La regina di tutti i grafici: l'equity risk premium


Teoricamente l’Indipendente di Borsa dovrebbe essere in un brodo di giuggiole. I mercati gli hanno dato quello che sogna ogni notte: un gran bel breakout dei massimi storici sugli indici USA. E su quelli europei …

Però … però l’Italia rimane sempre indietro di un bel 30% rispetto ai massimi storici. E il nostro indice non riesce a sfondare una congestione orizzontale di quasi 30 barre allineate come soldatini una accanto all’altra.

Significa che la forza relativa del nostro mercato azionario rispetto a quelli europei: siamo indietro e la curva del rapporto tra il nostro indice e quelli degli altri  è come una lingua di cane che striscia per terra.

A cosa è dovuto ? Al vero problema del nostro Paese: debito pubblico e mancanza di produttività del lavoro. Oltre agli altri 1000 mali.

Ma torniamo al nodo focale del problema: rialzo sì o rialzo no ?

Per dare una risposta al dilemma se ci troviamo di fronte al breakout dei massimi storici o semplicemente a un potente doppio minimo dobbiamo chiedere aiuto alla regina delle charts: L’equity risk premium, ovvero il tasso di rendimento richiesto dagli investitori per accettare investimenti rischiosi. Ebbene l’equity risk premium ora come ora è su un punto di minimo ovvero gli investitori per comprare azioni richiedono un rendimento atteso minimo. Provare per credere guardando il grafico che segue:

Conclusioni ? Finché l’equity risk premium rimane a questi livelli il rialzo è assicurato. Tenendo bene conto di un fatto semplice: massimi e minimi di mercato si collocano in prossimità di minimi e massimi dell’equity risk premium e quindi siamo su un sentiero minato.