Si attende l’acconto sul dividendo 2025, che verrà staccato il 18 novembre. Sarà allora un momento delicato, perché se avvenisse in concomitanza con una fase di tensione dei mercati determinerebbe (finalmente!) una correzione del titolo. Il mercato ci spera, in attesa di altre notizie.
Buy or sell
Non è solo negli ambienti finanziari italiani che Unicredit raccoglie le maggiori attenzioni nel settore bancario. I tentativi tedeschi di bloccare l’acquisizione di Commerzbank metteranno alla prova la libertà di impresa nell’Unione europea e in un certo senso anche la credibilità della Bce. C’è in gioco quindi ben più di una fusione in un risiko che certamente si estenderà presto o tardi ad altre leader del credito. Di Unicredit tutto si sa in tempo più o meno reale. Poco si parla invece di Intesa Sanpaolo, che procede di massimo in massimo a Piazza Affari, confermandosi la migliore banca europea in termini di solidità e di rendimento. Oggi rialziamo allora i veli sulla big italiana.
Perché è azione del giorno? |
Guardate il grafico e capirete perché si merita la nomination: ha passato tutte le veloci e improvvise difficoltà dei mercati senza quasi colpo ferire. Inoltre già si ipotizza il dividend yield 2025 (esercizio 2024): sarà di nuovo da record |
Cosa si dice del titolo sui mercati? |
È come se la banca fosse immersa in una cappa di silenzio impenetrabile. Si dice che attenda gli esiti della battaglia tedesca di Unicredit, tifando apparentemente per un esito favorevole ma forse sperando nell’opposto. L’ultima notizia di un certo rilievo è che Isybank, banca digitale del gruppo Intesa, ha raggiunto il culmine della classifica delle app gratuite dell’App Store risultando la più scaricata in Italia sui dispositivi Apple. La stessa filiale introduce poi isySalvadanaio, un servizio che consente di accumulare liquidità direttamente sulla app. Circola inoltre, come indiscrezioni, l’intenzione di Intesa di lavorare pesantemente sulle evoluzioni tecnologiche, per battere la concorrenza su questo fronte |
Dividendi, quali sono le previsioni per il prossimo anno? |
L’ipotesi che piace è quella di un 8,5-8,6% di yield. Attenzione però: il primo stacco è ormai vicino. Il Consiglio di amministrazione ha infatti deliberato la distribuzione dell'acconto sul dividendo 2025 (relativo all'esercizio 2024) di circa 3 miliardi di euro. Verrà staccato lunedì 18 novembre 2024 e pagato il 20 novembre. L’importo non è stato ancora deciso: l’anno scorso fu di 0,144 Eur e quest’anno potrebbe crescere. La decisione in merito all’ammontare verrà presa il 31 ottobre prossimo |
Isin |
IT0000072618 |
Ultima quotazione (chiusura 7/10/2024) |
3,803 Eur |
Cosa segnala la sintesi degli indicatori |
Con una performance a un anno di oltre il 58% e un andamento positivo di lungo periodo gli “strong buy” vincono alla grande. Naturalmente c’è il contesto geopolitico a costituire un motivo di incertezza. Magari l’azione Intesa scendesse verso i 3,3 euro (ipotesi pessimistica)! Scatterebbe un bel segnale di acquisto di lungo periodo |
Cosa dice l’analisi grafica |
Lassù nell’Olimpo! Non c’è sintomo di debolezza per un’azione che viaggia sui massimi assoluti di lunghissimo periodo. La velocità di rimbalzo post calo del 5 agosto è stata un netto avviso di forza. Ora lotta con la resistenza dei 3,79 Eur, su cui si è di nuovo collocata proprio ieri. Fra l’altro in assenza di indizi tecnici di iperacquisto |
Prima resistenza importante |
A 3,876 Eur, corrispondente al massimo storico del 26 settembre |
Primi supporti importanti |
A 3,64 Eur e sotto a 3,36 Eur, quest’ultimo corrispondente al livello in cui transita attualmente la media mobile a 200 sedute |
Rilevatore di rischio |
Lo riconfermiamo: se alla data di stacco cedola di novembre corrispondesse una fase ribassista dei mercati l’effetto sarebbe negativo per l’azione. Inoltre le “commedie” relative a eventuali tasse sugli extraprofitti delle banche (condivisibili se gestite senza l’effetto di sensazionalismi mediatici) potrebbero danneggiare Intesa, come già avvenuto in passato |
Segnale di forza |
Può sembrare anacronistico ma una sconfitta di Unicredit in terra di Germania aiuterebbe e non poco Intesa, dimostratasi molto più cauta sul fronte del risiko |