Osservando il futuro. La mia previsione per il 2024


Anche quest'anno è giunta l'ora di avere una road map da seguire relativa all'andamento dell'anno borsistico appena iniziato. Come ben sapete spesso si leggono o sentono svariati commenti: c'è chi dice che si salirà, chi dice che si scenderà, per altri ci sarà una lateralizzazione. Insomma, si espongono un pò tutti a parole ma nessuno lo fa con i fatti ovvero con un grafico finale da visionare durante l'anno che verrà. 

Come ho sempre fatto, partirò con l'analizzare la situazione macro e poi analizzeremo quello che è successo in passato.

Per prima cosa: l'inflazione sta rientrando nei ranghi e credo che non sarà più un grosso problema per il 2024, a meno di shock esogeni che chiaramente non si possono prevedere. Gli inglesi dicono che l'aumento dei prezzi sale a razzo ma scende come una piuma e questo è ciò che sta avvenendo e che avevamo previsto già alla fine del 2022 con grafici "forwardati" in avanti nel tempo. Ci possono dunque essere dei "sussulti" all'insù, ma direi che al momento la strada rimane tracciata verso il basso e qualunque rialzo sarà benvenuto da parte del sottoscritto per incrementare ulteriormente una specifica componente di portafoglio. 

Molti (ma non io come sanno i lettori ed i partecipanti del Lombard Tour) si aspettavano una violenta recessione nel 2023, cosa che prontamente NON si è verificata. I vari Roubini, i vari politici worldwide, i vari pifferai magici che con il loro pessimismo cosmico degno del miglior Leopardi riescono ogni anno ad attirare l'attenzione della massa, sono rimasti delusi. Del resto accendendo la televisione siamo subissati dalle brutte notizie.

La paura, figlia della non azione, ha sempre la meglio sulla nostra psicologia.

Il brutto paradossalmente attira sempre più del bello proprio perché suscita in noi emozioni tali che ci bloccano dal fare e ci mettono sulla difensiva. Nella realtà dei fatti nel 2023 il GDP statunitense (alias PIL) è salito, segno di una economia al momento estremamente resiliente e forte. Ma lo sarà ancora per molto tempo? Personalmente ho qualche dubbio o comunque qualche timore, soprattutto dopo il 2024.

Analizzando ad esempio il tasso di insolvenza sui soldi presi a prestito notiamo come questo si sia impennato nel 2023. Il GDP può anche aumentare se si prendono soldi a prestito e si spendono, ma se poi non si riesce a restituirli non si continuerà a comprare e quindi a sostenerne la crescita.

Il balance sheet della Federal Reserve, con Borse sui massimi, si sta contraendo e questo rende chiaramente più fragile il sistema a possibili shock o nuove problematiche. 

La curva dei rendimenti rimane inclinata negativamente: la parte a breve rende di più rispetto a quella a lungo. Questa è una contraddizione: una curva inclinata negativamente implica infatti che chiedendo soldi a prestito si paga un tasso maggiore sul breve termine piuttosto che sul lungo termine. Ma capite bene che dovrebbe essere il contrario: se si prestano soldi si corrono più rischi nel lungo periodo (inflazione, fallimento, incertezze varie ad esempio) rispetto al breve termine.

La Federal Reserve è dalla nostra parte nei modelli previsionali

Uno degli indicatori di tipo fondamentale e di lungo termine che ci dice le probabilità di entrare in recessione è l'Anxious Index (da non confondere con l' "indice della paura " Vix naturalmente). Elaborato dalla Fed di Philadelphia quattro volte all'anno sulla base di "insider" del mondo economico ed imprenditoriale, in passato tutte le volte che è salito al di sopra del 30% abbiamo avuto una recessione. Attualmente siamo abbondantemente sopra. 

Nella realtà dei fatti però esiste anche un altro indicatore elaborato dalla Federal Reserve di St. Louis, lo Smoothed US Recession Probabilities. Attualmente questo indicatore "batte" 0.8% mentre in passato abbiamo avuto recessioni quando è salito SOPRA l'area del 10%. C'è però da dire che questo modello tende ad impennarsi molto velocemente e risulta quindi difficile da cogliere esattamente il momento di inizio recessione. In altri termini è un pò come se noi capissimo che c'è un incendio solo dopo aver visto del fumo nero uscire dalla finestra. Sarebbe meglio avere dei sensori di avvertimento più reattivi in grado di percepire ad esempio una possibile fuga di gas. 

Uno dei dati più importanti per la valutazione dello stato dell'economia è certamente quello della disoccupazione che attualmente rimane "inchiodata" al 3.7%. Questo dato è importantissimo: se la gente perde il lavoro c'è meno propensione alla spesa, girano meno soldi nel sistema economico, diminuiscono i consumi, le aziende produrranno di meno (riduzione degli utili e delle aspettative future) e l'economia rallenta e di conseguenza il mercato borsistico scenderà.

In conclusione direi che l'economia per ora sta tenendo ma iniziano ad intravedersi segnali di difficoltà che potrebbero mano a mano accentuarsi a partire dalla fine di quest'anno e poi nel 2025. 

Torniamo al mercato e alle prospettive per il 2024.

Prima di tutto il 2024 è un anno elettorale sia negli Stati Uniti che in Europa e questo inevitabilmente ne influenzerà le dinamiche. Pensate che circa un terzo della popolazione mondiale andrà alle urne!

Studiando l'andamento del Dow Jones dal 1897 ad oggi gli anni che finiscono col "4" presentano un andamento medio di questo tipo: trend sostanzialmente debole o comunque piatto da febbraio a maggio e upside che si concretizza a partire dalla fine di ottobre. Chiaramente fare la media di così poche rilevazioni non ha valenza ai fini statistici (rischio che mi venga tolta la laurea!).

Se noi considerassimo SOLO gli anni elettorali dell'ultimo secolo il discorso cambierebbe leggermente avendo 32 rilevazioni e noteremmo come la fase più favorevole al rialzo si concretizza a ridosso dei mesi estivi di luglio e di agosto e poi a partire da ottobre. 

La stagionalità è un indicatore di "quando" è più probabile che un fenomeno si verifichi. Probabilità non significa certezza. L'andamento sinusoidale del ciclo tende ad essere decisamente più affidabile sui bottom e non sui top. 

Gli anni elettorali sono il secondo miglior anno del ciclo quadriennale delle elezioni americane e statisticamente i mercati hanno registrato risultati migliori quando il presidente uscente si è ricandidato (in questo caso si tratta di Biden al secondo mandato).

In estrema sintesi: se il quadro macro espresso dagli indicatori più importanti attualmente "tiene" ancora (disoccupazione, inflazione in discesa e quindi aspettative di allentamenti futuri della politica monetaria) si stanno manifestando segnali di rallentamento che mano a mano si concretizzeranno nella vita di tutti i giorni e che molto probabilmente inizieremo a vedere nel 2025.

Volete sapere la mia previsione per il 2024? Eccola...

Inizio anno che beneficia ancora dell'inerzia rialzista di fine 2023 e poi un graduale indebolimento da marzo/aprile. I punti più favorevoli per il long sono collocabili a fine luglio/agosto e poi ad ottobre. 

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)