medi sono quelli nello specchietto sotto.
Questo studio è una manifestazione statistica del concetto che periodi eccessivamente facili (tanta performance e poca volatilità) pongono i presupposti per periodi più difficili.
A livello grafico notiamo la continuazione del trend rialzista con le quotazioni della giornata di mercoledì scorso che hanno rotto il precedente massimo storico lasciando un gap aperto. Superata quindi la resistenza in area 5410 rappresentata dall’estensione del 78,6% di onda 3 di (5) partendo dal minimo di onda 4 di (5), la prossima proiezione rialzista vede l’area 5530/40 punti, rappresentata dall’estensione del 100,0% di onda 3 di (5) partendo dal minimo di onda 4 di (5). Con un livello di RSI a 72 pensiamo che i prezzi possano prima consolidare in questa area o meglio, andare a chiudere il gap di mercoledì scorso. In caso di correzione resta possibile il test del supporto in area 5310 punti [ritracciamento del 27,2% di onda 5 di (5)].
Come in ognuna delle precedenti occasioni in cui le sedute contenevano eventi "market mover", l’indice Cboe Volatility Index (VIX) si è sgonfiato di oltre il 6% a indicare un frenetico smontamento di hedge. Ma la verità è che in questo caso non si era notata molta domanda di volatilità a scopo copertura, e infatti il VIX in settimana è sceso sotto quota 12 punti, per poi recuperare qualcosa in chiusura di ottava. Gli investitori sembrano ottimisti e gli analisti affermano che hanno buone ragioni. L’economia è rimasta più forte di quanto quasi chiunque avesse previsto dopo che la Federal Reserve ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse. Gli utili aziendali tornano a crescere. L'inflazione si è raffreddata più del previsto nel rapporto sui prezzi al consumo della scorsa settimana. Ma la storia dimostra che i periodi di estrema calma dei mercati raramente durano. Il VIX è stato scambiato in linea con i livelli attuali per gran parte del periodo dal 2005 al 2007, prima di superare quota 80 durante la crisi finanziaria del 2008. Parte del problema di un’economia forte e di mercati calmi è che creano un ambiente in cui gli investitori abbassano la guardia e si rivolgono a investimenti più rischiosi (v. prezzi molto alti delle big cap) e speculativi (su titoli che non hanno partecipato al forte rialzo del listino S&P500) nella loro caccia a grossi rendimenti.
Esattamente al contrario delle sorti del VIX la situazione sull’indice della ‘paura’, e parliamo dello skew del CBOE sull’S&P500 – un indicatore del mercato delle opzioni per la domanda relativa di contratti call al rialzo rispetto a contratti put al ribasso – che è salito, nella giornata di giovedì scorso, a 162,25 punti come sul massimo del 14 dicembre 2023 a 162,51 punti. Evidentemente l’ulteriore salita dei prezzi delle azioni ha indotto gli investitori a coprirsi con una forte esposizione di opzioni put. La settimana si è chiusa a 5431.61 con un guadagno del + 1,59% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 13,88% rispetto alla chiusura del 2023.
Sono continuati anche nel corso della scorsa settimana i segnali di deterioramento per le quotazioni del listino delle major industrial, il DOW JONES, che rispetto agli altri due indici maggiori porta a casa addirittura una perdita. Senza la spinta del settore tecnologico e AI e con l’attendismo del settore industriale, questo è il risultato.
Graficamente notiamo come, sia il rimbalzo dei prezzi dai minimi, sia il tentativo di test rialzista di mercoledì scorso, sia stato bloccato dalla resistenza posta in area 39100/39200 per poi, entrambe le volte, essere subito ricacciati all’indietro sino in area 38500 con puntate fino a 38300 punti. Pertanto, in prospettiva futura, le due aree da guardare con attenzione sono quella relativa a 39200 al rialzo e quella relativa a 38000 punti in caso di correzione. La debolezza dell’indice con un RSI a 44 indica una possibilità più alta per questa seconda ipotesi. Staremo a vedere. La settimana si è chiusa a 38589.17 con una perdita del – 0,54% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 2,39% rispetto alla chiusura del 2023.
ORO INDEX
L'oro ha interrotto una serie di perdite di tre settimane dopo aver trovato supporto in area 2300 $/oz.
Le prospettive tecniche a breve termine devono ancora indicare un accumulo rialzista.
I commenti dei politici della FED saranno esaminati attentamente dagli operatori di mercato in questa settimana.
L'Oro ha registrato guadagni limitati questa settimana, sostenuto dai flussi verso i beni rifugio e dai dati deboli sull'inflazione debole degli Stati Uniti. Ma nonostante questa situazione, il Dollar Index non ha perso terreno, anzi riportandosi sui 105,50 punti, ha frenato gli acquirenti che esitano a scommettere su un rally decisivo.
Nello specifico, dopo il forte calo osservato due venerdì fa sulla scia dei dati positivi sul mercato del lavoro USA, l'Oro ha subito una correzione al rialzo e ha chiuso in territorio positivo lunedì scorso, con i mercati che adottavano un atteggiamento cauto in vista dei principali eventi macroeconomici statunitensi del mercoledì.
