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L’azione del giorno – Seconda privatizzazione delle Poste con una quota al retail. Siete pronti?


Essere soci dello Stato rende, soprattutto in termini di dividendi. Lo potrebbe essere ancor più in futuro, data la fame di proventi di cui ha urgenza il Mef. Lo yield in corso si attesta al 6,76%. L’analisi grafica del titolo dopo una seduta in pesante rosso.

Buy or sell

Lunedì 12 ottobre 2015 è ormai lontano. Iniziò allora la privatizzazione di Poste Italiane sull’onda di una strategia adottata già in altri Paesi. L’azione fu collocata 6,75 euro, un abisso indietro rispetto alla quotazione attuale. Se si considera poi la distribuzione di dividendi il “total return” complessivo risulta di assoluto rilievo. La decisione quindi del Governo italiano di riprivatizzare una quota non può essere trascurata di là delle polemiche politiche delle ultime settimane. Facciamo allora il punto su un cavallo di battaglia per chi insegue a Piazza Affari bassa volatilità e alto rendimento. In merito a quest’ultimo segnaliamo che lo yield in corso riferito ai due stacchi 2023 e alla quotazione di chiusura di ieri si colloca al 6,76% e che quindi l’ipotesi di un 7% nel 2024 non è azzardata.

Perché è azione del giorno?

Per la coincidenza di due fattori, uno positivo e uno negativo. Il primo riguarda la futura privatizzazione (ipotesi tutta da verificare che avvenga a marzo) di un probabile 13% del capitale. Il secondo è quello di una seduta ieri molto negativa (-2,52%), da mettere in relazione con incertezze sul riequilibrio del parterre degli azionisti (che vedono attualmente Cdp al 35%, ministero dell’Economia al 29,26%, investitori istituzionali al 23,08%, investitori retail all’11,85% e azioni proprie della società allo 0,82%). Ogni fase di debolezza è un’occasione su un titolo che si sta sempre più trasformando in riferimento per i cassettisti: di qui la scelta di “stock of the day”, seppur in una giornata dal forte segno meno

Cosa si dice del titolo sui mercati?

Che il progetto di privatizzazione ha due capisaldi: mantenere il controllo pubblico della società e allo stesso tempo far crescere la presenza dei piccoli e medi investitori. Ciò potrebbe comportare un’offerta pubblica, destinata quasi certamente a riparto

Isin

IT0003796171

Ultima quotazione (chiusura 29-1-24)

10,055 Eur

Cosa segnala la sintesi degli indicatori

Improvviso “strong sell” su periodicità “daily” quando sembrava che il quadro proseguisse nella migliore direzione. È inevitabile però che sia così in una fase in cui incertezze e indiscrezioni la fanno da padrona. Quindi alta volatilità per un’azione tendenzialmente a bassa volatilità (18,2 il valore medio a 1 anno)

Cosa dice l’analisi grafica

La seduta negativa di ieri conferma in realtà solo incertezza. La candela rossa si è infatti sovrapposta quasi perfettamente metà sopra e metà sotto la resistenza dei 10,15 Eur, che ha svolto un ruolo importante negli ultimi mesi. A inizio gennaio si era formata un’altra resistenza, leggermente sopra (10,37 Eur), e quindi il titolo è stretto fra questi due riferimenti grafici. Le prossime sedute saranno inevitabilmente decisive per valutare quale direzionalità prenderà il corso degli eventi

Prima resistenza importante

10,56 Eur

Primo supporto importante

Sui 9,66 Eur, dove si posiziona attualmente fra l’altro la media a 200

Rilevatore di rischio

Sotto i 9,50 Eur il quadro potrebbe peggiorare ma il tutto è ormai in stretta relazione con le vicende della seconda privatizzazione

Segnale di forza

In presenza di una corposa candela verde sopra i 10,37 Eur