Inevitabile un suo taglio! Ma due famiglie (Agnelli/Elkann e Peugeot) nonché lo Stato francese ne hanno comunque bisogno. E allora circolano le prime ipotesi, mentre si fanno i nomi dell’erede di Tavares e si guarda a un livello di guardia per il titolo. Ecco qual è.
Buy or sell
Foto da Wikimedia Commons
Inutile ricordare i motivi per cui Stellantis è sotto la lente degli investitori. Il crollo in Borsa è stato causa di approfondimenti da parte di tutti i media. Totalmente trascurato invece uno degli elementi che più piace nel caso dell’azione del gruppo italo-francese, quello del dividendo futuro e soprattutto di quanto potrebbe essere versato nel corso del 2025 in relazione all’esercizio 2024.
Perché è importante il “dividend yield” nel caso di Stellantis? |
Perché una parte significativa del retail di casa nostra ne ha fatto un fattore di scelta dell’azione automobilistica ex Fiat ed ex Fca. D’altra parte lo stesso azionariato forte – pur attraverso canali in parte indiretti (Exor e quindi Agnelli ed Elkann con il 14,2% del capitale, Peugeot e pertanto la relativa famiglia con il 7,1% del capitale e infine lo Stato francese tramite Bpi con il 6,1% del capitale) – ha sempre tratto lauti profitti dalla distribuzione dei dividendi negli ultimi anni |
Ora c’è il rischio che la “cassaforte” sia molto meno generosa. Ciò attenuerebbe l’appeal del titolo? |
Gli analisti più attenti si sono subito impegnati – dopo il crollo in Borsa di lunedì a causa del profit warning – a ipotizzare le evoluzioni dei numeri di Stellantis. Si stima un payout del 30% con un nuovo dividend yield collocato sul 5,5-5,6%. Abbiamo cercato di ottenere informazioni più approfondite ma è scattata una ghigliottina rispetto ai possibili importi che verranno presumibilmente versati ad aprile del prossimo anno. Nessuno si vuole esporre, sebbene si facciano molte supposizioni |
Quali sono queste supposizioni? |
La prima è che l’ultima parte del buyback annunciato a febbraio 2024 – dall’importo massimo di 3 miliardi di euro – sia sospeso o ridotto, proprio per reperire risorse utili al prossimo dividendo. Quanto non ancora utilizzato è stimato in meno di mezzo miliardo, poiché varie tranche sono già state impiegate in riacquisti. La seconda ipotesi sta nella cessione di qualche marchio “nobile” del gruppo. Ci sarebbero trattative in corso con costruttori cinesi già da tempo. Il profit warning accelererebbe l’operazione |
Rivediamo intanto gli importi pagati negli ultimi anni… |
Dopo l’anno super 2021, dovuto a cause particolari, Stellantis ha versato nel 2022 1,04 Eur, nel 2023 1,34 Eur e nel 2024 1,55 Eur. Ipotesi del tutto irrealizzabile: la cifra di 1,55 Eur alla quotazione in corso equivarrebbe a uno yield del 12,5% |
Nel frattempo si nota molta prudenza sull’azione. Sentiamo qualche voce… |
Equita è stata la più esplicita: “Confermiamo la nostra visione cauta sul titolo: alla luce del peggioramento del contesto macro e dello scenario competitivo, oltre a problemi specifici, non riteniamo che il calo del titolo rappresenti un’opportunità, se non per un rimbalzo di breve”. Attenzione però a improvvisi annunci, quali la cessione di un marchio, le trattative per una (complicatissima) fusione con Renault e la divulgazione del nome di chi sostituirà l’attuale Ceo Tavares, il cui mandato scade a inizio 2026. Sono tutti motivi di potenziale volatilità. Questo però lo diciamo noi e non Equita |
Si parla di Luca De Meo, attuale numero uno di Renault, come sostituto di Tavares. Ma ci sono anche altre ipotesi? |
De Meo è stato in Fiat dal 2002 al 2009 e si ipotizzava allora che avrebbe potuto succedere a Marchionne. Inevitabile lo sconto fra due leader e l’effetto fu la fuga del primo nel gruppo Volkswagen. Lui conosceva Fca ma non conosce Stellantis. Poi si parla di Jean-Philippe Imparato, attuale amministratore delegato di Alfa Romeo (probabilità basse), di Olivier François, attuale Ceo di Fiat e Abarth (probabilità medie) o di un’eventuale sorpresa che potrebbe uscire dal cappello di John Elkann, capace di ripetere il miracolo realizzato con Benedetto Vigna, Ceo di Ferrari dal 2021. E se fosse proprio quest’ultimo o addirittura un cinese proveniente da qualche gruppo tecnologico Usa l’erede per la futura Stellantis? Ci sarà da divertirsi a seguire il caso |
L’azione infine. Prospettive? |
Il titolo resta ingabbiato in un trend discendente. Per un’inversione rialzista occorre il ritorno sopra i 12,79 Eur e poi progressivamente verso e oltre i 15,19 Eur. Attenzione però – in presenza di ulteriore profonda negatività – alla tenuta quanto meno degli 11,71 Eur. Non si può però escludere la probabilità (complice la guerra in Medio Oriente) di testare bottom attorno alla cifra tonda degli 11 Eur |