Infatti nella giornata di mercoledì il Bureau of Labor Statistics riferiva che l'inflazione negli Stati Uniti, misurata dalla variazione dell'indice dei prezzi al consumo (CPI), era scesa al 3,3% su base annua a maggio dal 3,4% di aprile. Mentre il dato ‘core’ annuale, che esclude la volatilità dei prezzi alimentari ed energetici, diminuiva al 3,4%, rispetto al 3,6% di aprile e al 3,5% della stima degli analisti. Su base mensile l'indice dei prezzi al consumo diminuiva dello 0,2% rispetto ad aprile, mentre l'indice dei prezzi al consumo ‘core’ diminuiva dello 0,1%. A quel punto le quotazioni dell'Oro acquisivano uno slancio rialzista andando a sfiorare i 2360 $/oz. mentre il Dollaro veniva sottoposto a forti pressioni di vendita. Nel corso della sessione americana, la FED annunciava di aver lasciato invariato il tasso di riferimento al 5,25%-5,5%, come ampiamente previsto. La sintesi rivista delle proiezioni economiche pubblicata insieme alla dichiarazione politica, il cosiddetto ‘Dot Plot’, implicava un taglio dei tassi di 25 punti base nel 2024, inferiore ai tre tagli previsti dagli stessi funzionari a marzo scorso. Secondo i dettagli alla base del ‘Dot Plot’, quattro membri su 19 non hanno previsto tagli dei tassi nel 2024, sette hanno previsto una riduzione di 25 bps, mentre otto hanno previsto un taglio di 50 bps del tasso ufficiale. La revisione aggressiva delle proiezioni aiutava il Dollaro a trovare supporto facendo sì che i prezzi della commodity preziosa si allontanasse dai massimi giornalieri.
Nella giornata di giovedì scorso, il Dollaro continuava a cancellare le perdite subite il giorno precedente e i prezzi dell'Oro perdevano ‘appeal’ allungandosi al ribasso. Nella seconda parte della giornata, la BLS annunciava che a maggio l'indice dei prezzi alla produzione (PPI) diminuiva al 2,2% su base annua dal 2,3% di aprile e dal 2,5% delle previsioni degli economisti. Mentre il PPI ‘core’ (ex-alimentari ed energia) diminuiva allo 0,0% dallo 0,5% di aprile su base mensile e al 2,3% dal 2,4% su base annua. Altri dati provenienti dagli Stati Uniti mostravano che il numero di richieste di sussidi di disoccupazione per la prima volta balzava a 242.000 nella settimana terminata l'8 giugno, rispetto alle 229.000 della settimana precedente. Stranamente i dati deludenti non riuscivano a limitare il rimbalzo del Dollaro ed i prezzi del metallo giallo scendevano rispetto al giorno precedente.
Infine nella giornata di venerdì le quotazioni dell’Oro riguadagnavano terreno, nonostante il Dollaro continuasse la propria fase rialzista. L’atmosfera di mercato avversa al rischio ha aiutato la commodity a trovare domanda. Inoltre, il metallo prezioso ha catturato i deflussi di capitali dall’Euro nel contesto delle crescenti preoccupazioni politiche successive alle elezioni del Parlamento Europeo. Dopo aver registrato perdite per tre settimane consecutive, i prezzi dell’Oro sono risaliti guadagnando l’1,62% in chiusura di ottava.
Nel corso di questa settimana, i dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio in Cina potrebbero influenzare la valutazione dell'Oro. Nel caso in cui questi dati risultassero migliori del previsto, le quotazioni potrebbe salire sulla scia del crescente ottimismo per un miglioramento delle prospettive della domanda.
Mentre domani, martedì, l'US Census Bureau pubblicherà i dati sulle vendite al dettaglio di maggio e la FED pubblicherà i dati sulla produzione industriale di maggio. La reazione del mercato ai dati sulle vendite al dettaglio sarà probabilmente diretta, con una lettura deludente che danneggerebbe il Dollaro aiutando l’Oro a guadagnare terreno, mentre un dato positivo avrebbe l’impatto opposto.
Infine nella giornata di venerdì, S&P Global pubblicherà i dati preliminari PMI manifatturiero, servizi e composito di giugno. A maggio, le indagini PMI hanno mostrato che l’attività economica nel settore privato ha continuato ad espandersi a un ritmo moderato. Se il PMI composito scendesse in territorio di contrazione al di sotto di 50, il Dollaro potrebbe subire pressioni di vendita prima del fine settimana a favore della commodity preziosa.
Con il periodo di blackout della Fed terminato dopo la riunione politica di giugno, i membri del Comitato potranno commentare le prospettive politiche. Altro fattore di volatilità.
Prospettive tecniche dell’Oro.
Settimana, quella appena trascorsa, di consolidamento per le quotazioni del metallo giallo con i prezzi che hanno oscillato tra l’area di supporto psicologico dei 2300 $/oz. e l’area 2350 $/oz. Poco da dire in previsione di questa settimana, i dati macro che verranno pubblicati non saranno di fondamentale importanza ad eccezione delle vendite al dettaglio, pertanto vista l’incertezza degli acquirenti, riteniamo importante che i prezzi continuino la fase di consolidamento in un range di prezzo tra l’area 2330 e l’area 2400 $/oz.
Passando agli altri due metalli preziosi, la previsione riportata nell’articolo della scorsa settimana si è avverata, con i prezzi che hanno prodotto un ulteriore affondo fino in area 940 $/oz. ove i prezzi troveranno la propria M.M. a 200 periodi. La debolezza è evidente ma non ancora rimarcata dal valore dell’RSI che si mantiene a 41. E’ evidente che un possibile rimbalzo sia nelle corde, ma nulla osterebbe un affondo a perdere la M.M. a 200 periodi con proiezione il supporto in area 900 $/oz.
