Vi sveliamo come investono i Re Mida della finanza, azione per azione, asset per asset


Bill Gates, Warren Buffett, il fondo sovrano norvegese e quello arabo, nonché gli Elkann tramite Exor e Bridgewater, maggiore hedge fund del mondo: cosa hanno in portafoglio e le strategie adottate.

Il report della domenica

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Il copia-incolla in finanza è sempre un errore, se attuato passivamente e senza una precisa conoscenza di azioni o asset su cui si investe. Sapere però cosa sta succedendo nei portafogli dei Paperoni è opportuno, quanto meno da un punto di vista istruttivo. Oggi spazio allora a un approfondimento specifico, con due puntualizzazioni:

● non sempre le tempistiche fra chi fa cosa e chi le racconta coincidono: è inevitabile in un mondo fulmineo quale quello della gestione del “money”;

● in alcuni casi a fianco delle posizioni più o meno accreditate c’è tanto di occulto. Anche questo è ineluttabile.

Siamo andati allora a scartabellare i documenti di alcuni dei patrimoni più ingenti del mondo. Ve li sveliamo

● Partiamo inevitabilmente da Bill Gates

Il documento comunicatoci dalla Bill & Melinda Gates Foundation Trust (datato 30/6/2023) è un magnifico esempio di trasparenza. Si riferisce però solo al settore azionario e non cita altri asset. Si basa su 22 titoli, di cui i principali sono:

Azione

Peso sul totale

Microsoft

31,8%

B Berkshire Hathaway

20,4%

Canadian National Railway

15,8%

Waste Management

14,5%

Caterpillar

4,3%

J. Deere

3,8%

Ecolab

2,3%

Coca Cola Femsa

1,2%

Walmart

1,1%

Evidente l’incidenza rilevante dei primi quattro titoli, di cui Canadian N. Railway riferita al comparto ferroviario e Waste Management alla gestione dei rifiuti. Da notare la preferenza per Coca Cola Femsa, attiva in America Latina, rispetto alla capogruppo Usa Coca Cola. Il 31,79% relativo a Microsoft è inevitabile, essendone Bill Gates il fondatore. Ottima la performance globale con il passare degli anni, visto che il patrimonio si è quasi quadruplicato. La filosofia quindi? Puntare su dei titoli forti e attenderne la crescita nel tempo. Lo conferma un dato che siamo riusciti a estrapolare dalle carte inviateci: il trading è quasi assente e riferito solo all’azione Berkshire Hathaway. La capitalizzazione globale si aggira sui 42 miliardi di dollari. Gli investimenti del trust sono guidati da un team esterno di gestori.

● Proseguiamo con l’“Oracolo di Omaha”

E già: è lui, Warren Buffett, fondatore di Berkshire Hathaway. Negli Usa è un oracolo, mentre in Europa ha un gruppo di estimatori ma meno entusiasti rispetto a oltre Oceano. In questo caso non c’è problema a conoscere la consistenza del portafoglio, pubblicato da varie fonti istituzionali.

Azione

Peso sul totale

Apple

51,0%

Bank of America

8,5%

American Express

7,6%

Coca Cola

6,9%

Chevron

5,5%

Occidental Petroleum

3,8%

The Kraft Heinz

3,3%

Moody’s Corp.

2,5%

HP

1,1%

Da Vita

1,0%

Storicamente il peso di Apple è sempre stato rilevante e qualcuno giudica la scelta un po' sproporzionata. Ciò contrasta con il resto del portafoglio, molto frazionato. Segnaliamo la presenza anche di cinque azioni giapponesi (Itochu, Marubeni, Mitsubishi, Mitsui e Sumitomo). Il turnover è abbastanza elevato ma è turnover appunto e non trading. Buffett si è distinto come uno dei pochi investitori riuscito a trarre vantaggio dai maggiori rendimenti obbligazionari, grazie alla sua grande quantità di liquidità: 147 miliardi di dollari a fine giugno. Così tanto cash, che a volte era stato motivo di preoccupazione per gli azionisti, gli sta fruttando uno yield per la componente bond sopra il 5%. Da segnalare che il patrimonio è gestito in parte all’interno e in parte all’esterno di Berkshire Hathaway. Il profitto annuo composto del gruppo è stato del 19,8% dal 1965 al 2022, rispetto al 9,9% dell’S&P 500. Si tratta di un rendimento totale complessivo del 3.787.464% contro il 24.708% del benchmark. Molti azionisti di Berkshire sono diventati milionari grazie alle mosse astute di Buffett e alla sua filosofia di crescita paziente del valore nel corso degli anni.

