Proseguendo l'analisi dei risultati pubblicati recentemente dalle società segnalate dalla rubrica, analizziamo quanto accaduto a RATTI, titolo tra i più datati e deludenti della strategia.
Purtroppo, tra i dati pubblicati dalla società mancano numerosi dettagli (marginalità, PFN, ecc..): cerchiamo comunque di comprendere come siano andati i primi nove mesi del 2023.
FATTURATO DI RATTI:
Leggendo il comunicato qui sotto riportato, in prima battuta, il risultato potrebbe essere considerato anche soddisfacente. Infatti, a livello di fatturato complessivo, nei primi tre trimestri si sono registrati € 64,5 mln, +€ 4,5 mln rispetto al 2022 (+7,4%). L'analisi va però approfondita, fermarsi a questo elemento superficiale sarebbe un errore imperdonabile.
Analizzando l'andamento dei tre trimestri degli ultimi due anni, si nota che, seppur il dato complessivo dei nove mesi riporti un aumento del 7,5%, il Q3 evidenzia una contrazione del 5,3%: € 19,90 mln vs € 21,02.
Ampliando l'orizzonte si nota che, rispetto al periodo pre-Covid19, contrariamente a quelle che erano le aspettative, il percorso di recupero di RATTI sia ancora ben distante dalla meta: attualmente mancano ancora quasi € 20 mln (€ 64,54 vs € 84,23) per tornare ai livelli del 2019.
Dal 2020 ad oggi si nota un progressivo miglioramento dei ricavi, ma il tasso di crescita degli stessi risulta piuttosto deludente.
Confrontando ulteriormente l'andamento trimestrale del 2023 rispetto al 2019 si nota chiaramente quale sia il periodo dell'anno in cui si sono concentrate maggiormente le "perdite" di fatturato: a fronte un andamento pressochè allineato nel Q3, nel primo semestre si nota un peggioramento ben più accentuato.
GRAFICO DI RATTI:
Le quotazioni di RATTI, coerentemente a quanto evidenziato sul fronte fondamentale, sono situate sui livelli minimi (dal 2019).
RIFLESSIONI:
Questa semplice analisi su RATTI rappresenta un'interessante testimonianza di quanto sia importante approfondire la natura di un dato "assoluto". Fermarsi a quanto comunicato dalla società senza comprendere come si sia originato il dato non è quasi mai una modalità saggia di agire.
La contrazione di fatturato registrata nel Q3 rappresenta un ulteriore incidente in un percorso di recupero che fatica ad essere concluso. Il segmento del lusso, in molti casi, ha integralmente superato abbondantemente la crisi provocata dalla pandemia: purtroppo, RATTI, pur essendo un fornitore dei più importanti player mondiali del luxury, non è riuscita a tornare ai livelli pre-pandemici.
L'effetto della diminuzione drastica del giro d'affari è stata particolarmente pesante per RATTI. Il core business dell'azienda (realtà industriale) è caratterizzato da una struttura di costi fissi decisamente prevalente rispetto ai costi variabili; ne consegue che RATTI abbia una leva operativa decisamente elevata. Infatti, in tale contesto, al diminuire dei ricavi viene meno il vantaggio dell'economia di scala: i costi fissi (elevati) vengono distribuiti su volumi inferiori. La conseguenza è lapalissiana: si comprimono i margini. In questo scenario è vero anche il viceversa: con l'aumento del fatturato si genera una graduale saturazione della capacità produttiva che determina miglioramenti della marginalità. Questo aspetto, però, non rappresenta l'attualità.
Come già affrontato nei precedenti articoli, su RATTI è in atto una strategia di uscita: la speranza è di riuscire a contenere le perdite. Il destino è però segnato: la tanto attesa svolta non si è mai materializzata. Si attende solo un'occasione (migliore) per uscire.
RIEPILOGO SEGNALAZIONI:
PORTAFOGLIO TOTAL RETURN: