Cosa è la Loss Aversion e perchè è tanto importante nelle decisioni di trading


Settimana che inizia con una festività negli Usa, fattore che contribusice a contrarre ulteriormente i volumi di contrattazione in un equilibrio instabile in cui in molti si attendono una correzione ristoratrice che però, tarda ad arrivare.

Il mercato in questi periodi ricorda molto la situazione radicalmente inversa che si verificò negli ormai lontani anni dei mercati perennemente in discesa che si concluse nel biennio 2010-2012, fase in cui il mercato cercava ancora nuovi minimi ma con volumi ridotti al lumicino rendendo ogni tentativo vano.

L'unico movimento tecnicamente rilevante lo stanno mettendo a  segno i mercati obbligazionari che hanno reagito immediatamente al piccolo rialzo dell'inflazione e dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti.

Il Bund ha iniziato a lavorare al di sotto dei 134 punti trovando una piccola sosta ai 133 punti, generando però tensione nei Titoli di Stato sottostanti.

Il T-Bond invece rimane ad oggi ancora aggrappato ai 118 punti che sono la barriera oltre la quale non andare nel movimento di breve per quanto riguarda i Titoli di Stato statunitensi.

Probabilmente proprio la tenuta del T-Bond sta tenendo fermo il Bund europeo nel non andare ulteriormente a testare punti posti più in basso.

Il dato delle richieste di disoccupazione in arrivo in settimana, saprà dare ulteriori indicazioni al movimento di breve. Può essere sia una occasione di trading che un'opportunità di mediazione dei prezzi in portafoglio per i gestori del mercato obbligazionario , per cui, massima attenzione ai dati che verranno comunicati. 

Gli unici dati macro di una certa rilevanza attesi in settimana pertanto, sono la Fiducia dei consumatori e i verbali del FOMC in programma mercoledì e giovedì ed in assenza di aspetti tecnici degni di nota parleremo di una dinamica o meglio di un approccio agli investimenti talmente forte da allontanare circa il 99% dei potenziali investitori dal mercato azionario e più in generale dagli investimenti.

Parleremo del fenomeno della loss aversion,  ovvero della naturale avversione dell'essere umano al rischio.

In particolare tale fenomeno è radicato nell'istinto di sopravvivenza che tende e spinge a mantenere le cose invariate in uno status quo bias.

L’avversione alla perdita è la tendenza umana a preferire il mantenimento dello status quo rispetto al guadagno di nuovi privilegi.

Fa parte di una tendenza all’auto-conservazione che richiama il principio di impegno e coerenza: le persone rinunciano alla possibilità di ottenere nuovi guadagni ma vogliono preservare ciò che hanno. La loss aversion, o avversione al rischio, è un bias cognitivo che sviluppa la tendenza dell’essere umano a preferire la mancata perdita al guadagno.

In materia finanziaria possiamo riassumerla in un esempio:

La perdita di 100€ può creare uno stato di frustrazione e di sofferenza psicofisica che supera di gran lunga il guadagno della medesima cifra.

Il grafico mostra proprio tale evidenza nella percezione della perdita, spiegando pertanto l'avversione alla perdita (loss aversion) probabilmente connessa ad istinti primordiali che avrebbero a che fare con il cibo: la perdita di un alimento avrebbe creato maggior frustrazione dell'ottenimento dello stesso cibo oggetto dell'esempio.

In finanza e pertanto negli argomenti che tanto interessano l'attività di investimento nonchè di trading, la loss aversion, ovvero l'avversione alle perdite, condiziona in maniera preponderante le nostre decisioni agendo sul processo cognitivo e decisionale.

Comprendendone gli effetti tuttavia, possiamo rendere il nostro processo di azione più informato ed in grado di condurci a delle decisioni che siano maggiormente in linea con i nostri obiettivi.

I primi a parlare della loss aversion furono Amos Tversky e Daniel Kahneman nel 1979.

A Daniel Kahneman venne assegnato il premio Nobel per il suo contributo nello svelare i comportamenti afferenti le scelte economiche degli individui, e la sua teoria ha avuto successivamente enorme utilizzo sia nel campo finanziario che nel campo del marketing.

Ma come può la loss aversion influenzare il nostro profilo di trading? Vediamolo in alcuni esempi-

Esempio 1 - Un trader ha aperto una posizione Long su un titolo azionario. L'azione inizia a scendere. Il trader guidato dalla loss aversion, inizia  ad essere eccessivamente legato alla posizione per non incamerare una perdita- Anche se il mercato mostra evidenti segnali bearish, ovvero ribassisti, il trader rifiuta di chiudere la posizione e decide di tenere finchè la posizione non verrà recuperata. Il trader così facendo, vede sempre più ingrandirsi la propria perdita. Tale situazione viene chiamata fallacia dei costi irrecuperabili. 

Esempio 2 - Un trader decide di aprire una posizione short sul future di un indice azionario. Il mercato si muove però in direzione contraria alla propria scelta, continuando a salire per tutto il giorno. Il trader diventa allora, ancor più aggressivo nel tentativo di recuperare le perdite e si lancia in una serie di operazioni su svariati titoli azionari senza però dedicare il giusto tempo allo studio dell'operazione, correndo rischi eccessivi e non rispettando più la gestione del rischio che aveva preventivato ad inizio giornata. Oltre ad aver corso maggiori rischi, il trader avrà ulteriormente inciso sulla perdita con i maggiori costi di transazione.

Mitigare gli effetti della loss aversion può essere possibile seguendo questi step:

- Avere una strategia ben definita prima di inziare la giornata di trading pertanto avendo già una exit strategy. Tale soluzione può evitare di uscire dal titolo prima che abbia raggiunto il target che vi eravate prefissati in base agli studi analitici e dei fondamentali.

- Avere allo stesso tempo la gestione del rischio con gli stop loss all'infrangersi di barriere che avete studiato nell'analisi mattutina.

- Prendere delle pause durante la propria attività di investimento

- Mindfulness ovvero, la pratica di meditazione

Seguire questi step può essere di grande aiuto a chiunque si avvicini al trading e agli investimenti proprio perchè riconoscendo tale atavica resistenza dell'essere umano nell'affrontare le perdite, può arginare gli effetti distorsivi nel proprio processo decisionale, depurandolo dalla paura o dall'euforia.

La base di un  trading o di una attività di investimento sana, stà nella razionalità decisionale che si ha prima che la partita abbia inizio, e quindi prima di investire, motivo per cui un attento studio prima di effettuare ogni azione, riesce ad essere sempre più efficace di azioni dettate dall'emotività o dall'eccesso di confidenza, due degli estremi stati d'animo più dannosi per l'investitore.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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