La quotazione della controllata “green” è prevista per il 2025 ma i suoi numeri sono già ottimi. Favorendo il recente trend rialzista della capogruppo (sempre meno petrolifera) vicina di nuovo al massimo storico. Sostenuta però in questo – paradosso del mercato – dalle tensioni geopolitiche sull’“oil”.
Buy or sell
Il business? È una realtà che unisce la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, la vendita di soluzioni energetiche per i clienti e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Così si presenta Plenitude, una delle quattro realtà del gruppo Eni (assieme alla prima ci sono anche Enilive, Novamont e CCS) legate alla transizione energetica. Da tempo destinata a una quotazione in Borsa, Plenitude viene vista come un serbatoio di risorse potenziali per spingere Eni verso una sua definitiva affermazione a livello mondiale non più solo come leader del petrolio.
Perché è azione del giorno? |
In una seduta pesantemente negativa per Piazza Affari Eni è riuscita a essere ieri la migliore, con un rialzo del 2,6% e soprattutto con il ritorno oltre la soglia psicologica dei 15 euro |
Cosa si dice del titolo sui mercati? |
Si guarda molto alla quotazione di Plenitude, che dovrebbe avvenire nel 2025. L’operazione viene stimata a circa due terzi del percorso per l’Ipo, dopo di che Eni sarebbe interessata a proseguire con l’esordio in Borsa anche delle altre affiliate “green”. Intanto gli obiettivi operativi di Plenitude per il 2024 prevedono un'utenza retail di oltre 10 milioni di clienti (con un obiettivo di 11,5 milioni entro il 2027), 4 Gigawatt di capacità da fonti rinnovabili (eolico e solare), 24mila punti di ricarica per la mobilità elettrica e una presenza in 15 diversi Paesi. Quanto piace di più è proprio l’internazionalizzazione delle nuove attività, che cancellano definitivamente quella vecchia immagine di Eni (o forse meglio dire di Agip) come società puramente italiana. Inoltre l’offerta “non oil” continua a crescere, rappresentando un consolidamento dei business futuri |
Isin |
IT0003132476 |
Ultima quotazione (chiusura 2/4/2024) |
15,03 Eur |
Cosa segnala la sintesi degli indicatori |
Lo “strong buy” ha il sopravvento ma al mercato piace anche un rapporto di p/e (rapporto prezzo/utili) di 10,2, che in realtà è superiore rispetto a quello della francese TotalEnergies (su 8,8) e della britannica BP (sui 7,3). Il settore petrolifero – o meglio energetico – resta ancora un ottimo distributore di profitti |
Cosa dice l’analisi grafica |
L’inizio d’anno caratterizzato dal traguardo di un massimo storico intraday (2/1/2024) a 15,4 Eur è stato propiziatore di un sentiment positivo sul titolo, riavvicinatosi ieri - dopo la debolezza soprattutto di febbraio - alla resistenza dei 15,3 Eur. Ora è fondamentale che il titolo tenga quanto meno i 15 Eur |
Prima resistenza importante |
Appunto a 15,3 Eur, che la spinta rialzista delle ultime sedute rende possibile in presenza di un Ftse Mib che non inverta decisamente al ribasso |
Primi supporti importanti |
14,73 Eur e poi soprattutto i 13,9 Eur |
Rilevatore di rischio |
È - realtà forse assurda - inversamente proporzionale alle tensioni geopolitiche, che stanno sostenendo le quotazioni del petrolio. E’ vero che Eni assume sempre più la caratteristica di società energetica a tutto tondo ma il business primario resta comunque quello dell’“oil” |
Segnale di forza |
In presenza di una decisa rottura al rialzo dei 15,3 Eur |