NASDAQ100 WEEKLY - Nuovi record su due dei tre maggiori indici azionari USA...


CONTINUANO I RECORD PER DUE DEI TRE INDICI AZIONARI USA GRAZIE AL TITOLO NVIDIA ED AL SETTORE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. I DATI MACRO E LE DICHIARAZIONI DEI MEMBRI DELLA FED, CONFERMANO LA POSSIBILITA’ DI UN PRIMO TAGLIO DEI TASSI A GIUGNO. IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO RIPRENDE A RESPIRARE.

Venerdì scorso il mercato azionario statunitense ha continuato a riprodurre i successi, con l’indice tecnologico Nasdaq100 a fare da traino registrando un nuovo record e l’indice S&P500 a ruota che ha, a sua volta, segnato il suo quindicesimo record dell’anno. I due indici hanno registrato il loro miglior febbraio dal 2015. Il titolo NVIDIA, tra i cosiddetti ‘Magnificent Seven’, anche nel corso della scorsa settimana è quello che ha più contribuito al rialzo con un +4,00 % nella sola giornata di venerdì. All’appello dei nuovi record manca solo il Dow Jones che ha riportato, oltretutto, una modesta perdita nel corso della scorsa ottava. Leit motiv della settimana sono stati i dati macroeconomici pubblicati che hanno visto una revisione del prodotto interno lordo (GDP) scendere al 3,2% dal 3,3% rispetto alla stima precedente, e la variazione dell’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) che è scesa su base annua al 2,4% a gennaio dal 2,6% di dicembre.

Così siamo arrivati all'appuntamento con il mese di marzo su livelli di ipercomprato e scarsa ampiezza (breadth) degli indici, più volte evidenziati nelle ultime 2 settimane. Ne riportiamo uno nuovo riferito alla scorsa settimana che non fa altro che sottolineare, una volta di più, la forza del recente movimento dai minimi di fine ottobre. La distanza dalla media mobile a 200 giorni dell'S&P500 è superiore al 12%. Come possiamo notare dal seguente grafico, negli ultimi 15 anni questo livello di distanza dalla media mobile ha coinciso con consolidamenti e correzioni.

L'unica monumentale eccezione a questa usanza è stata nel 2021 (ellisse azzurro sul grafico) quando le correzioni, che sono state rare e piccole (qualcosa in agosto), non possono essere messe in relazione con picchi nella distanza dalla media mobile a 200 periodi, distanza che è arrivata a tratti al livello record di 17% ed ha corretto da quel livello grazie al recupero della media stessa.

Ma nel 2021 le condizioni per l'azionario erano state assolutamente irripetibili: crescita media sopra il 5-6%, tassi a zero, QE fino a marzo 2022, e stimolo fiscale modello ‘helicopter money’ cioè aiuti monetari a cascata. Dovrebbe restare un periodo irripetibile nel modo in cui si sono concentrati uno stimolo fiscale eccessivo e troppo prolungato e un errore di politica monetaria della FED. Va anche osservato che mentre in alcuni casi (2010, 2012, 2018, 2023) le correzioni sono state del 10% o più, in altri casi (2013) si è trattato di cose piuttosto blande.

Vi è però un’altra considerazione statistica da fare a proposito. Con la chiusura positiva del mese di Febbraio come quarto mese positivo di seguito, quindi con Novembre, Dicembre, Gennaio e Febbraio tutti positivi, ovvero in 14 occasioni dal 1950, il resto dell'anno ha visto sempre performance positive, senza un esclusione (v. grafico):

Questa è una dimostrazione empirica del detto "forza genera forza" che, visto da un altro lato, significa che i mercati prima di invertire il trend, perdono ‘momentum’. Ovvero fanno massimi di entità decrescente e correzioni di entità crescente, come ad esempio nel 2007 o dalla seconda metà del 1999, per prendere i casi più eclatanti, o anche nel 2015 e nel 2018.

Questi elementi statistici sembrano offrire altro supporto ad uno scenario che vedrebbe l’azionario USA in indebolimento nella transizione verso la primavera, per poi riprendere forza più avanti nell'anno. Per il momento la correzione non si vede, e abbiamo solo una serie di massimi storici. Stiamo quindi ricalcando il precedente del 2021 anche se non sembra che il quadro attuale sia simile. C'è poi la possibilità che, grazie all'euforia da Intelligenza Artificiale, facciamo come a dicembre-gennaio 2018, ovvero una salita parabolica, anche se poi il -10% in nove sedute osservato da inizio febbraio ha costituito in quel caso un brusco risveglio.

Gli strategist manager di molte società finanziarie, gli analisti e gli investitori in generale hanno ormai metabolizzato il fatto che la FED non taglierà i tassi prima della riunione di giugno auspicando, nel frattempo, che questa situazione coincidendo con un periodo stagionalmente ribassista per le azioni, spingano le quotazioni verso il basso dando la possibilità di acquistare a prezzi più convenienti durante il calo. Il settore dell’Intelligenza Artificiale anche nel corso della scorsa settimana ha alimentato il rialzo con NVIDIA, AMD, QUALCOMM e MICRON, ma anche DELL che ha dichiarato di avere un arretrato di ordini per i server di intelligenza artificiale. Un altro settore sugli scudi è stato quello dei produttori di petrolio, raffinerie e gas, grazie al rialzo dei prezzi dei prodotti petroliferi con il Crude Oil a ridosso degli 80 $/b, mentre il settore dei servizi di pubblica utilità ha avuto la performance settimanale peggiore, più che altro dovuta al titolo XCEL Energy dopo le dichiarazioni che potrebbe dover affrontare richieste di risarcimento relative agli incendi che infuriano in Texas.

Ma si guarda anche ai titoli di altri settori dell’indice S&P500 che ultimamente hanno registrato un’accelerazione. Diversi manager ritengono che questo sia un segno che il rally dell'indice di riferimento si stia espandendo oltre una manciata di titoli tecnologici e ad alta crescita, citando il settore industriale che è aumentato del 7,1% il mese scorso, trainato dal rally di GENERAL ELECTRIC e HOWMET AEROSPACE RISPETTO al 5,8% guadagnato dall’S&P500 in quel periodo. Il settore dei materiali ha guadagnato il 6,7% a febbraio, guidato da VULCAN MATERIALS ed ECOLAB. Il settore dei consumi discrezionali ha guadagnato quasi il 9% guidato da CHIPOTLE MEXICAN GRIL e RALPH LAUREN.

Le azioni ‘value’ sono relativamente economiche rispetto al resto del mercato. Il settore sanitario viene scambiato a 18,9 volte gli utili futuri, il settore energia viene scambiato a un multiplo di 12,2 molto inferiore agli utili futuri dell’S&P 500 pari a 20,8. Il rischio di vedere le quotazioni scendere sui titoli del cosiddetto gruppo dei ‘Magnificent Seven’ o comunque quelli ad alta crescita è considerevole rispetto ai titoli ‘value’ ed un esempio molto recente è stato quello relativo al titolo TESLA.

Passando ad altro argomento, i leader del Congresso USA hanno trovato un accordo su una misura che rinvia di una settimana (fino all'8 marzo) la deadline per evitare lo shutdown. Ora la misura deve essere approvata entro sabato, pena un arresto dell'attività. Nessuno pensava che lo shutdown fosse un'eventualità probabile, e infatti la reazione del mercato è stata impercettibile Vedremo che faranno la settimana prossima.

Passiamo ora ad analizzare il mercato monetario.

Inizio settimana sul fronte tassi con poco movimento, anche se al rialzo, con il 10 anni che ha chiuso a 4.303% nonostante una buona asta sul Treasury 7 anni (42 mld $ piazzati a un rendimento appena sotto quello del secondario) che non ha offerto particolare supporto ai titoli di stato USA. Ma dopo la pubblicazione del report sui prezzi al consumo i tassi, che erano andati incontro al report in rialzo di una manciata di bps e sui massimi di periodo, hanno reagito con grande sollievo a questi numeri. I bonds sono rimbalzati violentemente e hanno passato il resto del pomeriggio a recuperare con forza. Evidentemente questo numero era stato talmente caricato di significato, che il suo passaggio senza grossi incidenti ha portato a forti flussi di ricoperture.

Non che le aspettative di mercato vadano considerate Vangelo. Il seguente grafico mostra le cantonate come il crollo post Covid, e anche il rally forsennato delle parti brevi di dicembre al momento sta venendo pesantemente sconfessato.

Detto questo, sembra evidente che la crescita economica USA sopra le attese e le recenti sorprese su CPI e PPI stanno avendo un impatto pesante sulle aspettative di inflazione. In secondo luogo, ulteriori aumenti su questi fronti potrebbero rendere improbabile anche la ridotta agenda di tagli scontata di recente.