Scenario senz’altro migliore per le quotazioni dell’Argento, anche se le previsioni scritte la scorsa settimana si sono avverate anche su questa commodity. Con la discesa sotto l’area di supporto dei 30 $/oz. i prezzi si sono proiettati verso l’area di supporto dei 29 $/oz. che, al momento, sta facendo il suo dovere avendo fermato la discesa con chiusura di ottava a 29,62 $/oz. Importante recuperare l’area dei 30 $/oz. altrimenti l’ulteriore discesa proietterebbe i prezzi verso l’area dei 28 $/oz.
La quotazione settimanale dell’Oro si è chiusa a 2348.40 $/oz. con un guadagno del + 1,62% rispetto alla precedente settimana che porta ad un guadagno da fine anno del + 13,35%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 2179.68 $/oz. Di seguito il grafico daily dell’ORO FUTURES AGOSTO 2024:
POLITICA USA
Nell’ambito della Conferenza di pace a Lucerna, in Svizzera, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha annunciato un pacchetto di aiuti da oltre 1,5 miliardi di dollari per il settore energetico e la situazione umanitaria in Ucraina. Tale pacchetto prevede 500 milioni di dollari di nuovi fondi per l’assistenza energetica e il reindirizzamento di 324 milioni di dollari in fondi annunciati in precedenza per la riparazione di infrastrutture energetiche di emergenza e altre esigenze in Ucraina. La vicepresidente Harris ha anche annunciato oltre 379 milioni di dollari per l’assistenza umanitaria da parte del Dipartimento di Stato e l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale per l’aiuto ai rifugiati e ad altre persone colpite dalla guerra; in particolare, i fondi servono per assistenza alimentare, servizi sanitari, alloggio, acqua, servizi igienico-sanitari.
In precedenza, giovedì scorso, a margine del G7 tenutosi in Italia, il Presidente statunitense Joe Biden ed il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky hanno firmato un accordo di sicurezza bilaterale di 10 anni. Funzionari hanno detto che l’accordo è volto ad impegnare le future amministrazioni statunitensi a sostenere l’Ucraina. L’accordo tra Washington e Kiev riguarda nel lungo termine il sostegno ad un sviluppo delle forze armate ucraine obsolete e serve come passo verso l’eventuale adesione ucraina alla NATO. Con l’accordo gli USA ribadiscono il loro supporto alla difesa dell’Ucraina e vengono delineati i piani per sviluppare l’industria della difesa ucraina ed espandere il suo esercito. L’accordo permetterà ad USA ed Ucraina di condividere l’intelligence, organizzare programmi di addestramento e di formazione militare. Inoltre, in caso di un attacco armato o una minaccia di questo tipo all’Ucraina, alti funzionari statunitensi ed ucraini si incontreranno entro 24 ore per consultarsi e capire che tipo di ulteriore difesa è richiesta per l’Ucraina.
Per quanto riguarda la politica interna, venerdì scorso la Camera ha approvato con 217 voti favorevoli e 199 contrari la propria versione del disegno di legge annuale sulla politica di difesa. Il National Defense Authorization Act avanzato dalla Camera autorizza una spesa di 895 miliardi di dollari, con un aumento dell’1% rispetto all’anno scorso. La versione della Camera include misure che prendono di mira i diritti all’aborto e il trattamento dei membri del servizio transgender. Difficile che i senatori dem siano d’accordo con le disposizioni conservatrici in ambito sociale inserite nel provvedimento. Un assistente del Senato ha detto che la loro versione non ha alcuna disposizione che riguarda l’aborto.
Un occhio anche alla campagna elettorale per le elezioni presidenziali di novembre. Il primo dibattito tra il Presidente uscente Joe Biden ed il competitor repubblicano Donald Trump, in programma per il 27 giugno, si avvicina. CNN sabato ha reso noti alcuni dettagli del confronto: i due candidati appariranno su un podio uniforme durante i 90 minuti di dibattito, non potranno usare oggetti di scena ed i microfoni saranno disattivati tranne che per il candidato a cui tocca parlare. CNN ha detto che i moderatori “utilizzeranno tutti gli strumenti a loro disposizione per far rispettare i tempi e garantire una discussione civile”. Non è previsto pubblico in studio. La CNN ha detto che i candidati idonei a partecipare devono apparire su un numero sufficiente di schede elettorali statali per raggiungere la soglia di 270 voti elettorali necessaria per vincere e ricevere almeno il 15% in quattro sondaggi nazionali separati. Per la CNN non è impossibile che il candidato indipendente Robert F. Kennedy Jr. possa qualificarsi.
POLITICA USA – CINA
La nuova frontiera della regolamentazione dell'intelligenza artificiale negli Stati Uniti
L'amministrazione Biden si prepara a introdurre nuove misure per proteggere l'intelligenza artificiale (IA) statunitense dalle influenze di Cina e Russia, con piani preliminari per regolare i modelli IA più avanzati, come quelli alla base di ChatGPT. Secondo fonti informate, il Dipartimento del Commercio sta valutando una nuova normativa per limitare l'esportazione di modelli di IA proprietari, mantenendo segreti software e dati su cui sono addestrati.
Questa iniziativa si aggiungerebbe alle misure già attuate negli ultimi due anni per bloccare l'esportazione di chip IA sofisticati verso la Cina, al fine di rallentare lo sviluppo tecnologico di Pechino per scopi militari. Tuttavia, il rapido progresso del settore rappresenta una sfida significativa per i regolatori.
