Il fondo attivista Starboard Value ha fatto il suo ingresso sulla scena con una partecipazione di un miliardo di $ in PFIZER, pari a meno dello 0,5% del capitale, puntando direttamente alla testa del direttore generale Albert Bourla. L'operazione ha il sapore della vendetta, poiché Starboard è consigliato e supportato dall'ex presidente e amministratore delegato di PFIZER, Ian Read, di cui Bourla era un tempo il protetto.
Ian Read è una leggenda di PFIZER. È stato lui a salvare il gruppo negli anni successivi alla grande crisi finanziaria, quando si è trovato di fronte al rischio di una grave recessione non dissimile da quella che lo minaccia oggi. L'uomo, tuttavia, non sempre ha lasciato un bel ricordo: gran parte della crescita della società è stata riguadagnata sulla scia della nuova direzione strategica derivante dagli aumenti di prezzo mostruosi dei propri farmaci, in particolare nel settore oncologico.
Comunque sia, le rimostranze di Starboard — e, senza dubbio, quelle di molti altri azionisti — nei confronti di Albert Bourla sono legittime.
I dettagli delle accuse di Starboard non sono ancora stati resi pubblici, ma sappiamo già che il dito è puntato contro la strategia di crescita esterna molto aggressiva del gruppo. Tre quarti della provvidenziale manna economica dovuta al Covid — 2 miliardi di $ piovuti dal cielo — sono stati reindirizzati verso acquisizioni che hanno tardato a produrre risultati.
Il caso più emblematico è naturalmente quello della società di farmaci contro il cancro Seagen, acquistata per 43 miliardi di $, ovvero un multiplo di oltre venti volte i suoi ricavi — una cifra che all'epoca fece desistere Merck, l'altra candidata all'acquisizione, che aveva la fama di avere una cultura meno aggressiva di PFIZER. Inoltre c’è da considerare che la società farmaceutica sta affrontando la scadenza dei brevetti nei prossimi anni, che eroderà sostanzialmente il suo fatturato annuale, un problema ereditato dall'attuale team dirigenziale.
Un altro motivo di malcontento — e un ulteriore chiodo nella probabile bara di Bourla — è l'acquisizione da 5,4 miliardi di $ di Global Blood Therapeutics società produttrice di farmaci per le malattie del sangue, che ha recentemente annunciato di dover ritirare dal mercato il suo trattamento per l'anemia falciforme per motivi di sicurezza sanitaria.
Allo stesso tempo, nonostante un'ampia gamma di prodotti, Pfizer non è riuscita a innovare né in oncologia né nelle malattie rare e ha perso terreno anche per quanto riguarda i trattamenti per l'obesità, il nuovo orizzonte dell'industria farmaceutica. In questo contesto, i giorni dell'attuale CEO sembrano essere contati. La redditività di PFIZER si è erosa e, lo scorso anno, l'utile operativo e il cash-flow del gruppo sono stati ben al di sotto di quelli di dieci anni fa.
Di contro, sebbene PFIZER abbia fatto una serie di acquisizioni, la sua scommessa più grande è su Seagen. La società vuole che questa sia un'acquisizione trasformativa e prevede che Seagen contribuirà con 10 miliardi di $ di vendite entro il 2030, affermando che in seguito all'accordo, ora ha otto o più potenziali farmaci di successo nella sua gamma di prodotti.
Bourla ha avuto certamente un'intuizione geniale quando ha firmato una partnership con BioNTech, ma questo straordinario successo è ora visto più come un colpo di fortuna che come la consacrazione di una solida strategia.
Alcuni analisti avevano previsto questo sviluppo, sottolineando un altro grave errore di gestione: nonostante i proventi straordinari del vaccino contro il Covid-19, l'indebitamento di PFIZER è esploso sotto la gestione Bourla, poiché era inevitabilmente difficile portare avanti una strategia di crescita esterna così ambiziosa distribuendo al contempo dividendi record agli azionisti.
È raro che gli investitori attivisti riescano a influenzare i piani strategici dei grandi gruppi farmaceutici. Tutti gli indizi suggeriscono che questa non è altro che una caccia all'uomo o, quantomeno, vista la piccola esposizione economica, una campagna che ha a che fare con il puro rischio/rendimento alle basse quotazioni alle quali sono state acquistate.
E perché no? A volte non ci vuole molto per convincere gli investitori a rivalutare un'azione, offrendo così all'attivista una succosa e rapida plusvalenza. In altre parole, il fondo attivista sembra essere lì perché pensa che le azioni abbiano toccato il fondo. Con un rapporto prezzo/utile (P/E) forward di 10, le azioni PFIZER non sono costose, oltretutto hanno anche un rendimento interessante.
Di buono, la notizia che l'Alta Corte di Londra si è pronunciata a favore di PFIZER e BioNTech nel loro tentativo di invalidare due brevetti della società biofarmaceutica tedesca CureVac relativi alla tecnologia dell'RNA messaggero utilizzata per i vaccini COVID-19.
Il tribunale ha revocato i brevetti europei EP668 e EP755 del gruppo biofarmaceutico tedesco, secondo un documento del tribunale pubblicato martedì scorso. Il caso fa parte di una disputa legale globale, iniziata nel 2022, negli Stati Uniti e in Germania.
In una dichiarazione rilasciata a MT Newswires, BioNTech ha affermato di comprendere e accogliere la decisione del tribunale, aggiungendo che "CureVac non ha diritto ad alcun risarcimento basato su questi brevetti nel Regno Unito". PFIZER ha fatto eco alla dichiarazione.
Come detto i dati di bilancio in generale non sono buoni anche se si è notata una crescita nel 2° trimestre e la scommessa è sulla integrazione dei farmaci contro il cancro di Seagen.
Non brilla il Cash-to-Debt di Pfizer, che per il trimestre terminato a giugno 2024 è pari a 0,10, quindi sotto al dato mediano storico aziendale di 0,44 ed anche sotto al dato mediano del settore dei produttori di farmaci di 0,97.
Il Debt-to-Equity per il trimestre terminato a giugno 2024 è di 0,78, rispetto ad un dato mediano storico aziendale di 0,64 ed un dato mediano settoriale di 0,29.
L’interest coverage TTM (trailing twelve months) si attesta a 0,44, ampiamente sotto al dato mediano storico aziendale di 10,38 ed anche al dato mediano settoriale di 12,21.
Il Piotroski F-Score è di 4/9.
Il margine operativo TTM è del 2,31%, distante dal dato mediano storico aziendale del 26,26% e sotto al dato mediano settoriale del 6,43%.
Guggenheim, Jefferies & Co. e BMO mantengono la raccomandazione BUY.
Come visibile sul grafico Weeekly, PFIZER è scesa del 59% dal massimo storico a 61,71 $ del dicembre 2021, dopo aver capitalizzato la montagna di denaro derivata dalla vendita dei vaccini nel periodo COVID, e del 54% dall’ultimo acuto a 54,93 $ registrato negli ultimi due anni.
A livello tecnico notiamo un bel rimbalzo dai minimi di fine aprile culminato a fine luglio a 31,54 $ dopo aver riportato la propria trimestrale economica, peraltro in rialzo sia come utili che come fatturato, ma in seguito penalizzata dal mercato. Importante ora superare la mediana del canale ascendente, per poi andare a superare il predetto massimo relativo di luglio. Questo scenario potrebbe essere aiutato dalla pubblicazione della trimestrale economica del terzo trimestre prevista per il prossimo 29 ottobre (mercato permettendo).