● Avanziamo con il fondo sovrano norvegese

Lo scopo del fondo è garantire una gestione responsabile e a lungo termine delle entrate derivanti dalle risorse di petrolio e gas della Norvegia, in modo che questa ricchezza vada a beneficio sia delle generazioni attuali sia di quelle future. Il nome del fondo è Government Pension Fund Global. Qui la suddivisione degli investimenti è nettamente meno concentrata rispetto agli altri casi.

Azionario

69,8% del patrimonio

Ripartizione titoli: 9.228

Ripartizione Paesi: 63

Obbligazionario

27,5% del patrimonio

Ripartizione titoli: 1.430

Ripartizione Paesi: 48

Immobiliare

2,7% del patrimonio

Ripartizione proprietà: 890

Ripartizione Paesi: 14

Infrastrutture energia rinnovabile

0,1% del patrimonio

Ripartizione proprietà: 1

Ripartizione Paesi: 1

Il patrimonio azionario è così distribuito, relativamente ai titoli dal peso maggiore (di cui si indica l’importo posseduto in Nok – corone norvegesi).

Apple

21.284.499.711 Nok - Tecnologia - Usa

Microsoft

20.290.146.888 Nok - Tecnologia - Usa

Alphabet

11.188.635.405 Nok - Tecnologia - Usa

Nestlé

8.948.205.415 Nok - Alimentare - Svizzera

Amazon

8.141.966.448 Nok - Tecnologia - Usa

Roche Holdings

6.299.382.755 Nok - Sanità - Svizzera

Shell

6.162.847.743 Nok - Energia - Gran Bretagna

Taiwan Semiconductor Man.

6.094.859.620 Nok - Tecnologia - Taiwan

Novo Nordisk

5.792.843.725 Nok - Sanità - Danimarca

ASML

5.287.303.192 Nok - Tecnologia - Olanda

Berkshire Hathaway

5.261.766.004 Nok - Finanza - Usa

UnitedHealth Group Inc

5.122.831.909 Nok - Sanità - Usa

Exxon Mobil

5.118.127.915 Nok - Energia - Usa

Novartis

4.895.365.499 Nok - Sanità - Svizzera

AstraZeneca

4.850.501.834 Nok - Sanità - Gran Bretagna

TotalEnergies

4.511.437.680 Nok - Energia - Francia

La lista prosegue con altri nomi nobili dell’economia mondiale: per esempio LVMH, Meta Platform, Samsung, Nvidia, JP Morgan, ecc. Molto diversificata anche la presenza di azioni italiane, sebbene con quote minori. Data la complessità delle partecipazioni non è stato possibile indicare la specifica percentuale sul totale: ci siamo così limitati (come detto) a indicare l’importo in corone norvegesi. Per quanto riguarda invece il settore obbligazionario segnaliamo la detenzione di oltre 6 miliardi (valore espresso in Usd) di Btp. In sintesi la diversificazione è il mantra dei gestori del fondo norvegese. Che però esagerano forse in tal senso.

● Tocca ora al fondo dell’Arabia Saudita

Solo da poco è stato possibile venire in possesso di documenti pubblici relativi alla composizione degli investimenti del fondo sovrano dell’Arabia Saudita. Si parla di un patrimonio azionario di circa 35 miliardi dollari, che punta quasi soltanto sul mercato Usa. La somma globale è certamente ben più elevata (lo si stima in oltre 620 miliardi di dollari) ma non è dato da sapere come sia collocato all’interno dei confini nazionali. La ripartizione su titoli Usa è così impostata.

Azione

Peso sul totale

Tipo di attività

Lucid Motors

25,0%

Casa automobilistica Usa specializzata in auto elettriche. La società è stata fondata nel 2007

Activision Blizzard

9,1%

Azienda statunitense produttrice e distributrice di videogiochi

Electronic Arts

8,4%

Società statunitense attiva nel settore dei videogiochi

Uber

8,4%

Specializzata in servizi di trasporto automobilistico attraverso applicazioni mobili

Take-Two Interactive Software

3,8%

Azienda statunitense produttrice e distributrice di videogiochi e di accessori per computer

Live Nation

2,5%

Società Usa che promuove e gestisce la vendita di biglietti per spettacoli dal vivo a livello internazionale

Meta Platforms

1,9%

Controlla i servizi delle reti sociali Facebook e Instagram, nonché della messaggistica istantanea WhatsApp e Messenger

Segue una lista molto lunga di altre partecipazioni, oltre che in società di venture capital e di private equity. Le scelte del fondo appaiono meno conservative – come tipo di business – rispetto alle politiche sociali del Paese. Sono stati sviluppati sei portafogli di investimento, quattro dei quali locali e due globali, questi ultimi allo scopo anche di attrarre conoscenze per lo sviluppo dell’economia nazionale.