Il Dipartimento del Commercio e l’ambasciata russa a Washington non hanno commentato immediatamente la notizia. L'ambasciata cinese ha criticato la mossa, definendola un esempio di coercizione economica e unilateralismo, e ha annunciato che prenderà misure necessarie per proteggere i propri interessi.
Attualmente, aziende statunitensi leader nel settore come Microsoft, OpenAI, Google DeepMind e Anthropic vendono i loro modelli di IA avanzati a livello globale senza una supervisione governativa adeguata. Questa situazione solleva preoccupazioni tra ricercatori del governo e del settore privato riguardo al potenziale uso malevolo di tali modelli da parte di avversari statunitensi, come attacchi informatici o la creazione di armi biologiche.
Le nuove restrizioni sulle esportazioni potrebbero colpire specificamente Paesi come Russia, Cina, Corea del Nord e Iran. Microsoft, in un rapporto di febbraio, ha segnalato tentativi di gruppi di hacking affiliati a questi governi di perfezionare le loro campagne utilizzando modelli linguistici avanzati.
Per implementare questi controlli, gli Stati Uniti potrebbero basarsi su una soglia di potenza di calcolo, come indicato in un ordine esecutivo sull'IA dello scorso ottobre. Quando questa soglia viene raggiunta, uno sviluppatore deve segnalare i propri piani e i risultati dei test al Dipartimento del Commercio. Questa soglia potrebbe diventare il criterio per determinare quali modelli di IA saranno soggetti a restrizioni sulle esportazioni.
Attualmente, nessun modello ha ancora raggiunto questa soglia, anche se il Gemini Ultra di Google è considerato vicino. L'agenzia non ha ancora finalizzato una proposta di regolamento, ma sta chiaramente cercando di colmare le lacune nella sua strategia per contrastare le ambizioni di Pechino, nonostante le difficoltà intrinseche nel regolamentare una tecnologia in continua evoluzione.
Peter Harrell, ex membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha sottolineato che i modelli di IA rappresentano uno dei potenziali punti di strozzatura da considerare. Tuttavia, rimane da vedere se tali modelli possano essere efficacemente controllati tramite esportazioni.
La comunità dell'intelligence americana e think tank come Gryphon Scientific e Rand Corporation esprimono crescenti preoccupazioni per i rischi posti dall'accesso di malintenzionati stranieri a capacità avanzate di IA. Il Dipartimento per la Sicurezza Interna prevede che l'IA sarà utilizzata per sviluppare nuovi strumenti per attacchi informatici su larga scala, più rapidi ed efficienti.
Finora, gli Stati Uniti hanno adottato misure per bloccare l’esportazione di chip IA e strumenti di produzione verso la Cina e hanno proposto una regola per monitorare l'uso dei servizi cloud da parte di clienti stranieri per l'addestramento di modelli IA potenti. Tuttavia, non sono ancora stati affrontati i modelli di IA stessi. Alan Estevez del Dipartimento del Commercio ha indicato che l'agenzia sta considerando opzioni per regolamentare le esportazioni di modelli open source.
L'amministrazione Biden sta esplorando varie strategie per limitare l'accesso ai modelli di IA avanzati. Nonostante le sfide, queste misure rappresentano un tentativo significativo di mantenere il controllo sulla diffusione di tecnologie IA avanzate e proteggere la sicurezza nazionale. La strada per una regolamentazione efficace è ancora lunga e complessa, con molti aspetti ancora da definire e implementare.
POLITICA DELLA FED
I tassi d’interesse restano ancora fermi nel range 5,15%-5,5%. Livello dei tassi fermo ed un solo taglio atteso da qui alla fine dell’anno. Questo quanto emerge dall’ultima riunione del FOMC, tenutasi mercoledì scorso. Inoltre, per il FOMC il tasso d’interesse a lungo termine è più alto di quanto indicato in precedenza. Nella dichiarazione rilasciata successivamente al meeting viene sottolineato che l’inflazione si è attenuata nell’ultimo anno, ma “rimane elevata”, affermazione che richiama quanto espresso anche nella dichiarazione precedente. Nell’ultima dichiarazione viene però anche riportato che negli ultimi mesi “ci sono stati ulteriori modesti progressi verso l’obiettivo del Comitato per un’inflazione al 2%”, a differenza del precedente comunicato che parlava di mancanza di ulteriori progressi sull’inflazione. Il resto è stato lasciato invariato rispetto allo scorso FOMC, se non per l'eliminazione della frase che annunciava il rallentamento del QT. Nelle projections, la crescita è stata lasciata invariata, ma la disoccupazione è stata portata su di 0.1% per 2025 e 2026. Anche l'Inflazione è stata rivista al rialzo per 2024 e 2025.
E se per il 2024 si è passati dalla previsione di marzo che indicava tre tagli dei tassi quest’anno all’attuale che ne prevede solo uno, diverso è il discorso per il prossimo anno. Il ‘Dot Plot’ (grafico aggiornato con cadenza trimestrale che riporta le previsioni dei membri del FOMC per i tassi sui federal funds) indica un percorso più aggressivo per il 2025, con quattro tagli dei tassi previsti per una riduzione totale di un punto percentuale. Da qui al 2025, quindi ora il comitato prevede cinque tagli dei tassi ed una riduzione dell’1,25%. Per quanto riguarda la proiezione del tasso d’interesse a lungo termine, questa è passata dal 2,6% al 2,8%. Nell’ultimo aggiornamento del ‘Dot Plot’, inoltre, quattro funzionari risultano favorevoli a non applicare tagli quest’anno; in precedenza erano due.