In effetti, dopo le manie di dicembre, le sorprese su crescita e inflazione USA hanno portato la Fed Funds Strip assai più vicina a quello che era il consenso dei Membri del FOMC a Dicembre. Quindi bisogna fare i conti con la possibilità che la previsione della FED si sia evoluta in seguito a queste news, e/o che il mercato inizi stabilmente a prezzare una decisone della FED meno accomodante nel corso dell'anno. In sostanza, il quadro dei movimenti attesi sui tassi è più simmetrico, con le previsioni del mercato che non sono più così in conflitto con quelle della FED e così ottimiste sul rientro dell'inflazione come 2 mesi fa. Anche se, le previsioni del mercato, non scontano appieno un’economia che cresce decentemente, come mostrano i modelli econometrici che indicano l'attuale trimestre attorno al 3%, né eventuali colpi di coda dell'inflazione.

In questo contesto andiamo, quindi, a vedere nello specifico lo scenario che si è presentato nel fine settimana appena trascorso sulle probabilità dei tagli sui tassi d’interesse nel 2024:

Lo strumento FedWatch del CME Group mostra come i mercati, per la prossima riunione del 2024 in programma il 20 marzo, siano fermi nel prezzare una probabilità del 96,0% di mantenere i tassi fermi come rilevato anche due venerdì fa. Dato praticamente certo visti gli ultimi dati macro e le dichiarazioni dei membri della FED (v. grafico):

Stessa situazione per quanto riguarda la riunione del 1° maggio, scendono di pochissimo le probabilità di nessun taglio dal 76,4% di due venerdì fa all’attuale 74,0% di due venerdì fa, discorso inverso per le probabilità di un taglio pari a 25 bps che sale al 25,1% rispetto al 23,0% di due venerdì fa (v. grafico):

E veniamo al mese ‘clou’ per quanto riguardano le probabilità del primo taglio dei tassi, quello relativo alla riunione del 12 giugno. Le probabilità di un taglio di soli 25 bps salgono al 56,8% rispetto al 52,3% di due venerdì fa. Contemporaneamente salgono anche le probabilità per un taglio per complessivi 50 bps (due da 0,25 o uno da 0,50 bps) al 16,6% rispetto al 12,9% di due venerdì fa, il tutto a scapito del fermo tassi con le probabilità che scendono dal 34,5% di due venerdì fa all’attuale 26,0% (v. grafico):

Infine, per l’ultima riunione del 2024, riprendono il comando delle operazioni le probabilità di un taglio per complessivi 100 bps che dal 28,5% di due venerdì fa passano all’attuale 33,4%, a scapito delle probabilità di un taglio complessivo di 75 bps che scendono al 28,2% dal 31,9% di due venerdì fa. Così come riprendono quota le probabilità di un taglio complessivo di 125 bps che passano dal 12,4% di due venerdì fa all’attuale 19,0%, a scapito del taglio complessivo di soli 50 bps che dal 18,8% di due venerdì fa passa all’attuale 12,5% (v. grafico):

Sul fronte rendimenti bella discesa su tutte e tre le scadenze più importanti grazie soprattutto ai dati macro usciti ed alla consapevolezza degli investitori in bonds che l’inflazione sta scendendo, anche se lentamente, e che per l’inizio dei tagli da parte della FED bisognerà aspettare giugno e che l’ampiezza dei tagli non sarà così ampia come pronosticato qualche mese fa. Pertanto, abbiamo visto scendere più rapidamente il rendimento della scadenza corta che ha chiuso l’ottava al 4,535% dal 4,694% di due venerdì fa, perde meno il Treasury 10Y che dal 4,252% di due venerdì fa passa all’attuale 4,184%, mentre il 30Y dà solo una limatina alla perdita passando dal 4,371% di due venerdì fa, all’attuale 4,329%.

Anche lo spread 2Y-10Y ha risentito di questa situazione, riportandosi a 35,1 bps rispetto ai 44 bps di due venerdì fa.

Infine i tassi reali, al netto dell’attuale tasso di inflazione, mostrano che le aspettative sull'inflazione siano alla base di questo riprezzamento, lo mostra anche il breakeven inflation rate a 2 anni, ovvero l'aspettativa di mercato sull'inflazione USA nei prossimi 24 mesi. Deutsche Bank ha osservato che, escluso il periodo del Covid, questo è il livello massimo dal 2008.

Per completezza di informazione e per fare anche un paragone, riportiamo anche il grafico del breakeven inflation rate decennale, nuovamente al 2,32% dal 2,21% di inizio febbraio (v. grafico FED di S.Louis):

Analisi grafica dell’indice di riferimento di una parte delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Continua la marcia verso vette inesplorate per l’indice tech grazie, soprattutto alle performance dei titoli facenti parte del cosiddetto listino dei ‘Magnificent Seven’ con NVIDIA anche nel corso della scorsa settimana a tirare il resto della compagnia. Buono anche il recupero dell’indice Nasdaq100 ‘equal weighted’ che riesce a superare il recente massimo di lunedì 12 febbraio, portando la performance annuale al + 5,47% sempre con un 3% distante dall’indice non pesato, ma comunque non totalmente dipendente dai soliti titoli. Graficamente notiamo come nella giornata di venerdì scorso, in apertura di contrattazioni, l’indice abbia fatto registrare un nuovo record a 18333.26, superando di netto la resistenza posta in area 18050 rappresentata dall’estensione del 61,8% di onda 1 di (5) partendo dal minimo di onda 2 di (5). Questa settimana verranno pubblicati dei dati macroeconomici ‘market mover’ ad iniziare da domani quando verrà pubblicato il report a cura dell’ISM sulle società PMI dei servizi, mentre il ‘clou’ della settimana è rappresentato dai dati sul mercato del lavoro nel mese di febbraio in uscita venerdì. Pertanto i movimenti dei prezzi dell’indice troveranno al rialzo una prima resistenza in area 18500, costituita dall’estensione del 78,6% di onda 1 di (5) partendo dal minimo di onda 2 di (5), poi quella in area 19150 costituita dall’estensione del 100,0% sempre di onda 1 di (5) partendo dal minimo di onda 2 di (5). Mentre al ribasso i prezzi troveranno un primo supporto in area 17800, quindi l’area 17500/400 [ritracciamento del 38,2 di onda 3 di (5)] con chiusura del gap del 22 febbraio. Il livello di RSI a 67 indicherebbe prudenza ma spazio per un ulteriore ritocco all’insù, c’è tutto. Vedremo. La settimana si è chiusa a 18302.91 con un guadagno del + 2,04% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 8,78% rispetto alla chiusura del 2023.

La dinamica settimanale delle quotazioni dell’indice S&P500 rispecchiano quelle del Nasdaq100 ma questa volta con performance dimezzate rispetto all’indice tech. Come detto in apertura di articolo, febbraio è stato il miglior mese dal 2015 con una sequenza di 16 settimane su 18 chiuse positivamente, cosa che non accadeva dall’aprile 1971 !! Il ‘sentiment’ continua ad essere alle stelle ma, tutto vero e tutto bello, l’indice S&P500 ‘equal weighted’ è cresciuto SOLO del 3,61% da inizio anno, oltre la metà in meno dell’indice non pesato. Ciò non significa che il rialzo stia finendo e che ombre macabre si addensano sull’indice, ma solo che aumenta il rischio di una discesa, più o meno forte e più o meno ampia, se sui titoli che stanno alimentando codesto trend gli investitori iniziano a prendere profitto. Graficamente notiamo come un ulteriore record sia stato raggiunto venerdì scorso a 5140.33 superando la resistenza posta in area 5115 costituita dall’estensione del 61,8% di onda 1 di (5) partendo dal minimo di onda 2.  Prossima tappa del viaggio la resistenza posta in area 5230 [estensione del 78,6% di onda 1 di (5) partendo dal minimo di onda 2]. Viceversa, possibile fase di consolidamento tra le aree 5140 e 5050 punti, altrimenti in caso di correzione più profonda, troviamo un altro supporto in area 5000 oltre al sempre valido in area 4950 punti con chiusura del gap del 22 febbraio. Visto il livello di RSI in zona di ipercomprato appena sopra i 70 punti (ma ciò non rappresenta una novità) è auspicabile una possibile fase di consolidamento tra le aree sopra citate, se non una sana correzione, per smaltire gli eccessi favorendo un nuovo impulso rialzista. Ovviamente anche l’indice Cboe Volatility Index (VIX) scende a 13 punti rimanendo nella sua lateralità tra i 12.50 ed i 14.50 punti da novembre 2023. Mentre sale l’indice della ‘paura’ e parliamo dello skew del CBOE sull’S&P500 – un indicatore del mercato delle opzioni per la domanda relativa di contratti call al rialzo rispetto a contratti put al ribasso – che dai 142 punti di due settimane fa si è portato a 150 punti in chiusura di ottava. Riprendono quindi le coperture dei Portafogli. La settimana si è chiusa a 5137.07 con un guadagno del + 0,95% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 7,70% rispetto alla chiusura del 2023.

