Un mini portafoglio di Btp diversi da quelli classici e che espone a scadenze contenute. L’esordiente “step-up” italiano analizzato con punti forti e punti deboli. Infine l’assillo di sempre: un 40% dei patrimoni (piccoli o grandi) è detenuto in cash e i modi per remunerarlo non sono mai stati così numerosi. Le occasioni di inizio anno.
Il report della domenica
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La presenza dei Btp nei portafogli italiani cresce, mettendo sotto pressione fondi e prodotti bancari vari. Uno studio di Intesa ha confermato il trend, dimostrando come la fiducia nei nostri titoli di Stato sia salita negli ultimi mesi, grazie soprattutto ad alcune nuove emissioni lunghe dai rendimenti molto interessanti. Ciò non esclude che si avverta una qualche preoccupazione sulla tenuta del nostro debito e che soprattutto si tema un rientro in scena dell’inflazione. C’è chi la sospetta addirittura più elevata di quella post Covid! Vari fattori potrebbero far subodorare tale ipotesi. Non entriamo nelle considerazioni tecniche che portano in una simile direzione ma ipotizziamo un mini portafoglio di Btp a basso rischio, che gli investitori più prudenti possono costruire per cogliere rendimento a breve-medio periodo.
Denominazione |
Isin |
Yield |
Il perché |
Btp short term 3,6% 29/9/2025 |
IT0005557084 |
3,1% (quotazione 100,87 Eur) – Duration 1,6, valore basso |
Coglie l’anomalia della curva dei rendimenti italiani sulla parte corta |
Btp 7,25% 1/11/2026 |
IT0001086567 |
2,9% (quotazione 111,37 Eur) – Duration 2,45, valore idoneo su una vita residua modesta |
Una vecchia emissione del 1996 dalla cedola dei tempi che furono. Si presta a chi vuole creare anche minus fiscali in un’ottica poco più che biennale |
Btp€i 1,50% 15/5/2029 |
IT0005543803 |
4,45% (quotazione 99,94 Eur): stima in rapporto all’inflazione in corso nell’area euro |
Protegge il relativo capitale investito dall’inflazione europea (tendenzialmente più elevata di quella italiana) con un prezzo sotto 100 |
Tutte le esigenze sono così soddisfatte: un buon rendimento su una scadenza 2025, un’elevata cedola (per chi è “cedolista” a tutti i costi) su una scadenza 2026 e una protezione dal rischio inflattivo su una scadenza 2029. C’è tuttavia un difetto: la vita residua corta dei primi due imporrà un reinvestimento al momento del loro rimborso. Quali saranno in quel momento i rendimenti dei titoli di Stato italiani? Il problema lo rinviamo inevitabilmente a quelle date!
► Nuovo Btp Valore, caratteristiche e confronti
Le prime due emissioni di Btp Valore avevano un po' deluso. Ora ne arriva una terza che merita un’analisi approfondita. Mancano soltanto i riferimenti alla componente cedolare e all’Isin, che verranno comunicati venerdì 23 febbraio.
Valuta |
Euro |
Tipologia |
Step-up, ovvero a tasso crescente, sulla base di un meccanismo di 3+3 anni: scadenza quindi 2030. Riservato solo agli investitori (retail) italiani |
Premio fedeltà |
0,7% (contro 0,5% delle due precedenti emissioni) per chi lo acquista durante il collocamento sul Mot e lo detiene fino a scadenza |
Collocamento |
Da lunedì 26 febbraio a venerdì 1 marzo (fino alle ore 13), salvo chiusura anticipata, senza oneri di sottoscrizione |
Pagamento cedole |
Trimestrale |
Taglio minimo |
1.000 Eur |
I riferimenti passati |
Con la prima emissione di Btp Valore di giugno 2023 furono raccolti quasi 18,2 miliardi di euro e con la seconda emissione di ottobre 2023 si raggiunsero i 17,2 miliardi di euro |
Punti forti |
● Esordio in una fase ancora favorevole di rendimenti per gli investitori e in quadro di riduzione dei tassi, condizione propizia per gli “step-up” ● Cedola trimestrale ● Premio fedeltà significativo ● Consente una diversificazione delle tipologie di titoli di Stato per gli investitori italiani |
Punti deboli |
● Probabili bassi scambi sul secondario, a causa dell’elevato premio fedeltà, che rimunera solo i cassettisti ● È possibile che i “regali” della cedola trimestrale e del premio fedeltà inducano l’emittente a limitare le cedole riconosciute, soprattutto rispetto a un equivalente Btp a tasso fisso ● Solitamente gli step-up hanno un meccanismo di varie cedole crescenti: le due sole del Btp Valore ne limitano l’attrattiva |
