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Tra Massimi Storici e Stabilità: BCE e FED confermano i tassi, Mercati Finanziari in equilibrio


E' toccato alla Fed stavolta confermare la scelta pubblicata dalla Bce la scorsa settimana che manteneva invariato il livello dei tassi, scegliendo pertanto la medesima strategia in una sorta di wait and see piuttosto che data-dependent come enunciato dalla Lagarde la scorsa settimana alludendo al monitoraggio dei dati relativi all'inflazione.

Powell invece è stato pungolato, quasi spronato a dichiarare un'imminente taglio dei tassi, ma sebbene le domande si mostrassero incalzanti sul tema, nonostante ciò è riuscito a non promettere tagli già nella prossima riunione di marzo, come se avesse avuto il sospetto che la lotta contro l'inflazione non  fosse del tutto vinta.

A dargli ragione sono stati alcuni dati macro pubblicati ieri (venerdì 2 febbraio ndr.) relativi in particolare alla retribuzione oraria media in crescita rispetto alla precedente previsione e superiore alle aspettative.

Il livello di disoccupazione in calo ha rafforzato il dato sulle retribuzioni contribuendo a spargere quel giusto livello di preoccupazione in merito al livello di crescita dei prezzi al consumo.

L'unico segmento di mercato che però ha accolto la preccupazione sembra essere stato quello obbligazionario che ha visto, sin dalle primissime battute della giornata di borsa, un ripiegamento rispetto alle posizioni conquistate solo il giorno precedente ed in particolare la contrazione è stata forte negli Usa con il Future di riferimento, il T-Bond che ha terminato le contrattazioni con una perdita quasi del 2% !

La candela rossa molto vistosa registrata nell'ultima giornata di questa ottava di contrattazione evidenzia la preoccupazione che si è immediatamente dipanata tra gli operatori alla comunicazione dei dati macro appena esposti, segnale che il mercato più vivo ed attento ai dati provenienti dal tessuto macro economico si rivela quello obbligazionario, quanto mai al centro dell'attenzione delle sale operative a causa della volatilità che ha rialzato la testa in un segmento che vanta rendimenti allettanti in base ai dati correnti ma che rimane attentissimo alle probabilità che presenta l'imminente futuro. Caratteristica che al momento non sembra neanche sfiorare gli operatori del mercato azionario, a giudicare dai continui ritocchi dei valori massimi storici su tutti gli indici di maggior rilevanza.

Il Bund, Future di riferimento del mercato obbilgazionario europeo ha seguito, sin dal primo pomeriggio, la discesa del T-Bond.

Gli esiti tecnici di questa correzione accennata venerdì non ha intaccato il quadro tecnico generale nè del T-Bond, che ha un livello switch ai 118 punti, nè per il Bund, che ha il medesimo punto switch ai 134 punti come evindenziato nei due grafici.

Il significato di questi due valori spande i suoi effetti su tutti i titoli obbligazionari ad essi collegato pertanto al di sotto di quei livelli si presumono vendite sul comparto, ma in tenuta, si prevedono rialzi nei prezzi e quindi discesa dei rendimenti. 

Facciamo quindi un esempio per continente.

Per gli Usa prendiamo in considerazione un Bond il cui codice Isin è 912810RQ3.

US-T-GOVT 2.5% Feb 2046 (ISIN US912810RQ31)

In questo caso si nota innanzitutto il movimento paragonabile al suo Future di riferimento il T-Bond appunto.

Il punto switch in questo caso è ai 71$. Ricordiamo specialmente in ottica "cassettista" che i punti switch sono i punti preferiti per gli acquisti  a lungo termine poichè l'eventuale rottura a ribasso minimizza l'impatto degli stop-loss in ottica protezione del capitale e fornisce un più ampio percorso di crescita in ottica di ripartenza. Si ricorda inoltre che l'investimento in titoli di Stato statunitensi è connesso anche con il rischio di cambio, per cui una consapevolezza anche sul mercato Forex è sempre consigliata.

BTP 2.7% MAR 2047

Per il versante europeo ove il rischio cambio non esiste, non ci allontaniamo di molto e quindi restiamo in Italia con l'analisi ben nota di un  nostro BTP.

Unica modifica abbiamo innalzato il livello switch ai 76€ ed è quello il valore da monitorare poichè se tenuto può portare rialzi nel corso dell'anno sino ad un ambizioso target ai 91€.

EUR/USD

Abbamo accennato al cambio Eur/Usd ed allora è necessario fare il punto della situazione.

Il rapporto tra Euro e Dollaro ormai sta per compiere un anno da quando si è stazionato in un range che prevede 1.06 e 1.10 rispettivamente come punto di minimo e di massimo e questa fase di stabilità toglie parte del rischio di cambio agli investimenti anche oltreoceano.

Da tenere in considerazione la rottura di uno dei due livelli con la constatazione che un Dollaro forte rende ancor più efficaci gli investimenti in Bond ad esempio, e viceversa, un rafforzamento dell'Euro, favorirebbe l'investimento in zona Euro.

Per quanto rimane da rilevare per i mercati azionari e aggiungendo una considerazione a carattere generale, non è il momento di comprare ma di tenere se si hanno posizioni aperte, con l'accortezza di liquidare al primo soffio di vento, una correzione pare ormai sempre più che fisiologica e salutare. Entrare ora è come salire su un treno lanciato a folle velocità.

Un rischio decisamente eccessivo.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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