Nel corso della scorsa settimana, manca completamente le performance rispetto agli altri due indici maggiori il listino delle major, il DOW JONES. Non usufruendo del rialzo dei titoli tecnologici, solo SALESFORCE ed HOME DEPOT hanno contribuito a mantenere la performance settimanale del listino in lieve calo. Graficamente notiamo subito una fase di consolidamento tra le aree 39200 e 38700 come riportato nell’articolo di lunedì scorso che, se non altro, ha contribuito a mantenere il livello di RSI a 63 al di sotto della soglia dell’ipercomprato. Per questa settimana i movimenti, anche in base all’uscita dei dati macro importanti, potrebbero prevedere una ripresa della fase rialzista a patto di superare la resistenza posta in area 39200, rappresentata dall’estensione del 161,8% di onda 3 partendo dal minimo di onda 4, come obiettivo la resistenza in area 39900/40000, rappresentata dall’estensione del 178,6% di onda 3 partendo dal minimo di onda 4, non che soglia psicologica. Oppure una continuazione del consolidamento tra le aree 39200 e 38600 con chiusura del gap del 22 febbraio. Altrimenti una correzione che potrebbe portare i prezzi prima sul supporto in area 38300 fino a 38000 punti in coincidenza con l’ultimo minimo significativo. La settimana si è chiusa a 39087.39 con una perdita del – 0,12% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 3,71% rispetto alla chiusura del 2023.

ORO INDEX

La settimana appena trascorsa ha visto i prezzi dell’Oro salire a 2097.1 $/oz. nuovo massimo da dicembre 2023. Il metallo giallo ha acquisito una forte spinta rialzista nella giornata di venerdì dopo aver trascorso la prima metà della settimana consolidandosi in un canale stretto, ciò dovuto ad alcune caute osservazioni da parte dei funzionari della FED sulle prospettive politiche che hanno aiutato il Dollaro a mantenere la sua posizione e a limitare il rialzo della commodity prima del fine settimana. Indubbiamente le pubblicazioni dei dati macro settimanali riguardo ad una lenta ma continua discesa dell’inflazione e a un’economia in rallentamento hanno portato ad una discesa dei rendimenti dei titoli di stato a favore degli acquirenti di Oro. Sia la rivisitazione del dato del prodotto interno lordo (GDP) sceso al 3,2% dal 3,3% della stima iniziale, che la variazione dell’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE), scesa al 2,4% su base annua a gennaio dal 2,6% di dicembre hanno contribuito all’exploit dei valori dell’Oro.

Le prospettive tecniche a breve termine per i valori dell’Oro offrono segnali incoraggianti per gli acquirenti, ma gli investitori potrebbero ignorare i dati tecnici quando reagiranno ai dati sul mercato del lavoro di febbraio provenienti dagli Stati Uniti nel corso di questa settimana. Ricordiamo che domani verrà pubblicato il report a cura dell’ISM sulle società PMI dei servizi che gli economisti prevedono mantenersi al di sopra di 50 punti a febbraio ed evidenzi una continua espansione dell'attività commerciale del settore dei servizi. A gennaio, l'indice dei prezzi pagati dell'indagine PMI è balzato a 64 da 56,7 di dicembre, mostrando un'accelerazione dell'inflazione dei costi di acquisto. Un aumento simile della componente inflazionistica a febbraio potrebbe dare una spinta al Dollaro ed avere una reazione contraria immediata sui valori del metallo giallo. Seguiranno, nella giornata di mercoledì, i dati sull’occupazione (JOLTS Job Openings) a cura dell’ADP, antipasto dei più importanti dati di venerdì sui nuovi occupati non agricoli nel settore pubblico e privato di febbraio. Un dato inferiore a 150.000, potrebbe indurre gli investitori a rivalutare la possibilità di un taglio dei tassi a maggio e innescare una svendita del Dollaro con reazione immediata per i prezzi dell’Oro. D’altra parte, un valore vicino a 200.000 potrebbe essere sufficiente per rassicurare i mercati che il mercato del lavoro è sufficientemente sano da consentire alla FED di ritardare la svolta politica fino a giugno. Infine, sempre in questa settimana il Presidente della FED, Jerome Powell, presenterà il rapporto semestrale sulla politica monetaria. Powell testimonierà davanti alla commissione per i servizi finanziari della Camera e alla commissione del Senato su banche, alloggi e affari urbani rispettivamente mercoledì e giovedì.

Prospettive tecniche dell’Oro

Come detto i prezzi dell’Oro si erano assestati fino a giovedì scorso nel canale tra i 2030 ed i 2060 $/oz. poi nella giornata di venerdì l’esplosione, con le quotazioni che in un sol colpo superavano le resistenze poste a 2060 e 2080 $/oz. arrivando ad un passo dai 2100 $/oz. (doppio massimo con i prezzi del 28 dicembre 2023). Prossima resistenza in area 2110/2115 $/oz. mentre le correzioni non devono scendere sotto il supporto in area 2060 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, i prezzi del Platino continuano la fase di lateralizzazione tra le aree 920 e 880 $/oz. e non si ravvisano spunti verso l’alto, anzi nella giornata di venerdì scorso in controtendenza rispetto all’Oro, le quotazioni sono andate a toccare un minimo a 870 $/oz. prima di rimbalzare e chiudere l’ottava a 891,8 $/oz. Le aree importanti da testare e superare sono sempre, al rialzo i 940 $/oz. coincidente con la M.M. a 200 periodi, e al ribasso gli 880 $/oz.

Stesso discorso per le quotazioni dell’Argento che da inizio anno non riesce a superare la propria M.M. a 200 periodi che, attualmente, si trova in area 23,50 $/oz. Pertanto nella ampia fase di lateralizzazione iniziata a maggio 2023 tra le soglie di 25 e 22 $/oz., da inizio 2024 i prezzi si trovano all’interno di una lateralizzazione più ristretta che riguarda le aree 23,5 e 22,0 $/oz. Venerdì 16 febbraio, le quotazioni avevano chiuso proprio a ridosso della resistenza in area 23,50 $/oz. per poi ripiegare, mestamente, nuovamente verso l’area dei 22,5 $/oz. A distanza di 14 giorni le quotazioni sono tornate a toccare la resistenza dei 23,5 $/oz. chiudendo l’ottava appena sotto tale quotazione. Che sia la volta buona per rompere finalmente questa forte resistenza ? Vedremo.

La quotazione settimanale dell’Oro si è chiusa a 2095.7 2049.4 $/oz. con un guadagno del + 1,18% rispetto alla precedente settimana che porta ad una perdita da fine anno del – 1,08%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 2082.98 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2024:

POLITICA USA

Prima l’approvazione da parte della Camera a maggioranza repubblicana, poi il passaggio al Senato a maggioranza democratica, infine venerdì scorso la firma del Presidente Joe Biden sul disegno di legge di spesa provvisoria a breve termine, che evita il concretizzarsi di un parziale shutdown governativo. Tale disegno fissa le scadenze per finanziare una parte del governo entro l’8 marzo e l’altra parte entro il 22 marzo. Il Presidente Biden ha detto che l’approvazione del disegno di legge è una buona notizia per gli americani, pur sottolineando che si tratta di una soluzione a breve termine. Al Senato i voti favorevoli sono stati 77 ed i contrari 13, alla Camera 320 i favorevoli e 99 i contrari. Di questi 99 “no” incassati alla Camera, 97 provenivano dai repubblicani. Proprio alla Camera, nei prossimi giorni sul tavolo dello speaker repubblicano Mike Johnson ci saranno sei leggi di stanziamento per l’intero anno, inoltre affronterà la questione degli aiuti all’Ucraina. Tre repubblicani della Camera prevedono che lo speaker Johnson si occuperà della questione degli aiuti ad Ucraina, Israele e agli alleati statunitensi nell’Indo-Pacifico dopo aver completato altri sei disegni di legge di spesa entro il 22 marzo. Il repubblicano Chip Roy ha spiegato che la corrente intransigente repubblicana spera di convincere lo speaker Johnson a portare in aula un nuovo disegno di legge di spesa per finanziare il governo fino al 30 settembre, ma che comprenda tagli a spese non inerenti alla difesa e che mantenga i livelli per la difesa ed i benefici per i veterani. Secondo Patrick McHenry, repubblicano della Camera, per l’attuale speaker Johnson non ci sarebbero rischi derivanti dai voti sulla legislazione di spesa, a differenza di quanto accaduto per il suo predecessore Kevin McCarthy (nei suoi confronti era stata approvata una mozione di sfiducia in ottobre).