● Così la Lingotto Investment Management gestisce il tesoro di Elkann tramite Exor

Le vicende della “ex” famiglia Agnelli sono complesse e articolate. Di recente però è stata costituita la Lingotto Investment Management, controllata da Exor. Gli azionisti quindi di quest’ultima ne sono investitori. Il nome Lingotto può avere un doppio senso: richiamare la sede storica di Fiat a Torino e allo stesso tempo far riferimento all’oro. Le strategie annunciate sono articolate e mirano – cosa curiosa – all’economia globale ma con esposizione primaria alle maggiori realtà europee e asiatiche. Per ora si hanno solo alcune indicazioni di massima di asset e azioni su cui sta puntando.

Azione

Settore

Paese

Harmony Gold Mining

Aurifero

Sud Africa ma il titolo è quotato al Nyse

Novagold Resources

Aurifero

Canada - Sta portando avanti lo sviluppo di una miniera d'oro in Alaska

Range Resources

Energetico

Società di esplorazione e produzione di gas naturale con sede a Fort Worth (Texas) - Quotazione al Nyse

Valaris

Energetico

Appaltatore di perforazioni offshore con sede a Houston (Texas) – Quotazione al Nyse

Tesla

Automobilistico

Una concorrente di Stellantis nel portafoglio di Exor!

Microsoft

Informatica

La leader Usa non poteva mancare

Carvana

Rivenditore online di auto usate

Il titolo è quotato al Nyse con una capitalizzazione di 9 miliardi di $

Teva Pharmaceutical

Farmaceutica

Multinazionale israeliana quotata anche al Nyse

Veon

Telefonico

Operatore digitale globale con sede in Olanda; fornisce connettività e servizi online a oltre 200 milioni di clienti in sette mercati d’Europa e Asia – Quotazione al Nasdaq

Schlumberger

Servizi energetici

Leader mondiale nell’attività delle ricerche petrolifere – Quotazione al Nyse

Nvidia

Tecnologico

Sviluppa processori grafici ed è molto attiva nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Quotazione al Nasdaq

La sua creazione è recente e quindi la composizione degli asset (cu cui si vuole diversificare) in fase di formazione. È comunque evidente il ruolo primario affidato al settore aurifero ed energetico. Una storia in ogni caso da seguire con attenzione.

● Infine Bridgewater, l’hedge fund per eccellenza

L’ha fondato e gestito per quasi 50 anni: Ray Dalio, noto per aver scommesso contro l’Italia fra il 2017 e il 2018 con pesanti vendite allo scoperto di azioni del nostro Paese, ha di recente lasciato la guida del suo fondo hedge Bridgewater Associates restando però nel consiglio di amministrazione. A Wall Street hanno sempre scrutato con grande distacco la società, considerata per tanti motivi come un gruppo di “stravaganti”, ma ora l’impostazione tattica - talvolta esasperata di Bridgewater - potrebbe evolvere e diventare più tranquilla. Almeno così si dice! Al momento il portafoglio è impostato in questo modo per le quote più significative.

Strumento

Peso sul totale

Etf iShares Core S&P 500

5,5%

Etf iShares Core Msci Emerging Markets

5,5%

Azione Procter and Gamble

4,3%

Azione Johnson & Johnson

3,2%

Azione Coca Cola

3,0%

Azione Pepsico

2,9%

Etf SPDR S&P 500 Trust

2,8%

Azione Costco Wholesale

2,7%

Azione McDonald’s

2,6%

Azione Walmart

2,5%

Niente tecnologia (qualche azione c’è ma con quote inferiori all’1%) e molto largo consumo. Eccola un impianto del tutto diverso di Bridgewater, sebbene andrebbero anche valutati gli short in corso, di cui si ha una conoscenza scompigliata. Questa strategia è il segnale di un’evoluzione del fondo o di una sua visione più prudenziale in prospettiva dei mercati? Non ve lo sappiamo dire.

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