Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Strategie di Trading: Oro, Bund, e Opportunità su DAX, FTSE MIB e NYSE


L’andamento dei mercati finanziari continua a offrire spunti di analisi interessanti in un contesto globale sempre più complesso. Ci concentreremo su diversi temi chiave: il grafico dell’oro, che ha recentemente subito un ritracciamento con rimbalzo a fine ottava, e la situazione delle borse europee, alle prese con le incertezze macroeconomiche e le dinamiche geopolitiche. Poi passeremo al Bund che ha messo a segno un nuovo balzo oltre i 133 punti.

Oro: un ritracciamento già finito?

L’oro, asset rifugio per eccellenza, ha registrato una fase di ritracciamento dopo un periodo di crescita sostenuta. Questo movimento ha riflettuto, da un lato, l’attenuarsi della pressione inflazionistica e, dall’altro, un rinnovato interesse per asset rischiosi in un contesto di mercati azionari apparentemente più resilienti. Il rimbalzo di fine settimana comunque, è stato di una sufficente forza propulsiva. Analizzeremo i livelli tecnici chiave per valutare se esiste opportunità d’acquisto o se ci troviamo di fronte a un cambiamento strutturale nel trend.

Borse europee: frenata o pausa di riflessione?

Il DAX e il FTSE MIB, due tra i principali indici di riferimento in Europa, hanno rallentato la corsa che li aveva caratterizzati negli ultimi mesi. A questa fase di consolidamento si accompagna un ritorno di volumi significativi ed un aumento della volatilità, un segnale che gli operatori stanno tornando ad agire sul mercato in maniera più decisa. Questo fenomeno può essere interpretato come un aumento dell’attenzione verso i rischi globali, tra cui l’evoluzione della guerra in Ucraina.

In particolare, le recenti dichiarazioni della Russia sull’eventuale facilitazione dell’uso di armi nucleari in risposta all'impiego di armamenti NATO sul proprio territorio hanno contribuito a creare un clima di tensione sui mercati. Questi sviluppi geopolitici alimentano una maggiore volatilità, portando gli investitori a rivalutare il rapporto rischio/rendimento delle loro posizioni.

Una visione d'insieme

In un simile contesto, gli operatori dovranno bilanciare con attenzione le loro strategie, mantenendo uno sguardo vigile sulle variabili tecniche e fondamentali. L’analisi approfondita dei grafici dell’oro e dei principali indici europei sarà fondamentale per cogliere opportunità e gestire i rischi in un mercato che non smette di evolversi.

Oro: Livelli chiari per il breve periodo

Il prezzo dell’oro, dopo un periodo di ascesa sostenuta, si diceva, ha mostrato i primi segni di debolezza, registrando un ripiegamento nelle ultime due settimane ma risalendo nelle ultime due sedute di questa ottava. Questo movimento potrebbe rappresentare una fisiologica correzione nel contesto di un trend rialzista di lungo periodo dovuto anche al rafforzamento del dollaro, ma per il breve termine si delineano scenari cruciali.

Qualora tornassero le vendite, individuiamo un livello chiave a 2450 dollari l’oncia: questo prezzo ha già rappresentato un punto di rimbalzo ma riassume in se anche il punto di switch direzionale. Se mantenuto, potrebbe fungere da base per un nuovo movimento rialzista, alimentato da una rinnovata domanda di beni rifugio in un contesto di incertezza. Tuttavia, una rottura al ribasso di questo livello cambierebbe lo scenario di breve periodo, aprendo la strada a ulteriori pressioni ribassiste e rafforzando il sentiment negativo tra gli investitori.

Qualora infranto resterebbe il valore dei 2350 dollari l'oncia a determinare un vero e proprio cambio di scenario, ma questo solo qualora venisse rotto al ribasso, mantenendo la caratteristica di punto di rimbalzo e di buy al tocco.

In ottica trading, si lavora con stop loss adeguati al proprio profilo di rischio ed i target, da questi valori sono davvero ampi.

