Semaforo verde per i Titoli di Stato made in Europe?


Sarà stato il mercato azionario su continui massimi storici, sarà stata una mossa prudenziale, o l'inflazione che non fa stare tranquilli, fatto sta che la Fed nella riunione del 12 giugno ha, non solo lasciato il livello dei tassi invariato al 5.5 % ma ha detto addio ai 3 tagli dei tassi promessi solo due riunioni fa, lasciando intendere che al massimo si potrà avere un taglio dei tassi entro la fine dell'anno e magari, aggiungiamo, prima della tornata elettorale?

Questa volubilità nelle scelte e nelle dichiaraizoni del board della Fed sta creando un vuoto di potere, come se la Banca Centrale Americana stesse perdendo in credibilità e allo stesso tempo, voglia evitare disastri, tenendo fermi i tassi, memore dei danni che si sono poi diramati in tutti i settori quando in passato, ci si è trovati dinanzi ad una bolla finanziaria, riconosciuta come tale però, solo dopo lo scoppio e quindi eccessivamente tardi.

Una autorità di politica monetaria deve saper prevedere simili dinamiche e deve saper usare sapientemente i propri strumenti per calmierare i mercati in fase di sovra eccitazione allo stesso modo con cui deve saper stimolare gli stessi quando la paura ha pervaso i meccanismi di creazione di ricchezza.

Nel versante obbligazionario statunitense, la reazione è stata al rialzo, in prosecuzione di un tentativo di rimbalzo che seguivamo da diversi giorni e stiamo riferendoci specificatamente al T-Bond.

La linea di demarcazione tra un vero cambio di rotta e un tentativo di rimbalzo è fissata ai 122 punti, per cui anche se il movimento sta dimostrando la necessità di un rimbalzo, finchè non si andrà a lavorare oltre i 122 punti, si farà sempre fatica  a vedere crescere il proprio guadagno in conto capitale nel mercato obbligazionario americano.

Non facciamo fatica a pensare che qualora la Fed avesse seguito le orme della Bce e della BoE ( Bank of England) quella linea a i 122 punti probabilmente sarebbe stata già testata nell'immediatezza della news, ma così non è stato anche se, la ormai certificata paura della Fed di trovarsi dinanzi ad una bolla speculativa, fa del mercato obbligazionario un rifugio remunerativo. 

E' preferibile, tuttavia, attendere il superamento di certi valori prima di suonare le trombe ed incitare alla carica!

La fase negativa per l'obbligazionario europeo invece si è avuta dopo le elzioni politiche europee, con una discesa dei prezzi e una crescita dei rendimenti ma in questo caso le ragioni sono state prettamente da shock politico poiché, un certo grado di timore ha sparso la futura potenziale conflittualità tra i vari nazionalismi europei, e con esso, il timore che l'Unione Europea possa fare dei passi indietro sotto il profilo dell'integrazione.

A questo timore si è aggiunto il caos politico francese con le elezioni politiche indette a brevissimo termine che potrebbero, con alta probabilità, portare al potere una formazione politica finora dichiaratamente anti europeista.

Questo tipo di timori ha portando gli investitori, esteri in particolare, a fuggire da una zona euro, ritenuta, politicamente vicina ad un enorme cambiamento.

Con alcune dichiarazioni rassicuranti poi, nel finire della settimana, il Bund ha ragionato esclusivamente tenendo conto della decisione della BCE e del taglio dei tassi e questa è la situazione finale.

Ora lo scenario inizia a farsi interessante quindi, sul mondo obbligazionario europeo pertanto è ora di ripartire alla carica con i 133-134 punti ormai a portata di mano.

Il livello lo imposteremo ai 133 punti e al superamento sarà tempo di rientrare nei titoli obbligazionari, sia lunghi che corti, in quanto al periodo di scadenza.

Personalmente preferisco i titoli a lunga scadenza perchè offrono dei margini di guadagno più importanti e per i riferimenti tecnici dei valori importanti per alcuni dei titoli di Stato personalmente seguiti in quanto ad analisi tecnica, vi rinvio all'articolo della scorsa settimana al link:  https://www.lombardreport.com/2024/6/5/speciale-titoli-di-stato-prima-della-bce/

Nel frattempo ci si avvicina alle scadenze tecniche e c'è stato un aumento di volatilità palese nel segmento azionario.

Il movimento può essere collegato alle scadenze tecniche, come detto,e ad alcune ricollocazioni di portafoglio, ma, in ogni caso deve indurre prudenza negli investimenti nei mercati azionari.

Questa ottava, in conclusione, ci ha offerto dei segnali importanti nel versante obbligazionario europeo, il quale ha dimostrato di essere sempre meglio impostato per un ottimo rimbalzo, per cui, attenti, potrebbe scattare da un momento all'altro il semaforo verde.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)