L’asset del giorno – 15 sedute positive: con gli Etf sui Bitcoin si guadagna facile (e non è uno slogan!)


Il quadro è complesso, fra replicanti con sottostante future (“Ucits compliant”) o criptovaluta spot (“Ucits non compliant”). Le implicazioni fiscali che ciò comporta. Intanto le ultime settimane hanno regalato rilevanti soddisfazioni in termini di performance. I motivi di tutto ciò e l’analisi tecnica del BTC

Buy or sell

Ha iniziato la seduta oltre i 52.000 $, con gli indicatori tecnici decisamente improntati allo “strong buy”. Tutto quanto avviene attorno al Bitcoin conferma le previsioni dei mesi scorsi. La quotazione a Wall Street degli Etf spot relativi alla criptovaluta ha inizialmente comportato un po' di debolezza, per poi spingere al rialzo i prezzi. Vediamo allora cosa sta succedendo.

Perché gli Etf incitano al rialzo il Bitcoin, al contrario di quanto è avvenuto finora con gli Etc?

Motivo semplice: gli Etc detengono future come sottostanti, mentre gli Etf spot obbligano a una detenzione fisica della cripto, il che provoca un’accelerazione alla domanda di questo asset sintetico

Quindi viene reso meno utile l’utilizzo dei wallet, con implicazioni e rischi che comportano?

Proprio così. Ciò semplifica anche gli obblighi fiscali (non sempre chiari) che la detenzione di Bitcoin fisici prevede. Un’evoluzione quindi molto importante

Sembra che ciò stia alimentando una domanda esponenziale di Bitcoin. E’ vero?

Alcuni siti Usa riportano la notizia di una richiesta dieci volte superiore rispetto all’offerta. In altre parole i miners non riescono a tenere testa all’afflusso di capitali sui vari nuovi Etf quotati a Wall Street. In una recente seduta, secondo Blockchain.com, sarebbero stati prodotti 1.059 BTC per un valore di circa 51 milioni di dollari, pari ad appena il 10% della quantità assorbita dagli Etf spot

Quanti sono gli Etf trattati a Wall Street?

Per ora 11, di cui i più significativi emessi da iShares, Fidelity, Invesco, VanEck e WisdomTree

In Italia si possono acquistare?

No come prodotti europei, in quanto questi Etf “made in Usa” non hanno il marchio “Etf Ucits compliant”, imposto dal regolatore Ue. Sì come prodotti quotati a Wall Street ma naturalmente soggetti alla specifica normativa fiscale, sempre che si superino le limitazioni imposte da molti intermediari, che ne restringono l’utilizzo ai soli operatori professionali

E allora che si fa?

In attesa di evoluzioni da parte degli emittenti non resta che trarre vantaggio utilizzando i “vecchi” Etp/Etc, che replicano l’andamento del sottostante. Non sono trattati su Borsa Italiana ma presenti su varie piattaforme attraverso la quotazione su altre piazze europee e fiscalmente regolamentati appunto come Etc

Volendo invece trattare i “made in Usa” non armonizzati (che alcune piattaforme pur iniziano a trattare) come si opera?

Gli Etf non armonizzati, emessi fuori dell’Ue, contribuiscono con le loro plusvalenze a generare imponibile Irpef, con una tassazione (in base agli scaglioni) che per la maggioranza dei contribuenti è più alta rispetto alla classica aliquota del 26%. Inoltre ciò impone la dichiarazione dei redditi, con gli inevitabili maggiori costi che ne conseguono

E ora un po' di analisi tecnica del Bitcoin…

Dopo il superamento della soglia tecnica e psicologica dei 50.000 $ marcia verso i 52.000, rotti al rialzo ieri, e nella fase in corso si delinea questa situazione:

● Target tecnici possibili: 63.581 e 67.552 $ (nell’area intermedia non ci sono resistenze significative)

● Rsi a 81 (ipercomprato)

● Stop loss: a 47.300 $