Nel Summary of Economic Projections del FOMC, i partecipanti hanno alzato la loro previsione sull’inflazione nel 2024 al 2,6% e al 2,8% per il dato ‘core’; due proiezioni superiori di uno 0,2% rispetto a marzo.
Il Presidente della FED Jerome Powell mercoledì scorso nel corso di una conferenza stampa ha commentato l’indice dei prezzi al consumo di maggio rilasciato poco prima (+0,0% su base mensile; dato al 3,3% su base annua) dicendo che era stato meglio delle attese: “Consideriamo il report di oggi come un progresso ed un rafforzamento della fiducia”. Tuttavia il numero uno della banca centrale statunitense ha anche detto che al momento non ritengono di avere la fiducia necessaria per iniziare ad allentare la politica.
Venerdì scorso il presidente della FED di Chicago, Austan Goolsbee, ha commentato i dati di maggio sull’inflazione. Goolsbee ha detto: “L’inflazione è tornata a livelli che, se avessimo avuto molti mesi come questo, ci saremmo sentiti molto meglio”. Il numero uno della FED di Chicago ha osservato che negli ultimi 18 mesi sono stati fatti molti progressi nell’abbassare il tasso d’inflazione, ma ha anche detto che devono essere più progressi prima che vengano applicati tagli dei tassi. Goolsbee ha spiegato che la FED sta monitorando anche lo stato di salute dell’economia, dove stanno aumentando segni di sofferenza come le insolvenze sui prestiti, ma non sono ancora a livelli associabili ad una recessione.
Janet Yellen, segretario al Tesoro degli Stati Uniti, giovedì scorso ha parlato di un mercato del lavoro che è diventato un po’ meno “caldo”. In un’intervista alla CNBC, Yellen ha osservato: “Il numero di posizioni aperte è un po’ calato. Abbiamo avuto un’esplosione della partecipazione alla forza lavoro”. La segretaria al Tesoro USA ha detto che per questo il mercato del lavoro assomiglia a quello pre-pandemico: “I salari stanno aumentando, ma ad un ritmo più lento. E quindi non sembra davvero che sia una minaccia per l’inflazione”. Per Yellen una parte consistente dell’inflazione che deve ancora calare riguarda i mercati immobiliari.
DATI MACROECONOMICI
Questa volta, il report ha sorpreso significativamente al ribasso. L’indice dei prezzi al consumo su base annua a maggio si attesta al 3,3%, restando di poco sotto al consensus del 3,4% e segnando un lieve calo rispetto al mese di aprile in cui era stato registrato un 3,4%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
Il dato core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) dell’indice dei prezzi al consumo a livello mensile a maggio cresce dello 0,2%, appena sotto al consensus del +0,3% ed alla crescita di aprile del +0,3%.
Su base annua, l’indice dei prezzi al consumo core a maggio si attesta al 3,4%, sotto al consensus del 3,5% ed al dato di aprile del 3,6%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
I Prezzi alla produzione USA di maggio costituiscono un altro dato "disinflattivo". Hanno sorpreso al ribasso sia come dato ‘headline’ che come dato ‘core’. Questo report va ad abbassare ancora un po', a margine, la stima di PCE e quindi è un 'altra buona notizia per la FED. L’indice dei prezzi alla produzione ‘core’ a livello mensile a maggio non registra movimenti segnando un +0,0%, mentre il consensus indicava un +0,3% e ad aprile era stato registrato un +0,5%.
Su base annua, a maggio l’indice passa al 2,3% dal dato di aprile del 2,4%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata l’8 giugno hanno fatto un altro balzo al rialzo. Infatti sono state 242 mila, in crescita rispetto alle 229 mila della settimana precedente e sopra al consensus di 225 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan preliminare di giugno ha contraddetto il consenso, che vedeva in miglioramento, cedendo visibilmente, a causa delle current conditions, mentre le attese si sono deteriorate poco. E' la lettura più bassa dell'anno, ai minimi dal novembre 2023. Va detto che i consumatori finora non hanno uniformato i loro comportamenti di spesa ai loro umori. Il dato preliminare di giugno è pari a 65,6 punti, in calo rispetto al dato di maggio di 69,1 punti e sotto al consensus di 72 punti.
