L'Europa scende, l'America "NI": Vediamo come affrontare tale dinamica sul mercato azionario e dei derivati


La rottura dei livelli di supporto che avevamo indicato è avvenuta per il Dax e non per il Nasdaq.

Questa conclusione ci porta ad assumere un diverso comportamento se il nostro portafoglio ha azioni europee o azioni statunitensi in pancia.

Andiamo innanzitutto a vedere cosa è accaduto graficamente sul Dax e verifichiamo come il livello abbia dato i sui frutti per una operatività prettamente in short.

Le ultime 4 candele rappresentano il movimento del mercato sull'indice Dax dal lunedi al giovedi 28 settembre, ora dell'istantanea.

Nell'utlimo recente articolo avevo ipotizzato che già dal lunedì si sarebbe decisa la sorte del supporto, poichè diversi indizi suggerivano questo tipo di reazione.

Il primo era il numero di tentativi di rottura al ribasso e questo non solo per il Dax, ma anche per il Dow Jones e per il Nasdaq.

Il secondo era che, con la scadenza dei futures si sarebbe verificato un incremento della volatilità, portando con sè movimenti più marcati e una correzione dai livelli sedimentati in estate.

Il segnale della rottura del supporto ai 15450 ha molto significato tecnico intrinseco in quanto dinamicamente ha già di per sè portato una settimana molto fruttuosa per chi ha operato coscientemente in short, ma ha inoltre fatto accumulare carica volumetrica nel mercato, che può generare potenziali storni, anche di maggiore entità.

Il verificarsi o meno di questo però, come più volte specificato è condizionato dal mercato americano che invece, tecnicamente, guardando il Nasdaq, ha tenuto e rimbalzato sul supporto statico ai 14400.

Questo almeno sino al momento in cui scrivo, vale a dire nel tardo pomeriggio di giovedì 28 settembre.

La tenuta del supporto, per le azioni statunitensi, ha il sapore di uno scampato pericolo. Vediamolo graficamente.

I seguaci di questa rubrica, ricordano esattamente il significato delle diciture indicate nel grafico poichè sono le stesse che lascio immutate nei grafici da circa due mesi, ebbene, quel valore ai 14400 ha il medesimo significato del 15450 evidenziato sul Dax, il che vuol dire che in caso di rottura ribassista gli effetti sarebbero identici a quello visto insettimana in Europa, propagandosi anche nei sottostanti e quindi nelle azioni che li compongono.

Zignago Vetro

Un caso emblematico lo rappresenta la dinamica di Zignago Vetro che si trova esattamente sul supporto di lungo nell'intorno dei 13.7€ e con un leggero rimbalzo ottenuto proprio grazie alla tenuta statunitense.

La direzione di breve quindi viene direttamente influenzata in questo caso, da oltre oceano, comportandosi esattamente come il Nasdaq.

Questo livello quindi, ha tutte le caratteristiche di un punto di ingresso a cui va applicato lo stop loss se il Nasdaq andasse malauguratamente a sfondare i 14400 e con un target che oscilli tra i 15 e i 16€ per azione.

BTP 2.7% MZ47 

Nel recente passato avevo puntato graficamente l'attenzione su questo BTP che ballava pericolosamente sul supporto ai 71€.

Si era descritta l'ipotesi di rottura con un target ai 55-57€. Vediamo cosa è accaduto in questo mese.

Nel grafico si può vedere la meraviglia tecnica della rottura di un supporto statico e la sua forza ancora tuttavia inespressa totalmente.

Rimango dell'idea che il target sia approssimativamente posto laddove indicato nel grafico come buon punto ove valutare l'ingresso.

Non resta quindi, che assistere all'ultima giornata di questa ottava e verificare se il Nasdaq andrà a confermare la sua tenuta, aspetto che potrebbe indurre a reagire nella stessa direzione, tutta l'Europa e i suoi indicatori di borsa.

Occhi fissi sui supporti quindi e buon trading a tutti!

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)