La rielezione di Trump avvenuta con certezza nella mattinata odierna, ha riacceso l’ottimismo tra gli investitori americani per l’economia domestica, visto il suo approccio favorevole alle imprese e all’alleggerimento delle regolamentazioni.
Questo ha spinto il mercato azionario statunitense al rialzo sin dalle primissime battute in pre-market, insieme all'idea che una politica fiscale espansiva potrebbe dare ulteriore slancio alla già forte e stabile crescita economica.
In Europa, però, la preoccupazione riguarda principalmente la prospettiva di nuove tensioni commerciali e una possibile discontinuità nel sostegno economico reciproco con gli Stati Uniti. Questo sta alimentando una visione più negativa per l’economia europea, che è già in una fase più fragile rispetto a quella americana, stretta nella morsa del conflitto Ucraino sostenuto dalla precedente amministrazione e in dubbio ora, con l'elezione di Trump.
Aumento dei titoli legati all'energia e difesa:
Le politiche di Trump torneranno, molto probabilmente, a favorire il settore energetico e quello della difesa, spingendo al rialzo i titoli coinvolti in questi settori. Le società energetiche, soprattutto quelle con forti attività negli Stati Uniti, potrebbero beneficiare di una possibile riduzione delle regolamentazioni ambientali e di un nuovo impulso agli investimenti nel settore fossile.
Negli Stati Uniti, lo stesso Trump ha sostenuto ingenti stimoli economici e una politica monetaria flessibile nel suo precedente mandato, aspetti che potrebbero essere ampliati con la sua rielezione.
Pertanto, gli investitori stanno scommettendo al momento, su un'ulteriore crescita della liquidità e su stimoli aggiuntivi ivi compresa la deregolamentazione del settore finanziario, arma a doppio taglio, che tendono a far volare sia le azioni americane sia il Bitcoin, quest’ultimo visto spesso come un “hedge” contro l’inflazione e la stampa di moneta.
In Europa, la BCE è più limitata nelle sue opzioni di stimolo, anche per via delle pressioni sui tassi e oltremodo della minor coesione politica interna. Questo rende le prospettive di stimolo meno chiare rispetto a quelle statunitensi, limitando l’appeal delle borse europee ragion per cui la seduta odierna ha palesato notevole volatilità, portandole a chiudere in territorio ampiamente negativo.
Bitcoin e l’attrattiva dell’asset alternativo sostenuto da Trump
La rielezione di Trump, associata alle politiche fiscali espansive, sta alimentando la domanda per asset alternativi come Bitcoin, visto come bene rifugio sia per i rischi inflazionistici che per l’incertezza globale. Anche l'aumento della domanda istituzionale per le criptovalute negli Stati Uniti ha contribuito a spingere i prezzi verso l’alto.
In Europa, la regolamentazione più stringente e la minore partecipazione istituzionale lasciano il Bitcoin meno appetibile e, a maggior ragione per i possesori italiani alla luce dell'incremento del capital gain al 42% nell'ultima finanziaria per cui paradossalmente, un possessore di Bitcoin italiano oggi non avrà neanche potuto gioire più di tanto al rialzo conseguente all'esito elettorale in quanto anche se incassasse un lauto guadagno in conto capitale, già saprebbe che lo stesso sarebbe soggetto ad un vero e proprio salasso del 42%!
Differenze nelle Reazioni a Medio Termine
Per quanto attiene alle reazioni che ci attendiamo nel medio/lungo termine, sappiamo che gli investitori USA sono abituati alla volatilità associata a Trump e tendono a focalizzarsi sulle sue politiche favorevoli alle imprese. Le borse americane vedono quindi un’impennata, anche per il forte peso dei titoli tecnologici, che stanno beneficiando di un dollaro forte e della liquidità abbondante.
In Europa, invece, i titoli non tecnologici e i settori più legati al commercio internazionale sentono il peso delle preoccupazioni economiche e delle tensioni commerciali. Questo spinge gli investitori europei a posizioni più difensive, contribuendo alla pressione ribassista sui mercati locali.
In conclusione, questa divergenza è guidata dall’ottimismo degli investitori statunitensi rispetto a un panorama economico interno più solido e alle prospettive di stimolo, mentre i mercati europei restano ancorati alle preoccupazioni commerciali e di crescita più fragili, mantenendo una maggiore cautela.
È probabile che assisteremo a diverse sedute di assestamento, ma nel frattempo i volumi di contrattazione sono tornati, riportando al mercato, una manovrabilità quanto meno sana.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)