PORTAFOGLI AZIONARI
Continuano i target sui nostri Portafogli azionari…..e che target !! Sul Portafoglio “The Challenge” stupenda APPLE !! Lunedì scorso la società ha presentato “Apple Intelligence”, un aggiornamento a livello di sistema del software sui suoi dispositivi che, secondo il colosso della tecnologia, potrebbe offrire agli utenti una versione personalizzata dell’intelligenza artificiale generativa. Il nuovo sistema di intelligenza artificiale offre un assistente vocale dotato di sufficienti informazioni personali sull’utente per aiutare in modo significativo a completare una serie di attività. Apple ha collaborato con OpenAI e il suo ChatGPT per alcune nuove funzioni di Intelligenza Artificiale. Grazie a questo nuovo aggiornamento noi, e soprattutto voi, portiamo a casa un eccellente 30% di tozzi di pane ed anche un po' di tozzetti per il vin santo ! Appena possibile rientreremo sicuramente sul titolo. Altra buona notizia su ADOBE INC. che ha riportato una trimestrale economica molto buona e soprattutto con previsioni ottime per il futuro. Se son rose fioriranno, intanto siamo ritornati a vedere un + 7% di luce. UNITED AIRLINES la scintilla per il rialzo finale è mancata come successo invece per Southwest Airlines con Elliott Management che ha costruito una partecipazione di quasi 2 mld $. La notizia comunque è buona in quanto ci sono ‘private equity’ che intendono investire nel settore aereo. Aspettiamo e vediamo. PARAMOUNT GLOBAL in caduta libera dopo che la ricca ereditiera e maggiore azionista di controllo della società, Shari Redstone, ha fatto saltare l’accordo con Skydance (nel capitolo successivo abbiamo riportato un articolo ad hoc). Su FASTLY la scorsa settimana parlavo di acquistare il 2° LOTTO visti gli attuali minimi coincidenti con quelli del dicembre 2022. In realtà si è trattato di un refuso in quanto il lotto da acquistare sarebbe stato il TERZO e qui mi sono bloccato in quanto non me la sento di rischiare soldi in una società dalla redditività negativa dalla metà del 2022 anche se con debiti molto limitati. Infine per quanto riguarda il comparto ETF prossimo obiettivo il WISDOMTREE_CLOUD_COMPUTING comparto che attualmente dovrebbe dare molte soddisfazioni che non si vedono, ma non è una novità vedendo l’emittente. Non vorrei uscire a pareggio per il comparto ma non vedo l’ora di cancellare WISDOMTREE dal nostro Portafoglio. Ragiono e vi faccio sapere. Con fermezza e pazienza siamo entrati in acquisto sul secondo lotto del titolo francese KERING ! Speriamo nella ripresa della borsa francese dopo le elezioni presidenziali.
Nel Portafoglio Storico nulla di nuovo. Torna alla carica il titolo FORTINET, che un mese fa circa era vicino al nostro livello di target. Se i prezzi superano la M.M. a 200 periodi, è fatta ! Sugli altri titoli presenti, abbiamo due criticità, una riguarda il titolo MONSTER BEVERAGES che tecnicamente è molto brutto con un pullback effettuato dopo la pubblicazione dei dati economici trimestrali che la M.M. a 200 periodi ha respinto per poi precipitare fino a quasi il doppio minimo di ottobre 2023 a 47,13 $. Perdere il 15% o il 16% poco cambia, pertanto abbiamo deciso di spostare il livello di STOP sotto tale minimo, quindi a 46,87 $. Stessa cosa dicasi per il titolo francese DASSAULT SYSTEMES che soffre la discesa del settore difesa (v. LEONARDO) con l’aggravante della pressione sulla Borsa francese dopo che Macron ha indetto nuove elezioni presidenziali. Anche su questo titolo perdere il 16% o il 16,6% poco cambia, quindi tecnicamente mettiamo il livello di STOP a 33,39 € rispetto al minimo di ottobre 2023 a 33,56 €. In ripresa il titolo GILEAD sperando che il rimbalzo di venerdì non sia lettera morta. Per quanto riguarda il titolo AIRBNB abbiamo abbassato il prezzo di acquisto di un dollaro. O si entra al nostro prezzo o amen.
Alla prossima.
FOCUS SU AZIONI
PARAMOUNT GLOBAL: la difficile traiettoria post-fusione
Dalla fusione tra CBS e Viacom del dicembre 2019, che ha dato vita all'attuale forma di Paramount Global, l'azienda non è più stata valutata esclusivamente per i propri meriti. I risultati sono deludenti. L’avvento dello streaming ha decimato il business della TV via cavo e delle sale cinematografiche, colpendo duramente i valori di mercato delle società di media tradizionali. Negli ultimi cinque anni, azioni di colossi come Disney, Comcast, Fox e Lions Gate hanno registrato rendimenti negativi, distanziandosi nettamente dal guadagno dell'88% dell'S&P500, secondo i dati FactSet.
Paramount spicca anche in questo contesto negativo. Iniziata la settimana con una perdita del 71% rispetto al periodo post-fusione, il titolo ha subito un ulteriore calo dopo la decisione di Shari Redstone, azionista di controllo, di interrompere le trattative con Skydance Media, che prevedevano una fusione complessa con Paramount. Questa scelta ha infranto le speranze di un accordo che avrebbe potuto portare qualche profitto agli azionisti. Tuttavia, alcuni pretendenti, come il ‘private equity’ Bain Capital, mostrano ancora interesse per la National Amusements della famiglia Redstone, che detiene la partecipazione di controllo in Paramount.
L'analista Ric Prentiss di Raymond James ha espresso scetticismo riguardo alla possibilità di trovare un altro offerente per Paramount. Anche Robert Fishman di Moffett Nathanson ha sottolineato che Shari Redstone sembra ora orientata a mantenere lo status quo o a disinvestire solo la sua quota NAI, una soluzione che considera "il peggior risultato per gli azionisti".
Secondo S&P Global Market Intelligence, le azioni di Paramount hanno perso tre quarti del loro valore dal completamento della fusione, equivalenti a circa 17,7 miliardi di dollari di valore di mercato perso. Con una capitalizzazione di mercato di poco più di 7 miliardi di dollari, Paramount è ora tra le aziende più piccole dell'indice S&P500, appena sopra Etsy, un venditore online di prodotti fatti a mano.
