In altri tempi avrebbero appagato gli investitori più prudenti. La complessità dei mercati ne attenua oggi il loro ruolo protettivo: lo attenua ma non lo annulla. Spazio così a due protagoniste italiane del settore energetico, reduci da assemblee che hanno definito gli utili da distribuire.
Buy or sell
Foto CC0 Dominio pubblico da Pixabay
Eccoli due titoli che in passato avrebbero reso felici i cassettisti. Ora le dinamiche dei mercati stanno trasformando l’andamento di molte azioni ma c’è pur sempre chi guarda a un rapporto fra parametri che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) dare loro una buona stabilità nel tempo: sono il dividend yield e il beta. Del primo inutile spiegare di che si tratta. Del secondo ricordiamo invece che è una valutazione della rischiosità sistemica di un’azione. Ne misura infatti la variazione attesa nel movimento per ogni cambiamento di un punto percentuale dell’indice di riferimento (nel caso specifico evidentemente del Ftse Mib). Spazio allora a due protagoniste del mondo dell’energia, reduci dalle rispettive assemblee dei soci.
Italgas |
Snam |
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Perché sono titoli del giorno? |
L’assemblea ha ratificato il bilancio 2023 e la distribuzione di un dividendo di 0,352 euro per azione (stacco 20/5/2024). L’utile netto è stato pari a 439,6 milioni di euro, confermando il costante trend di crescita del gruppo. Un messaggio lanciato appare chiaro: “transizione al net zero sì ma non a tutti i costi” |
Approvato il bilancio dell’esercizio 2023 e deliberato di distribuire agli azionisti un dividendo di 0,1692 euro. In aggiunta però all'acconto di 0,1128 euro pagato nel novembre 2023. L’importo globale riferito all'intero anno è quindi pari a 0,2820 euro per azione. Il saldo sarà versato il 26 giugno, con stacco il 24 giugno |
Cosa si dice del titolo sui mercati? |
Nel futuro di Italgas continuano a esserci efficienza energetica, comparto idrico e distribuzione di gas. Sono i tre settori in cui si guarda a occasioni di m&a che dovessero concretizzarsi |
Si dà una certa rilevanza a un nuovo programma di buy-back, valido per 18 mesi dal 7 maggio 2024, per un massimo di 110 milioni di azioni, equivalente a circa il 3,27% del capitale sociale, con un esborso massimo di 500 milioni di euro |
Isin |
IT0005211237 |
IT0003153415 |
Ultima quotazione (chiusura 7/5/2024) |
5,25 Eur |
4,372 Eur |
Dividend yield a ieri |
6,7% |
3,9% come saldo – 6,4% relativamente all’importo globale |
Il beta (se inferiore a 1 il titolo risulta progressivamente meno rischioso) |
0,54 |
0,46 |
Cosa segnala la sintesi degli indicatori (pur ricordando che sono per loro natura iper sensibili alle evoluzioni dei mercati) |
Si ha lo specchio della natura del titolo, con un prevalere di “buy” stabili su tutte le diverse scadenze temporali |
In questo caso il quadro è invece contrastante: lo “strong buy” di breve periodo (daily) contraddice il “sell” di lungo (weekly e monthly) |
Cosa dice l’analisi grafica |
Il titolo si muove da due anni in un box di congestione sempre più compresso, che su 100 sedute si limita ormai a minimi sui 5 Eur e a massimi sui 5,4 Eur. Attenzione a falsi segnali di rottura al rialzo di questi ultimi |
Anche qui si osserva un box di congestione di lungo periodo fra minimi a 4,20 e massimi a 4,78/4,86 Eur, con la differenza però rispetto a Italgas di un trend discendente iniziato nella scorsa estate e avvalorato da una media a 200 inclinata negativamente |
Prima resistenza importante |
5,4 Eur |
4,77 Eur |
Primo supporto importante |
5,045 Eur |
4,21 Eur |
Rilevatore di rischio |
L’Rsi non riesce da mesi a fornire segnali convincenti né di ipercomprato né di ipervenduto, mentre il titolo fluttua attorno alla media a 200 sedute. Se scattasse un bel ipervenduto! |
Occorre che il titolo tenga appunto il livello dei 4,20 Eur, perché sotto si aprirebbe una pericolosa voragine |
Segnale di forza |
Sopra i 5,7-5,8 Eur |
Con il sorpasso al rialzo prima della media mobile a 200 e poi con una risalita verso i 4,8 Eur |