Capitolo primarie repubblicane. Donald Trump si avvicina all’appuntamento del Super Tuesday (si voterà in 15 stati ed un territorio), in programma per domani, martedì, registrando altre vittorie nella corsa alla nomination repubblicana per le elezioni presidenziali di novembre. Sabato l’ex Presidente ha vinto i caucus in Michigan (in questo stato, oltre al caucus, si sono tenute anche le primarie, vinte martedì scorso da Trump), Missouri ed Idaho. In Michigan, Trump ha vinto la sfida con Nikki Haley in tutti i 13 distretti che hanno partecipato ai caucus. Insomma, Trump è nettamente il favorito a rappresentare il partito repubblicano nella corsa alla Casa Bianca.

Ieri, domenica, in un’intervista ad un’emittente televisiva, Nikki Haley ha detto che resterà in corsa per la nomination del partito repubblicana finché rimarrà competitiva: “Finché saremo competitivi, finché dimostreremo che c’è un posto per noi, continuerò a lottare”.

POLITICA USA – CINA

L'uso massiccio della disposizione de minimis da parte dei giganti dell'e-commerce Temu e Shein negli Stati Uniti sta attirando sempre più attenzione, alimentando timori riguardo a una possibile minaccia per l'industria nazionale. Questa disposizione, che permette l'ingresso semplificato di pacchi con valore inferiore a 800 dollari, è stata sfruttata da aziende che cercano di eludere i dazi e le restrizioni sui prodotti realizzati con lavoro forzato.

Secondo i dati forniti al Wall Street Journal dal deputato repubblicano Mike Gallagher, almeno 485 milioni di pacchi sono entrati negli Stati Uniti nell'anno fiscale 2024 utilizzando questa disposizione, rispetto ai 685 milioni registrati nell'anno fiscale 2022 dalla US Customs and Border Protection. Gallagher ha dichiarato che questa pratica accelera l'esportazione dei posti di lavoro americani e favorisce le aziende cinesi che sfruttano il lavoro forzato.

Temu e Shein, da sole, rappresentano circa un terzo di tutte le spedizioni de minimis, secondo stime del comitato ristretto della Camera. Entrambe le aziende sono state oggetto di accuse riguardanti il possibile utilizzo di lavoro forzato nella produzione dei loro beni. Tuttavia, Temu ha respinto tali accuse, definendole infondate, mentre Shein ha sottolineato di avere una politica di tolleranza zero verso il lavoro forzato e di non fare affidamento sulla disposizione de minimis per il proprio successo.

Il crescente malcontento ha portato alcuni legislatori bipartisan, tra cui Gallagher e il deputato Raja Krishnamoorthi, a chiedere un intervento per riformare il programma. I senatori Sherrod Brown e Rick Scott hanno anche sollecitato modifiche attraverso una lettera alla Casa Bianca, sostenendo che la disposizione danneggi i produttori statunitensi.

Tuttavia, ci sono opinioni divergenti sull'efficacia della disposizione de minimis. Mentre alcuni ritengono che essa favorisca la competitività economica delle imprese statunitensi eliminando ostacoli burocratici, altri la vedono come una fuga dalle responsabilità doganali e un mezzo per eludere le leggi commerciali.

L'ex presidente Donald Trump ha avanzato l'idea di imporre tariffe massicce sulle importazioni cinesi, sollevando preoccupazioni riguardo a possibili conseguenze negative su scala globale. L'adozione di misure protezionistiche potrebbe spingere gli esportatori cinesi verso altri mercati, mettendo a rischio le industrie emergenti in paesi più poveri e intensificando le tensioni commerciali internazionali.

In questo contesto, la situazione evidenzia la complessità delle dinamiche commerciali globali e solleva importanti interrogativi sull'equilibrio tra la promozione del commercio e la tutela degli interessi nazionali e dei diritti umani. La risposta a questi interrogativi potrebbe determinare il futuro delle relazioni commerciali internazionali e il destino delle economie in tutto il mondo.

POLITICA DELLA FED

Niente fretta di tagliare i tassi per Jeffrey Schmid, presidente della FED di Kansas City, che lunedì scorso ha detto che “con l’inflazione al di sopra dell’obiettivo, i mercati del lavoro tesi e la domanda che mostra un considerevole slancio, il mio punto di vista è che non c’è bisogno di aggiustare preventivamente la posizione della politica”. Schmid si è espresso a favore di un approccio paziente: “continuare ad osservare come l’economia risponde all’inasprimento politico che si è verificato ed aspettare prove convincenti sul fatto che la lotta all’inflazione sia stata vinta”. Per quanto riguarda il bilancio della FED, Schmid ha detto di non avere fretta di fermare il processo in corso di riduzione delle dimensioni del bilancio e di non favorire un “approccio eccessivamente cauto” sul deflusso. Schmid ha detto: “Una certa volatilità dei tassi di interesse dovrebbe essere tollerata mentre continuiamo a ridurre il nostro bilancio”.

Mercoledì il presidente della FED di Boston, Susan Collins, ha detto che secondo lei sarà opportuno iniziare ad allentare la politica entro la fine dell’anno. Una volta che si inizierà, per Collins un approccio metodico e lungimirante per una riduzione graduale dei tassi dovrebbe fornire la flessibilità necessaria per gestire i rischi promuovendo al contempo stabilità dei prezzi e massima occupazione. La numero uno della FED di Boston ha evidenziato come i recenti dati sull’occupazione e le letture dell’aumento dei prezzi segnalino che il percorso verso l’obiettivo dell’inflazione al 2% probabilmente sarà ancora “sconnesso”. Per Collins sarà importante vedere segnali di progresso duraturi e più ampi verso gli obiettivi del doppio mandato della FED, riconoscendo che il progresso può essere irregolare; inoltre ha detto, che aspettarsi che tutti i dati parlino uniformemente è chiedere troppo.

Il presidente della FED di New York, John Williams, giovedì scorso ha detto di aspettarsi che la banca centrale tagli i tassi d’interesse entro la fine dell’anno. Considerata un’inflazione in calo ed un’economia in un miglior equilibrio, secondo Williams ha senso riportare i tassi d’interesse a livelli più normali, anche se non c’è urgenza di farlo, al momento serve guadagnare sicurezza rispetto al calo dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Inoltre, Williams pensa che l’economia non creerà condizioni tali da portare la FED ad alzare di nuovo il suo obiettivo di tasso d’interesse. “In base a ciò che vedo ora non abbiamo bisogno di inasprire ulteriormente la politica monetaria”, ha detto Williams, aggiungendo però che se le condizioni economiche dovessero cambiare in modo abbastanza significativo, dovrebbe ripensarci.

“I tassi sono piuttosto restrittivi”, ha sottolineato giovedì scorso il presidente della FED di Chicago Austan Goolsbee, aggiungendo che la domanda che ci si pone è “quanto a lungo rimanere così restrittivi”. Goolsbee ha detto che se l’inflazione continua a scendere, il tasso di riferimento della FED diventerà sempre più restrittivo in termini “reali” anche se mantenuto fisso. Secondo il presidente della FED di Chicago, c’è ancora la possibilità che l’economia prosegua il suo percorso sul cosiddetto “sentiero dorato”, che prevede un’inflazione in calo insieme ad un robusto mercato del lavoro e crescita economica.

Per Raphael Bostic, presidente della FED di Atlanta, probabilmente sarà appropriato tagliare i tassi d’interesse in estate. Lo stesso Bostic ha detto che l’inflazione è scesa più velocemente rispetto a quanto si aspettava, invitando però a restare attenti.

I dati sull’inflazione rilasciati giovedì scorso, secondo il presidente della FED di Cleveland, Loretta Mester, evidenziano che c’è ancora lavoro da fare per frenare le pressioni sui prezzi, ma non hanno cambiato la sua previsione che ci saranno tre tagli dei tassi quest’anno. “Se le aspettative di inflazione continueranno a scendere, penso che ci troveremo in una buona posizione dove potremo considerare un allentamento del livello restrittivo in cui ci troviamo”.

Mary Daly, presidente della FED di San Francisco, giovedì scorso ha spiegato che la banca centrale è pronta a tagliare i tassi quando i dati diranno che si può fare, al contempo però la stessa banca centrale non dovrebbe aver fretta di mettere in atto tali tagli in quanto l’economia statunitense rimane solida.

