Il quadro è complesso, fra replicanti con sottostante future (“Ucits compliant”) o criptovaluta spot (“Ucits non compliant”). Le implicazioni fiscali che ciò comporta. Intanto le ultime settimane hanno regalato rilevanti soddisfazioni in termini di performance. I motivi di tutto ciò e l’analisi tecnica del BTC
Buy or sell
Ha iniziato la seduta oltre i 52.000 $, con gli indicatori tecnici decisamente improntati allo “strong buy”. Tutto quanto avviene attorno al Bitcoin conferma le previsioni dei mesi scorsi. La quotazione a Wall Street degli Etf spot relativi alla criptovaluta ha inizialmente comportato un po' di debolezza, per poi spingere al rialzo i prezzi. Vediamo allora cosa sta succedendo.
Perché gli Etf incitano al rialzo il Bitcoin, al contrario di quanto è avvenuto finora con gli Etc? |
Motivo semplice: gli Etc detengono future come sottostanti, mentre gli Etf spot obbligano a una detenzione fisica della cripto, il che provoca un’accelerazione alla domanda di questo asset sintetico |
Quindi viene reso meno utile l’utilizzo dei wallet, con implicazioni e rischi che comportano? |
Proprio così. Ciò semplifica anche gli obblighi fiscali (non sempre chiari) che la detenzione di Bitcoin fisici prevede. Un’evoluzione quindi molto importante |
Sembra che ciò stia alimentando una domanda esponenziale di Bitcoin. E’ vero? |
Alcuni siti Usa riportano la notizia di una richiesta dieci volte superiore rispetto all’offerta. In altre parole i miners non riescono a tenere testa all’afflusso di capitali sui vari nuovi Etf quotati a Wall Street. In una recente seduta, secondo Blockchain.com, sarebbero stati prodotti 1.059 BTC per un valore di circa 51 milioni di dollari, pari ad appena il 10% della quantità assorbita dagli Etf spot |
Quanti sono gli Etf trattati a Wall Street? |
Per ora 11, di cui i più significativi emessi da iShares, Fidelity, Invesco, VanEck e WisdomTree |
In Italia si possono acquistare? |
No come prodotti europei, in quanto questi Etf “made in Usa” non hanno il marchio “Etf Ucits compliant”, imposto dal regolatore Ue. Sì come prodotti quotati a Wall Street ma naturalmente soggetti alla specifica normativa fiscale, sempre che si superino le limitazioni imposte da molti intermediari, che ne restringono l’utilizzo ai soli operatori professionali |
E allora che si fa? |
In attesa di evoluzioni da parte degli emittenti non resta che trarre vantaggio utilizzando i “vecchi” Etp/Etc, che replicano l’andamento del sottostante. Non sono trattati su Borsa Italiana ma presenti su varie piattaforme attraverso la quotazione su altre piazze europee e fiscalmente regolamentati appunto come Etc |
Volendo invece trattare i “made in Usa” non armonizzati (che alcune piattaforme pur iniziano a trattare) come si opera? |
Gli Etf non armonizzati, emessi fuori dell’Ue, contribuiscono con le loro plusvalenze a generare imponibile Irpef, con una tassazione (in base agli scaglioni) che per la maggioranza dei contribuenti è più alta rispetto alla classica aliquota del 26%. Inoltre ciò impone la dichiarazione dei redditi, con gli inevitabili maggiori costi che ne conseguono |
E ora un po' di analisi tecnica del Bitcoin… |
Dopo il superamento della soglia tecnica e psicologica dei 50.000 $ marcia verso i 52.000, rotti al rialzo ieri, e nella fase in corso si delinea questa situazione: ● Target tecnici possibili: 63.581 e 67.552 $ (nell’area intermedia non ci sono resistenze significative) ● Rsi a 81 (ipercomprato) ● Stop loss: a 47.300 $ |