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Aggiornamento portafoglio: Europa e Germania sotto pressione


Prima di occuparci del nostro portafoglio, aggiornato con i due recenti ingressi di bond corporate, facciamo il punto della situazione alla luce della vittoria di Trump alle elezioni Usa.

L'elezione di Trump per un nuovo mandato alla Casa Bianca ha immediatamente scosso i mercati globali, con reazioni evidenti anche in Europa. Gli investitori si stanno riorganizzando in vista di possibili cambiamenti nelle politiche economiche degli Stati Uniti, che potrebbero accentuare il divario economico tra USA e Europa, nonché tra le rispettive politiche monetarie delle banche centrali.

La Bce, che già fronteggia una crescita fragile in Eurozona, potrebbe trovarsi in difficoltà nel sostenere l’economia europea in questo nuovo contesto, mentre la Germania, sotto l’ombra della crisi politica, risulta particolarmente esposta.

L’elezione di Trump ha messo sotto pressione il settore bancario europeo, con le banche spagnole tra le più colpite. In parallelo, l’euro ha subito una netta svalutazione rispetto al dollaro, che si rafforza a fronte delle aspettative di una Fed potenzialmente più restrittiva rispetto alla Bce. Questa divergenza accentua le preoccupazioni per un’Europa in difficoltà, mentre la BCe potrebbe ricorrere a tagli di tassi aggiuntivi per sostenere la fragile economia.

Infatti, non è un mistero che il ritorno di Trump potrebbe spingere gli Stati Uniti ad aumentare la spesa pubblica, ampliando il deficit e alimentando l’inflazione. La Fed potrebbe dunque proseguire con una politica restrittiva, mentre la Bce potrebbe adottare una linea più accomodante per evitare di aggravare il rallentamento economico europeo. Questo scenario, secondo alcuni report, potrebbe spingere l’euro verso il basso, con il cambio EUR/USD che potrebbe raggiungere livelli intorno a 1,00-1,05 entro il 2026.

Anche il mercato obbligazionario riflette questa divergenza, con un aumento dei rendimenti dei Treasury USA che non trova corrispondenza in Europa, dove i tassi restano influenzati dalle incertezze macroeconomiche e dalle potenziali politiche tariffarie USA, nonostante gli eccessi di volatilità osservati nelle scorse sedute. A complicare ulteriormente il quadro europeo è la crisi politica tedesca, che introduce nuovi fattori di rischio, tra cui la possibilità di un declassamento del rating.

La crisi politica in Germania ha raggiunto il culmine con il licenziamento del ministro delle Finanze Christian Lindner, portando il partito FDP a uscire dalla coalizione e lasciando il cancelliere Scholz a richiedere un voto di fiducia per gennaio. Questa crisi potrebbe accelerare le elezioni anticipate, previste per marzo, e potrebbe rappresentare un’occasione per rivedere le politiche economiche del Paese. In uno scenario di stagnazione economica, i partiti potrebbero affrontare temi chiave come gli investimenti pubblici e il rilancio della competitività tedesca.

Anche se il PIL tedesco ha recentemente evitato la recessione (sotto il profilo “tecnico”…), la debolezza dell’industria manifatturiera e l’incertezza sul fronte delle esportazioni – soprattutto verso un mercato americano potenzialmente più ostile – continuano a rappresentare sfide significative per l’economia tedesca.

Ci aspettiamo quindi mesi volatili e forse di difficile lettura, per cui avremo un atteggiamento molto prudente a livello di portafoglio. Strategicamente, infatti, abbiamo utilizzato solo una parte della liquidità a disposizione, inserendo per ora solo due obbligazioni corporate dai buoi rendimenti.

Questo il riepilogo dei titoli acquistati:

  • - Mediobanca 2.1% May28 Eur (IT0005493652) per un 5% del portafoglio, pari a circa 5.000 euro
    Alerion Green 2.25% Nov27 Call Eur (XS2395580892) per un 5% del portafoglio, pari a circa 5.000 euro

Ai prezzi di acquisto offrono, rispettivamente, un rendimento a scadenza lordo su base annua del 3,21% e del 3,37%.

Aggiorniamo quindi il nostro portafoglio dopo questi ingressi, che alla valorizzazione di oggi all’ultimo close disponibile valorizza un NAV a 111,14 in buona ripresa dalla veloce correzione a 110,78 di un paio di settimane fa. L’ultimo massimo storico registrato a fine ottobre si colloca a 111,31 non lontano dai livelli attuali.

La performance storica cumulata si attesta al +11,14%, con la volatilità totale in diminuzione all’1,84% così come quella negativa che scende all’1,19%.

Portafoglio aggiornato nella consueta sezione.