Adriana Kugler, membro del consiglio direttivo della FED, venerdì scorso ha affermato: “Sono cautamente ottimista sul fatto che vedremo un progresso continuo sulla disinflazione senza un significativo deterioramento del mercato del lavoro”. Inoltre, per Kugler non è ancora finito il lavoro della banca centrale, che è concentrata a portare l’inflazione al 2%.

Venerdì scorso Christopher Waller, membro del consiglio direttivo della FED, ha detto che i piani del bilancio servono a raggiungere giusti livelli di liquidità: “Non implicano nulla circa l’orientamento della politica sui tassi d’interesse, che è focalizzata sull’influenza della macroeconomia ed il raggiungimento del nostro doppio mandato”. Waller ha toccato alcuni temi a più lungo termine che vorrebbe fossero affrontati dalla banca centrale, tra questi quello che ritiene dovrebbe essere un reset del bilancio verso buoni del Tesoro a breve termine che corrisponderebbero meglio al tasso di riferimento a breve termine. Waller ha detto poi di voler avere un approccio attento al processo di diminuzione degli asset detenuti dalla FED, tenendo conto dell’esperienza della FED del 2019 quando il livello delle riserve bancarie è sceso troppo in basso e ha portato a turbolenze nei mercati dei tassi. Waller ha spiegato di sostenere la riflessione su quanti altri titoli riscattare, anche se con circa 500 miliardi di dollari rimasti in una linea di riacquisto overnight della FED “possiamo continuare a ridurre le nostre partecipazioni per un po’ di tempo”.

Al di fuori della politica monetaria in senso stretto, la scorsa settimana il vicepresidente della FED per la supervisione, Michael Barr, ha sottolineato che le banche per prendere decisioni prudenti necessitano di informazioni affidabili, complete e frequenti sulle proprie controparti. Informazioni che, sostiene Barr, possono essere difficili da ottenere per via dell’attività dei clienti che si svolge lontano dalla banca. Il flusso di informazioni serve alle banche per avere un quadro della vulnerabilità del profilo di rischio della controparte. Secondo l’esponente della FED, nel decidere se trattare con la controparte e nel decidere le condizioni che offre, una banca deve tenere conto se una controparte è disposta a fornire un livello adeguato di informativa.

DATI MACROECONOMICI

Le vendite di nuove case nel mese di gennaio crescono dell’1,5%, passando dal dato di dicembre di 651 mila (rivisto da 664 mila) all’attuale di 661 mila, restando però sotto al consensus fissato a 680 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Gli ordini di beni durevoli a livello mensile a gennaio hanno deluso come headline ed ex transportation. Il dato ha registrato un calo del 6,1%, calo più marcato di quello indicato dal consensus, -4,5%. A dicembre era stato registrato un -0,3% (rivisto da +0,0%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Il dato depurato anche della difesa è uscito in linea con le attese, ma le revisioni ai dati di dicembre abbassano tutta la traiettoria. Gli ordini di beni strumentali non attinenti alla difesa esclusi gli aerei a livello mensile a gennaio segnano un +0,1%, come indicato dal consensus e dopo il -0,6% di dicembre (rivisto da +0,3%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

L’indice di prezzo delle case a dicembre si attesta a quota 417,8 punti, realizzando una crescita dello 0,1% rispetto alla rilevazione di novembre di 417,4 punti. Il dato è rilasciato dalla Federal Housing Finance Agency.

L’S&P/Case-Shiller Home Price Index, che valuta le variazioni nel valore del mercato immobiliare residenziale in 20 regioni degli USA ha preso a rallentare di nuovo. A livello mensile a dicembre segna un -0,3%, calo appena più marcato del -0,2% di novembre.

Su base annua, a dicembre si registra un +6,1%, quasi precisamente in linea con il consensus del +6,0% e dopo il +5,4% di novembre.

L’indice di fiducia dei consumatori di febbraio disfa gran parte di quanto indicato a gennaio. Si passa dal dato di gennaio di 110,9 punti (rivisto da 114,8 punti) all’attuale di 106,7 punti. Il dato è rilasciato dal Conference Board.

Il secondo dato preliminare del PIL relativo al quarto trimestre 2023 è stato rivisto marginalmente al ribasso, ma in realtà i contributi di consumi, investimenti e residenziale sono tutti stati modificati al rialzo e a causare la revisione al ribasso è stato il livello di scorte, che si riflette positivamente sul trimestre in corso. Il dato segna un +3,2%, appena sotto al primo dato preliminare del +3,3%. Nel terzo trimestre 2023 era stato registrato un +4,9%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il secondo dato preliminare del quarto trimestre 2023 relativo all’indice dei prezzi PIL, invece, registra un +1,7% contro il +1,5% del primo dato preliminare. Nel terzo trimestre era stato registrato un +3,3%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il dato preliminare di gennaio della bilancia commerciale di beni si attesta a -90,2 miliardi di dollari, dopo il dato di dicembre di -87,89 miliardi di dollari (rivisto da -88,46 miliardi di dollari). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 24 febbraio sono saliti un po' sopra attese ma restano assai basse, mentre i continuing claims sono tornati sopra 1.9 milioni per la seconda volta da fine 2021 (la prima volta era stato a novembre 2023). Il dato riporta richieste pari a 215 mila, rilevazione superiore a quella di 202 mila della settimana precedente (rivista da 201 mila) ed al consensus di 210 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

L’indice di prezzo delle spese per consumi personali core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) è sostanzialmente uscito in linea con le (elevate) attese. Ad addolcire la pillola ci sono le revisioni al ribasso dei dati di dicembre. Il dato a livello mensile a gennaio cresce dello 0,4% come indicato dal consensus, accelerando rispetto al +0,1% di dicembre (rivisto da +0,2%).

Su base annua, il dato di gennaio segna un +2,8%, pari al consensus ed appena sotto alla rilevazione di dicembre del +2,9%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il reddito personale a gennaio cresce dell’1,0%, ben oltre il consensus del +0,4% ed una crescita di dicembre dello 0,3%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il dato sulla spesa personale a livello mensile a gennaio cresce dello 0,2% come indicato dal consensus e rallentando rispetto al +0,7% di dicembre. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il dato sulle vendite immobiliari in corso (che misura il cambiamento nel numero di case con contratto di vendita, ma in attesa della transazione di chiusura, escludendo le nuove costruzioni) a gennaio si attesta a quota 74,3 punti, con una contrazione del 4,9% rispetto al dato di dicembre. Il dato è rilasciato dalla National Association of Realtors.

Il Chicago PMI passa dai 46,0 punti di gennaio ai 44,0 punti di febbraio, in direzione opposta rispetto ad un consensus che indicava un rialzo a quota 48,0 punti. Il dato è rilasciato da ISM-Chicago, Inc.

Il dato di febbraio del PMI manifatturiero S&P Global è pari a 52,2 punti, sopra il dato preliminare di 51,5 punti ed in rialzo rispetto ai 50,7 punti registrati a gennaio.

Il PMI manifatturiero rilasciato da ISM passa dal dato di gennaio di 49,1 punti a quello di febbraio di 47,8 punti, con un consensus che invece indicava una crescita a quota 49,5 punti.

L’indice di occupazione manifatturiera rilasciato da ISM a febbraio si attesta a quota 45,9 punti, in calo rispetto ai 47,1 punti di gennaio.

Il dato rilasciato da ISM sui nuovi ordini nel settore manifatturiero, invece, scivola dai 52,5 punti di gennaio ai 49,2 punti di febbraio.

Sempre per quanto riguarda il settore manifatturiero, il dato sui prezzi passa dai 52,9 punti di gennaio ai 52,5 punti di febbraio.

L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan a febbraio si attesta a quota 76,9 punti, sotto al dato preliminare di 79,6 punti ed al dato di gennaio di 79,0 punti.

PORTAFOGLI AZIONARI

Nulla di nuovo sui nostri Portafogli azionari nel corso della settimana appena trascorsa. Nonostante nuovi record sui due principali listini USA e sui maggiori indici europei, i titoli del Portafoglio Storico non crescono ma neanche scendono per darci la possibilità di acquistarli a prezzi più convenienti, vedi LEGRAND, PINDUODUO, PALO ALTO NETWORKS, ecc. delle ultime due settimane. Siamo entrati su IPSEN che è rimasta sostanzialmente in linea con i nostri prezzi, solo CHARTER COMMUNICATION è un po' penalizzata, non riuscendo a tenere le quotazioni sopra i 300 $. Altri titoli sarebbero in procinto di essere acquistati ma vogliamo procedere con i piedi di piombo, anche a costo di perdere delle occasioni, visto che i titoli presenti non si avvicinano al rispettivo livello di target. Quindi per questa settimana inseriamo come nuovo acquisto, solo la tedesca AIXTRON.

