Buon sabato a tutti se così si può dire. Si chiude -finalmente- una settimana piuttosto difficile, che ha visto un'improvvisa impennata della volatilità soprattutto sugli indici americani. La scorsa ottava avevo iniziato l'articolo sottolineando che mentre il VIX appariva sotto controllo, la sua derivata seconda (VVIX) si presentava in salita, segno che probabilmente qualcuno si stava coprendo dal rischio di aumento della volatilità complessiva (link articolo: https://www.lombardreport.com/2024/12/14/azioni-ovs-azioni-igd-azioni-fiera-milano/). Con altrettanta franchezza ed onestà intellettuale non mi sarei aspettato una discesa COSI' brusca e "cattiva". Certo questi casi statisticamente tendono a capitare quando ci sono eventi importanti (la FED) e a ridosso delle scadenze opzioni in modo da far "ribaltare" il mercato. In altri termini pochi soggetti innescano il movimento che poi provoca una sorta di effetto domino grazie agli algoritmi e ai software che "vedono" volume e tendenza e quindi la valanga di vendite aumenta.
L'S&P500 nella seduta di venerdì ha fatto una sorta di pullback sulla trendline dinamica ascendente di lungo periodo (che parte dai minimi di agosto per intenderci) ma rimane il gap up segnalato in altre occasioni a 5778 punti. Volatilità in leggero calo (normale se ci sono dei rimbalzi) ma al momento credo che il quadro si stia facendo delicato e scrivo questo a dispetto della statistica che vede i mercati salire dalla metà di dicembre fino all'inizio del nuovo anno. Di fatto al momento l'S&P500 è negativo sul mese di dicembre e questo è un dato oggettivo (come sempre la price action ha la priorità). Fondamentale dunque un recupero STABILE al di sopra dei 6015 punti che al momento risulta a mio avviso improbabile.
Dow Jones
Qui il gap up post elezione di Trump è stato chiuso. Come per l'S&P500 si rimane tuttavia sotto la trendline dinamica ascendente e i massimi di venerdì costituiscono al momento e mentre vi scrivo un potenziale pullback. Sul Dow vorrei vedere un recupero SOPRA la candela di mercoledì che ha provocato la rottura della trendline. L'unico aspetto positivo è che siamo in ipervenduto di breve. Ritengo fondamentali le prossime due o tre sedute: se si consolidasse tra i minimi settimanali (area 42100) e i 43400 avremmo un indice poco reattivo perché rimarrebbe comunque nella fascia bassa dell'ultimo mese e dell'ultima gamba rialzista partita a metà novembre (quadrato grigio).
Il Nasdaq Composite paradossalmente è rimasto più forte perché non ha bucato al ribasso la trendline di lungo periodo. Detto questo, attenzione alla rottura dei minimi di venerdì che potrebbe riportare ad un aumento di volatilità.
In Europa il DAX Future ha fatto un pullback attorno a 19780-19800 con un bell'hammer nell'ultima seduta andando a chiudere sopra la media a 20 periodi (in verde). In questo caso è importante che non si torni verso i minimi di venerdì, altrimenti ci sarebbe la possibilità di una accentuazione delle vendite. Ricordo che la prossima settimana avremo due sole sedute: lunedì e venerdì. La scorsa settimana avevo postato un'interessante statistica che metteva in evidenza come un buy a metà dicembre e fino al 6 gennaio negli ultimi 44 anni avesse portato a un profitto attorno al 250%. Al momento però il mercato è in fase di ritracciamento e non conferma quanto esposto.
In Italia il Future FTSEMIB40 non ha trovato la forza di superare i 35150-35200 più volte evidenziati in passato ed è di fatto ed inaspettatamente rientrato all'interno del lungo trading range. Supportone a 32800-33000.
Fronte watchlist....
