Pare proprio che la stagione delle politiche monetarie restrittive di Fed e Bce stia per volgere al termine, chiaramente al netto di dati macro fuori controllo, soprattutto sotto il profilo dell’inflazione.
Infatti, all’ultima riunione la Federal Reserve ha lasciato (come da attese) i tassi fermi nell’intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,50%, livello massimo raggiunto a luglio 2023, come sappiamo il più alto dal 2001. Inoltre, la banca centrale Usa ha confermato tre tagli dei tassi per questo 2024.
Chiaramente non sono state fornite indicazioni sulle tempistiche, e questo era piuttosto scontato, visto che lo stesso presidente Jerome Powell aveva già spiegato precedentemente come fosse prematuro immaginare tagli a partire già dalla riunione di marzo.
In effetti, l’inflazione preoccupa ancora un po’ e il mercato del lavoro continua a non mostrare segni davvero evidenti di cedimento o serio ridimensionamento. Così, in conferenza stampa, Powell ha affermato che "il comitato ritiene che non sarà opportuno ridurre l'intervallo obiettivo finché non avrà acquisito maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%".
E ha poi aggiunto che "il comitato sarà pronto ad adeguare l'orientamento della politica monetaria nel modo più appropriato se dovessero emergere rischi che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi. Le valutazioni terranno conto di un'ampia gamma di informazioni, tra cui i dati sulle condizioni del mercato del lavoro, le pressioni e le aspettative inflazionistiche, gli sviluppi finanziari e internazionali".
La Bce già ha lasciato intendere che a giugno potrebbe esserci il primo taglio del costo del denaro e la Banca nazionale della Svizzera, a sorpresa, ha anticipa le grandi banche centrali e ha avviato la stagione della politica monetaria espansiva con un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, oltre alla previsione di altri due ritocchi al ribasso entro la fine dell’anno
E così, ora tutti si interrogano non più sul “se” ma sul “quando” anche la Fed deciderà di mollare i cordoni della borsa. Poi, come sempre, staremo a vedere le dinamiche dei dati macro, senza sottovalutare i grafici delle curve dei prezzi e dei rendimenti, che almeno al momento non indicano grande euforia da parte dei bond, come invece sarebbe lecito attendersi.
Passiamo quindi all’aggiornamento e all’analisi delle curve di riferimento.
Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra un leggero allargamento dei rendimenti su tutto il tratto della curva rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni si posiziona in area 2,62% rispetto al 2,57% precedente, mentre la scadenza trentennale va in area 2,31% rispetto al precedente 2,26%. Sempre immutata la conformazione della curva, che rimane invertita con un differenziale 10Y-2Y sostanzialmente stabile e ora sui -52 bps. Stabile anche il tratto a breve, con la curva che evidenzia sempre un massimo di rendimento sulle scadenze nella seconda metà del 2024 in area 4,00. Stabili le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi sulle scadenze a breve, con tassi attesi sempre poco sotto area 4,00% per la seconda metà del 2024, per poi scendere repentinamente verso area 2,50%-2,25% verso fine 2025 e fino ad inizio 2028, data dalla quale i tassi sono rivisti in lenta risalita ora sino ad area 2,75% nel tratto a lunga.
Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti su scala settimanale dei principali benchmark decennali si nota una certa lateralità, nonostante sia ormai chiaro che la stagione dei tassi al rialzo dovrebbe essere terminata. L’area UK vede il rendimento per il GILT in area 4,10% con Trendycator che si conferma in stato NEUTRAL. I rendimenti del BUND salgono in area 2,40% con Trendycator che conferma la posizione NEUTRAL. In lieve allargamento anche i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 3,67% e con uno spread stabile in area 130 bps e modello Trendycator che rimane tuttavia in stato SHORT. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che salgono in area 4,27% con Trendycator che resta in stato NEUTRAL.
Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.