Per quanto riguarda il portafoglio The Challenge, dopo una settimana tranquilla, riprendiamo con i target raggiunti. Questa volta è il turno dell’ETF DIGITAL INFRASTRUCTURE & CONNECTIVITY, fondo che replica l’indice Tematica BITA Digital Infrastructure and Connectivity il quale investe nei titoli facenti parte dei settori delle infrastrutture digitali e della connettività (Data center, Reti di dati, Connettività digitale, Trasmissione digitale, Trattamento digitale, Servizi digitali e proprietà intellettuale) che ci ha regalato dei bei tozzi di pane da stipare in cantina, pari al 18,68%. Poco da dire sugli altri titoli ad eccezione di BREMBO che domani, 5 marzo, pubblica il proprio bilancio economico trimestrale e, se del caso, alzeremo il livello di target se riporterà dati positivi. Inoltre abbiamo modificato il target sull’ETF WISDOMTREE CLOUD COMPUTING per continuare ad eliminare totalmente codesta emittente, non certo il settore.

Alla prossima.

FOCUS SU AZIONI

HONEYWELL – Giovedì scorso Honeywell ha annunciato che Hisense incorporerà il refrigerante Solstice di Honeywell nelle sue unità di condizionamento dell’aria residenziali. Una scelta, quella di Hisense, che Honeywell descrive come “in linea con gli sforzi globali per eliminare gradualmente refrigeranti a più elevato potenziale di riscaldamento globale per condizionatori d’aria e pompe di calore”. Honeywell ha investito oltre 1 miliardo di dollari in ricerca, sviluppo e creazione di nuove capacità per la sua tecnologia Solstice, che al momento ha applicazioni in refrigeranti, agenti espandenti, aerosol e solventi.

WALT DISNEY – Mercoledì scorso la società indiana Reliance Industries e Walt Disney hanno comunicato la fusione delle loro attività televisive e multimediali in streaming per formare un soggetto da 8,5 miliardi di dollari. Reliance immetterà 1,4 miliardi di dollari nel soggetto derivante dalla fusione, inoltre l’azienda e le sue affiliate deterranno una quota di oltre il 63%, il resto spetterà a Disney. La fusione valuta il business indiano di Walt Disney a circa 3 miliardi di dollari, valutazione inferiore a quella di circa 15 miliardi di dollari quando Disney l’ha acquisito come parte del suo accordo con Fox nel 2019. Reuters riporta che una fonte della Disney ha spiegato che il valore del business indiano della società era più vicino a 4,3 miliardi di dollari, se si tiene conto delle sinergie. Il soggetto derivante dalla fusione avrà 120 canali TV, due piattaforme di streaming e diritti televisivi per lo streaming di tornei di cricket. Reliance ha fatto sapere che a presiedere il consiglio di amministrazione del nuovo soggetto sarà la moglie di Mukesh Ambani, presidente della compagnia privata indiana, Nita. Il vicepresidente sarà Uday Shankar, ex dirigente di Disney.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.

AMERICAN ELECTRIC POWER + 3,08%. La società è una holding di servizi pubblici che, attraverso le sue controllate, fornisce servizi elettrici, costituiti da generazione, trasmissione e distribuzione, su base integrata ai propri clienti al dettaglio, ha riportato un utile nel quarto trimestre 2023 pari a 1,23 $/az. su un fatturato pari a 4,60 mld $. La stima degli analisti per utili era pari a 1,27 $/az. su un fatturato pari a 5,22 mld $. I ricavi sono diminuiti del 5,76% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha continuato ad affermare che la previsione degli utili per tutto il 2024 sarà tra 5,53 e 5,73 $/az. L'attuale stima degli analisti per gli utili è di 5,55 $/az.

Benjamin GS Fowke III, ex Presidente e A.D. di Xcel Energy, è stato nominato A.D. e Presidente ad interim di AEP, ha dichiarato: “Il nostro team nel 2023 ha ottenuto risultati sugli utili operativi entro le nostre previsioni mentre lavoravamo in un ambiente ostile a causa dei tassi di interesse più elevati e in uno degli anni più miti per il clima nel nostro territorio lavorativo degli ultimi tre decenni. Stiamo portando avanti le nostre priorità strategiche attraverso investimenti nel sistema energetico a beneficio dei clienti, gestendo al contempo il portafoglio, promuovendo l'efficienza e riducendo i costi operativi e di gestione. Continuiamo inoltre il nostro approccio disciplinato allo sviluppo economico che ha portato ad un aumento del 7,8% del carico commerciale e dell'1,6% % di aumento del carico industriale nel 2023, portando posti di lavoro e crescita economica nelle nostre comunità. Rimaniamo concentrati sull'esecuzione del nostro piano quinquennale di investimenti da 43 mld $, dei quali 27,3 mld $ stanziati per investimenti nella trasmissione e distribuzione per garantire energia affidabile e conveniente e migliorare il servizio per i nostri clienti. Abbiamo ricevuto l’approvazione per aggiungere più risorse rinnovabili senza l’uso del carburante per servire i clienti in sette stati, che rappresentano 6,6 mld $ del nostro piano di investimento da 9,4 mld $ previsto per le energie rinnovabili. Continuiamo a fare progressi nella nostra strategia per ridurre i rischi del business, lavorando al processo delle attività di vendita al dettaglio di AEP Energy e di risorse distribuite di AEP OnSite Partners, inoltre prevediamo di completare la vendita della nostra quota del 50% nella New Mexico Renewable Development a Exus per 115 mln $ entro la fine di febbraio. Abbiamo riportato utili operativi nel quarto trimestre 2023 pari a 647 mln $ o 1,23 $/az., rispetto ai 540 mln $ o 1,05 $/az. del quarto trimestre 2022, mentre per tutto l’anno 2023 abbiamo riportato utili operativi pari a 2,7 mld $ o 5,25 $/az., rispetto ai 2,6 mld $ o 5,09 $/az.”

AUTODESK + 2,94%. E’ una società di software e servizi di progettazione, che offre soluzioni ai clienti nei mercati dell'architettura, dell'ingegneria, delle costruzioni, della produzione, delle infrastrutture e dei media digitali, ha riportato utili nel quarto trimestre 2024 pari a 2,09 $/az. su un fatturato di 1,47 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,95 $/az. su un fatturato pari a 1,43 mld $. I ricavi sono aumentati del 11,46% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2025 tra 1,73 e 1,78 $/az. su un fatturato tra 1,385 e 1,40 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,79 $/az. su un fatturato di 1,39 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2025 tra 7,89 e 8,11 $/az. per un fatturato tra 5,99 e 6,09 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2025 per gli utili è pari a 8,14 $/az. su ricavi pari a 5,98 mld $.

Andrew Anagnost, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Stiamo intraprendendo un processo pluriennale per sviluppare soluzioni basate su servizi di piattaforma condivisa e con al centro il modello di dati di Autodesk. Questo processo consentirà a noi, ai nostri clienti e ai nostri partner di creare soluzioni più preziose e basate su dati, prodotti e servizi connessi. Dopo aver guidato il settore nella progettazione generativa, siamo di nuovo leader nell'intelligenza artificiale generativa 3D. I nostri nuovi modelli di base multimodali consentiranno la progettazione e costringeranno i clienti ad automatizzare attività ripetitive e di basso valore e a generare progetti più complessi e di alto valore più rapidamente e con coerenza molto maggiore. Possiamo già generare rappresentazioni 3D da immagini 10 volte più velocemente e con una qualità notevolmente superiore rispetto all'intelligenza artificiale 3D attualmente disponibile. Autodesk rimane resiliente e la domanda per i nostri prodotti e servizi è solida. Di conseguenza, i ricavi sono cresciuti del 14% a valuta costante nel quarto trimestre. Adeguando il punto medio delle nostre previsioni onde escludere eventuali interferenze derivanti dal nuovo modello di transazione, dalle acquisizioni, dall'assenza di entrate allineate all'EBA e dal cambio, ci aspettiamo che le entrate crescano di oltre il 10% nell'anno fiscale 2025. A livello contabile nel quarto trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: un fatturato totale pari a 1,47 mld $ in aumento del 14% su base valutaria costante; ricavi da abbonamento pari a 1,34 mld $ in aumento del 13% su base valutaria costante; un costo del venduto pari a 130 mln $ rispetto a 124 mln $ del quarto trimestre fiscale 2023; spese operative totali pari a 1,024 mld $ rispetto a 917 mln $ del quarto trimestre fiscale 2023; un utile operativo totale pari a 522 mln $, rispetto ai 479 mln $ del quarto trimestre fiscale 2023; un margine operativo del 36%, stabile rispetto al periodo precedente; un utile netto pari a 2,09 $/az. rispetto a 1,86 $/az. del quarto trimestre fiscale 2023. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 437 mln $, in calo di 474 mln $ rispetto al quarto trimestre fiscale 2023, mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 427 mln $, in diminuzione di 476 mln $ rispetto al quarto trimestre fiscale 2023. Al 31 gennaio 2024 avevamo contanti, mezzi equivalenti e titoli negoziabili pari a 2,246 mld $.”