Nonostante le valutazioni depresse, la perdita dell'accordo con Skydance lascia Paramount gestita da un triumvirato di amministratori delegati nominati frettolosamente dopo la partenza di Bob Bakish. Il trio prevede di tagliare 500 milioni di dollari in costi annuali e di esplorare partnership o joint venture, come delineato durante l'incontro annuale della scorsa settimana. Tuttavia, pochi si aspettano che questo modello di gestione a tre possa durare a lungo. Rich Greenfield di LightShed Partners ipotizza che Charles Phillips, attuale direttore di Paramount, potrebbe assumere l'incarico di CEO. Phillips, dirigente tecnologico di lunga data e stretto collaboratore del fondatore di Oracle, Larry Ellison, ha già espresso preoccupazioni riguardo l'accordo con Skydance.
Indipendentemente da chi sarà il prossimo CEO, il destino di Paramount sembra saldamente nelle mani dell'azionista di controllo, Shari Redstone. Questo viene visto come una crescente responsabilità, data la percezione negativa del suo operato. Steven Cahall di Wells Fargo ha declassato il titolo, sostenendo che Redstone ha creato "un'eredità di distruzione del valore azionario". Attualmente, il 38% degli analisti consiglia di vendere le azioni di Paramount, rispetto al 6% che dà la stessa raccomandazione per Warner Bros. Discovery, un altro gigante dei media in difficoltà.
TESLA - Elon Musk ha ottenuto i voti di cui aveva bisogno per mantenere il suo controverso pacchetto retributivo.
Gli azionisti del produttore di auto elettriche hanno votato giovedì per ripristinare il pacchetto retributivo di circa 46 miliardi di dollari per il suo amministratore delegato che un giudice aveva respinto. Hanno inoltre approvato il piano dell'azienda di trasferire la propria sede legale in Texas. Gli azionisti hanno firmato per la prima volta l’accordo salariale nel 2018 prima che un giudice del Delaware lo ribaltasse all’inizio di quest’anno, concludendo che il consiglio era in conflitto durante la negoziazione. Tesla ha chiesto agli azionisti di riapprovare lo stesso accordo retributivo, affermando che il loro sostegno aiuterebbe Musk a ottenere la retribuzione che la società afferma di aver guadagnato.
Inoltre Tesla aggiusterà il software in 5.836 auto Model 3, Model S e Model X importate in Cina da luglio. Lo ha annunciato venerdì l’autorità di regolamentazione del mercato cinese citando problemi di sicurezza e l’azione intrapresa viene descritta come un richiamo di prodotto ai sensi delle normative cinesi. Reuters riporta che non è stato immediatamente chiaro se i conducenti potrebbero aver bisogno, o sarebbero idonei, a restituire i veicoli a Tesla per i rimborsi.
WALT DISNEY – Nel fine settimana il film di animazione “Inside Out 2” della Pixar, studio di animazione di Walt Disney, ha incassato una somma stimata in 155 milioni di dollari dalla vendita di biglietti negli USA ed in Canada, secondo stime rilasciate domenica e citate da Reuters. Walt Disney ha detto che nel mercato internazionale ha portato un totale globale di 295 milioni di dollari fino a domenica. Il primo film di “Inside Out” aveva esordito toccando circa quota 90 milioni di dollari nel suo primo fine settimana, nell’estate del 2015.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.
ADOBE SYSTEMS + 12,87%. La società offre una linea di software e servizi utilizzati da professionisti creativi, professionisti del marketing, sviluppatori, imprese e consumatori, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2024 pari a 4,48 $/az. su ricavi per 5,31 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 4,39 $/az. su ricavi per 5,28 mld $. Il fatturato è aumentato del 10,24% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il terzo trimestre fiscale 2024 utili tra 4,50 e 4,55 $/az. su ricavi tra 5,33 e 5,38 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 4,42 $/az. su ricavi pari a 5,39 mld $. Inoltre la società ha dichiarato di aspettarsi utili per l’anno fiscale 2024 compresi tra 18,00 e 18,20 $/az. su un fatturato compreso tra 21,40 e 21,50 mld $. L’attuale stima degli analisti sugli utili è di 17,84 $/az. per un fatturato di 21,42 mld $.
Shantanu Narayen, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Adobe ha raggiunto un fatturato record di 5,31 mld $, grazie alla forte crescita di Creative Cloud, Document Cloud ed Experience Cloud. Il nostro approccio altamente differenziato nell’intelligenza artificiale e la fornitura di prodotti innovativi stanno attirando un universo di clienti in espansione, fornendo più valore agli utenti esistenti. Adobe ha ottenuto risultati eccezionali nel secondo trimestre, consentendoci di aumentare gli obiettivi annuali. I nostri prodotti leader di mercato, il forte lavoro e la disciplina finanziaria di livello mondiale ci posizionano bene per la seconda metà del 2024 e oltre. Nello specifico nel secondo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: un fatturato pari a 5,31 mld $ che rappresenta una crescita del 10% su base annua rispetto a 4,816 mld $ dello stesso trimestre 2023; un utile operativo pari a 2,44 mld $; un utile netto pari a 2,02 mld $ per un utile per azione pari a 4,48 $. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 1,94 mld $. Al 31 maggio 2024 avevamo contanti, mezzi equivalenti e investimenti a breve termine pari a 8,065 mld $. Infine abbiamo riacquistato circa 4,6 milioni di azioni durante il trimestre.”
