Effetto immediato sui relativi Etf, che hanno messo a segno ieri rilevanti performance. Sta tornando il momento di riposizionarsi sull’energia pulita? La crisi del 2023 è dipesa da alti tassi di interesse e inflazione. Ora il quadro evolve e anche dai Paesi emergenti arrivano segnali positivi. Un pericolo? La rielezione negli Usa di Trump, nemico della transizione energetica.
Buy or sell
È solo un rimbalzo tecnico o il riavvio di un settore penalizzato soprattutto nel 2023 da una debolezza strutturale dovuta a motivi ben precisi? In parte l’uno e in parte l’altro. Comunque l’azionario green ha messo ieri a segno un’ottima performance, con effetti immediati su alcuni specifici Etf, quotati su Borsa Italiana:
● Invesco Solar Energy Etf Acc (Isin IE00BM8QRZ79): +8,58%
● Vaneck Hydrogen Economy Etf (Isin IE00BMDH1538): +5,77%
● Ishares Global Clean Energy Etf (Isin IE00B1XNHC34): +4,01%
● L&G Hydrogen Economy Etf (Isin IE00BMYDM794): + 3,39%.
Perché è il settore del giorno? |
Per una serie di motivi ma soprattutto per il forte rimbalzo del mondo finanziario green nei Paesi emergenti. Per esempio è boom di emissioni obbligazionarie verdi in Cina ed è boom dell’azionario in India, dove le rinnovabili contribuiscono al 70% della nuova energia prodotta e alcuni titoli sono saliti addirittura del 600% nell’ultimo anno. È tuttavia specialmente negli Usa che si è registrato un rilancio delle valutazioni positive degli analisti nei confronti di azioni come NextEra Energy, FirstSolar e Brookfield Renewable Partners: hanno messo a segno miglioramenti dei risultati evidenziati dalla prima trimestrale 2024 e potranno godere del futuro taglio dei tassi di interesse. Di qui a cantare vittoria ce ne vuole però per due motivi: ● Il 2023 è stato davvero un pessimo anno per il settore e il suo impatto peserà ancora ● I timori di una rielezione di Trump, nemico della transizione energetica, costituiscono un motivo di incertezza |
Perché il 2023 è stato fortemente negativo? |
Nonostante le promesse di Ue e Usa di sostenere il passaggio al green, offrendo miliardi in crediti d’imposta e di sussidi, l’energia rinnovabile ha sofferto in Borsa, in particolare nel passaggio fra l’estate e l’autunno. Questo calo di fiducia è messo in evidenza dalla performance dell’indice S&P Global Clean Energy, composto da 100 delle principali società del solare, dell’energia eolica e di altre società legate alle rinnovabili. Ha perso più del 30% nel 2023, con la maggior parte del calo avvenuto da luglio in poi. I motivi? Gli alti tassi di interesse e l'inflazione hanno fatto crollare la marginalità delle società attive nel settore |
Passiamo allora ad analizzare gli specifici Etf. Cominciando dall’Invesco Solar Energy |
Dopo oltre un anno di trend negativo da gennaio si è mosso lateralmente fra i 19 e i 22 Eur (per la quotazione su Borsa Italiana) senza particolari segnali. Ieri un improvviso candelone verde l’ha riportato – chiusura a 22,34 Eur – a contatto con una resistenza importante, sebbene ancora sottostante alla media a 200 periodi (22,85 Eur). Non emerge ancora un segnale di “buy”. Tuttavia si sta delineando un quadro favorevole per l’avvio di un piano di accumulo non automatizzato che preveda entrate piuttosto diluite in presenza di movimenti accentuati al rialzo o al ribasso in un’ottica di medio-lungo periodo |
Spazio ora al Vaneck Hydrogen Economy |
Il quadro grafico è quasi uguale, a conferma di come sia l’intero comparto azionario green a muoversi in parallelo. La sola differenza sta nel fatto che il trend negativo nell’ambito delle stocks relative all’idrogeno è iniziato alla fine del 2021, evidenziato da una media mobile a 200 periodi da allora sempre inclinata negativamente. Dai massimi a 19 Eur del novembre 2021 il Vaneck Hydrogen è crollato ai 5,59 Eur di aprile 2024. Da questa base è partito un rimbalzo (chiusura ieri a 6,85 Eur) con la 200 collocata a 6,99. Siccome negli Etf le indicazioni provenienti dalla più lunga delle medie mobili sono quasi sempre molto utili nell’individuare i trend futuri, sarà importante valutare la forza di un’eventuale sua rottura al rialzo. Anche in questo caso un piano di acquisto non automatizzato può costituire un modo per cogliere occasioni di lungo periodo. Gli specialisti ritengono infatti l’idrogeno decisivo in futuro per la sostituzione di carbone e petrolio |