EBAY + 9,18%. La società è una piattaforma commerciale che opera come un sito di shopping online consentendo ai visitatori di navigare tra i prodotti disponibili messi in vendita o all'asta attraverso il negozio online di ciascuna società, ha riportato utili nel quarto trimestre 2023 pari a 1,07 $/az. su un fatturato di 2,56 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,03 $/az. su un fatturato pari a 2,32 mld $. I ricavi sono cresciuti del 2,07% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre 2024 tra 1,19 e 1,23 $/az. su un fatturato tra 2,50 e 2,54 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,04 $/az. su un fatturato di 2,34 mld.

Jamie Iannone, A.D. di eBay, ha affermato: “L'anno scorso abbiamo compiuto progressi significativi verso la nostra visione di reinventare il futuro dell'e-commerce per gli appassionati. La crescita organica del volume lordo delle merci (GMV) è migliorata anno su anno durante ciascun trimestre del 2023, pur lavorando in un contesto macroeconomico difficile. I risultati dimostrano la forza della nostra strategia e sono orgoglioso del ritmo accelerato di innovazione mentre lavoriamo per migliorare radicalmente l'esperienza del cliente su eBay. Sono lieto di aver soddisfatto o superato le aspettative in merito ai nostri principali parametri finanziari nel quarto trimestre. Il solido bilancio e il nostro modello finanziario ci hanno permesso di investire nella strategia, proteggendo al contempo la crescita degli utili e offrendo robusti rendimenti di capitale. Sono fiducioso che il duro lavoro porterà ai nostri azionisti valore a lungo termine. A livello contabile nel quarto trimestre 2023 abbiamo riportato: ricavi pari a 2,6 mld $, in aumento del 3% su base neutrale in termini di cambio; un volume lordo delle merci (GMV) pari a 18,6 mld $, quasi stabile su base di cambio neutral; un utile netto operativo pari a 560 mln $, o 1,07 $/az.; un margine operativo del 26,7% rispetto al 29,9% dello stesso periodo del 2022. Abbiamo generato 123 mln $ di flusso di cassa operativo e registrato un flusso netto di cassa libero negativo di 3 mln $. Al 31 dicembre 2023 avevamo liquidità, mezzi equivalenti e investimenti non azionari della società pari a 5,1 mld $. Infine abbiamo restituito 379 mln $ agli azionisti dei quali, 250 mln $ per riacquisto di azioni e 129 mln $ in dividendi in contanti. Al 31 dicembre 2023 l'autorizzazione di riacquisto totale di azioni rimanente era di circa 1,4 mld $.”

HENRY SCHEIN – 3,73%. La società è impegnata nella fornitura di prodotti e servizi sanitari a medici e dentisti in ufficio. Fornisce inoltre i propri servizi al governo, alle cliniche sanitarie istituzionali e ad altre cliniche alternative, ha riportato utili nel quarto trimestre 2023 pari a 0,66 $/az. su un fatturato di 3,02 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,70 $/az. su un fatturato pari a 3,08 mld $. I ricavi sono diminuiti del 10,50% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha dichiarato di aspettarsi utili per tutto il 2024 tra 5,00 e 5,16 $/az. e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 5,09 $/az.

Stanley M. Bergman, Presidente del CdA e A.D. della società, ha affermato: "Siamo soddisfatti delle nostre prestazioni nel quarto trimestre e per l'intero anno 2023, che sono state in linea con le nostre aspettative e riflettono una solida ripresa dall'incidente di sicurezza informatica dello scorso anno. I risultati finanziari del nostro quarto trimestre hanno incluso una forte crescita nelle nostre attività di tecnologia e servizi a valore aggiunto e nelle vendite globali di impianti e biomateriali, in gran parte guidate dalle acquisizioni, e sono state influenzate negativamente da spese e aggiustamenti legati a costi di acquisizione più elevati del solito. Per il 2024, anche se prevediamo che l’incidente avrà un impatto residuo a breve termine sulle vendite di merci, riteniamo che continueremo a rafforzare la nostra posizione di leader sul mercato. Stiamo inoltre introducendo una previsione per l’EBITDA rettificato poiché riteniamo che ciò fornisca agli investitori un parametro aggiuntivo che riflette la performance del business mentre ci concentriamo su prodotti e servizi a crescita più elevata e con margine più elevato. A livello contabile nel quarto trimestre 2023 abbiamo riportato: vendite nette totali pari a 3,017 mld $, in calo del 10,5% rispetto a 3,371 mld $ del quarto trimestre 2022; costo del venduto pari a 2,092 mld $ per un utile lordo pari a 925 mln $, rispetto a 2,372 mld $ e un utile lordo pari a 999 mln $ del quarto trimestre 2022; spese operative totali pari a 907 mln $ per un utile netto pari a 18 mln $ rispetto a 952 mln $ per un utile netto di 47 mln $ del quarto trimestre 2023. Abbiamo investito 287 mln $ in acquisizioni aziendali altamente complementari durante il quarto trimestre del 2023 e 955 mln $ nell’intero 2023. Al 30 dicembre 2023 avevamo disponibilità liquide e mezzi equivalenti pari a 171 mln $ rispetto a 117 mln $ del quarto trimestre 2022. Durante il quarto trimestre del 2023, la Società ha riacquistato circa 692.000 azioni ordinarie a un prezzo medio di 72,32 $/az., per un totale di 50 mln $. Nell'intero 2023, abbiamo riacquistato circa 3,2 milioni di azioni ordinarie a un prezzo medio di 77,80 $/az., per un totale di 250 mln $. Abbiamo ancora circa 265 mln $ autorizzati e disponibili per futuri riacquisti di azioni.”

MONSTER BEVERAGE + 6,33%. La società attraverso le sue filiali, sviluppa, commercializza, vende e distribuisce bevande come tè freddi pronti da bere, limonate, succhi monodose, succhi, cocktail e bevande alla frutta, ha riportato utili nel quarto trimestre 2023 pari a 0,38 $/az. su un fatturato di 1,73 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,39 $/az. su un fatturato pari a 1,75 mld $. I ricavi sono cresciuti del 14,35% su base annua.

Rodney C. Sacks, Presidente e Co-A.D., ha dichiarato: “L'innovazione continua a svolgere un ruolo importante nella nostra strategia e ha contribuito alle vendite record nel 2023. In particolare, tra i nostri prodotti innovativi negli Stati Uniti, Monster Energy® Zero Sugar e Monster Energy Ultra® Strawberry Dreams™ hanno riportato risultati eccezionali. Abbiamo un'ampia gamma di nuovi prodotti innovativi pianificati per il 2024 negli Stati Uniti, inclusi i nostri nuovi prodotti Monster Energy® Ultra Fantasy Ruby Red™ e Juice Monster® Rio Punch™. Monster Energy® Zero Sugar è stato lanciato in Gran Bretagna, Irlanda e Polonia nella seconda metà del 2023 con ulteriori lanci pianificati in tutta l’area EMEA nel 2024. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di garantire la disponibilità di The Beast Unleashed® nella maggior parte degli Stati Uniti entro la fine dello scorso anno e abbiamo iniziato con il lancio di The Beast Unleashed® in formato 24 once, lattine monodose nel canale comfort e gas. Attualmente stiamo lanciando Nasty Beast™, il nostro nuovo tè, in formato 12 once. L’acquisizione di Bang Energy è stata integrata con successo e sta funzionando secondo le aspettative e la nostra gamma di prodotti innovativi, sia per le bevande analcoliche che per quelle alcoliche, rimane forte. A livello contabile nel quarto trimestre 2023 abbiamo riportato: vendite nette in aumento del 14,4% a 1,73 mld $, rispetto a 1,51 mld $ dello stesso periodo 2023; un utile lordo pari al 54,2% delle vendite nette, rispetto al 51,8% del quarto trimestre 2022; spese operative pari a 504,4 mln $, rispetto ai 390,0 mln $ del quarto trimestre 2022; spese di distribuzione pari a 79,6 mln $, o il 4,6% delle vendite nette, rispetto ai 76,1 mln $, o il 5,0% delle vendite nette, del quarto trimestre 2022; spese di vendita pari a 176,8 mln $, o il 10,2% delle vendite nette, rispetto ai 145,3 mln $, o il 9,6% delle vendite nette, del quarto trimestre 2022; spese generali e amministrative pari a 248,0 mln $, o il 14,3% delle vendite nette, rispetto ai 168,5 mln $, o l’11,1% delle vendite nette, del quarto trimestre 2022; un utile operativo in aumento del 21,4% a 478,9 mln $; un utile netto in aumento del 33,1% a 401,5 mln $. Durante il quarto trimestre abbiamo acquistato circa 0,8 milioni di azioni ordinarie a un prezzo di acquisto medio di 54,57 $/az., per un importo totale di 43,2 mln $. Al 27 febbraio 2024, rimanevano disponibili per il riacquisto circa 642,4 mln $ nell'ambito del programma.”