AUTODESK + 4,55%. E’ una società di software e servizi di progettazione, che offre soluzioni ai clienti nei mercati dell'architettura, dell'ingegneria, delle costruzioni, della produzione, delle infrastrutture e dei media digitali, ha riportato utili nel primo trimestre 2025 pari a 1,87 $/az. su un fatturato di 1,42 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,77 $/az. su un fatturato pari a 1,40 mld $. I ricavi sono aumentati del 11,66% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2025 tra 1,98 e 2,04 $/az. su un fatturato tra 1,475 e 1,49 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,15 $/az. su un fatturato di 1,55 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2025 tra 7,99 e 8,21 $/az. per un fatturato tra 5,99 e 6,09 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2025 per gli utili è pari a 8,07 $/az. su ricavi pari a 6,04 mld $.
Andrew Anagnost, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Autodesk è in vantaggio rispetto ai suoi concorrenti nell'intelligenza artificiale 3D e nell'evoluzione dei cloud, nelle piattaforme e nei modelli di business del settore che saranno necessari per fornire prodotti e servizi di intelligenza artificiale 3D su larga scala. Possiamo già utilizzare l'intelligenza artificiale generativa per generare rapidamente forme 3D funzionali da una varietà di input tra cui immagini 2D, testo, voxel e nuvole di punti. Siamo sulla buona strada per ragionare su tutta la geometria CAD. Intendiamo mantenere ed estendere questo vantaggio, puntando al contempo a un mantenerci leader del settore. A livello contabile nel primo trimestre fiscale 2025 abbiamo riportato: ricavi totali in aumento del 12% arrivando a 1,42 mld $; il reddito operativo è stato di 490 mln $, rispetto ai 404 mln $ del primo trimestre fiscale 2024; il margine operativo è stato del 35%, in aumento di 3 punti percentuali; l’utile per azione è stato di 1,87 $ rispetto a 1,55 $ del primo trimestre fiscale 2024. Il flusso di cassa operativo è stato di pari a 494 mln $ mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 487 mln $ con una diminuzione di 227 mln $ rispetto al primo trimestre fiscale 2024. Al 30 aprile 2024 avevamo contanti e mezzi equivalenti pari a 1,681 mld $.”
BROADCOM + 23,35%. La società è leader tecnologico globale che progetta, sviluppa e fornisce soluzioni software per semiconduttori e infrastrutture, impegnata nella produzione di prodotti a semiconduttori come optoelettronica, componenti a radiofrequenza e microonde e circuiti integrati per applicazioni specifiche, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2024 pari a 10,96 $/az. su ricavi per 12,49 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 10,80 $/az. su ricavi per 12,04 mld $. Il fatturato è aumentato del 42,99% su base annua. La società ha detto che prevede ricavi per tutto l’anno fiscale 2024 di circa 51,0 mld $. L'attuale stima degli analisti è per un fatturato di 50,50 mld $.
Hock Tan, Presidente e CEO della società, ha affermato: "I risultati del secondo trimestre di Broadcom sono stati guidati ancora una volta dalla domanda di intelligenza artificiale e da VMware. I ricavi dei nostri prodotti di intelligenza artificiale hanno raggiunto la cifra record di 3,1 mld $ durante il trimestre. I ricavi del software per infrastrutture hanno accelerato man mano che sempre più aziende hanno adottato il software VMware per costruire i propri cloud privati. Stiamo aumentando le nostre previsioni per l'anno fiscale 2024 per i ricavi consolidati a 51 miliardi di dollari e l'EBITDA rettificato al 61% dei ricavi. Oggi annunciamo un frazionamento azionario a termine dieci per uno delle azioni di Broadcom, per rendere la proprietà delle azioni più accessibile agli investitori e ai dipendenti. Il frazionamento azionario sarà effettuato tramite il deposito di una modifica al certificato costitutivo modificato e riformulato di Broadcom che aumenterà proporzionalmente le azioni autorizzate. I nostri azionisti registrati dopo la chiusura del mercato dell'11 luglio 2024 riceveranno ulteriori nove azioni ordinarie per ciascuna azione detenuta dopo la chiusura del mercato il 12 luglio 2024. All'apertura del mercato il 15 luglio 2024, si prevede che le negoziazioni inizieranno su base corretta per frazionamento. A livello contabile nel secondo trimestre fiscale abbiamo riportato: ricavi totali pari a 12,487 mld $ in crescita del 43% rispetto a 8,733 mld $ dello stesso periodo dell'anno precedente; spese operative totali pari a 2,372 mld $ rispetto a 1,194 mld $ dello stesso periodo dell'anno precedente; un EBITDA pari a 7,429 mld $ ovvero il 59% dei ricavi; un reddito netto pari a 5,394 mld $ rispetto a 4,489 mld $ dello stesso periodo dell'anno precedente; un utile per azione pari a 10,96 $ rispetto a 10,32 $/az. dello stesso periodo dell'anno precedente. La liquidità derivante dalle operazioni è stata pari a 4,580 mld $ meno spese in conto capitale per 132 mln $, ha prodotto un flusso netto di cassa pari a 4,448 mld $, ovvero il 36% dei ricavi. Al 5 maggio 2024 avevamo contanti e mezzi equivalenti pari a 9,809 mld $. Il 29 marzo 2024, abbiamo pagato un dividendo in contanti pari a 5,25 $/az. per un totale di 2,443 mld $.”
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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
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ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (17/06/2024)
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