Momento interlocutorio sui mercati, dopo gli ultimi dati macro, soprattutto quello inerente all’inflazione americana, che solleva alcuni interrogativi sulle manovre della Fed.
Come sappiamo, infatti, l'inflazione Usa di gennaio ha registrato un aumento dei prezzi al consumo e all'ingrosso più rapido del previsto, oltre il consensus di economisti e analisti, complicano di fatto le prossime decisioni sui tassi di interesse della Federal Reserve.
Per stessa ammissione del presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, i dati di gennaio "sottolineano le difficoltà che abbiamo avuto recentemente con un rallentamento dell'inflazione che dipende dal calo dei prezzi dei beni, mentre l'inflazione dei servizi e dei beni rifugio è rimasta costante”.
Tuttavia, lo stesso Barkin ha poi cercato di minimizzare, sostenendo di non voler comunque dare "troppa importanza" ai dati di gennaio, in particolare a causa di problemi di misurazione stagionale, chiosando comunque che il dato "sicuramente non ha reso le cose più facili, ma più difficili".
Intanto, mentre i mercati si interrogano su quale direzione prendere, si è rivelato vincente il nostro timing di ingresso sull’ETF legato alla volatilità dell’SP500, inserito in portafoglio a parziale protezione della volatilità negativa in caso di correzioni o discese strutturali del mercato azionario.
Incassiamo anche l’ultima cedola e il rimborso del CCT Eur+0,75% 15.02.2024 che ha reso un ottimo servizio al nostro portafoglio, con cedole grasse grazie al generoso spread aggiunto alle cedole già di per sé interessanti grazie alle dinamiche dei tassi d’interesse.
E così il nostro portafoglio tocca un nuovo massimo storico e, all’ultimo close disponibile, valorizza un NAV a 107,32 in buon aumento rispetto all’ultima valorizzazione di 107,26. La performance storica cumulata vola così al +7,32%, con la volatilità totale stabile all’1,92% così come quella negativa che resta all’1,26%.
Portafoglio aggiornato nella sezione consueta.