WORKDAY – 4,57%. La società è un fornitore di applicazioni aziendali basate su cloud per la gestione del capitale umano, buste paga, gestione, monitoraggio dei tempi, approvvigionamento e gestione delle spese dei dipendenti, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2024 pari a 1,36 $/az. su un fatturato di 1,92 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,47 $/az. su un fatturato pari a 1,91 mld $. I ricavi sono aumentati del 16,75% su base annua.

Carl Eschenbach, CEO della società, ha affermato: "I risultati di Workday in questo trimestre testimoniano la forza della nostra proposta di valore e la durabilità dell’attività. Stiamo assistendo a un aumento continuo con l'acquisizione di clienti sulla piattaforma completa e l'espansione all'interno della nostra base, il rafforzamento delle prestazioni internazionali, la crescita del nostro ecosistema di partner e il lavoro senza soluzione di continuità di quasi 19.000 Workmate in tutto il mondo: tutto ciò ci prepara per un incredibile anno fiscale 2025 La nostra incessante attenzione all'innovazione continua ad alimentare il successo di Workday, contribuendo al tempo stesso a consentire ai nostri clienti di trasformare il modo in cui gestiscono le loro due risorse più importanti: le persone e il denaro. Noi tutti del team dirigenziale e la nostra organizzazione di prodotti e tecnologia stiamo spingendo la piattaforma Workday a livelli ancora più alti per sfruttare le opportunità di crescita nel prossimo futuro. A livello contabile nel quarto trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi totali pari a 1,9 mld $ in aumento del 17% rispetto al quarto trimestre 2023; ricavi da abbonamenti pari a 1,8 mld $ in aumento del 18% rispetto allo stesso periodo del 2023; un utile operativo pari a 461 mln $, o il 23,9% dei ricavi, rispetto ai 305 mln $, o il 18,5% dei ricavi, dello stesso periodo del 2023; costo del venduto e spese totali pari a 1,843 mld $ rispetto a 1,735 mld $ dello stesso periodo 2023; un utile netto pari a 1,188 mld $ grazie al rilascio di 1,1 mld $ del nostro accantonamento di valutazione relativo a tutte le attività fiscali differite federali e statali statunitensi, esclusi alcuni crediti d’imposta statali.Il flusso di cassa operativo è stato pari a 996 mln $ rispetto a 694 mln del quarto trimestre 2023 ed il flusso netto di cassa è stato pari a 948 mln $ rispetto a 617 mln $ dello stesso periodo 2022. Infine al 31 gennaio 2024 avevamo contanti, mezzi equivalenti e disponibilità vincolate pari a 2,024 mld $ rispetto a 1,895 mld dello stesso periodo 2023.”

ZOOM VIDEO COMM. + 11,85%. La società fornisce una piattaforma di comunicazione basata su cloud concentrata sul miglioramento dell'esperienza di videoconferenza, comprese funzionalità come riunioni collaborative online, funzionalità di chat e voce e condivisione di file collaborativa, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2024 pari a 1,49 $/az. su un fatturato di 1,15 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,15 $/az. su un fatturato pari a 1,13 mld $. I ricavi sono aumentati del 2,56% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2025 tra 1,18 e 1,20 $/az. su un fatturato tra 1,125 e 1,13 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,13 $/az. su un fatturato di 1,13 mld $. Infine la società ha dichiarato di aspettarsi utili per tutto l’anno fiscale 2025 tra 4,85 e 4,88 $/az. su ricavi tra 4,58 e 4,61 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 4,71 $/az. su ricavi per 4,65 mld $.

Eric S. Yuan, fondatore e CEO di Zoom, ha affermato: "Nell'anno fiscale 24, abbiamo presentato Zoom AI Companion, il nostro assistente digitale AI generativo, volto a incrementare la produttività, migliorare l'efficacia del team e promuovere lo sviluppo delle competenze attraverso la piattaforma Zoom. Ci impegniamo a democratizzare l'accessibilità dell'IA, offrendola a tutti i nostri clienti indipendentemente dalle dimensioni aziendali, incluso senza costi aggiuntivi con una licenza a pagamento. Il nostro team è dedicato all'innovazione a livello di piattaforma, introducendo centinaia di nuove funzionalità, comprese quelle per Zoom Contact Center, che ridefiniscono il ‘gold standard’ per l'esperienza del cliente. A livello contabile nel quarto trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi totali pari a 1,1465 mld $, in crescita del 2,6% su base annua; un reddito operativo pari a 443,7 mln $, rispetto a 404,8 mln $ nel quarto trimestre fiscale 2023; un margine operativo del 38,7%; un utile netto pari a 444,0 mln $, o 1,42 $/az. rispetto ai 366,6 mln $, o 1,22 $/az. dello stesso periodo 2023. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 351,2 mln $ rispetto ai 211,6 mln $ del quarto trimestre fiscale 2023, in crescita del 66,0% su base annua. Il flusso netto di cassa è stato pari a 332,7 mln $, rispetto ai 183,3 mln $ del quarto trimestre fiscale 2023, in crescita dell’81,5% su base annua. Il totale della liquidità, dei mezzi equivalenti e dei titoli negoziabili, esclusa la liquidità vincolata, al 31 gennaio 2024 era pari a 7,0 mld $. Infine il nostro CdA ha autorizzato un programma di riacquisto di azioni fino a 1,5 mld $ di azioni in circolazione.”

ZSCALER – 6,80%. E’ una società di sicurezza cloud. La piattaforma tecnologica cloud-native dell'azienda, Zscaler Zero Trust Exchange, è progettata per aiutare i clienti ad essere più agili, efficienti, resilienti e sicuri, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2024 pari a 0,76 $/az. su un fatturato di 525.0 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,58 $/az. su un fatturato pari a 506.63 mln $. I ricavi sono aumentati del 35,45% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel terzo trimestre fiscale 2024 tra 0,64 e 0,65 $/az. su un fatturato tra 534.0 e 536.0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,58 $/az. su un fatturato di 528.37 mln $. Infine la società alza le previsioni per l’intero anno fiscale 2024, affermando di aspettarsi utili tra 2,73 e 2,77 $/az. su ricavi tra 2,118 e 2,122 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,46 $/az. su ricavi per 2,10 mld $.

Jay Chaudhry, Presidente e CEO di Zscaler, ha affermato: "Abbiamo ottenuto ottimi risultati nel secondo trimestre, con fatturazione, ricavi e profitti operativi che sono tutti superiori alle nostre previsioni poiché l'interesse dei clienti per la piattaforma Zscaler Zero Trust Exchange rimane elevato. Un numero crescente di clienti si sta rendendo conto delle carenze della tradizionale sicurezza basata su firewall e si sta impegnando con noi per trasformare la loro sicurezza legacy in un'architettura Zero Trust. A livello contabile nel secondo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi pari a 525.0 mln $ in aumento del 35% su base annua rispetto a 387.5 mln $ dello stesso periodo 2023; un utile netto pari a 121.1 mln $, rispetto a 57.6 mln $ dello stesso periodo 2023, per un utile netto per azione pari a 0,76 $, rispetto a 0,37 $ dello stesso periodo 2023. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 142.1 mln $, o il 27% dei ricavi, rispetto a 89.5 mln $, o il 23% dei ricavi, dello stesso periodo 2023, mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 100.8 mln $, o il 19% dei ricavi, rispetto ai 62.8 mln $, o il 16% dei ricavi, dello stesso periodo 2023. Al 31 gennaio 2024 la liquidità, mezzi equivalenti e investimenti a breve termine erano pari a 2,4598 mld $ in aumento di 359.6 mln $ rispetto al 31 luglio 2023.”

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