Ore ed ore spese ad osservare il mercato e soprattutto a quello strano movimento in cui tutto sembra fermarsi come una piuma delicatissima, a sorvolare il terreno, tenuta sù non si sa bene da quale soffio di vento, impercettibile, che la tiene lì a mezz'aria.
E allora ecco una delle tante istantanee al minuto, dei mercati di questi tempi, sul Dax, sul Dow Jones quanto sul Nasdaq, la dinamica non cambia, muovendosi in sincrono.
Non esiste differenza nella medesima formazione come se ognuno di loro attendesse "la mossa" da parte dell'altro, esibendosi in un movimento di "surplace", snervante quanto basta nel mentre, quanto più frenetico nelle fasi seguenti all'uscita dalla stasi.
E se questa è la normalità attuale, pare che al ritorno dalle vacanze pasquali, qualche operatore sia stato assalito da un sussulto d'orgoglio prendendo l'iniziativa, perchè le vendite sono arrivate sia martedì che giovedì negli Usa.
E allora una simile azione fa coppia con la crescita "devolumizzata" dei giorni scorsi e forse quel colpo di frusta di martedì , ripetuto giovedì, vuole indicare se non altro che c'è qualcuno che è stufo di questo "non mercato", che non tollera più che software impostati sul trend proseguano a macinare punti senza trovare alcun contrasto.
In quanto a storia di trading, c'è da dire che le due giornate viste non sono state poi così ricche per i trader europei visto che gli scossoni provocati sul mercato statunitense, sono arrivati quando in Europa erano circa le 20 della sera ed i volumi di contrattazione non potevano che essere bassi.
Il giorno seguente gli indici hanno riaperto sui valori della sera ma senza trovare grossi istinti di volatilità, accomodandosi già dalle prime ore del mattino in una escursione non superiore ai 100 punti base.
Poco trading e irrigidito dall'attesa dell'apertura delle piazze americane, quindi.
Ancora poco quindi per riaccendere il fornello sotto il calderone e dare un pò di "friccicore" a queste prime giornate primaverili , ma pur sempre meglio della noia degli ultimi tempi.
Vivere in borsa significa anche avvertire una qualche adrenalina, quella sana che scaturisce dal provare ad interpretare un movimento, un dato macroeconomico, un bilancio societario ed immediatamente vedere la reazione degli operatori e provare a decifrare in un lampo quale sia l'interpretazione vincente.
Da un pò di tempo, troppo tempo per i mercati finanziari, l'adrenalina pare assopita.
E come da copione, chi racconta la verità è il mercato obbligazionario, con il Bund che scivola anche in questo lunedi 8 aprile, prima giornata dell'ottava, che scambia ad inizio mattinata sui 131.74 punti a segnalare una scarsa fiducia nelle parole "colombiste" di Powell.
Cosa voglia dire questo aumento dei rendimenti obbligazionari può avere diverse letture.
Da un lato il timore di un ritorno graffiante dell'inflazione, dall'altro la cognizione che un mercato azionario senza freni possa convincere la Fed e la Bce a raffreddare i mercati, e questa lettura potrebbe giustificare anche le due giornate di correzione della scorsa settimana.
Dal canto obbligazionario si era ravvisata la possbilità, qualora il Bund non fosse stato in grado di andare oltre la barriera dei 134 punti, che i prezzi sarebbero scesi e di riflesso sarebbero saliti i rendimenti, ragion per cui, per i trader di breve periodo, ora si deve necessariamente attendere un segnale di inversione prima di entrare nel mercato obbligazionario.
I fattori appena descritti, non possono essere ignorati e vanno ricordati perchè la borsa azionaria, quella degli umani, non è questa e non gli assomiglia affatto, e noi umani ce ne siamo accorti, cara Intelligenza Artificiale!
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)