Ha debuttato venerdì scorso il nuovo Btp Green 2037 (ISIN: IT0005596470) ed è già partito bene. Lanciato dal Tesoro ad inizio settimana scorsa con risultati del collocamento sindacato che hanno segnato diversi record. Infatti, l’importo emesso è stato il più alto di sempre per un titolo “green” italiano: ben 9 miliardi di euro.
Anche gli ordini sono stati molto alti, pari a 84 miliardi, giunti da ben 350 investitori istituzionali di tutto il mondo. Per i tre quarti l’assegnazione è andata all’estero, a conferma che – come già osservato e discusso in questa sede – c’è interesse per il debito italiano fuori dai nostri confini.
Vediamo le caratteristiche: scadenza 30.10.2037 e cedola lorda su base annua pari al 4,05% pagata semestralmente ad ottobre e aprile di ogni anno. Lotto minimo 1.000 euro e prezzo di collocamento a 99,865 per un rendimento lordo a scadenza del 4,104%.
Ai prezzi correnti di mercato, pari a 100,75 offre un rendimento del 4,01% lordo a scadenza e, finalmente anche retail può acquistarlo sul secondario (mercato MOT) seppur con un lieve “sovrapprezzo” rispetto all’emissione. Tuttavia, nel giorno del debutto sul MOT il prezzo è volato oltre 101, facendo scendere il rendimento ben sotto il 4% lordo annuo.
Una caratteristica interessante di questa nuova emissione sta nel fatto che a ottobre la cedola sarà piena. Infatti, la data di godimento è stata fissata per lo scorso 30 aprile, per cui è da quel giorno che decorre il calcolo degli interessi. Questo significa che l’investitore riceverà ad ottobre di quest’anno una prima cedola piena, non in versione “slim” come spesso accade con le nuove emissioni.
Attenzione però al fatto che ci sarà, logicamente, da anticipare il rateo maturato dalla data di godimento sino al giorno dell’eventuale acquisto, anche se alcuna stampa specializzata ha presentato questa caratteristica come un “pasto gratis”, cosa potenzialmente fuorviante.
Si sono rivelate interessanti anche le dinamiche di compravendita della prima giornata di negoziazione sul secondario, con scambi per un controvalore complessivo di 679.000 euro, la cui media di ciascun contratto è stata superiore ai 40.000 euro, che è un importo più elevato di quelli a cui siamo abituati quando la maggior parte degli scambi riguarda principalmente i soli investitori retail.
Per cui, questo significa che almeno parte degli acquisti sul secondario arrivano ancora dagli istituzionali, ossia banche, fondi e assicurazioni che per diverse ragioni non sono stati assegnatari in fase di collocamento. Ancora oggi, mentre scrivo queste righe passano ordini singoli di diverse centinaia di migliaia di euro, taglio decisamente “istitutional”.
Inutile negare che, oltre all’interessante rendimento offerto pur con prezzo sopra pari, il sostegno alle quotazioni arriva anche dal clima che sta alimentando le attese sulle prossime mosse della Bce. Solo pochi giorni fa la consigliera esecutiva Isabel Schnabel si è espressa in favore di un taglio dei tassi di interesse a giugno, sostenendo che “sarebbe ingiustificato il rinvio a luglio”. Non di meno, lo spread tra Btp e Bund da alcuni giorni a questa parte è sceso sotto i 130 punti base.
Questo nuovo Btp Green, naturalmente, ha una duration modificata pari a 10,27 per cui sufficientemente elevata, ed avendo inoltre che una cedola interessante, può ragionevolmente risultare tra i principali beneficiari del nuovo possibile rally dei bond.
Passiamo quindi ora all’aggiornamento e all’analisi delle curve di riferimento.
Analisi ZC-Yield Curve Eur
La lettura della ZC-Yield Curve Eur mostra una perdurante stabilità dei rendimenti sul tratto a medio della curva, mentre mostra una leggera riduzione sul tratto a lunga rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni resta in area 2,79%, mentre la scadenza trentennale va in area 2,44% rispetto al precedente 2,48%.
Resta inesorabilmente immutata la conformazione della curva, che mantiene imperterrita la sua inclinazione negativa, particolarmente accentuata nella parte a breve e in quella a lunga, mantenendosi quasi piatta nella parte centrale. Stabile il differenziale 10Y-2Y, sempre sui -53 bps.
Invariato il tratto a breve, con la curva che esprime ancora un massimo di rendimento sulle scadenze corte nella seconda metà del 2024 sempre poco sotto area 4,00% come già osservato nella scorsa analisi.
Stabili anche le previsioni fornite dai tassi forward su Euribor 6 mesi sulle scadenze a breve, con tassi attesi sempre in area 3,75% per fine 2024 confermando le attese per un taglio dei tassi dello 0,25% da parte della Bce. Nel suo complesso la curva scende sempre repentinamente e si ferma sempre poco sotto area 2,50% per le scadenze 2027-2029. Si sposta quindi in avanti la previsione di risalita dei tassi, ora vista a fine 2029, con una progressione graduale sino al 2032 per poi impennarsi nervosamente nel tratto 2032-2034 che porta ad un massimo in area 3,00%.
Analisi Integrata Trendycator
Analizzando con il Trendycator le curve dei rendimenti su scala settimanale dei principali benchmark decennali si nota ancora il perdurare della fase di assestamento che ci accompagna ormai da diverse settimane, complici le attese sulle prossime mosse di politica monetaria.
L’area UK vede il rendimento per il GILT correggere leggermente e portarsi in area 4,06% con Trendycator che si conferma sempre in stato NEUTRAL. Scendono ancora un po’ i rendimenti del BUND che si portano ora in area 2,45% con Trendycator stabile in posizione NEUTRAL. In discesa anche i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 3,76% con uno spread in diminuzione sotto e sotto area 130 bps; modello Trendycator sempre in stato SHORT. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che proseguono la correzione e si portano in area 4,36% con Trendycator che si conferma in stato NEUTRAL.
Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating.
Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.
In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.