La settimana ha certamente offerto qualche spunto operativo specialmente nella prima parte. Penso ad esempio a Telecom e alle voci di valorizzazione della quota in capo a Vivendi che ha proceduto allo spinoff di Canal+, Havas e Louis Hachette. Solitamente gli spinoff creano valore ma in questo caso -al momento- non è stato così. Pensate che a Londra, dove è stata quotata Canal+, lunedì c'è stato un crollo del 33% delle azioni. l'Agenzia pubblicitaria Havas, quotata ad Amsterdam, ha perso quasi il 20% e non si è salvata più di tanto nemmeno Louis Hachette salita di qualche punto percentuale. Questo per dire che in Borsa nulla è mai scontato e chi avesse acquistato Vivendi venerdì scorso (cosa che non vi nascondo avevo pensato di fare) si sarebbe trovato con una bella perdita. Se è vero che normalmente gli spinoff creano valore, in questo caso ho preferito non procedere per vari fattori. In primo luogo il broker: il backoffice avrebbe caricato subito le nuove azioni il lunedì mattina oppure mi sarei trovato nell'impossibilità di operare? Già solo questo dubbio mi ha fatto desistire. In secondo luogo mi sarei ritrovato con titoli un pò a Londra (quotati in sterline), un pò ad Amsterdam e un pò a Parigi. Insomma un pastrocchio mica da ridere. Tutto questo mi ha salvato.
L'operazione di Vivendi ha aperto all'ipotesi di vendere la propria quota in Telecom e questo ha fatto salire il titolo anche perché Vivendi l'aveva acquistata a prezzi decisamente più alti rispetto alla quotazione attuale. Questo ha permesso inizialmente di far salire il titolo salvo poi far invertire la rotta già dal giorno successivo. Lo ricordo bene perché c'era un software tarato con piccolissime quantità in acquisto che però continuava a rigenerare la lettera: dava l'impressione di voler comprare e in realtà vendeva. Personalmente ho fatto due ottime operazioni ma non è questo il punto che voglio evidenziare quanto la rischiosità di questo mercato: vi sareste aspettati un movimento a "V" rovesciata senza nemmeno "sentire" la vecchia resistenza (livello di breakout sul daily) poi diventato supporto? Io no.
Sulla base di quanto esposto personalmente ho optato per uno short sull'azione risparmio, sulla quale era presente un software che comprava piccole quantità sulla lettera ma che in realtà vendeva rigenerando la lettera stessa cercando di indurre in errore l'operatore. Questi software che governano (e manipolano) i mercati hanno un timing quasi perfetto sui punti di massimo o di minimo, segno che di fatto operano in monopolio pressoché totale (per questo dovrebbero a mio avviso essere proibiti).
Di seguito l'eseguito del trade (che sconsiglio dal momento che ci vuole occhio ed il timing è fondamentale così come il fatto di saper gestire lo stop. I software immettono e tolgono fittiziamente gli ordini e riescono a "contare le carte" ovvero capiscono chi è trader e chi è algoritmo. Talvolta quando il book si riempie in bid ecco che l'ask rimane ma riduce la size e viceversa).
Stessa cosa dicasi per Saipem: un bellissimo breakout giovedì (in controtendenza rispetto al mercato) e una engufling bearish il giorno seguente. Certamente siamo sempre sopra la vecchia resistenza ora supporto (linea tratteggiata), ma personalmente inizierei ad avere qualche dubbio sul prosieguo della salita anche perchè i volumi di venerdì sono maggiori di quelli del giovedì: un giorno +6% e quello successivo un bel -6%.
In un contesto di mercato tricky ho preferito fare un pò di pulizia di portafoglio liquidando posizioni in stop loss su alcuni strumenti finanziari non azionari e liquidando in stop profit alcune piccole posizioni di medio termine su titoli italiani, anche se il trend di lungo periodo rimane al momento intatto. Il motivo è presto detto: anche se l'Europa appare più forte degli Stati Uniti, il fatto che i rendimenti statunitensi si siano riportati al di sopra del 4.5% pone potenzialmente le basi per delle vendite sull'azionario. E come ben sapete se gli Stati Uniti si mettono a scendere, alla vigilia dell'insediamento di Trump che certamente farà qualcosa all'inizio del mandato, inevitabilmente anche l'Europa ne potrebbe risentire. Considerate poi che l'ultima gamba al rialzo dal 4.2% a quasi 4.6% avviene DOPO un movimento che in un solo mese ha visto il rendimento passare dal 3.60% ai livelli attuali ed è veramente un range molto ampio in un lasso di tempo così breve e questo potrebbe creare una alternativa all'azionario che gira su multipli elevati. Di seguito il grafico del rendimento statunitense a 10 anni.
Ad maiora!
PNA
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