Il confronto con i tassi fissi e con i due Valore già quotati |
La curva italiana a sei anni rende il 3,32%. Il Tesoro non potrà discostarsi di molto come media delle due cedole del nuovo Valore. Il tasso fisso Btp 3,5% Mz2030 (Isin IT0005024234) ha uno yield in corso esattamente identico del 3,32%. Il Btp Valore Gn2027 (Isin IT0005547408) paga l’1,625% fino al 13/6/2025 e poi il 2% fino a scadenza. Il rendimento lordo in corso si attesta sul 3,38%. Il Btp Valore Ot2028 (Isin IT0005565400) è più generoso, con cedole 4,1% per i primi tre anni e 4,5% per il 4° e 5° anno. Il rendimento lordo in corso si posiziona sul 3,55% |
► Liquidità, rifacciamo il punto a inizio anno
Pigrizia, timore per il futuro, sfiducia nel sistema finanziario o altro ancora? Qualunque sia la risposta è certo che la liquidità detenuta sui conti correnti da parte degli italiani è ancora immensa. Vediamo allora quali possono essere le soluzioni per non aggravare un quadro in cui negli ultimi 24 mesi chi è rimasto sul cash ha perso tantissimo in termini di valore reale del proprio patrimonietto o patrimonio che sia. È un riaggiornamento rispetto a quanto già scritto nei mesi scorsi.
Conti correnti |
La spagnola BBVA filiale italiana resta in testa alla classifica con: 4% di remunerazione lorda fino al 31/1/2025, interessi pagati mensilmente e nessun vincolo né di importo (fino a un milione di euro) né di durata del posizionamento. Inoltre il canone annuo è gratuito. Webank offre ai nuovi correntisti il 3% di interesse e canone zero fino al 31/12/2024, a condizione che l’apertura avvenga non oltre il 9/4/2024. È scaduta sabato l’offerta di ING di un 4% lordo di remunerazione per 12 mesi fino a un importo di 100.000 euro ma sono possibili ulteriori promozioni nei prossimi mesi. IBL Banca offre il 3,5% lordo per sei mesi ma solo per i nuovi clienti. Ci sono poi varie banche che prevedono premi in denaro a correntisti “affuent” per acquisti per esempio con specifiche carte di credito. L’offerta complessiva si conferma comunque poco competitiva (salvo alcune eccezioni) rispetto ad altre opzioni finanziarie |
Conti deposito |
Salgono i rendimenti ma con una curva che favorisce le scadenze corte (soprattutto vincolate a 6 mesi), dove il valore medio si posiziona sul 3,5%. In questa fase è tuttavia conveniente scegliere scadenze lunghe per cogliere un quadro di interessi che probabilmente scenderanno nei prossimi mesi. Anche dal punto di vista dei vincoli si nota una maggiore libertà, con un incremento delle opzioni “free”, sebbene logicamente chi accetta limitazioni si veda offrire tassi maggiori. A 60 mesi si raggiunge il 4,6-4,8% lordo. Attenzione però alla complessità di alcune proposte, costruite con soluzioni che potrebbero rivelarsi dei boomerang: per esempio indicizzazioni a tassi Bce meno una percentuale fissa. L’insieme si sta rendendo ancor più complicato rispetto al passato, con le banche meno note che puntano a proposte ad alto rendimento ma con vincoli che vanno analizzati attentamente. Non ci si fidi delle facili promesse e delle clausole nascoste dietro postille a fondo pagina talvolta quasi illeggibili! |
Obbligazioni |
Su questo fronte sono entrate in scena emissioni particolari, con tassi molto elevati ma pagati solo a scadenza, ovvero con una cedola unica finale a fine vita nominale oppure anticipata per la presenza di call (rimborsi) annuali già a breve termine e totalmente nelle mani degli emittenti. È evidente che in presenza di tassi Bce al ribasso ciò avverrebbe senza alcuna esitazione. Si tenga poi conto di un fattore tecnico importante: la cedola elevata (per esempio 8%) ma unica comporta il mancato effetto dell’interesse composto, secondo il quale le cedole versate da un investimento vengono capitalizzate, ovvero aggiunte al capitale investito inizialmente, contribuendo così alla maturazione di nuovi interessi. Di qui il motivo del rendimento effettivo che scende di anno in anno per la categoria di bond a cedola unica finale. In conclusione meglio i classici tassi fissi e con cedola versata costantemente (semestrale o annuale)? Sì considerando certi yield su scadenze anche non eccessivamente lunghe. Torneremo presto con un confronto fra singole emissioni |
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