Si presagiva un crollo sotto gli 11 Eur e perfino sotto i 10 Eur. Invece si è delineata un’area di manovra fra gli 11,93 e i 12,79 Eur. Due livelli da seguire con attenzione per monitorare i movimenti futuri. Gli eventi che potrebbero far rimbalzare il titolo e quelli che lo affosserebbero ancor più.
Buy or sell
Le vicende di Stellantis sono note: le dimissioni di Carlo Tavares, le difficoltà nel rinnovo della gamma, i ritardi nell’elettrificazione dei modelli e soprattutto i pessimi risultati del 2024 sono alla base di una crisi certamente impensabile un anno fa. Di tutto questo parlano i media generalisti ma a noi spetta evidenziare un significativo aspetto di analisi tecnica: l’azione Stellantis è scesa tantissimo da marzo ma si è fermata – malgrado l’accentuazione delle notizie negative – su livelli che hanno svolto un ruolo di vera barriera nella discesa verso il preannunciato (da alcuni) “inferno” dei 10 euro.
In realtà una trendline ribassista, che ha guidato il titolo da maggio, faceva ipotizzare un crollo fino a minimi di 8 euro, Poi però… |
…il supporto degli 11,93 Eur ha avviato una fase di lateralità che prosegue da inizio ottobre. Il titolo ha trovato così un punto di appoggio confermato tantissime volte, così come è stata avvalorata la resistenza dei 12,79 Eur. Da due mesi quindi Stellantis è un’azione senza anima, con movimenti marginali fra i due livelli citati |
Un perfetto equilibrio perciò fra compratori e venditori. Cosa lo conferma? |
L’Rsi a 14 periodi, che è quasi una linea piatta, senza eccessi né in un senso né nell’altro. Si muove sui 40-50, evitando movimenti che portino a situazioni di ipervenduto o di ipercomprato. Anche altri indicatori testimoniano la stessa anonimia |
Lo segnala anche la media a 200 periodi, che scende con una precisione molto regolare |
È proprio così: diventata negativa il 24 luglio scorso sta decrescendo con un trend uniforme e con una distanza omogenea rispetto al prezzo del titolo. Ieri si collocava a 17,63 Eur, contro una chiusura della quotazione a 11,934. La distanza è forte e probabilmente solo un evento di peso potrà ridurla |
Quale potrebbe essere? |
Certamente la nomina del successore di Tavares. Se arrivasse un uomo con una strategia già ben delineata dall’esordio (e quindi condivisa con stakeholders e cda) l’effetto potrebbe essere dirompente. Bisognerà però capire se sarà un manager di visione europea o di mentalità statunitense |
Si mormora intanto di un sostituto ad interim, soluzione non certo ideale? |
Ogni giorno porta un candidato diverso. In effetti nelle ultime ore si è detto che Jean-Philippe Imparato, attuale numero uno di Alfa Romeo e in passato amministratore delegato di Peugeot, uomo quindi che conosce bene l’organizzazione di Stellantis sul fronte sia italiano sia francese, potrebbe sostituire Tavares nell’attesa di un uomo forte, preso all’esterno del gruppo |
E qui tornerebbe d’attualità l’ipotesi Luca De Meo, attuale Ceo di Renault. Sarebbe un ottimo compromesso per francesi e italiani? |
Certamente sì, considerando anche la sua molteplice esperienza internazionale. È il classico manager di impostazione marketing-commerciale, che ridarebbe fiato a una gamma che necessita evoluzioni rispetto all’attuale. Non è però un manager di estrazione tecnologica, oggi indispensabile per rivoluzionare l’industria automobilistica |
E allora l’ipotesi del manager Usa – che tanto piace a John Elkann – prenderebbe fiato. Quanto è credibile? |
Le logiche tech sono ormai la chiave di successo dell’industria automobilistica. Un manager di estrazione tecnologica potrebbe essere allora la risposta ai problemi di Stellantis, scelta d’altra parte già anticipata da altri costruttori del settore |
In sintesi cosa farebbe rimbalzare il titolo e cosa lo affosserebbe ulteriormente? |
Una spinta verrebbe – lo ribadiamo – da una scelta coraggiosa per la sostituzione di Tavares. L’opposto avverrebbe con una nomina poco fantasiosa, tipo un uomo interno promosso dopo tanti anni di gestione industriale, oppure con decisioni troppo rinviate nel tempo. E’ certo infine che i numeri finali del 2024 rappresenteranno un barometro conclusivo dello stato di salute dei prodotti proposti dal gruppo italo-francese |