Dax e Ftse Mib

La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da una forte volatilità per il DAX e il FTSE MIB, in netto contrasto con la maggiore stabilità mostrata dalle borse statunitensi. Le ampie shadows delle candele, particolarmente evidenti nelle giornate di giovedì e venerdì, raccontano di sedute ricche di oscillazioni e di repentini cambi di direzione.

Nel timeframe orario del future del Dax, sono evidenti le shadows (ombre fuori dal corpo delle candele) eseguite dai prezzi nell'arco dell'intera settimana, a testimonianza della ritrovata volatilità.

L'indice Dax ai riferimenti attuali, e quindi in caso di tenuta dei minimi settimanali, avrebbe ancora un target ambizioso ai 20100 punti, almeno in ottica analitica, perchè se si dovessero contemplare tutti i dati macro negativi che stanno pervenendo a mercato, neanche i valori attuali sarebbero naturali e garantiti. In caso cedessero i supporti attuali e settimanali ai 18900, allora tornerebbero forti i punti di attrazione ai 17000 e ai 16700 punti, validi come punti switch di rimbalzo e quanto descritto è quantomai possibile in ragione del ritorno della volatilità.

Il dubbio insomma, è che si siano fatti dei test di reattività e di sostanza dei book poichè quanto accaduto nelle giornate di giovedì e venerdì non può passare inosservato.  

Situazione analoga, in ottica analitica, per il FtseMib Index che avrebbe ancora campo di escurione rialzista con target ai 36900 punti ma condizionato in settimana dal ritorno della volatilità che ha messo a dura prova il trend rialzista.

Fermi restando quindi le posizioni conseguite al termine della settimana appena conclusa, una eventuale perdita di minimi settimanali ai 32900, potrebbero portare ad una direzionalità al punto switch e di rimbalzo ai 30600 e 29700 che è decisamente il più importante nell'attuale configurazione.

In entrambe le giornate, i mercati europei hanno vissuto momenti di forti vendite, che però sono stati recuperati nel corso delle sessioni, soprattutto nei pomeriggi, quando gli indici americani si muovevano con maggiore tranquillità, esercitando una sorta di "calmante" sugli investitori europei. Questa dicotomia tra le due aree geografiche evidenzia una persistente incertezza in Europa, in netto contrasto con il sentiment più stabile d’Oltreoceano.

Particolarmente emblematici sono stati i movimenti della giornata di venerdì. Dopo un’apertura rialzista, si è assistito a un’improvvisa inversione ribassista, manifestatasi intorno alle ore 10, che ha spiazzato molti operatori. La rapidità di queste dinamiche ha reso il trading particolarmente convulso, con inversioni di rotta che hanno richiesto una gestione attiva e una costante revisione delle strategie.

Bund: segnali positivi, ma serve consolidamento

Il Bund, termometro chiave dei mercati obbligazionari europei, ha offerto spunti interessanti nell'ultima settimana. Facendo riferimento al grafico già mostrato in precedenti analisi, possiamo identificare due livelli cruciali per l'andamento del future: il primo, più significativo in termini direzionali, si trova a 132.81 punti, una soglia che era stata infranta già prima delle elezioni statunitensi.

Un secondo livello, situato a 132.12 punti, ha svolto un ruolo di supporto importante durante questo periodo complesso, fungendo da baluardo contro ulteriori pressioni ribassiste. Nell’ultima settimana, il quadro tecnico del Bund ha mostrato segnali incoraggianti: il future ha costruito una struttura grafica solida, culminando nella seduta di venerdì con un significativo strappo al rialzo oltre la soglia dei 133 punti.

Questo movimento rappresenta un chiaro segnale di forza e lascia presagire la possibilità di ulteriori rialzi. Tuttavia, affinché il trend positivo si consolidi, sarà essenziale osservare una tenuta stabile sopra i 133 punti e, idealmente, ulteriori conferme nella prossima settimana.

