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Francia in crisi e mercati obbligazionari in tensione


Le turbolenze politiche in Francia e le oscillazioni dei rendimenti obbligazionari europei stanno delineando uno scenario complesso per i mercati. Mentre i titoli di Stato francesi restano sotto pressione, i bond a lunga scadenza registrano movimenti estremi, riflettendo la delusione per l’ultima timida e poco utile mossa della Bce.

La caduta del governo guidato da Michel Barnier e la nomina di François Bayrou a primo ministro non sono bastate a riportare fiducia sui mercati finanziari francesi. Lo spread tra i decennali francesi e tedeschi si mantiene a 77 punti base, in calo rispetto ai picchi di 90 toccati durante la crisi politica, ma ben al di sopra dei 50 punti registrati prima dell’instabilità.

La fragilità del nuovo governo è evidente: i partiti che appoggiano Bayrou non raggiungono la maggioranza assoluta in Parlamento, mentre l’opposizione è compatta nell’ostacolare il suo programma economico. Tra le sfide principali c’è la necessità di varare un bilancio per il 2025, che richiede misure di austerità per 60 miliardi di euro, necessarie per contenere un deficit pubblico al 5% del PIL. Tuttavia, le richieste di abrogare la recente riforma pensionistica e il rifiuto di nuovi aumenti delle tasse complicano ogni possibilità di compromesso.

A peggiorare il quadro, Moody’s ha recentemente declassato il rating della Francia da Aa2 ad Aa3, con outlook stabile, allineandosi alle altre principali agenzie di rating. La decisione riflette i dubbi sulla capacità del Paese di rispondere alle richieste della Commissione Europea e di avviare un percorso credibile di risanamento dei conti pubblici.

Parallelamente, i bond a lunga scadenza nell’Eurozona stanno mostrando oscillazioni significative. Nonostante la Bce abbia tagliato i tassi di interesse di 100 punti base in sei mesi, il mercato si aspettava una riduzione più incisiva, pari a 50 punti base nell’ultimo meeting. La delusione ha innescato un aumento dei rendimenti, con un impatto particolarmente marcato sui titoli con elevata duration.

Un caso emblematico è quello del bond austriaco con scadenza al 2120 (ISIN: AT0000A2HLC4), che ha perso il 7,7% in due settimane, dopo un rialzo dell’11% nel mese precedente. Questo strumento, con una duration di 47,56, è estremamente sensibile alle variazioni dei rendimenti, amplificando i movimenti del prezzo anche con minimi cambiamenti nelle aspettative sui tassi.

Le attuali dinamiche offrono opportunità ma richiedono prudenza. La volatilità nei bond a lunga scadenza potrebbe persistere fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sulle politiche della Bce, che prevede ulteriori tagli dei tassi nei prossimi mesi. Sul fronte francese, la crisi politica e i rischi di nuovi downgrade rendono i titoli di Stato meno attraenti rispetto ai Btp italiani, che continuano a beneficiare di una percezione di relativa stabilità.

Passiamo ai numeri e all’analisi delle curve.

Analisi ZC-Yield Curve Eur
La lettura della ZC-Yield Curve Eur mostra una nuova risalita dei rendimenti su tutto il tratto della curva. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni sale in area 2,25%, mentre la scadenza trentennale si riporta sulla soglia del 2% e staziona in area 1,99%.

Poco da dire di nuovo sulla conformazione della curva che vede sempre un’accentuata inclinazione negativa sul tratto a breve. Il differenziale 10Y-2Y trona ad allargarsi un po', portandosi ora a 7 bps. Nel tratto a brevissimo la curva esprime ora un massimo di rendimento sulle scadenze di inizio 2025 in area 2,60%.

Nuovo assestamento per le previsioni fornite dai tassi forward su Euribor 6 mesi sulle scadenze a breve, con tassi attesi ora in area 2,65% per il secondo trimestre 2025 e la discesa verticale sulla parte a breve maggiormente accentuata rispetto alle scorse analisi. In consolidamento le aspettative sui tagli dei tassi cospicui da parte della Bce, che mantengono la curva dei forward sempre sotto la soglia del 2% (ora in area 1,90%) per i primi mesi del 2026. Stabili le previsioni di risalita dei tassi, visti ancora in area 2,45% nell’intervallo 2033-2038.

Analisi Integrata Trendycator
Analizzando con il Trendycator le curve dei rendimenti su scala settimanale dei principali benchmark decennali, non ci sono sostanziali mutamenti di fondo, delineandosi una certa lateralità dovuta alla scarsa incisività della Bce nell’ultima riunione.

L’area UK vede il rendimento salire frazionalmente in area 4,33% con Trendycator che resta ancora LONG. Lieve ritocco al rialzo anche per i rendimenti del BUND che si portano ora in area 2,19% con Trendycator che resta in stato NEUTRAL. Rimbalzano anche i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 3,33% con uno spread in lieve aumento in area 114 punti base; modello Trendycator stabile in stato SHORT. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che rimbalzano vigorosamente, portandosi in area 4,33% con Trendycator sempre in stato a NEUTRAL.

Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.

Conclusioni operative
Stante la situazione di fatto laterale, non ci sono nuove idee operative rispetto alle scorse settimane. Il quadro di fondo, al netto della volatilità di breve rimane immutato e ben delineato, con ulteriori tagli dei tassi in arrivo nei prossimi mesi. Resta quindi valida al momento la strategia di approfittare delle correzioni dei prezzi per mettere in cassaforte rendimenti ancora accettabili differenziando le scadenze e il rischio emittente.

Vista l’importanza del tema Francia, ecco la selezione aggiornata dei governativi d’oltralpe.

Coupon Corner si prende una breve pausa per le festività natalizie. A voi tutti un sincero augurio di Buone Feste e arrivederci a Gennaio 2025.

L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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