Per i trader, questo contesto offre un’interessante opportunità: monitorare il comportamento del Bund rispetto a questi livelli chiave potrebbe consentire di impostare strategie mirate, sia in ottica di proseguimento del rialzo sia per sfruttare eventuali correzioni verso i supporti precedenti. La cautela resta d’obbligo, ma la configurazione attuale lascia spazio a un moderato ottimismo per chi punta su un rafforzamento del mercato obbligazionario europeo.

Williams Sonoma: opportunità e livelli chiave sul NYSE

Un’interessante protagonista della settimana è stata Williams Sonoma, azione quotata al NYSE, che ha registrato un forte rialzo, portandosi a ritoccare il precedente massimo di 172 dollari. Questo livello si configura come un valore decisivo per i futuri movimenti del titolo.

Dal punto di vista tecnico, per alimentare ulteriori rialzi, sarà fondamentale non solo superare tale soglia, ma anche consolidarsi al di sopra di essa. In questo scenario, il titolo potrebbe legittimamente ambire a un target successivo di 190 dollari, rafforzando ulteriormente il sentiment positivo.

Al contrario, nel caso in cui Williams Sonoma non riuscisse a superare e mantenersi oltre i 172 dollari, il massimo attuale potrebbe trasformarsi in una resistenza significativa, intrappolando il titolo in un range di consolidamento. In questo contesto, l’attenzione si sposterebbe verso il livello di 129 dollari, identificato come un punto strategico per un possibile rimbalzo. Questo livello rappresenta un prezzo interessante e potenzialmente scontato, offrendo una valida opportunità per posizionarsi senza rischiare di anticipare mosse del mercato.

Il titolo, dunque, si trova in una fase cruciale: gli operatori dovranno monitorare con attenzione questi livelli per adattare le proprie strategie, tenendo conto sia del potenziale di crescita sia dei rischi legati a eventuali fasi di correzione.

Target (NYSE): segnali di buy, ma il downtrend persiste

Il titolo Target (NYSE) ha subito un crollo significativo dopo la pubblicazione dei deboli risultati del terzo trimestre, evidenziando difficoltà legate sia ai margini operativi che alle pressioni competitive esercitate dai Big 3 del settore retail: Amazon, Walmart e Costco. La reazione dei mercati è stata severa, con una discesa marcata del prezzo delle azioni.

Nonostante ciò, molte grandi case d’affari hanno prontamente emanato segnali di buy sul titolo, evidenziando il potenziale di rimbalzo nel breve termine. Effettivamente, un rimbalzo tecnico è nelle corde, dato l’evidente eccesso di vendite nelle ultime sedute. Tuttavia, lo scenario di lungo termine richiede una riflessione più approfondita.

A livello tecnico, Target è entrato in una chiara fase di downtrend, confermata dal superamento al ribasso della soglia chiave dei 162 dollari. Questo livello rappresentava un punto critico di supporto, e la sua rottura indica una debolezza strutturale del titolo. Nonostante i segnali buy, finché il titolo non riuscirà a risalire stabilmente sopra questo livello, la forza del downtrend continuerà a prevalere, mantenendo la pressione ribassista sul titolo.

Per gli investitori orientati al lungo termine, il messaggio è chiaro: il superamento dei 162 dollari (linea gialla nel grafico) sarà un elemento decisivo per confermare un cambio di trend. Fino ad allora, nonostante le opportunità tattiche di breve periodo, la prudenza resta d’obbligo, dato che la forza correttiva potrebbe continuare a prevalere. Un monitoraggio attento dei fondamentali e dei futuri aggiornamenti trimestrali sarà essenziale per valutare eventuali inversioni di tendenza.

Le fasi di alta volatilità, come quelle vissute questa settimana, sottolineano l’importanza di mantenere un approccio prudente ma flessibile, pronto a cogliere opportunità tattiche ma con un occhio vigile sui rischi legati a movimenti imprevedibili. Con queste premesse, la prossima settimana si preannuncia altrettanto interessante, offrendo spunti per chi opera su orizzonti di breve periodo.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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